Il giorno 10 passa dalla costellazione del Cancro a quella del Leone.
Mercurio: mese difficile per l'osservazione dell'elusivo pianeta.
Sempre molto vicino al Sole, la congiunzione con la nostra stella avverrà
proprio a metà agosto, il giorno 15.
Quindi nella prima parte del mese Mercurio,
visibile al mattino prima dell'alba, si abbasserà sempre più sull'orizzonte
orientale. Dopo la congiunzione ricomparirà nel cielo serale, ma si
manterrà sempre ad una altezza così modesta sull'orizzonte
(intorno ai 5° al massimo) che sarà molto difficile individuarlo.
Venere: quanto detto per Mercurio per il mese di agosto
vale sostanzialmente anche per Venere, ma con situazione invertita riguardo
all'osservabilità serale e mattutina: all'inizio del mese la sera potremo
ancora scorgere Venere che tramonta poco dopo il Sole.
La congiunzione con il Sole si verifica il giorno 18.
Alla fine del mese il luminoso pianeta ricomparirà al mattino
poco prima dell'alba.
Marte: l'evoluzione dell'osservabilità del pianeta
rosso ricalca ancora quelle dei mesi precedenti.
Nel corso del mese
si guadagna un'altra ora di anticipo sull'orario del sorgere del pianeta,
che a fine mese si verifica intorno alla mezzanotte.
Avremo così tutta la seconda parte della notte per osservare Marte,
che per tutto il mese rimane nella costellazione del Toro.
Giove: diminuiscono le ore disponibili per osservare
il pianeta gigante. Dopo il tramonto del Sole lo possiamo
vedere a Sud, prossimo alla massima altezza sull'orizzonte.
Nelle ore successive Giove si abbassa verso Ovest, dove tramonta
prima della mezzanotte.
Giove si trova ancora nella costellazione dell'Ofiuco.
Saturno: termina il lungo periodo di osservabilità
serale del pianeta con gli anelli.
Il giorno 21 si trova
in congiunzione con il Sole, Saturno pertanto è inosservabile.
Urano: è possibile seguire il pianeta per quasi
l'intera durata della notte, essendo prossima l'opposizione al
Sole - che avverrà a settembre, segnando il periodo di migliore visibilità.
Si tratta comunque di un oggetto ai limiti dell'osservabilità a occhio nudo:
è sempre consigliabile l'uso di un telescopio o almeno di un binocolo.
Urano si trova ancora nella costellazione dell'Acquario.
Nettuno: precedendo Nettuno, Urano il 13 agosto
si troverà in opposizione al Sole, configurazione che consente di
osservarlo per l'intera notte.
Mentre il Sole tramonta,
Nettuno sorge dalla parte opposta della volta celeste.
La luminosità del pianeta è comunque al di sotto della
soglia accessibile all'occhio nudo; è quindi sempre necessario
l'uso del telescopio.
Il pianeta si trova nella costellazione del Capricorno.
Plutone [pianeta nano]:
Preso atto della decisione della IAU
(International Astronomical Union) -
Praga, agosto 2007 - in merito alla riclassificazione di Plutone,
www.uai.it/index.php?tipo=A&id=1300, per il momento abbiamo scelto di mantenere comunque lo spazio dedicato all'ex-pianeta nella nostra rubrica.
è osservabile nel corso della prima metà della notte e continua ad anticipare
il suo tramonto, che col passare del tempo avviene via via con maggiore
anticipo rispetto all'alba.
Per individuarlo è indispensabile l'uso di un telescopio.
Si trova nella costellazione del Sagittario.
"LE NOTTI DELLE STELLE 2007" (10 - 13 agosto)
Come ogni anno, la UAI promuove su tutto il territorio nazionale l'iniziativa "Le Notti delle Stelle",
in occasione delle quali le associazioni locali organizzeranno una rete di siti allestiti per
le osservazioni pubbliche.
Un'occasione imperdibile per passare una serata dedicata all'osservazione del cielo estivo e
delle meteore dello sciame delle Perseidi.
Per informazioni sulle serate osservative consultare le pagine web della Commissione
Divulgazione e il sito Astroiniziative
Lo sciame meteorico delle Perseidi
Le meteore dello sciame delle Perseidi sono i residui della disintegrazione progressiva
della cometa Swift-Tuttle.
Le piccole particelle, scontrandosi a gran velocità con l'atmosfera terrestre, danno luogo
ad una scia luminosa.
Il nome di "Perseidi" è determinato dalla posizione del "Radiante", il punto sulla volta
celeste dal quale provengono le meteore, situato nella costellazione del Perseo.
La denominazione tradizionale di "Lacrime di San Lorenzo" deriva dal fatto che nel XIX secolo
il massimo della loro frequenza avveniva il 10 agosto, giorno della ricorrenza del Santo:
ai giorni nostri il massimo si è però spostato in avanti di circa due giorni.
