Passi sulla Luna: Albategnius

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

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| La zona del cratere Petavius è mappata nella mappa numero 98 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del [[Image:Logo Lunar and Planetary Institute.jpg|80px]] [http://www.lpi.usra.edu/ '''Lunar and Planetary Institute'''].  
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| La zona del cratere Albategnius è mappata nella mappa numero 98 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del [[Image:Logo Lunar and Planetary Institute.jpg|80px]] [http://www.lpi.usra.edu/ '''Lunar and Planetary Institute'''].  
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'''PETAVIUS'''
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'''ALBATEGNIUS'''
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'''Il nome'''
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'''IL NOME'''
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Denis Peteau (Dionysius Petavius) nasce a Orleans 21 agosto 1583.
 
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Frequenta l’Università di Parigi, interessandosi delle vite dei Padri della Chiesa e successivamente, nel 1603, diventa Lettore presso l’Università di Bourges, da cui esce due anni dopo per entrare nella Compagnia di Gesù. Insegnante di teologia al Collegio di Clermont, la principale sede dei Gesuiti a Parigi, muore l’11 dicembre 1652.
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Albategnius (latinizzazione di Al-Battani) nasce ad Harran (alta Mesopotamia, ora Turchia) nell’858 d.C. e muore a Qasr al-Jiss, vicino a Samarra (capitale dell’antico califfato degli Abbasidi, ora in Iraq, sul Tigri). Figlio di un costruttore di strumenti astronomici, musulmano, membro della setta Sabiana, passa la sua vita ad ar-Raqqadr, nell’odierna Siria.  
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E’ vastissima la sua produzione su temi di cronologia, storia, filosofia, patristica e storia dei dogmi. Autodidatta, scrive anche in greco e latino. E’ autore di una vasta opera sulla cronologia dei Padri della Chiesa, impostata prima di lui da Isaac Scaliger, che fu il suo primo maestro, la “Opus de doctrina temporum” pubblicata nel 1627. Petavius si occupa per tutta la vita di fornire una risposta sistematica alla dottrina cristiana, sotto un profilo eminentemente storico-politico. Di questo lavoro rimane l’opera, incompiuta “ De theologicis dogmatibus”.
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Grande osservatore del cielo, perfeziona il sistema tolemaico, definendo l’anno solare in 365 giorni, 5 ore, 46 minuti e 24 secondi e compila accuratissime tavole del Sole e della Luna. Inoltre, corregge alcuni errori di astronomi precedenti per quanto riguarda la direzione degli eccentrici, l’obliquità dell’eclittica, l’apogeo del Sole, la precessione degli equinozi, e introduce nel calcolo trigonometrico l’uso del seno e della tangente. Scrive un libro di tavole astronomiche Kitab az-Zij che, tradotto in latino e spagnolo, diventa un testo fondamentale per tutto il Medio Evo.
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Con spirito libero e spesso polemico, si inserisce nelle aspre vicende che seguono il Concilio di Trento e indica alla Chiesa la via del ritorno al primo Cristianesimo, attraverso un ampio ed elaborato resoconto storico- teologico.
 
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Modello di umiltà, pur di salute cagionevole, si è sottoposto per tutta la vita a continue e severe mortificazioni corporali.
 
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'''Il cratere'''
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'''IL CRATERE'''
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Bellissimo cratere disposto in prossimità del bordo orientale della Luna, ben osservabile alcuni giorni dopo la Luna Nuova o due giorni dopo la Luna Piena.
 
