La grande cometa del 1861

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

La scoperta


La grande cometa del 1861, altrimenti conosciuta come C/1861 J1, oppure Tebbutt dal nome del suo scopritore in una illustrazione di E. Weiß. In alto a destra si riconosce la costellazione di Cassiopea, in basso vicino al nucleo la stella Capella. Sull'estremo bordo superiore appena sopra la coda della cometa la stella Polare. Weiß: "Bilderatlas der Sternenwelt A german astronomical atlas by Dr Edmund Weiss, Verlag von J.J Schriber. 1888 e1892"


La pagina da cui è tratta l'immagine





L'autore, Edmund Weiß, (Freiwaldau, 26 agosto 1837 – 21 giugno 1917), è stato anche studioso di comete. Pubblicò le effemeridi e i resoconti di numerose osservazioni di comete sulla rivista Astronomische Nachrichten, fra il 1859 e il 1909. Nel 1892 pubblicò l'atlante astronomico in lingua tedesca Atlas der Sternwelt. Nel 1869 divenne professore presso l'Università di Vienna; nel 1878 fu nominato direttore dell'Osservatorio di Vienna. Ricoprì anche la carica di presidente dell'Österreichischen Gradmessungskommission, la commissione nazionale di misurazione del grado. Il cratere Weiss, sulla superficie della Luna, è stato battezzato in suo onore. (Wikipedia)













http://www.iscra.nl/K2052,Antique_celestial_prints,Great_Komet,Grosser_Komet_1861_by_E._Weiss,1888.htm (la pagina e' in vendita!)


Il 13 maggio 1861 un giovane agricoltore di Windsor, una piccola città vicino a Sydney, in Australia, durante le sue osservazioni con un cannocchiale marino, vide una stella sfocata. Controllando le carte celesti vide che in quella posizione non c'era nessuna nebulosa. Fu certo che fosse una cometa il 21 maggio quando la vide muoversi rispetto alle stelle di sfondo. Spedì una lettera al Rev. William Scott, il direttore del Sydney Observatory, e al Sydney Morning Herald. Questa lettera è stata pubblicata sul giornale il 25 maggio 1861, il giorno in cui il giovane agricoltore compiva 27 anni..

La lettera di John Tebbutt al Sydney Morning Herald del 25 maggio 1861, è leggibile nel sito del Sidney Observatory al link http://www.sydneyobservatory.com.au/blog/?p=4451

A quei tempi le comunicazioni tra l'Australia e il resto del mondo non erano veloci come lo sono oggi, così che quando la cometa si rese visibile nell'emisfero settentrionale, il 29 giugno 1861, fu un'autentica sorpresa per gli astronomi in Gran Bretagna e altrove.

In Astronomia descrittiva di George F Chambers, si legge:

"Poche comete hanno suscitato una maggiore sensazione della Grande Cometa del 1861. E 'stata scoperta dal Sig. J. Tebbutt, un osservatore dilettante nel New South Wales, il 13 maggio, prima del suo passaggio al perielio, che ha avuto luogo l'11 giugno. Passando dal sud del mondo nel nord divenne visibile in questo paese (Inghilterra) il 29 giugno, anche se fu vista solo la sera successiva.."
Dopo l'apparizione della cometa, che aumentò di luminosità e brillantezza mentre si avvicinava alla Terra, e raggiunse il perielio il 12, le osservazioni hanno permesso di determinare un'orbita periodica: un lungo periodo di circa 408 anni.
Se il periodo di 408 anni è vero, la cometa si sta ancora allontanando dal Sole, e inizierà il suo viaggio di ritorno nel 2065!
Si prevede che ritornerà nel 2269.
"

Dopo questo evento spettacolare, J. Tebbutt, sia in Australia e all'estero fu considerato "il più importante astronomo dilettante australiano", un astrofilo quindi.

John Tebbutt il 15 giugno 1861 pubblicava sul Sydney Morning Hearld la notizia che il 29 giugno la Terra sarebbe passata direttamente attraverso la coda della cometa che aveva raggiunto la lunghezza di 180.000.000 di kilometri.
La Tebbutt ormai aveva suscitato l'attenzione del pubblico, e si era spostata verso l'emisfero boreale, abbastanza per essere vista dagli osservatori europei e americani. Sui giornali di Sydney, giungevano le prime espressioni di paura per le conseguenze possibili del passaggio del nostro pianeta attraverso la coda.