Il culmine di attività dello sciame quindi in genere ha luogo il giorno 12, quando la Terra
nel suo percorso orbitale intercetta la parte più densa delle nubi di particelle.
La possibilità di osservare un maggior numero di meteore si ha quando il radiante, e quindi
la costellazione del Perseo, è più alto nel cielo, cosa che ad agosto avviene nella seconda
parte della notte.
In Italia il radiante diventa visibile intorno alle ore 22, dapprima basso sull'orizzonte
nord-orientale, poi sempre più alto, fino all'alba.
Quest'anno sarà Luna Nuova proprio il 12 agosto, quindi il disturbo del chiarore lunare sarà
totalmente assente e le condizioni di osservabilità saranno ottimali. Le previsioni
ipotizzano per quest'anno un massimo di attività spostato in avanti di alcune ore rispetto
agli anni scorsi, in particolare durante il mattino del giorno 13. Naturalmente non è
possibile proseguire le osservazioni non appena le prime luci dell'alba schiariranno il cielo,
ma l'assenza della Luna incoraggia ad effettuare comunque le osservazioni nel corso della notte
tra il 12 e il 13. L'oscurità del cielo consentirà di percepire anche le meteore più deboli
che precederanno il massimo dello sciame meteorico.
Il numero degli eventi che potremo vedere, considerando che le condizioni di trasparenza del
cielo siano buone, dipenderà dall'altezza del radiante, cioè da quanto alto sopra l'orizzonte
sarà il punto nella costellazione del Perseo, da cui appaiono irradiarsi le singole meteore.
Tale altezza aumenterà via via durante la notte, da poco più d'una decina di gradi dopo la fine
del crepuscolo serale fino a raggiungere quasi i 70 gradi prima dell'alba, facendo sì che anche
il numero delle meteore visibili aumenti di conseguenza.
Con un po' di fortuna potremo comunque osservare diverse decine di meteore.
Per un approfondimento:
v. Note Scientifiche
(In collaborazione con: Sezione Meteore UAI -
http://meteore.uai.it-
meteore@uai.it )
CONGIUNZIONI:
Pleiadi - Luna - Marte:
nella notte tra il 6 ed il 7 agosto, la congiunzione tra Marte e la Luna
è accompagnata dall'incontro ravvicinato tra quest'ultima e le Pleiadi,
nella costellazione del Toro. Nel corso della notte una parte
dell'ammasso stellare sarà occultato dal nostro satellite
(
vedi
mappa).
Luna - Giove:
il 21 agosto, nelle prime ore della notte, potremo osservare Giove
e il quarto di Luna crescente,
rispettivamente nelle costellazioni dell'Ofiuco e dello Scorpione.
(
vedi
mappa).
COSTELLAZIONI
In una notte senza Luna, attendiamo lo spengersi delle ultime luci del crepuscolo
e volgiamo lo sguardo verso Sud. Ci troviamo nel Sagittario, costellazione che occupa
la zona della volta celeste nella quale è situato il centro della nostra galassia,
la Via Lattea.
Da quell'area si origina un fiume di stelle che si estende tutto intorno a noi e che
possiamo seguire alzando lo sguardo e andando in alto e verso sinistra, attraverso
il Triangolo Estivo - ovvero le costellazioni dell'Aquila, della Lira e del Cigno
(
v. Cielo di Luglio).
Se già ad occhio nudo possiamo apprezzare e intuire l'immensità del disco di stelle
in cui siamo immersi, già con un binocolo il numero di astri visibili è incalcolabile,
e innumerevoli sono le nebulose e gli ammassi stellari che si possono scorgere.
Con un telescopio possiamo poi trovare una vera miniera di oggetti del cielo, splendidi
soggetti per gli appassionati di astrofotografia.
Rimanendo lungo la fascia zodiacale, nelle prime ore della sera c'è ancora tempo per
riconoscere le costellazioni della Bilancia e dello Scorpione che si avviano al tramonto
verso occidente; a Sud - Est troviamo invece il Capricorno e l'Acquario, costellazioni
relativamente grandi ma prive di stelle brillanti e difficilmente riconoscibili
senza l'ausilio di una carta del cielo.
A Nord-Ovest la brillante stella Arturo contende a Vega il primato di astro più luminoso:
essa fa parte del Bootes, dall'inconfondibile forma ad aquilone.
Alla sua sinistra, la piccola costellazione della Corona Boreale.
Vega, che già sappiamo riconoscere come uno dei vertici del Triangolo Estivo,
insieme a Deneb e Altair, nelle prima parte della notte si trova prossima allo Zenit,
proprio sopra le nostre teste, e costituisce un buon punto di riferimento per proseguire
il riconoscimento delle altre costellazioni.
Partendo da Vega e spostandoci verso Ovest possiamo individuare la costellazione di Ercole;
più in basso, tra Vega e Antares (la stella più luminosa dello Scorpione) situata
l'ampia ma poco appariscente costellazione dell'Ofiuco.
