Passi sulla Luna: Langrenus

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

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'''LANGRENUS'''
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'''ARISTARCHUS'''
 
'''IL NOME'''
'''IL NOME'''
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Aristarco nasce a Samo, una delle maggiori isole ioniche prospicienti la costa egea dell’odierna Turchia, nel 310 circa a.C.  Coltiva l’astronomia sotto la guida di Stratone di Lampsaco. L’originalità del pensiero di Aristarco sta nell’aver per primo teorizzato la centralità del Sole nell’Universo, mentre la Terra gli muove intorno con moto circolare; inoltre, la Terra ruota su se stessa, dando origine all’alternarsi del giorno e della notte, ed è inclinata sul piano dell’eclittica, giustificando così il succedersi delle stagioni. L’eliocentrismo verrà rifiutato, 4 secoli più tardi, da Claudio Tolomeo la cui visione del cosmo, di nuovo geocentrico, dominerà il mondo scientifico per oltre 1000 anni, fino a Copernico e Galileo.
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Michael Florent Van Langren nasce ad Amsterdam il 27 aprile 1598 da una famiglia di famosi cartografi olandesi che nel 1592 aveva ottenuto dagli Stati Generali dei Paesi Bassi la concessione del monopolio per la realizzazione di mappe terrestri e celesti. E’ al servizio del Re di Spagna Filippo IV come cartografo e matematico, pur non avendo seguito studi universitari. Si occupa del calcolo della longitudine proponendo per questo l’osservazione dell’ombra dei crateri lunari. Per questo fine disegna mappe lunari e, secondo alcuni, è il primo ad assegnare nomi a diverse formazioni del satellite. Questa nomenclatura non avrà seguito. L’unica formazione che conserverà il nome originario sarà proprio questo cratere cui lui stesso aveva dato il proprio nome.  Osserva la cometa del 1652, realizza mappe dei Paesi Bassi e progetta il porto di Dunkerque e di Ostenda, nonché diversi sistemi di fortificazioni. Muore a Bruxelles nel maggio 1675.
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Aristarco escogita un sistema per calcolare i diametri e le distanze della Luna e del Sole dalla Terra. Stima il rapporto tra le distanze del Sole e della Luna dalla Terra compreso tra 18 e 20 (in realtà è 40). Il principio si basa sulla formazione di un triangolo rettangolo tra Terra, Luna in quadratura e Sole. Misurando l’angolo compreso tra i lati Terra-Luna e Terra-Sole, è possibile calcolare il rapporto tra le distanze con semplice calcoli geometrici. L’errore è ovviamente dovuto alla scarsa precisione delle misure con gli strumenti dell’epoca, in un contesto di angoli minimamente convergenti in un triangolo estremamente allungato. Muore nel 230 a.C.
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'''IL CRATERE'''
'''IL CRATERE'''
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Cratere di 40 Km di diametro, situato nel settore NO della Luna, ai bordi di un altopiano che porta lo stesso nome e che sembra galleggiare come un’isola nel mezzo dell’Oceanus Procellarum. Questo blocco roccioso, che si estende per circa 00 Km in direzione NS, presenta, presso il suo bordo meridionale, i due crateri Aristarchus ed Herodotus, simili per grandezza ma molto diversi per aspetto. Aristarchus è di un bianco abbagliante, tant’è che lo si può facilmente scorgere anche durante l’inizio della lunazione, nella parte della Luna in ombra, rischiarata solo dal “chiaro di Terra”. Ha una albedo doppia della media delle strutture lunari. E’ un cratere giovane, circa 500 milioni di anni, più o meno come Tycho, cui somiglia. Ha bordi taglienti, alti circa 3000 m sul fondo e pareti ampiamente terrazzate, anche se questi terrazzamenti sono difficilmente distinguibili nel chiarore del cratere. In particolare, si distinguono aree molto brillanti che spiccano su bande radiali color grigio chiaro. Il fondo è piatto con un ripido e ben definito picco centrale, bianco brillante, di anortosite. Il cratere è circondato da un alone scuro, evidente soprattutto a Nord, cui fa seguito, più all’esterno, una corona radiale chiara di 120-150 Km, che spicca sul terreno scuro circostante. Questa è particolarmente evidente verso S ed E, segno che il corpo celeste che generò il cratere doveva provenire da O. Aristarchus è stato oggetto di osservazione di TLP (Transient Lunar Phenomena) da parte di numerosi osservatori.
