Passi sulla Luna: Atlas Hercules

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

Versione delle 09:41, 26 dic 2016, autore: Paolomorini (Discussione | contributi)
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a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini


Atlas + Hercules*
Longitudine Latitudine
44.4°/39.1° E 46.7° N
Diametro 87/69 km.




La zona dei crateri Atlas e Hercules è mappata nella mappa numero 27 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del Lunar and Planetary Institute.

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ATLAS

IL NOME

Atlante è uno dei Titani, figlio di Giapeto (ma, secondo alcune fonti, dello stesso Zeus) e di Climene. Assieme agli altri Titani, segue Crono, padre di Zeus, nella rivolta contro gli dei dell’Olimpo. Vinti i Titani, Zeus, per punirlo, lo costringe a portare per sempre il mondo sulle spalle. La sua storia si incrocia con quella di Eracle. Quest’ultimo, per portare a termine una delle sue imprese, i pomi delle Esperidi, affronta pericoli, avventure di ogni genere e, alla fine, viene consigliato da Nereo, l’onnisciente, di rivolgersi ad Atlante. Raggiuntolo, si offre di sostituirlo, solo temporaneamente, nel gravoso compito di sostenere il cielo, in cambio dei 3 pomi d’oro. Atlante riesce nell’impresa di rubare i pomi, ma, una volta tornato, non ne vuole più sapere di riprendersi il carico del cielo e solo uno stratagemma di Eracle consente all’eroe di tornare in libertà. Atlante è il padre delle Pleiadi, delle Iadi, delle Esperidi e di Calipso. Viene trasformato in pietra da Perseo, che gli mostra la testa della Medusa, per punirlo della mancata ospitalità. Così da Atlante prende il nome la catena montuosa che delimita a Sud (Marocco e Algeria) il Mediterraneo occidentale.

IL CRATERE

Assieme ad Hercules forma una bella coppia,molto stretta, situata presso il lembo nord-orientale della Luna, a SE del Mare Frigoris, tra il Lacus Mortis a O e il Lacus Temporis a E. Cratere di 87 Km di diametro con un bordo tormentato con più catene e terrazzamenti, che si erge per circa 3 Km rispetto al fondo. Il versante occidentale è particolarmente complesso con frane che invadono parte del fondo. Quest’ultimo è interessato da diverse fratture. Due soprattutto (le Rimae Atlas) si dipartono vicine e parallele dal versante occidentale, procedono verso est e si divaricano presso il centro del cratere a circondare il picco e le collinette che gli fanno da corona. In questo cratere si scorgono, come in Alphonsus, due macchie scure centrate su piccoli craterini, che, all’analisi spettrometrica, sono risultate di origine vulcanica. Perché su Atlas c’è stata attività vulcanica esplosiva e su Hercules, a lui così vicino, no? E’ domanda alla quale i selenologi non hanno ancora dato risposta. E’ comunque un fatto che ciò si verifica in diverse località sulla Luna. A Est, Atlas ricopre in parte un vecchio cratere preesistente, rappresentato unicamente dalla cinta circolare (Atlas E).


HERCULES

IL NOME

Ercole, tradotto nella mitologia romana dal greco Heracles (dal significato di “gloria di Hera”) è un semidio, figlio di Zeus e Alcmena. Simbolo di forza e coraggio, ma anche di generosità, è creduto fondatore dei Giochi Olimpici. Autore di numerose imprese “impossibili”, riesce a portarle a termine con la forza e con l’astuzia. Le 12 fatiche, che apparentemente hanno qualche correlazione con i segni dello Zodiaco, sono solo una parte elle sua avventure. Nell’antichità erano identificati col suo nome (colonne d’Ercole) i rilievi montuosi che delimitavano l’odierno Stretto di Gibilterra, fino al Medio Evo considerato il limite imposto da Dio agli uomini perché non si avventurassero nel Grande Oceano. Muore dopo avere indossato una tunica donatagli dalla moglie Deianira, ignara del fatto che era intrisa del sangue avvelenato del centauro Nesso ( a sua volta ucciso da Ercole). Zeus lo porta sull’Olimpo dove sposa Ebe, la coppiera degli dei e diventa il guardiano dell’Olimpo e la divinità protettrice degli sport e delle palestre. Al suo culto vengono dedicati molti templi in tutto il mondo di allora.

IL CRATERE

Situato meno di 20 Km a O di Atlas, è solo un po’ più piccolo del compagno (69 Km), ma molto diverso da lui. Il bordo è ampiamente terrazzato e interrotto da due evidenti crateri sul versante SO. Il fondo è piatto, scuro, e assolutamente privo delle fratture che caratterizzano Atlas, riempito com’è di lava; essa ha ricoperto anche il picco centrale di cui rimane forse una piccola traccia in alcune rilevatezze presso il centro. Sul fondo è presente un evidente cratere semplice (13 Km). La maggiore craterizzazione rende probabile attribuire ad Hercules un’età maggiore rispetto ad Atlas (metodo statistico), anche se alcuni selenografi, sulla base della presenza di catene di craterini in Atlas, apparentemente secondari all’impatto di Hercules, sostengono il contrario. Entrambi i crateri hanno ampie corone di ejecta intorno ad essi. A seconda delle condizioni di luce, si ha a volte la sensazione che sia la corona di Hercules a sovrapporsi ad Atlas e a volte il contrario. Personalmente, propendo per la prima.


ENDYMION

IL NOME

Narra la leggenda che Endimione, un bellissimo pastore figlio di Zeus e Calice (o, secondo altre versioni, un principe) si fosse addormentato una notte sul monte Latmo, in Caria (Asia Minore). Selene, la dea della Luna lo vede e se ne innamora. Per tenerlo sempre con sé, chiede a Zeus di mantenerlo perennemente giovane in un sonno eterno, così da poter ogni notte scendere dal cielo e fargli visita. Endimione e Selene hanno così 50 figlie, da alcuni interpretate come i 50 mesi lunari (4 anni) delle Olimpiadi. Il nome potrebbe derivare dal costrutto “en” e “duein” (immergere) a significare il tramonto, vagamente collegabile al significato metafisico del sonno e della morte ( perché non ricordare il foscoliano forse perché della fatal quiete tu sei l’immago a me sì cara vieni, o sera…). Endimione dormiente è spesso rappresentato sui sarcofagi dell’antichità, in relazione al concetto della sopravvivenza dello spirito dopo la morte.

IL CRATERE

A causa della sua posizione assai vicina al lembo NE della Luna, in direzione del “difficile” Mare Humboldtianum, viene sempre visto da Terra sotto un profilo più o meno obliquo a seconda del grado di librazione. E’ un cratere vecchio, con un bordo diffusamente smussato, che comunque lascia intravedere diverse catene parallele e degradanti. Il fondo è piatto privo di picco centrale, scuro, con alcune strie più chiare, difficile, all’osservazione, dire se dovute a rilevatezze o a variazioni colorimetriche.





Disegno della zona dei crateri Atlas e Hercules (Alfonso Zaccaria)



Foto ad alta risoluzione dei crateri Atlas e Hercules eseguita dall'astrofilo Damian Peach





* Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.


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