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Appare variabilmente  ovale a seconda della librazione lunare. Ha un diametro di 182 km e forma, con Langrenus, Vendelinus e Furnerius, una serie di crateri di  dimensioni simili, disposti tutti sullo stesso meridiano, dall’equatore verso sud, a E e a S del Mare Fecunditatis. La cinta montagnosa si innalza per circa 3,3 km sul piano circostante e, nella parte SO, è interessata sa una profonda spaccatura che parte da un piccolo cratere disposto al centro del bordo meridionale (Petavius C) e occupa quasi un quarto dell’intera circonferenza. Ma è il fondo la parte più interessante del cratere. Visibile anche in piccoli telescopi è la profonda spaccatura (Rima Petavius) che si diparte dal picco centrale e arriva al bordo dopo un percorso di  oltre 80 km. Altre rimae più piccole sono presenti un po’ dappertutto, ma prevalentemente nella parte settentrionale del fondo.  
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Assieme a Ptolemaeus, Alphonsus, Arzachel e Hipparchus, costituisce il bellissimo gruppo di grandi crateri, allocato a Sud del centro dell’emisfero lunare a noi visibile.  Si trova a S di Hipparchus e a E di Ptolemaeus e Alphonsus. Centoquaranta Km circa di diametro, è un cratere di forma vagamente esagonale (come Ptolemaeus).  
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Diversi Autori includono Petavius all’interno di una classe di crateri chiamata FFCs (floor fractured craters-crateri dal fondo fratturato). Di questa classe fanno parte, ad es., Taruntius e Humboldt, nei pressi di Petavius, Gassendi, Doppelmayer e Vitello nel M. Humorum. Sono tutti crateri disposti nelle vicinanze di Mari e il motivo della fatturazione del fondo va probabilmente ricercato nella spinta dal basso del magma profondo che ha deformato e fratturato la crosta del fondo del cratere e, in qualche caso, è fuoriuscita all’esterno. Il picco centrale è complesso, costituito com’è da diversi blocchi che vediamo disposti in direzione N-S. Sul fondo sono anche visibili alcune zone più scure, rispettivamente, a S, a N e a O. Appoggiato al bordo occidentale sta il cratere Wrattesley, un bel cratere di 57 km, dal picco complesso. Dall’altra parte, sul versante SE, sta il cratere Palitzsh (41 km), non ben definito e col fondo ricco di rilevatezze a cima smussata, che, nella sua parte settentrionale si apre e si allunga nella Vallis Palitzsh.
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La sua formazione, molto antica, è documentata dalla forte erosione delle pareti e dalla intensa craterizzazione. Le pareti, di circa 4 Km di altezza, oltre ad essere molto degradate, sono interessate da una fitta craterizzazione e da profondi avvallamenti. La parete di SO è interrotta dal cratere Klein (di 43 Km di diametro), anch’esso fittamente craterizzato e con picco centrale. Il fondo è piatto, con numerosi craterini di varie dimensioni, di cui uno di forma ovoidale e ben delimitato ai bordi, situato a N, proprio a contatto con la base della parete (Albategnius B). Attorno a lui, numerosissimi crateri più piccoli. A E del picco centrale, si trovano 2 avvallamenti, meglio visibili con Sole basso e luce radente (come le simili formazioni sulla piana di Ptolemaeus). Probabilmente sono dovuti al riempimento di crateri da impatto da parte della lava fuoriuscita dal fondo.  
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Il picco è situato leggermente a O del centro geometrico del cratere ed è di forma allungata in senso NS. E’ alto 1,5 Km e presenta, sulla sommità, un piccolo cratere, difficile da vedere ad un telescopio amatoriale. A partire da circa metà della parete NO, si allunga, in direzione NNE, una serie di una decina di piccoli crateri, in fila indiana, molto simili a quelli presenti, con direzione quasi perpendicolare a questi, presso la parete N di Ptolemaeus. All’esterno della parete NE, ha origine un profondo canyon, con pareti molto degradate, che arriva fino ad Halley.
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Si pensa che Albategnius sia il grande cratere che interrompe la linea del terminatore nel famoso disegno di Galileo sul Sidereus Nuncius (1610).
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|<div style="text-align: center;">Disegno del cratere Petavius Alfonso Zaccaria)</div>
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|<div style="text-align: center;">Disegno di Petavius eseguito da Giorgio Bonacorsi, località Pergola, rifrattore Kenko 80/1000, oculare 12.4 mm e 6 mm (81x 167x), luna crescente età 2.8 g, seeing ottimo</div>
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|<div style="text-align: center;">Disegno di Petavius eseguito da Giorgio Bonacorsi, località Pergola, rifrattore Kenko 80/1000, oculare 15 mm + barlow 2x (133x), luna calante età 16.3 g, seeing buono</div>
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|<div style="text-align: center;">Disegno del cratere Albategnius (Alfonso Zaccaria)</div>
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|[[Image:PSL_Petavius_Lazzarotti.jpg|center|400px|link=http://www.lazzarotti-hires.com/images/moon/snellius-petavius20061108_lazz.jpg]]
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|[[Image:PSL_Albategnius_Lazzarotti.jpg|center|400px|link=http://www.lazzarotti-hires.com/images/moon/agrippa-hipparcus-albategnius20061227_lazz.jpg]]
   