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Ha forma circolare, ma ci appare di forma fortemente ellittica in quanto lo vediamo di scorcio data la sua vicinanza al bordo orientale della Luna. E’ situato presso il confine orientale del Mare Fecunditatis ed è il primo, partendo da N, dei 4 grandi crateri che si susseguono lungo il bordo orientale (Langrenus, Vendelinus, Petavius e Furnerius). Ha un diametro di 132 Km , bordi abbastanza ben definiti, con ampi terrazzamenti. Il bordo meridionale sembra allungarsi verso S per finire a punta. Al fuori di esso, verso O, c’è una traccia di raggiera. Il fondo appare più chiaro del terreno circostante, per cui Langrenus, spicca bianco in condizioni di Luna Piena. Il fondo è increspato e irregolare a N, più piatto a S. Il picco centrale è costituito da 2 montagne parallele, allungate in senso NE/SO, separate da una profonda incisura. Altre rilevatezze sono presenti da entrambe le parti di esse. In Langrenus, nel 1992 sono stati rilevati dei bagliori (Lunar Transient Phenomena – LTP) che dato il mutamento di forma col tempo sono stati interpretati come emissioni di gas da fratture del suolo.
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'''HERODOTUS'''
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'''IL NOME'''
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Nasce ad Alicarnasso, in Caria (Asia Minore) nel484 a.C.  La nascita in una città marginale dell’influenza greca, a contatto con altre etnie, deve avere stimolato la curiosità del giovane Erodoto per la conoscenza di usi e costumi di altre genti, dal momento che trascorre molti anni viaggiando in Egitto, Media, Persia e Scizia, sviluppando un grande spirito di osservazione. Sfugge alla morte dopo avere partecipato ad una congiura contro il tiranno di Alicarnasso, Ligdami, quindi si rifugia a Samo, poi ad Atene dove incontra Pericle e Sofocle. Infine si stabilisce a Thurii, in Magna Grecia, l’odierna Calabria ionica, dove muore nel 425 a.C.
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Le Storie di Erodoto sono considerate il fondamento della Storiografia, anche se vanno lette avendo presente i criteri in uso all’epoca in cui sono state scritte, in particolare il principio secondo cui la storia è “magistra vitae”. Infatti al tempo viene dato grande rilievo a gesta epiche ed eroiche, come pure all’influsso del Fato e della volontà degli Dei nelle vicende umane. Le Storie comprendono 9 libri che riassumono i viaggi e raccontano usi e costumi dei popoli “barbari” ai confini del mondo greco, nonché la storia delle guerre persiane, fino all’inizio della guerra del Peloponneso. Le Storie godono di grandissima fortuna per tutta l’antichità fino ai giorni nostri e possono essere considerate il punto d’inizio non solo della storiografia, ma anche dell’antropologia e della letteratura di viaggio.
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'''IL CRATERE'''
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Posto a SO di Aristarchus, costituisce con esso una curiosa coppia di “gemelli diversi”. Ha un diametro di 35 Km ed è profondo circa 1300m. Le pareti sono regolari, non terrazzate, interrotte da un unico cratere, a N. Il fondo è piatto, riempito di lava e di colorito molto scuro. Circa 25 Km a Nord di Herodotus ha origine la Vallis Schroeteri.
