Il buio a mezzogiorno

Daniele Di Stazio
Marco Vitti (14 anni)

C'eravamo svegliati di buon'ora per prepararci fisicamente e moralmente a un evento tanto unico quanto straordinario: era il 29 marzo 2006, giorno in cui sarebbe avvenuta un'eclisse totale di Sole a cui avremmo assistito dal deserto della Libia.
Scesi dalla nave e preso il pullman ci eravamo avviati verso il luogo prescelto per l'osservazione di questo fenomeno incredibile.
Ormai arrivati ci siamo travati su un'interminabile distesa di sabbia e pietre dove lo sguardo si perde. Dopo pochi minuti il campo di osservazione era già affollato e tutti gli Astrofili, le loro attrezzature e gli altri con gli occhialini protettivi si preparavano all'evento. Finalmente, verso le 11:20, si ebbe il primo contatto: la Luna oscurò una piccola parte del Sole e tutti, smessa ogni attività ammiravano stupefatti solo il prologo di questo fenomeno.
Col passare del tempo il SOle veniva coperto sempre più, causando l'abbassamento anche della temperatura e l'aumento sensibile dell'oscurità. Pensammo a come si sarebbero sentiti e a cosa attribuivano "il buio a mezzogiorno" le popolazioni indigene del luogo ignare dello svolgimento dell'eclisse.
Passata un'ora dal primo contatto arrivò il secondo, quello più sperato e atteso: la totalità!
Per quattro brevissimi minuti un'intensa oscurità calò su di noi e si resero visibili alcune stelle. Noi, come forse anche gli altri, lasciamo alcuni degli strumenti ammirando ad occhio nudo increduli il Sole Nero.
Un'emozione indescrivibile ci pervase e non ci lasciò per quattro minuti intenti ad osservare questo evento fantastico.
In questi minuti di buio riuscimmo a individuare protuberanze lungo la corona solare.
Nonostante sia stato un avvenimento effimero, rimarrà per sempre nel nostro ricordo.