Il 30 giugno, secondo le cronache, il cielo diurno avrebbe mostrato una particolare tonalità di giallo, anche se alcuni abitanti di Sydney, tra cui lo stesso Tebbutt, segnalarono che il cielo era più biancastro. Alcuni addirittura riferirono di una attenuazione della luce del Sole. Questi fenomeni, in gradi diversi, sarebbero stati osservati in tutto il mondo.

Si favoleggia di aurore, bagliori nel cielo, tempeste magnetiche, nebbia, piogge di meteore. Ma da un articolo del The Sydney Morning Herald del 1 gennaio 1910, quando si sparse la voce che la Terra avrebbe attraversato la coda della cometa Halley, lo stesso John Tebbutt rassicurava i lettori affermando che non era la prima volta che questo accadeva. " Questa non sarà la prima occasione in cui la Terra è stata immersa nella coda di una cometa. Il 30 giugno 1861, la Terra è passata attraverso la coda della Grande cometa , senza alcun effetto apprezzabile per quanto riguarda il pericolo per la razza umana; solo gli strumenti magnetici sono stati disturbati."

Ai primi di luglio, questa grande cometa era scomparsa dai cieli del sud, e rapidamente si era spostata verso il polo nord celeste. Fu osservata dai grandi Osservatori del nord. La cometa subì un cambiamento di colore, che il Rev, T. W. Webb (da Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, Vol. 22, p.305-314 http://articles.adsabs.harvard.edu/full/1862MNRAS..22..305W) il 15 descrisse come una tonalità dorata, mentre nel telescopio mostrava la coda di color verdolino. Nei giorni seguenti raggiunse circa -3 di luminosità simile al pianeta Venere, anche se alcuni osservatori sostengono che fosse più vicino alla magnitudine 0.

Entro metà luglio, la luminosità era rapidamente scesa ed entro la fine di luglio, divenne invisibile, ma dimostrò di essere una delle più brillanti comete del 18 ° secolo, e rimane sicuramente tra le primi cinque comete più luminose della storia.


Ecco l'orbita e il passaggio della cometa riferiti al giorno 30 giugno 1861






Un omaggio poetico alla cometa Tebbutt

À la Comète de 1861 di

Louise-Victorine Ackermann da Poésies philosophiques

Bel astre voyageur, hôte qui nous arrives,

Des profondeurs du ciel et qu'on n'attendait pas

Où vas-tu? Quel dessein pousse vers nous tes pas?

Toi qui vogues au large en cette mer sans rives,

Sur ta route, aussi loin que ton regard atteint,

N'as-tu vu comme ici que douleurs et misères ?

Dans ces mondes épars, dis! avons-nous des frères?

T'ont-ils chargé pour nous de leur salut lointain?

Ah! quand tu reviendras, peut-être de la terre

L'homme aura disparu. Du fond de ce séjour

Si son œil ne doit pas contempler ton retour,

Si ce globe épuisé s'est éteint solitaire,

Dans l'espace infini poursuivant ton chemin,

Du moins jette au passage, astre errant et rapide,

Un regard de pitié sur le théâtre vide

De tant de maux soufferts et du labeur humain.

Bell'astro viaggiatore, ospite che arriva

Inaspettato dalle profondità del cielo

Dove vai? Quale disegno spinge i tuoi passi verso di noi?

Tu che navighi al largo di questo mare senza rive

Sulla tua strada, fin dove arriva il tuo sguardo

Hai visto come qui dolore e miseria?

In questi mondi sparsi, dicci! Abbiamo dei fratelli?

Ti hanno affidato un saluto da lontano per noi?

Ah!... quando tornerai, forse dalla terra

L'uomo sara' scomparso. Dovunque l'uomo sia

Se il suo occhio non vedesse il tuo ritorno,

Se questo globo vuoto si sarà estinto solitario,

Proseguendo il cammino nello spazio infinito

Almeno getta al passaggio, astro errante e veloce

Uno sguardo pietoso su questo teatro vuoto

Di tanti mali e di fatica umana.



La testimonianza di Camille Flammarion

Tratto da Astronomia popolare, pubblicato nel 1880


In un capitolo del suo libro egli analizza i periodi delle comete che sono state viste in passato e che sono tornate più volte, e di quelle che non sono ancora tornate. Nel 1861 ne sono citate due.
La Grande cometa del 1861 è quella denominata C/1861 J1, oppure Tebbutt dal nome del suo scopritore.

