Non mi ripeto nelle sensazioni che un simile evento suscita, in modi diversi ma profondi, in ciascuno di noi. Dico soltanto che nei primi istanti del secondo contatto, l’apparizione improvvisa della corona, lascia stupefatti e regala un immediato ed intenso brivido di emozione che corre lungo tutto il corpo per poi placarsi altrettanto improvvisamente, presi immancabilmente dalle operazioni necessarie per immortalare quelle immagini con la strumentazione che ci siamo portati dietro.

Quattro minuti circa di totalità che abbiamo avuto a El Salloum in Egitto, in prossimità dei confini con la Libia, sotto un cielo particolarmente sereno, sono tanti ma sono anche niente se pensiamo a quante cose vorremmo fare in così breve tempo.

Dopo alcune esperienze con precedenti fenomeni analoghi ho ritenuto, ma questo può essere solo un mio personale parere, che il miglior “strumento” di ripresa per tali fenomeni fosse una semplice telecamera, ben utilizzando il dispositivo “zoom”.

Così ho fatto. Ho montato la mia telecamera Panasonic su di una montatura altazimutale motorizzata della MEADE e le ho fatto seguire l’intero fenomeno mentre contemporaneamente contemplavo lo spettacolo guardando con i soli occhi.

Dalla ripresa continua ho selezionato poi i fotogrammi dei momenti più salienti e che ho riversato sul mio PC.

Ho dedicato, forse una quarantina di secondi come previsto nel programma che mi ero proposto, per riprendere la corona in luce polarizzata (vedi), e con un filtro interferenziale centrato sulla riga del Nichelio XV a 670,2nm. (vedi)

Le immagini documentano quanto ho potuto svolgere in quei brevi istanti, sottolineando ancora una volta, che ho fatto soltanto uso di una telecamera e di alcuni filtri posti manualmente davanti al suo obiettivo.

Marcello Lugli – Roma