Commissione Divulgazione U.A.I.



VIAGGI SPAZIALI NEI "VIAGGI DI GULLIVER"
Di Fabio Pacucci

"Loro [gli abitanti di Laputa] hanno anche scoperto due stelle minori, o satelliti, che girano intorno a Marte, dei quali il più vicino dista dal centro del pianeta principale esattamente tre volte il suo diametro e il più lontano cinque; il primo compie il suo giro in dieci ore, il secondo in ventuno e mezzo: così che i quadrati dei loro periodi di rivoluzione sono quasi nella stessa proporzione con i cubi delle loro distanze dal centro di Marte, cosa che mostra chiaramente come siano governati da quella stessa legge di gravitazione che agisce sugli altri corpi celesti."
("I viaggi di Gulliver - Parte III, Capitolo 3)

Che strano! Nella stessa parte dei suoi "Viaggi di Gulliver" in cui Swift espone la propria avversione verso la scienza, egli compie una delle più incredibili previsioni della storia della letteratura: l'esistenza di due satelliti orbitanti attorno al pianeta Marte.
Fin dall'antichità gli abitanti del "Pianeta Blu" sono a conoscenza dell'esistenza della Luna, l'unico satellite naturale della Terra.
Galileo Galilei, con l'ausilio del nuovo "occhio" per guardare il cielo, il cannocchiale, scoprì quattro "stelline" orbitanti attorno al pianeta Giove, il gigante del Sistema Solare. "Il giorno 7 gennaio del corrente anno 1610, mentre osservavo gli astri celesti con il cannocchiale, mi si presentò Giove, e dato che mi ero allestito uno strumento davvero eccellente, mi avvidi che gli stavano vicino tre stelline invero piccole, ma assai luminose…" (estratto dal "Sidereus Nuncius"). Egli dedicò queste stelline a Cosimo de Medici, ma oggi sono meglio note come i "Satelliti Galileiani". Con lo sviluppo delle tecniche di osservazione, gli scienziati determinarono l'assenza di satelliti orbitanti attorno ai cosiddetti pianeti interni, Mercurio e Venere. Facciamo il punto della situazione: Mercurio e Venere non hanno satelliti naturali; attorno alla Terra orbita la Luna; Giove, secondo le osservazioni di Galileo, ha almeno quattro satelliti… e Marte?
Oggi sappiamo che Marte, il quarto pianeta del Sistema Solare, ha almeno due satelliti naturali: Phobos ("paura") e Deimos ("panico"), senza dubbio due nomi appropriati per Marte, il dio greco della Guerra.


Phobos e Deimos


Essi sono poco più che asteroidi, provenienti dalla Fascia Principale e catturati dal campo gravitazionale marziano. Phobos è una condrite carbonacea piuttosto scura estesa 27X21 chilometri. Una sua peculiare caratteristica è una enorme depressione, il famoso cratere Stickney, esteso per più di un chilometro. Deimos, 15X12 chilometri, è simile a Phobos per quanto riguarda la composizione, ma con una superficie meno impervia.
Ma il punto veramente sorprendente è questo: se noi consideriamo una magnitudine media di 11 possiamo calcolare molto semplicemente che Phobos e Deimos sono circa 10.000 volte meno luminosi di Marte! Era assolutamente impossibile, nell'era di Swift, individuare questi satelliti.
Ma, come ebbe a dire Einstein. "Tutti sanno che una cosa non esiste fino a quando non arriva uno sprovveduto che non lo sa e la scopre."
Einstein aveva ragione, in questo caso? Non esattamente. In realtà Swift non scoprì le lune di Marte, era assolutamente impossibile.
Più probabilmente, Swift intraprese lo stesso ragionamento sviluppato dallo scrittore francese Voltaire il quale predisse, 25 anni dopo, l'esistenza di due satelliti marziani nella sua novella "Micromegas". Swift sapeva che i pianeti interni non hanno satelliti, sapeva che i pianeti esterni Giove e Saturno ne hanno molti. La Terra ne ha uno. Così… gli sembrò probabile che Marte ne avesse almeno due! E aveva assolutamente ragione!
Phobos e Deimos furono scoperti dalla scienza ufficiale nel 1897 dall'astronomo americano Asaph Hall utilizzando il telescopio da 66 cm dell'US Naval Observatory (USNO) a Washington. I loro periodi orbitali sono di 7 ore e 39 minuti e 30 ore e 18 minuti, abbastanza vicino ai periodi azzardati da Swift 150 anni prima!
Questa è la magia delle stelle…