"La cometa del 1861 comparsa improvvisamente davanti a gli occhi dell'intera Europa domenica 30 giugno sopra il punto dove il Sole stava per tramontare aveva una coda che raggiungeva 118°. Essa si era già allontanata dalla Terra, e la sua reale lunghezza non era che di 17 milioni di leghe . La sua testa mutò meravigliosamente d'aspetto, il suo studio ha permesso di penetrare un po' più a fondo nell'esame fisico di questi astri vagabondi.

Si avrà un'idea della potenza trasformatrice esercitata dal Sole sulle comete esaminando le figure che rappresentano i getti luminosi lanciati dalla testa della cometa del 1861 osservata a Roma da Secchi, a 24 ore soltanto di intervallo, il 30 giugno e il 1 luglio . A una certa altezza questi getti formavano un alone o un arco brillante, che si prolungava all'indietro fino alla coda.[..]


Flammarion si occupa anche della questione del passaggio della Terra attraverso la coda della cometa

Passaggio della Terra nella coda della cometa del 1861


"D'altra parte, la cometa del 1861 è passata a 110.000 leghe da noi, il 30 giugno, ed è quasi certo, dopo i calcoli più precisi e le osservazioni di M. Liais, (astronomo francese), che la Terra e la Luna hanno attraversato la sua coda alle 6 del mattino. Nei fatti, nè la Terra nè la Luna se ne sono accorte: non si è vista che una leggera aurora boreale, come se la coda fosse stata essa stessa un'aurora: l'incontro non è stato realmente conosciuto e calcolato che dopo il passaggio... "

In una nota Flammarion, dopo aver ricordato la felice espressione di sir Jhon Herschel e Babinet riguardante la tenue consistenza della massa cometaria -  un "rien visible" un niente visibile -  ipotizza che qualche cometa possa avere un nucleo solido e in quel caso il suo incontro con la Terra potrebbe avere delle conseguenze. Dipende dalla massa, dalla densità, e dalla sostanza da cui fosse costituito.
Questo evento è molto improbabile, secondo Flammarion che precisa:
"A memoria d'uomo un tale evento non è mai accaduto ma una cometa ci ha già toccato con la sua coda passandoci vicino, senza contare la pioggia di meteore della cometa Biela. Abbiamo visto in effetti che il 30 giugno1861 la grande cometa di quell'anno ci ha probabilmente sfiorato con la sua coda la cui lunghezza superava allora un milione di leghe. Da quello che abbiamo detto della coda delle grandi comete non ci sorprende che gli abitanti della Terra abbiano dormito quella notte come il solito e che non abbiano notato nulla di strano al risveglio. Soltanto un astronomo inglese, svegliandosi di buon'ora e osservando il cielo, scriveva nel suo registro: - Luce strana, gialla, fosforescente; io pensai che fosse un'aurora boreale se non fosse che ormai era arrivato il giorno -.

(le illustrazioni e le citazioni sono state fornite da P. Morini)



La cometa osservata da Roma da Caterina Scarpellini

LA GRANDE COMETA DEL 30 GIUGNO 1861 : LETTERA DI CATERINA SCARPELLINI
Al Direttore Dell'Album Di ROMA

Mentre l' astro maggiore della natura si nasconde al nostro sguardo, e venendo la notte per noi, sono i raggi di sua benefica luce perennemente emanati da quella inesauribile sorgente che traversando le immense vie dello spazio, giungono a ferire quei globi, i quali divenuti luminosi per noi nella notte li vediamo sull' azzurra vastissima volta del Cielo fra quei tanti milioni scintillanti, che più di quello del giorno ci rendono imponente lo spettacolo della notte;:... . Oh! bella alternata vicenda di luce e di tenebre; oh! perenne trasmissione di luce; oh! notte maestosissima, che per te facciamo tesoro di profondi concetti, di utili applicazioni alla scienza, e di ragionevole ossequio che c'ispira la scienza stessa verso Colui, che con scienza divina tutto perfettamente dispose.