   
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|<div style="text-align: center;">Foto ad alta risoluzione del cratere Petavius eseguita da [[Image:Logo Paolo Lazzarotti.jpg|120px]]&nbsp;[http://www.lazzarotti-hires.com/ '''Paolo Lazzarotti''']. La foto a piena risoluzione puà essere visionata direttamente [http://www.lazzarotti-hires.com/images/moon/snellius-petavius20061108_lazz.jpg '''dal sito dell'autore'''].</div>
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|<div style="text-align: center;">Foto ad alta risoluzione del cratere Albategnius eseguita da [[Image:Logo Paolo Lazzarotti.jpg|120px]]&nbsp;[http://www.lazzarotti-hires.com/ '''Paolo Lazzarotti''']. La foto a piena risoluzione puà essere visionata direttamente [http://www.lazzarotti-hires.com/images/moon/agrippa-hipparcus-albategnius20061227_lazz.jpg '''dal sito dell'autore'''].</div>
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|<div style="text-align: center;">Il cratere Petavius sovrapposto all'Italia (nella stessa scala) per visualizzarne le dimensioni</div>
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Versione delle 16:46, 29 gen 2012

a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini


Albategnius*
Longitudine Latitudine
4,1° E 11,2° S
Diametro 136 km




La zona del cratere Albategnius è mappata nella mappa numero 98 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del Lunar and Planetary Institute.

Download della mappa 77 in jpeg con risoluzione 72dpi
Download della mappa 77 in jpeg con risoluzione 150dpi
Download della mappa 77 in jpeg2000 con risoluzione 300dpi

ALBATEGNIUS

IL NOME


Albategnius (latinizzazione di Al-Battani) nasce ad Harran (alta Mesopotamia, ora Turchia) nell’858 d.C. e muore a Qasr al-Jiss, vicino a Samarra (capitale dell’antico califfato degli Abbasidi, ora in Iraq, sul Tigri). Figlio di un costruttore di strumenti astronomici, musulmano, membro della setta Sabiana, passa la sua vita ad ar-Raqqadr, nell’odierna Siria.

Grande osservatore del cielo, perfeziona il sistema tolemaico, definendo l’anno solare in 365 giorni, 5 ore, 46 minuti e 24 secondi e compila accuratissime tavole del Sole e della Luna. Inoltre, corregge alcuni errori di astronomi precedenti per quanto riguarda la direzione degli eccentrici, l’obliquità dell’eclittica, l’apogeo del Sole, la precessione degli equinozi, e introduce nel calcolo trigonometrico l’uso del seno e della tangente. Scrive un libro di tavole astronomiche Kitab az-Zij che, tradotto in latino e spagnolo, diventa un testo fondamentale per tutto il Medio Evo.


IL CRATERE


Assieme a Ptolemaeus, Alphonsus, Arzachel e Hipparchus, costituisce il bellissimo gruppo di grandi crateri, allocato a Sud del centro dell’emisfero lunare a noi visibile. Si trova a S di Hipparchus e a E di Ptolemaeus e Alphonsus. Centoquaranta Km circa di diametro, è un cratere di forma vagamente esagonale (come Ptolemaeus).

La sua formazione, molto antica, è documentata dalla forte erosione delle pareti e dalla intensa craterizzazione. Le pareti, di circa 4 Km di altezza, oltre ad essere molto degradate, sono interessate da una fitta craterizzazione e da profondi avvallamenti. La parete di SO è interrotta dal cratere Klein (di 43 Km di diametro), anch’esso fittamente craterizzato e con picco centrale. Il fondo è piatto, con numerosi craterini di varie dimensioni, di cui uno di forma ovoidale e ben delimitato ai bordi, situato a N, proprio a contatto con la base della parete (Albategnius B). Attorno a lui, numerosissimi crateri più piccoli. A E del picco centrale, si trovano 2 avvallamenti, meglio visibili con Sole basso e luce radente (come le simili formazioni sulla piana di Ptolemaeus). Probabilmente sono dovuti al riempimento di crateri da impatto da parte della lava fuoriuscita dal fondo.

Il picco è situato leggermente a O del centro geometrico del cratere ed è di forma allungata in senso NS. E’ alto 1,5 Km e presenta, sulla sommità, un piccolo cratere, difficile da vedere ad un telescopio amatoriale. A partire da circa metà della parete NO, si allunga, in direzione NNE, una serie di una decina di piccoli crateri, in fila indiana, molto simili a quelli presenti, con direzione quasi perpendicolare a questi, presso la parete N di Ptolemaeus. All’esterno della parete NE, ha origine un profondo canyon, con pareti molto degradate, che arriva fino ad Halley.

Si pensa che Albategnius sia il grande cratere che interrompe la linea del terminatore nel famoso disegno di Galileo sul Sidereus Nuncius (1610).



Disegno del cratere Albategnius (Alfonso Zaccaria)



Foto ad alta risoluzione del cratere Albategnius eseguita da  Paolo Lazzarotti. La foto a piena risoluzione puà essere visionata direttamente dal sito dell'autore.



Il cratere Albategnius sovrapposto all'Italia (nella stessa scala) per visualizzarne le dimensioni




* Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.


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