Mercurio: nel corso della prima metà del mese si verifica
un periodo favorevole all'osservazione del pianeta al mattino, prima dell'alba.
Anche se Mercurio sarà sempre basso sull'orizzonte, per individuarlo potremo
chiedere aiuto a Venere come punto di riferimento.
Mercurio per diversi giorni si troverà infatti a Est-Nord-Est
poco al di sotto del luminosissimo pianeta: per trovarlo basterà
scendere in verticale di un paio di gradi.
La massima elongazione dal Sole (circa 19°) viene raggiunta il giorno 7.
Nella seconda parte del mese Mercurio si riavvicina al Sole e torna
ad essere inosservabile.
Venere: il pianeta continua a sorgere prima dell'alba,
ma l'intervallo di osservabilità inizia gradualmente a ridursi.
Da segnalare il progressivo avvicinamento a Mercurio nei primi
giorni del mese e, successivamente, la strettissima congiunzione con Saturno.
Prima dell'alba del giorno 27 i due pianeti si troveranno ad
una distanza angolare di appena 4'.
Venere lascia la costellazione
dei Gemelli, attraversa per intero il Cancro e fa il suo ingresso nel Leone.
Marte: il pianeta rosso si confonde ormai tra le luci del
crepuscolo serale.
Poco dopo il tramonto del Sole anche Marte si avvia a scomparire sull'orizzonte
occidentale.
Il pianeta nel corso del mese percorre la seconda metà della del Leone e il
giorno 29 fa il suo ingresso nella Vergine.
Giove: il gigante di gas è rimasto ormai l'unico pianeta
osservabile nella prima parte della notte, per di più con un intervallo di
osservabilità che si riduce sensibilmente.
Dopo il tramonto del Sole lo possiamo
osservare a Sud-ovest e alla fine del mese avremo solo un paio d'ore a disposizione
per osservarlo prima che tramonti a sua volta.
Giove si trova ancora nella costellazione
della Bilancia.
Saturno: Dopo un periodo di inosservabilità susseguente alla
congiunzione con il Sole, che avviene il giorno 7, Saturno ricompare nel cielo
del mattino verso la fine del mese.
Si può tentare di individuarlo poco prima dell'alba,
basso sull'orizzonte orientale, dove si potrà tentare di osservare la già citata
congiunzione con Venere.
Dopo un lunghissimo periodo trascorso nella costellazione
del Cancro, dal giorno 30 Saturno si troverà nel Leone.
Urano: è possibile seguire il pianeta per quasi l'intera durata
della notte, essendo prossima l'opposizione al Sole - che avverrà a settembre,
segnando il periodo di migliore visibilità.
Si tratta comunque di un oggetto ai limiti
dell'osservabilità a occhio nudo: è sempre consigliabile l'uso di un telescopio o
almeno di un binocolo.
Urano si trova ancora nella costellazione dell'Acquario.
Nettuno: precedendo Nettuno, Urano l'11 agosto si troverà
in opposizione al Sole, configurazione che consente di osservarlo per l'intera notte.
Mentre il Sole tramonta, Nettuno sorge dalla parte opposta della volta celeste.
La luminosità del pianeta è comunque al di sotto della soglia accessibile all'occhio nudo;
è quindi sempre necessario l'uso del telescopio.
Il pianeta si trova al centro della costellazione del Capricorno.
Plutone: è osservabile nel corso della prima metà della
notte e continua ad anticipare il suo tramonto,
che col passare del tempo avviene via via con maggiore anticipo rispetto all'alba.
Per individuarlo è indispensabile l'uso di un telescopio.
Si trova nella costellazione della coda del Serpente.
Come ogni anno, la UAI promuove su tutto il territorio nazionale l'iniziativa
"Le Notti delle Stelle", in occasione delle quali le associazioni locali
organizzeranno una rete di siti allestiti per le osservazioni pubbliche.