[..]L'immensa coda di questa Cometa si estendeva dalla parte opposta al Sole, e si prolungava a circa 120 gradi, traversando nientemanco la stella polare, il Cigno, e fra le stelle dell'Aquila e del Delfino, e là nel chiarore della Via Lattea si perdeva. Nelle estremità si vedeva alquanto più rara e sfumata, ma nel mezzo appariva un tratto più denso in forma di cono colla base rivolta al corpo. Questa Cometa aveva il suo nucleo ben deciso, immerso però in ammasso di nebbia fluttuante, e di una luce uguale a quella del pianeta Saturno, e della grandezza di Giove. La natura di questa Cometa ci rivela eziandio l'assenza della facoltà di rifrangere e di riflettere la luce, poichè se fosse costituita da materia addensata, da un corpo solido, passando innanzi a molte stelle dovrebbe a noi eccl issarle, ma invece apparivano risplendenti, come fu verificato e nel 1855 e nel 1857, e neanco i suoi raggi deviavano tanto dalla direzione rettilinea.[..]

Dal Campidoglio, li 1. Luglio 1861.


Scarpellini Caterina: scienziata, (Foligno 1808 - Foligno 1873)

Possedeva un’ottima conoscenza del sistema solare e delle costellazioni, e un'eccellente preparazione tecnica. Si dedicò alla raccolta di dati osservativi e di misurazione di variabili fisiche nel campo della meteorologia e dell’astronomia.
I risultati raggiunti venivano diffusi sul periodico «Corrispondenza scientifica», fondato dal marito nel 1847.
Molti contributi significativi nel campo dell’astronomia compaiono negli anni ’60: nel 1862 esce il primo catalogo italiano sugli sciami di meteore, tema sul quale continua a lavorare e pubblicare.

Compilò un catalogo degli uranatmi, le stelle cadenti. Nel 1868 uscì una ricerca effettuata dal 1861 al 1867 sulle meteore Perseidi e Leonidi, dedicata a Giovanni Schiaparelli.



La cometa veduta da Torino

NOTA SULLA FULGENTISSIMA COMETA VEDUTA DA TORINO LA NOTTE DEL 30 GIUGNO 1861; di GIOVANNI PLANA.

Questa Cometa, di grandezza straordinaria, apparve improvvisamente sul nostro orizzonte, visibilissima ad occhio nudo verso tramontana sul firmamento, in prossimità del limite che separa la costellazione della Lince da quella del Cocchiere. Nè della sua esistenza si aveva il minimo sensibile indizio 24 ore prima, cioè durante la notte del 29 Giugno.

Perchè cessi ogni maraviglia a questo riguardo, ed anche ogni precipitoso ed indotto appunto contro gli Astronomi, vuolsi por mente che, per le tre esatte osservazioni qui appresso registrate, diventa fatto palese, che questa Cometa tramontava insieme col Sole la sera del 29 Giugno.

Ed inoltre emerge il fatto che, stante la rapidità del suo movimento, dessa diventò più boreale di circa dieci gradi nel breve intervallo di un solo giorno. Allora questa Cometa diventò visibile ad occhio nudo, non solo da Torino, ma anche da Roma, da Lisbona, da Parigi e dalla capitale della Danimarca.

[..] La sera del 30 Giugno, all' aspetto della lunga coda di questa Cometa, ed in presenza delle posizioni, non del tutto improbabili, calcolate per il ritorno della Cometa dell' anno 1556 (detta di Carlo Quinto), io stetti in forse, se doveva credere ad un tale effettivo ritorno.

Ma, era fissa nella mia mente l'idea, che doveva aspettare almeno uno o due giorni per eseguire alcune misure prima di credere vera una fallace probabilità. Ed infatti le mie tre osservazioni positive tolgono ogni dubbio a questo riguardo, e danno una assoluta esclusione alla riapparizione della Cometa del 1556. Tale è il motivo per cui non ho voluto scrivere prima d' oggi ( 5 Luglio ore 3 pom. ) questa nota : e l'avrei anche ritardata, se il cielo coperto della passata notte (del 1 Luglio), e la poca speranza di un cielo favorevole, durante la imminente notte del 5 , non mi avesse costretto a desistere dal mio primo proposito.

(seguono dati sulla posizione della cometa)

Il nucleo era ben terminato ed appariva grande come il disco di Giove. Si vedeva pure dalla parte opposta alla coda la cosi detta aigrette, ossia pennacchio somigliante a quello che sta sulla testa degli uccelli denominati Aironi.

La debole polarità che presenta la luce del nucleo basta per dimostrare che essa è riflessa dal Sole.

