"Il
Grande Lorenzo è un attore che non nasconde una certa tendenza
ad attaccare discorso con gli estranei ... Come conseguenza, un bel
giorno viene rapito e imbarcato sul primo razzo per Marte. Scopo del
complotto: sostituire una stella di prima grandezza della politica interplanetaria,
l'onorevolissimo John Joseph Bonforte, l'uomo più amato e più
odiato del sistema solare.
Ha inizio così la recita più pericolosa della carriera
di Lorenzo Smythe, perché alla sua interpretazione è affidata
la pace fra Marte e la Terra.
Una situazione esplosiva che lo porterà nella 'stanza dei bottoni'
di tutto l'universo conosciuto."[1]
" Il
romanzo è il più 'politico' di Heinlein, essendo dedicato
alla esposizionedella teoria e della pratica di un uomo politico del
futuro.
Parlando di Heinlein e di politica, però, la mente corre subito
alle accuse di fascismo che sono state mosse a questo autore, a partire
dalla pubblicazione di 'Fanteria dello Spazio'.
Stella Doppia descrive in toni esemplari la vita di un uomo politico,
dimenticando aspetti non certo marginali come le lobby, lo spoil system
e il finanziamento dello Stato: tutto viene risolto con una sorta di
paleo-liberismo, 'aumentando i commerci'. [...]
Nel romanzo
abbiamo un partito progressista - il Partito espansionista - e uno conservatore;
quello progressista introduce lentamente le sue innovazioni e come reazione
perde le elezioni successive.
Di fronte a una tale inerzia dell'elettorato non è chiaro perché
i conservatori debbano mai perdere le elezioni , e infatti nel romanzo
non le perdono, bensì rassegnano le dimissioni in base a un gioco
tattico che non riuscirà. [...]
Fin dall'inizio,
Heinlein si distinse per la sua prosa efficace e brillante, e come scrittore
è anch'egli minimalista al pari di Asimov. Eccellono nel descrivere
piccoli fatti quotidiani, le ripercussioni delle innovazioni scientifiche
sulla vita di tutti i giorni, che è un po' la forza e il limite
della loro fantascienza, un po' troppo facilona nel semplificare situazioni
complesse."[2]
1) dalla seconda di copertina
dell'edizione "Urania Collezione" - 2005
2) dalla postfazione di Riccardo Villa alla stessa edizione
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