Eclisse Anulare di Sole a Gandìa (Valencia), Spagna


Avevano detto che un' eclisse anulare non fosse affascinante. Poi partire dall'Italia per andare in Spagna! Invece, provare per credere, per noi tre, astrofili marchigiani, è stata una esperienza bellissima. Pernottato a Sutri (Viterbo) la notte precedente, ci rechiamo verso le 5 del mattino con l'astrofilo Adriano Massatani, ideatore del Sutri Astronomical Observatory, che ci ha organizzato il viaggio, all'aeroporto di Ciampino, dove incontriamo gli altri suoi amici, Melania Reggente di Acilia (RM) e Luciano Scambia di Reggio Calabria, e notiamo molti altri astrofili spuntati da ogni parte che a quell'ora insolita e con il loro immancabile MTO 1000 a tracolla stanno aspettando lo stesso nostro volo. Decolliamo alle 6,50 di sabato 1° ottobre per atterrare all'aeroporto di Valencia alle 8,55.

Mentre i tre ragazzi del Sutri Observatory se ne vanno con l'economica navetta all'ancor più economico ostello della gioventù a 6 euro per notte, noi cinquantenni spendaccioni chiamiamo un taxi e ci facciamo portare in centro, dove su consiglio dell'autista fermiamo una tripla all'Hotel Mediterraneo...

...a 40 euro al giorno a testa, per quel giorno e per il lunedì 3 successivo; poi andiamo in giro a fare i turisti.






Il pranzo e la cena, bevande incluse,sono assicurati con una spesa tra 9 e 11 euro, cosa che in Italia non succede più neanche alla mensa.

 

 

 

Tutto il sabato e la domenica mattina visitiamo la città, che conta 1 milione di abitanti, molto grande, molto bella e interessante: Plaça de l'Adjuntamento, con i suoi eleganti palazzi scenografici e la bellissima fontana dall'acqua che cambia continuamente colore...

...Plaça de Toros (l'arena), Plaça de la Reina, un vero salotto all'aperto che termina con la maestosa facciata di un'antica e bellissima chiesa barocca, la Città della Scienza, che meriterebbe un capitolo a parte per quanto è particolare, e dove incontriamo per caso Annalisa Calamida col suo boyfriend, un'astrofila di Roma laureata in Astronomia e già sentita per e-mail.

    

Domenica pomeriggio partiamo per Gandia, dove Adriano ed i suoi ci raggiungeranno l'indomani sul presto; è questa una specie di Rimini spagnola, situata a circa 15 km a nord-est della Central Line e scelta per questa eclisse dalla locale Agrupacion Astronomica de la Safòr, che ha organizzato il campo osservativo all'Hotel Bayren, il prestigioso 4 stelle dove siamo alloggiati.E' un po' caro, 305 euro per una tripla a pensione completa ci sembrano proprio troppi per degli astrofili. Quelli della Safòr potevano trovare convenzioni migliori.Gandìa si trova tra Valencia ed il Cabo de la Nao, il promontorio che guarda verso le isole Baleari e verso l'Italia.
La Safòr è una regione territoriale nella Provincia Valenciana sovrastata dall'omonima vetta; è definita giuridicamente come le nostre Comunità Montane, e conta 31 Comuni e 137.000 abitanti.
Ha una personalità giuridica di ente locale da 20 anni e finora si è distinta attraverso le sue azioni dirette essenzialmente ai soggetti che soffrono di problemi socio-professionali.
Nel 2000 la Comunità ha creato l'Agenzia Regionale di Sviluppo, per pianificare e coordinare le azioni dirette alla formazione, all'orientamento ed all'inserimento professionale dei predetti soggetti nel quadro territoriale della regione della Safor.

    


Il posto è turistico al mille per mille, e sembra di essere tornati d'un balzo in piena estate. Per noi, già abituati al freddo dei 15 gradi di ottobre, trovarsi immersi, con ovvio stupore, in un ambiente a 28 gradi e vedere che la gente fa il bagno al mare, è una fantastica sorpresa ed un totale benessere.

Dopo un giro del lungomare e un po’ di shopping ci viene servita la cena insieme agli altri ospiti, la maggioranza astrofili spagnoli, coi quali abbiamo i primi simpatici contatti. Verso sera, prima di andare a letto, un po’ di preoccupazione per le condizioni metereologiche, spazzata via, al nostro risveglio, da un Sole splendente.

E’ lunedì 3, la gente si è già radunata intorno al lungomare e sulla spiaggia dove diversi astrofili locali, sempre della Safòr, hanno preparato postazioni osservative con telescopi e filtri solari, e c’è anche qualcuno con il solarscope.