(seguono dati sulla posizione della cometa nei giorni successivi)


Giovanni Plana: matematico, astronomo e senatore italiano. Fu uno dei più importanti scienziati italiani dell'Ottocento. Tra le sue ricerche più importanti vanno ricordati gli studi sulla teoria del movimento della luna, pubblicati nella Théorie du mouvement de la lune (1832), quelli di geodesia, e diverse altre ricerche nei campi dell’analisi, della fisica matematica e della meccanica celeste.

Fu fondatore dell'osservatorio astronomico di Torino di cui promosse la costruzione su una delle torri di Palazzo Madama, in piazza Castello e che diresse per più di mezzo secolo.

Dal 1851 alla morte fu presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino.

Scheda di Giovanni Plana tra i Senatori dell'Italia liberale



La grande cometa vista da Roma da Padre Secchi

OSSERVAZIONI E RICERCHE ASTRONOMICHE SULLA GRANDE COMETA DEL GIUGNO 1861

(estratto del discorso letto dal Padre Angelo Secchi alla Pontificia Accademia Tiberina il 12 Agosto 1861)

Storia delle apparenze della Cometa.

La cometa ( come è noto ) apparve nel nostro emisfero la prima volta a tutti improvvisa la sera del 30 giugno pp. e la festa corrente diede occasione di distinguerla col nome di cometa di S. Pietro.

Gli astronomi non furono in vederla prima punto più privilegiati degli altri. Anzi con non piccolo dispiacere io non me ne accorsi quella sera se non tardi, poichè occupato nella osservazione del minutissimo pianetino novello Esperia, soltanto dopo finita questa affacciatomi alle ore 9 e un quarto al cielo aperto, restai sorpreso alla vista della immensa colonna di luce argentea che sorgeva al Nordovest, si vasta ed alta che la presi da prima come fumo di qualche fuoco artificiale, di cui non molto dianzi facevansi sentire le esplosioni in città. Ma dopo un istante di attenzione non tardai a riconoscere l'astro novello .

L'immenso strascico di luce si estendeva allora fin oltre la stella polare, e la sua larghezza era almeno quanto la massima nella Via Lattea, ma di essa era assai più vivo. [..]

Molti ha sorpreso la sua repentina apparizione, ma la cosa facilmente si spiega trovando con calcolo retrogrado il luogo che la cometa dovea avere la sera innanzi: rilevasi in fatti che per Roma essa dovea tramontare 40TM circa dopo il sole, e che la sua coda restava distesa assai presso dell'orizzonte, onde quella sera dovea essere immersa nella nebbia per la massima parte e solo potevasi un poco meglio distinguere alla mattina; e infatti non è mancato chi quella notte ne vedesse traccia. (Fra gli altri il sig. cav. Giachetti capitano del porto di C. Vecchia,il quale non me ne diede avviso credendola un getto di aurora boreale, come già altra volta gli era avvenuto per le aurore del settembre 1859.); ma prima essa era invisibile affatto, stando sull'orizzonte insieme col sole e tramontando prima di esso.

[..]

Il suo capo presentava un nucleo ben distinto e terminato di color gialletto, da cui uscivano getti di luce o razzi disposti a ventaglio di color rosato, e tutto attorno avvolti da una densa nebbia bianca che era più viva e lucida nella direzione de' raggi. Il nucleo non era rotondo, ma sensibilmente schiacciato; il suo diametro maggiore era diretto trasversalmente alla coda , e fu trovato 10",05 da 3 misure molto accurate al micrometro filare.

Il ventaglio de' getti luminosi dalla parte del sole aveva una apertura di circa 90, e la lunghezza de' getti era 1' 55". Tutto questo era involto da un arco parabolico di nebbia sensibilmente più lucida dal fondo, e distante dal nucleo 3'11". Talora un altro arco più debole e più lontano pareva includere il primo, ma era difficile l'afferrarne la separazione perchè una nebbia confusa e di limite incertissimo si estendeva per tutto un raggio di oltre 15', i cui limiti, trovaronsi grandemente diversi secondo la forza del cannocchiale.

[..]

(Padre Secchi la segue e la osserva fino alla fine di luglio registrando dati e cambiamenti dell'astro...)

(Vedere i disegni presenti nel paragrafo dedicato a C. Flammarion. I disegni della cometa sono di Padre Secchi)



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