Un'occasione imperdibile per passare una serata dedicata all'osservazione
del cielo estivo e delle meteore dello sciame delle Perseidi.
Anche quest'anno grazie all'accordo con l'Associazione Nazionale delle Città del Vino,
le serate astronomiche sono abbinate alla nota manifestazione eno-gastronomica
"CALICI DI STELLE".
Notizie sulle manifestazioni sono consultabili
sul sito:
http://calicidistelle.uai.it.
Lo sciame meteorico delle Perseidi:
Le meteore dello sciame delle Perseidi sono i residui della disintegrazione
progressiva della cometa Swift-Tuttle.
Le piccole particelle, scontrandosi
a gran velocità con l'atmosfera terrestre, danno luogo ad una scia luminosa.
Il nome di "Perseidi" è determinato dalla posizione del "Radiante",
il punto sulla volta celeste dal quale provengono le meteore, situato
nella costellazione del Perseo.
La denominazione tradizionale di "Lacrime di San Lorenzo" deriva dal
fatto che nel XIX secolo il massimo della loro frequenza avveniva il
10 agosto, giorno della ricorrenza del Santo: ai giorni nostri il massimo
si è però spostato in avanti di circa due giorni.
Il culmine di attività
dello sciame quindi in genere ha luogo il giorno 12, quando la Terra nel
suo percorso orbitale intercetta la parte più densa delle nubi di particelle.
La possibilità di osservare un maggior numero di meteore si ha quando
il radiante, e quindi la costellazione del Perseo, è più alto nel cielo,
cosa che ad agosto avviene nella seconda parte della notte.
In Italia il radiante diventa visibile intorno alle ore 22,
dapprima basso sull'orizzonte nord-orientale, poi sempre più alto, fino all'alba.
Quest'anno purtroppo ci sarà il chiarore della Luna a disturbare le
osservazioni delle "lacrime di san Lorenzo". Sarà plenilunio il 9 agosto,
così tutte le notti prima e dopo, dal 4 al 14 permetteranno solamente
osservazioni deludenti e poco veritiere.
Peccato, perché di per sé le
circostanze di apparizione di questa corrente meteorica non sarebbero
quest'anno proprio sfavorevoli, dato che il numero maggiore di Perseidi
è atteso per le nostre postazioni giusto in piena notte (verso le ore 1),
a cavallo cioè del 12/13 agosto.
Il numero degli eventi che potremo vedere,
considerando che le condizioni di trasparenza del cielo siano buone,
dipenderà dall'altezza del radiante, cioè da quanto alto sopra l'orizzonte
sarà il punto nella costellazione del Perseo, da cui sembrano irradiarsi
le singole meteore.
Tale altezza aumenterà via via durante la notte, da poco più d'una
decina di gradi dopo la fine del crepuscolo serale fino a raggiungere
quasi i 70 gradi prima dell'alba, facendo sì che anche il numero delle
meteore visibili aumenti di conseguenza.
D'altro canto, come già detto,
anche la Luna sarà presente sulla volta celeste, a una sessantina di gradi di
distanza dal radiante, e contemporaneamente alla salita in altezza del radiante
salirà anch'essa sopra l'orizzonte, aumentando sempre più col passare delle
ore l'intensità del disturbo, facendo diminuire nel contempo la possibilità
di osservare le meteore di minore luminosità.
Sulla base di queste considerazioni,
possiamo augurarci che le Perseidi 2006 siano, come del resto nei passati anni,
numerose e abbastanza luminose, e sperare così di arrivare a osservarne forse 20-30,
specie nelle due ore centrali della notte.
Per un approfondimento: v.
Note Scientifiche
(In collaborazione con:
Sezione Meteore UAI -
http://meteore.uai.it-
meteore@uai.it )
CONGIUNZIONI:
Luna - Giove: la sera del 2 agosto, nelle prime ore della sera,
potremo osservare il luminoso Giove in alto a destra
rispetto alla Luna al primo quarto, nella costellazione della Bilancia
(
vedi
mappa).