Ancora nei pressi del Triangolo Estivo, in particolare nelle notti non disturbate
dalla luce della Luna, possiamo cimentarci nel riconoscimento delle costellazioni
minori, come la Freccia - tra il Cigno e l'Aquila - o il Delfino, facilmente
individuabile per la sua forma a rombo.
In direzione Nord, la Stella Polare è come sempre al centro della famiglia delle
Costellazioni Circumpolari. L'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore sono accompagnate, procedendo
in senso antiorario, dal Dragone, da Cefeo e, con la caratteristica forma a "W", da Cassiopea.
Infine a Est vedremo sorgere il grande quadrilatero di Pegaso, seguito da Andromeda e Perseo,
che ritroveremo protagonisti dei cieli autunnali.
Ricordiamo che nel Perseo si trova il "radiante" (v. paragrafo precedente) dello sciame
di meteore detto appunto delle "Perseidi".
(*) Lo Zenit è il punto più alto della sfera celeste, proprio sopra la nostra testa: per la
definizione geometrica è il punto di intersezione tra la retta verticale passante dal punto
di osservazione e la sfera celeste.
(**) L'eclittica è il percorso apparente del Sole nell'arco dell'anno lungo la volta celeste;
geometricamente, è l'intersezione tra quest'ultima e il piano dell'orbita terrestre.
Per ulteriori approfondimenti sulle costellazioni e le stelle visibili in
questo periodo,
consultate la pagina 575 di Televideo
CARTE DEL CIELO
NOTE SCIENTIFICHE
GLI SCIAMI METEORICI
- Le stelle cadenti (scientificamente "meteore") sono fenomeni naturali prodotti dall'ingresso
nell'atmosfera terrestre di un corpuscolo solido detto meteoroide.
Questo, con una velocità tipica di qualche decina di km/s, entrando nell'alta atmosfera si riscalda
per attrito e si disintegra completamente in una polvere finissima. I meteoroidi che raggiungono il
suolo si dicono meteoriti.
La luce emessa dalla meteora è dovuta alla ricombinazione elettronica dell'aria che viene ionizzata
dal corpo incandescente, secondo un meccanismo analogo a quello dei tubi al neon.
- Ogni notte si osservano in media una decina di meteore l'ora, ma si possono avere fenomeni di
alta attività meteorica detti sciami che si ripresentano sempre alla stessa data.
La ragione di questo comportamento è che i meteoroidi possono trovarsi in vere e proprie (rarefattissime)
nubi dislocate in un ben determinato punto dell'orbita terrestre: in questo modo, ogni volta che la terra
attraversa quel punto della propria orbita (quindi sempre lo stesso giorno dell'anno), si ha la pioggia
di stelle cadenti.
Si conoscono alcune centinaia di sciami meteorici e ogni anno ne vengono scoperti di nuovi, di debolissima
attività, soprattutto grazie alle osservazioni di astrofili.
- La combinazione del moto di rivoluzione terrestre attorno al sole e di quello proprio delle meteoriti
(anch'esse orbitanti attorno al sole) fa sì che l'osservatore abbia l'impressione di vedere le scie delle
stelle cadenti provenire da un preciso punto fra le stelle.
Tale punto si chiama RADIANTE.
La costellazione in cui si trova tale radiante dà il nome allo sciame. Quindi le "Leonidi" hanno il radiante
nella costellazione del Leone, e le "Lacrime di San Lorenzo" del 12 agosto, che appaiono provenire dalla
costellazione del Perseo, si chiamano Perseidi.
Va sottolineato che non esiste alcuna relazione fisica tra costellazione e sciame meteorico: si tratta di
una sovrapposizione prospettica.
- La reale origine dei meteoriti è legata al Sistema Solare.
In particolare, le comete, corpi freddi grandi una decina di chilometri, ad ogni passaggio vicino al sole,
possono perdere una considerevole percentuale della propria massa sotto forma di particelle meteoriche
andando incontro ad una sorta di morte per consunzione, che avviene tipicamente dopo qualche decina
di passaggi vicino al sole.
Lungo la loro orbita, allora, iniziano a disperdersi dei frammenti che continuano a rivolvere attorno al
Sole per millenni.
Sono tali "sciami" di piccoli frammenti a produrre molte piogge meteoriche.
- Il modo migliore per osservare una pioggia meteorica è quello di sedersi comodamente su di una sdraio,
e mantenere lo sguardo verso il cielo (magari cercando di allontanarsi dalle città dove l'inquinamento
luminoso può svilire la spettacolarità del fenomeno).
Non esiste una direzione preferibile in cui guardare, ma si può consigliare di osservare dalla parte dove
si troverà il radiante: nel caso delle Perseidi, a nord-est nella seconda metà della notte.
Con la consulenza di:
Unione Astrofili Italiani - Sezione Meteore
UAI website:
http://meteore.uai.it