Osserviamo le comete con il binocolo

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

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Versione delle 20:05, 4 mag 2014

L'osservazione, e soprattutto la caccia e la scoperta di comete con mezzi puramente visuali, riporta alla memoria immagini di astronomi e astrofili alle prese con grossi binocoli.
George Eric Deacon Alcok (1912-2000) è stato uno dei più grandi scopritori di novae e comete. Interessato inizialmente alle meteore, volse il suo interesse alle comete e alle novae. La sua tecnica era quella di memorizzare visualmente molte migliaia di stelle, per non dover ricorrere in continuazione ad atlanti. Nel 1959 scoprì la sua prima cometa (la prima cometa “inglese” dal 1894) e la sua prima nova nel 1967. Chiuse la sua carriera con cinque comete e cinque novae all’attivo – l’ultima nova la scoprì nel 1991, a 78 anni di età, osservando con un binocolo 10x50 dall’interno della sua casa. Yuji Hyakutake (1950-2002) è stato un astrofilo giapponese che ha scoperto due comete. La più notevole, scoperta il 30 gennaio 1996, è stata la cometa più spettacolare dopo la cometa West del 1976. Hyakutake svolgeva la sua attività di ricerca utilizzando un binocolo 25×150. Viene riportato che Hyakutake si appassionò di astronomia quando era ragazzo, osservando la cometa Ikeya-Seki nel 1965. L’udmila Paidusakova (1916-1979), dopo Carolyn Shoemaker e Caroline Herschel, è la terza più prolifica scopritrice di comete. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, alle dipendenze di Antonin Becvar presso l’osservatorio Skalnate Pleso nella allora Cecoslovacchia, si impegnò in un programma di ricerca di comete con una serie di binocoli 25x100 con ottiche Zeiss, che Becvar stesso era riuscito a procurarsi.

L’udmila il 30 marzo 1946 scoprì una cometa di magnitudine 7 nel cielo del mattino. la prima delle cinque comete che avrebbero portato il suo nome – una sesta ulteriore scoperta, alla fine di settembre 1956, fu in realtà il ritrovamento della cometa Crommelin.


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Osservazioni al binocolo della cometa C/2002 C1 (Ikeya-Zhang). (a sinistra) Disegno di Giovanni Sostero del 10 marzo 2002, binocolo 20X80 (al centro) Disegno di Michele Martellini dell’11 marzo 2002, binocolo 15x80 (a destra) Disegno di Toni Scarmato del 1 aprile 2002, binocolo 7x50. [Archivio della Sezione Comete UAI]



Il Punto di Toni Scarmato
Era il 1986 quando la famosa cometa di Halley solcava i nostri cieli.

Io mi trovavo a Bologna e una sera mi recai in campagna da un mio amico. Dopo cena, uscito per prendere un po' d'aria, mi ricordai che era il periodo giusto per poter osservare il famoso astro chiomato e chiesi al mio amico se si poteva avere un binocolo: dopo un po' mi portò un 7x50. Anche se la mia esperienza di osservatore visuale era quasi nulla non fu difficile trovarla anche perché il cielo era abbastanza buio. Ricordo di avere ammirato la chioma estesa quasi per 10' e di avere osservato una corta coda leggermente incurvata. Da allora sono passati oltre 20 anni e la mia passione per le comete mi ha portato in questi anni ad acquisire una buona esperienza nell'osservazione visuale tanto da essermi anche cimentato nel disegnare alcune delle comete più luminose che ci hanno fatto visita nel recente passato. Usando un semplice binocolo si può arrivare a fare un disegno di una cometa con un grado di dettaglio significativo. Un binocolo molto indicato per osservare le comete, per il campo inquadrato e lagrande luminosità, è il classico modello 7x50. Tuttavia è difficile trovare le condizioni per sfruttare a fondo uno strumento così luminoso, il modello 10x50 si rivela di uso più universale.

Personalmente uso un 7x50 per comete molto luminose ed estese (diffuse), con lunga coda, e un binocolo 20x90 per comete poco luminose e più condensate.



Il Punto di Giorgio Bonacorsi
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