Luna - Giove: il 29 agosto, poco dopo il tramonto del Sole,
si ripete la congiunzione tra Giove e la falce di Luna crescente.
Le circostanze sono simili a quelle del 2 agosto, con i due astri - anche in questa
occasione - nella costellazione della Bilancia, nei pressi del confine con la Vergine
(
vedi
mappa)
COSTELLAZIONI
In una notte senza Luna, attendiamo lo spengersi delle ultime luci del crepuscolo
e volgiamo lo sguardo verso Sud.
Ci troviamo nel Sagittario, costellazione che occupa la zona della volta celeste
nella quale è situato il centro della nostra galassia, la Via Lattea.
Da quell'area si origina un fiume di stelle che si estende tutto intorno a noi e
che possiamo seguire alzando lo sguardo e andando in alto e verso sinistra,
attraverso il Triangolo Estivo - ovvero le costellazioni dell'Aquila,
della Lira e del Cigno (v.
Cielo di Luglio).
Se già ad occhio nudo possiamo apprezzare e intuire l'immensità del disco di stelle,
oltre 100 miliardi, in cui siamo immersi, già con un binocolo il numero di
astri visibili è incalcolabile, e innumerevoli sono le nebulose e gli ammassi
stellari che si possono scorgere.
Con un telescopio possiamo poi trovare una vera miniera di oggetti del cielo,
splendidi soggetti per gli appassionati di astrofotografia.
Rimanendo lungo la fascia zodiacale, nelle prime ore della sera c'è ancora
tempo per riconoscere le costellazioni della Bilancia e dello Scorpione che
si avviano al tramonto verso occidente; a Sud - Est troviamo invece il
Capricorno e l'Acquario, costellazioni relativamente grandi ma prive di
stelle brillanti e difficilmente riconoscibili senza l'ausilio di una carta del cielo.
A Nord-Ovest la brillante stella Arturo contende a Vega il primato di astro
più luminoso: essa fa parte del Bootes, dall'inconfondibile forma ad aquilone.
Alla sua sinistra, la piccola costellazione della Corona Boreale.
Vega, che già sappiamo riconoscere come uno dei vertici del Triangolo Estivo,
insieme a Deneb e Altair, nelle prima parte della notte si trova prossima
allo Zenit, proprio sopra le nostre teste, e costituisce un buon punto
di riferimento per proseguire il riconoscimento delle altre costellazioni.
Partendo da Vega e spostandoci verso Ovest possiamo individuare la costellazione
di Ercole; più in basso, tra Vega e Antares (la stella più luminosa dello Scorpione)
situata l'ampia ma poco appariscente costellazione dell'Ofiuco.
Ancora nei pressi del Triangolo Estivo, in particolare nelle notti non disturbate
dalla luce della Luna, possiamo cimentarci nel riconoscimento delle
costellazioni minori, come la Freccia - tra il Cigno e l'Aquila - o il Delfino,
facilmente individuabile per la sua forma a rombo.
In direzione Nord, la Stella Polare è come sempre al centro della famiglia delle
Costellazioni Circumpolari.
L'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore sono accompagnate, procedendo in senso antiorario,
dal Dragone, da Cefeo e, con la caratteristica forma a "W", da Cassiopea.
Infine a Est vedremo sorgere il grande quadrilatero di Pegaso, seguito da Andromeda
e Perseo, che ritroveremo protagonisti dei cieli autunnali.
Ricordiamo che nel Perseo si trova il "radiante" (v. paragrafo precedente) dello
sciame di meteore detto appunto delle "Perseidi".
(*) Lo Zenit è il punto più alto della sfera celeste,
proprio sopra la nostra testa: per la definizione geometrica
è il punto di intersezione tra la retta verticale passante dal punto
di osservazione e la sfera celeste.