SPACE TRAVELS IN "GULLIVER'S TRAVELS"

"They [the Laputians] have likewise discovered two lesser Stars, or Satellites, which revolve about Mars; whereof the innermost is distant from the Center of the primary Planet exactly three of his Diameters, and the outermost five; the former revolves in the space of ten Hours, and the latter in Twenty-one and an Half; so that the Squares of their periodical Times, are very near in the same Proportion with the Cubes of their Distance from the Center of Mars; which evidently shows them to be governed by the same Law of Gravitation, that influences the other heavenly Bodies."
(Gulliver's Travels - Part III, Chapter 3)

How strange! In the same part of his "Gulliver's Travels" in which Swift exposes his own disappointment to the human science, he makes one of most unbelievable predictions of the history of literature: the existence of two satellites around the planet Mars!
Since the antiquity, the inhabitants of the "Blue Planet" know the existence of the Moon, the only one natural satellite orbiting around the Earth.
Galileo Galilei, helped by his new-invented "space-eye", the telescope, discovered four faint "stars" orbiting around Jupiter, the giant of the Solar System. "Il giorno 7 gennaio del corrente anno 1610, mentre osservavo gli astri celesti con il cannocchiale, mi si presentò Giove, e dato che mi ero allestito uno strumento davvero eccellente, mi avvidi che gli stavano vicino tre Stelline invero piccolo, ma assai luminose…" (extract from the "Sidereus Nuncius"). He named those "little stars" after Cosimo de Medici, but nowadays they are known as the "Galilean Satellites". With the development of the astronomy, scientists determined the absence of any satellite orbiting around the so-called inner planets, Mercury and Venus. Let's make the point of the situation: Mercury and Venus have no satellites, the Earth has the Moon, Jupiter, according to Galileo, has four satellites at least. …what about Mars?
Nowadays we know that Mars, the fourth planet of our Solar System, has got two natural satellites, at least: Phobos (meaning "fear") and Deimos (meaning "panic"), two appropriate companions for Mars, the Greek god of war. They are little more than asteroids deriving from the central belt, captured by the Martian gravitational field. Phobos is a blackish carbonaceous chondrite rock 27 kilometres long by 21 kilometres wide. Its most striking feature is a giant depression, the famous Stickney Crater, which is about one kilometre across. Deimos, 15 kilometres long and 12 kilometres wide, is like Phobos in composition, but with a smoother surface.
The very shocking point is that: if we consider an average magnitude (the magnitude scale measures the brightness of celestial objects) of 11, we can simply calculate that Phobos and Deimos are about 10.000 times fainter than Mars!
It was definitely impossible, in Swift's era, to detect those satellites.
But, as Einstein said, "Everybody knows that a thing does not exist… until arrives a madman that discovers it!". Einstein was right, in this case? Not exactly. Actually Swift did not discover Phobos and Deimos: it was impossible, it must be a rational explanation.
More likely, Swift may have employed the same logic as the French writer Voltaire did a quarter century later when he also predicted two Martian moons in his novel "Micromegas". Voltaire knew that the inner planets, Mercury and Venus had no moons and the outer planets, Jupiter and Saturn each had many. Earth had one. So… it seemed likely to Voltaire that Mars probably had at least two! He was definitely right!
Phobos and Deimos were discovered from the official science in 1897 by the American astronomer Asaph Hall, using the 66 centimetres telescope of the United States Naval Observatory (USNO) in Washington D.C.. Their orbital periods are 7 hours 39 minutes and 30 hours 18 minutes, quite close to the periods guessed by Jonathan Swift 150 years earlier!
This is the magic of the stars…



Autunno marziano


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