La direzione del nostro albergo, dove sono alloggiati quasi tutti gli astrofili, mette a disposizione per le loro osservazioni e fotografie tutto lo spazio scoperto intorno alla piscina, che si trova al piano della reception, dove prende posto la maggioranza degli ospiti, e una grande terrazza scoperta che si trova all’ultimo piano, dove montiamo i nostri strumenti: tre tubi ottici equilibrati da Stefano Strologo sull'unica montatura portata in aereo, e sette macchine fotografiche a corredo degli strumenti.


Poi l'eclisse con le varie fasi tutte rigorosamente registrate, alla fine delle quali riceviamo la simpatica visita del Presidente dell'associazione della Safòr con la sua famiglia per una foto ricordo, ed esprimiamo per l'occasione i più vivi ringraziamenti ed il saluto dell'Italia e dell'Unione Astrofili Italiani. Per quanto riguarda la tecnica delle riprese, mentre Vittorio Marcelloni prendeva foto di esterni con la digitale, al telescopio ci si è divisi i compiti per ottenere risultati diversi e con più varianti possibile: Stefano Rosoni ha sovraesposto senza filtro nella fase centrale, al contatto dei bordi, per fotografare le protuberanze, dietro consiglio di Claudio Balella di Ravenna, anche lui ospite con sua moglie del gruppo della Safòr, mentre Stefano Strologo ha mantenuto i filtri per l'intero fenomeno.

Per quanto riguarda la tecnica delle riprese, mentre Vittorio Marcelloni prendeva foto di esterni con la digitale, al telescopio ci si è divisi i compiti per ottenere risultati che fossero quanto più diversi è possibile: Stefano Strologo ha ripreso contemporaneamente su diapositiva e su camera digitale con due ottiche diverse, mantenendo i filtri per l'intero fenomeno e conservando quindi il suo aspetto anulare, e Stefano Rosoni ha ripreso tutto in negativa su diversi corpi macchina e con la stessa ottica, sovraesponendo senza filtro al contatto dei bordi per far risaltare le protuberanze, dietro consiglio di Claudio Balella di Ravenna, anche lui ospite della Safòr.


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Dopo l’eclisse ci si è ritrovati tutti nella sala del bar per i primi commenti a caldo, ancora carichi di entusiasmo e soddisfazione. Hosè Muñoz Reales di Barcellona ha mostrato a tutti le bellissime immagini dei contatti riprese poco prima dal suo Coronado, già registrate sul portatile ed in partenza per la rete internet.

Alla fine il pranzo di gala, durato 4 ore, assieme agli astrofili spagnoli, gente affabile e simpaticissima, mentre i tre ragazzi del Sutri Observatory, forse perché l’ambiente accusa un’età, preferiscono fare il bagno al mare dopo un paio di panini.

Nel pomeriggio, prima del ritorno a Valencia, osserviamo tutti insieme il Sole con un Coronado messo a disposizione da Claudio Balella di Ravenna, e da bravi spendaccioni, causa bagagli pesanti, anziché col treno torniamo a Valencia in taxi (70 km) con solo 20 euro.

    

Dopo un’ultima serata di pura nostalgia per quelle strade e quelle piazze che hanno fatto da cornice al nostro sogno, e per godere ancora di una vacanza regalata tra quei bellissimi monumenti, prepariamo le valigie, e la mattina dopo sul presto siamo in aeroporto dove ritroviamo quasi tutto il popolo del Sole nero, manca solo chi rimane per una settimana.

Le ultime formalità di rito, il decollo alle 9,30 ed alle 11,35 siamo di nuovo a Ciampino, dove ci salutiamo e con gli astrofili di Sessa Aurunca auspichiamo che si possa creare tra noi una mailing-.list in italiano riguardante le eclissi. La soluzione ideale potrebbe essere offerta dall'UAI, che legge per conoscenza e crediamo non si farà sfuggire l'occasione.
Conclusioni: il rammarico è l'aver visto troppo poco o quasi niente della Spagna, ma d'altra parte in quei tre giorni non si poteva fare altro, e la soddisfazione è l'aver conosciuto gente cordialissima e amante dell'Italia come gli spagnoli.


Poi l'aver visto il Sole come un anelo, come dicono gli spagnoli. Ora arrivederci per il 29 marzo 2006, forse in crociera, forse nel deserto libico, o . . . . . chissà.


Stefano Strologo, Vittorio Marcelloni, Stefano Rosoni



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