Perseidi 1861

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

Versione delle 19:58, 2 ago 2011, autore: Dany (Discussione | contributi)
(diff) ← Versione meno recente | Versione corrente (diff) | Versione più recente → (diff)

Meteore romane

Risultati delle osservazioni delle stelle cadenti nell'agosto 1861.

di Caterina Scarpellini

...

Di questi Astri , cui il nome s'impose di stelle cadenti, dopo la memorabile scoperta del periodo di Novembre per opera più del caso che d'investigazioni scientifiche, se ne vennero sospettando altri; e resa piana la via per scoprirli, più ricerche s'istituirono, e soltanto dall'operoso professor Quetelet di Brusselle si venne sospettando un' altro periodo nell'Agosto di ogni anno, e che perciò su questi due solamente viene oggidì chiamata con molta avidità l'attenzione degli astronomi.

... IL numero totale delle stelle cadenti in quella notte osservate giunse a 140. — Fra queste se n'ebbero 25 di prima grandezza; 5 di seconda; il rimanente di minor grandezza; ed una miriade di quelle che manifestavansi come leggiere sfumature di debolissima luce.

In quelle di prima grandezza alcune accostavasi al verde, alcune rossastre. — Oggetto singolare di una di queste stelle, fu la 87ma formata di un globo turchiniccio più brillante di Venere , lasciando sul suo cammino una traccia luminosissima che durò costantemente visibile per circa 10 secondi , e sulla quale portai prontamente la maggior attenzione col mio telescopio acromatico, e vidi ch'era scintillante, e rossastra.

Notai eziandio alcune stelle cadute in gruppi, e quando due stelle erano contemporanee od erano parallele, o la seconda teneva la stessa via della prima, o teneva una direzione perpendicolare alla prima.

Di stelle spente e poi ricomparse ne vidi alcune. — Tre ne vidi di un andamento ascendente . — Il loro moto apparente fu assai incostante: alcune percorsero il loro cammino con grande rapidità; alcune con una velocità un poco minore, ed altre si muovevano con lentezza.

Per il che opino non essere qui tempo di esaminare se debba o no venire esclusa la origine atmosferica delle stelle cadenti, od accettare l'origine cosmica, rimettendo lo spaziarmi maggiormente in questo aringo, quando il novero delle mie osservazioni torni più copioso...[..]


(segue un puntiglioso elenco delle stelle cadenti, con la direzione di provenienza e quella di arrivo. E non manca di ricordare i versi di Dante)


Quale per li seren tranquilli e puri

Discorre ad ora ad or subito foco,

Movendo gli occhi che stavan sicuri,

E pare stella che tramuti loco,


Se non che dalla parte ond' el s'accende

Nulla sen perde, ed essa dura poco.

(Dante; Parad. XV)

Che spettacolo imponente che opprime di stupore l'umano intendimento! ... Elementi ammirabili di una Divina originaria potenza motrice, che mi richiamò al pensiero in quelle ore di osservazione che su questa scienza fu la prima lezione che Dio stesso ha dato ad Adamo, onde questa prediletta Creatura nel giorno il più felice di sua esistenza, turbata non fosse nel vedere all' Occaso piegarsi il gran Luminare, e da sopore sorpreso al venire della notte, non prendesse timore di suo troppo sollecito passaggio fra tanti portenti , in mezzo ai quali vedevasi locato. Fu quindi nel silenzio, che contemplando le bellezze del Cielo, le prime lezioni si appresero di questa scienza,... scienza di riposo , di solitudine, di puro godimento !

Caterina Scarpellini: una sua breve biografia nel paragrafo relativo all'osservazione della Grande cometa Tebbutt


Padre A. Secchi: nuovi esperimenti sulle stelle cadenti

"La solita apparizione di stelle cadenti verso l'epoca di S. Lorenzo si è verificata anche quest'anno in un grado assai più splendido degli anni scorsi; e la loro osservazione si è fatta al Collegio Romano con un sistema non ancora usato da alcuno, cioè mediante la corrispondenza telegrafica fra due stazioni lontane, il quale è unico modo sicuro con cui poter riuscire a togliere le molte incertezze che regnano ancora su la vera origine di questi fenomeni. Perchè è vero che tra gli astronomi prevale ora l'opinione che essi siano corpuscoli cosmici, i quali incontrati dalla terra e da essa attratti infiammansi all'entrare nella nostra atmosfera, ma pure l'antica teoria che esse siano accensioni elettriche o esalazioni di calore nell'aria ha ancora molti fautori."

Egli si dedica a compiere un'osservazione utilizzando un mezzo che nel passato non esisteva: il telegrafo elettrico. Padre Secchi racconta che questo esperimento era stato da lui pensato già due anni prima, ma non realizzato per difficoltà di comunicazione. In questo 1861 l'esperimento è reso possibile dalla costruzione di una nuova linea telegrafica e dalla collaborazione con una persona affidabile che avrebbe osservato nella stazione di Civitavecchia, e comunicato con il telegrafo i suoi dati: l'Ingegnere Augusto Statuti

"Fu adunque concertato che dalla sera del 3 agosto fino a quella dell'undici si farebbero osservazioni simultanee fra Roma e Civitavecchia, primieramente all'uso antico cioè notando i tempi ed i luoghi delle apparizioni in ciascuna delle due stazioni, ma partendo da orologi regolati simultaneamente per via telegrafica il mezzodì antecedente..."

...

L'intenzione di Padre Secchi è di verificare se dalle due stazioni di osservazione le stelle cadenti abbiano lo stesso punto di origine. E' quindi su queste meteore contemporanee che egli fissa la sua attenzione. Le sue considerazioni finali, dopo l'analisi dei dati rilevati dalle osservazioni


"Questi fatti provano che le stelle cadenti non sono molto alte: ammettendo una parallasse media di circa 35 gradi presso allo zenit, il che poco si scosta dal vero, la loro altezza sarebbe di 50 miglia geografiche cioè 90 chilometri: anche il limite minimo di 20 gradi porta 180 chilometri che è un' altezza non punto esagerata tra quelle che si assegnano all'atmosfera, la quale il sig. Liais crede che possa salir fino 340 chilometri, benché altri la faccia non poco minore. Ad ogni modo tal limite scioglie la grande difficoltà opposta da Bessel alle anteriori osservazioni, di dare cioè delle parallassi piccolissime, le quali rendevano inconcepibile come potessero vedersi queste meteore mentre attraversano l'ombra terrestre qualora state fossero fuori dell' atmosfera; ma questi erano errori provenienti certamente da difetto di identità nei fenomeni osservati alle diverse stazioni. Noi abbiamo casi di parallassi molto maggiori le quali indicano anche minore altezza.

Riceveranno dalle nostre osservazioni lume maggiore anche molti altri punti più sostanziali e controversi sul loro corso e su la direzione generale delle loro trajettorie. Quantunque ci fossero delle eccezioni, pure risultò costante il fatto che i prolungamenti delle strisce andavano ad incontrarsi in uno spazio assai ristretto nella regione di Cefeo e Cassiopea.

Dal presente quadro si vede un massimo dichiaratissimo il giorno 10, del quale non vi può esser dubbio che sia reale, essendo stati gli stessi osservatori e quindi dimostra non esser questo affatto fenomeno meteorologico, ma di ordine assolutamente cosmico.""


Dall'Osservatorio del Collegio Romano, li 13 Agosto 1861.



Torna alla pagina Almanacco italiano 1861



Torna alla pagina principale di Calici di Stelle

Strumenti personali