(**) L'eclittica è il percorso apparente del Sole nell'arco dell'anno
lungo la volta celeste; geometricamente, è l'intersezione tra quest'ultima
e il piano dell'orbita terrestre.
Per ulteriori approfondimenti sulle costellazioni e le stelle visibili in
questo periodo,
consultate la pagina 575 di Televideo
CARTE DEL CIELO
NOTE SCIENTIFICHE
GLI SCIAMI METEORICI
- Le stelle cadenti (scientificamente "meteore") sono fenomeni
naturali prodotti dall'ingresso nell'atmosfera terrestre di un
corpuscolo solido detto meteoroide.
Questo, con una velocità tipica di qualche decina di km/s, entrando nell'alta
atmosfera si riscalda per attrito e si disintegra completamente in una polvere
finissima.
I meteoroidi che raggiungono il suolo si dicono meteoriti.
La luce emessa dalla meteora è dovuta alla ricombinazione elettronica dell'aria
che viene ionizzata dal corpo incandescente, secondo un meccanismo analogo a
quello dei tubi al neon.
- Ogni notte si osservano in media una decina di meteore l'ora, ma si possono
avere fenomeni di alta attività meteorica detti sciami che si ripresentano
sempre alla stessa data.
La ragione di questo comportamento è che i meteoroidi possono trovarsi
in vere e proprie (rarefattissime) nubi dislocate in un ben determinato
punto dell'orbita terrestre: in questo modo, ogni volta che la terra
attraversa quel punto della propria orbita (quindi sempre lo stesso giorno dell'anno),
si ha la pioggia di stelle cadenti.
Si conoscono alcune centinaia di sciami meteorici e ogni anno ne vengono
scoperti di nuovi, di debolissima attività, soprattutto grazie alle osservazioni
di astrofili.
- La combinazione del moto di rivoluzione terrestre attorno al sole e
di quello proprio delle meteoriti (anch'esse orbitanti attorno al sole)
fa sì che l'osservatore abbia l'impressione di vedere le scie delle stelle cadenti
provenire da un preciso punto fra le stelle.
Tale punto si chiama RADIANTE.
La costellazione in cui si trova tale radiante dà il nome allo sciame.
Quindi le "Leonidi" hanno il radiante nella costellazione del Leone, e
le "Lacrime di San Lorenzo" del 12 agosto, che appaiono provenire dalla
costellazione del Perseo, si chiamano Perseidi.
Va sottolineato che non esiste alcuna relazione fisica tra costellazione
e sciame meteorico: si tratta di una sovrapposizione prospettica.
- La reale origine dei meteoriti è legata al Sistema Solare.
In particolare, le comete, corpi freddi grandi una decina di chilometri,
ad ogni passaggio vicino al sole, possono perdere una considerevole
percentuale della propria massa sotto forma di particelle meteoriche
andando incontro ad una sorta di morte per consunzione, che avviene
tipicamente dopo qualche decina di passaggi vicino al sole.
Lungo la loro orbita, allora, iniziano a disperdersi dei frammenti che
continuano a rivolvere attorno al Sole per millenni.
Sono tali "sciami" di piccoli frammenti a produrre molte piogge meteoriche.
- Il modo migliore per osservare una pioggia meteorica è quello di sedersi
comodamente su di una sdraio, e mantenere lo sguardo verso il cielo
(magari cercando di allontanarsi dalle città dove l'inquinamento luminoso
può svilire la spettacolarità del fenomeno).
Non esiste una direzione preferibile in cui guardare, ma si può consigliare
di osservare dalla parte dove si troverà il radiante: nel caso delle Perseidi,
a nord-est nella seconda metà della notte.
Con la consulenza di:
Unione Astrofili Italiani - Sezione Meteore
UAI website:
http://meteore.uai.it
Mappe del cielo realizzate con il programma Perseus
http://www.elitalia.it/perseus/
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