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'''VALLIS SCHROTERI'''
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'''IL NOME'''
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Johann Hieronymus Schroter nasce a Erfurt, in Germania il 30 agosto 1745. Dopo aver studiato legge all’Università di Gottinga, si appassiona all’astronomia grazie alla conoscenza e all’amicizia con due fratelli di William Herschel e proprio la scoperta di Urano da parte di quest’ultimo nel 1781 lo spinge ad approfondire gli studi astronomici. Acquista vari telescopi e con essi si dedica allo studio di Luna e pianeti. Osservando Venere nota che la fase, sotto un profilo puramente geometrico, appare più concava del dovuto. E’ l’effetto Schroter, dovuto alla presenza di atmosfera sul pianeta. Nel 1781 pubblica un trattato di selenografia lunare Selenotopographische Fragmente zur genauern Kenntniss der Mondflache. Durante le guerre napoleoniche, nel 1813, subisce la distruzione dell’osservatorio e delle sue opere da parte delle truppe francesi. Muore il 29 agosto 1816.
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'''LA VALLE'''
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Tutto l’altopiano di Aristarco è ricoperto da una spessa coltre di polvere scura, che riflette poco le onde radar e rende scarsamente visibili crateri e rimae del luogo. L’origine di questa polvere è verosimilmente vulcanica e la struttura lunare che sembra rispondere a queste caratteristiche è un cono di alcuni Km di diametro situato alla sommità di una collina che si prolunga a N in una  valle grossolanamente ellittica, chiamata “Testa di Cobra” che, a sua volta, all’estremità settentrionale, si prolunga nella Vallis Schroteri. E’ questa una profonda spaccatura, la maggiore di tutta la superficie lunare, che si estende per 160 Km, ha fondo piatto ed è larga 10 Km vicino alla Testa di Cobra, mantiene una larghezza di circa 5 Km per gran parte del percorso per assottigliarsi progressivamente verso la fine. La sua profondità varia da 200 a 1000m. Ha un decorso molto tortuoso diretto inizialmente verso N, per poi piegare a O e infine dirigersi di nuovo verso S, fino a “sfociare” nell’Oceano al bordo dell’altopiano. Una sottile e tortuosa fessura è presente sul fondo all’interno della Testa di Cobra.
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'''TOSCANELLI'''
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'''IL NOME'''
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Paolo Dal Pozzo Toscanelli nasce a Firenze il 21 aprile 1397, studia matematica e medicina a Padova. Amico di L.B. Alberti e di F. Brunelleschi, aiuta quest’ultimo nei calcoli per la cupola del duomo di Firenze, S. Maria del Fiore, e costruisce lo gnomone di questa chiesa. Abile cartografo, disegna un planisfero sulla base di un trattato tolemaico, riproducendo, però, anche un errore in esso contenuto, riguardante le dimensioni della Terra, ritenuta alquanto più piccola rispetto al reale. Attraverso questo planisfero vuole dimostrare che la via per raggiungere le Indie è più breve se si naviga verso Ovest, anziché verso Est. Colombo conosce questa teoria e la mette alla base del suo viaggio in Atlantico. Fortunatamente, incontra l’America…
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Toscanelli muore a Pisa il 10 maggio 1482.
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'''IL CRATERE'''
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Piccolo cratere semplice di 7 Km di diametro, posto sul bordo NE dell’altopiano di Aristarchus. Nei pressi del suo versante meridionale si diparte una importante faglia, lunga 70 Km, che porta il suo nome.
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'''PRINZ'''
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'''IL NOME'''
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Wilhelm Prinz è un astronomo tedesco (1857- 1910), noto per studi comparativi delle superfici lunare e terrestre.
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'''IL CRATERE'''
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Cratere di 47 Km, posto a Ovest dell’altopiano di Aristarchus, incompleto, ad anello spezzato, mancando circa un terzo della sua circonferenza nella parte meridionale. Il bordo è basso, circa 1000m nella parte più alta, a N, e si abbassa progressivamente, verso S, “affondando” poco a poco nella pianura lavica, dando l’impressione che il cratere si trovi su un piano inclinato. Non c’è un picco centrale, ma solo una rilevatezza del fondo. Attorno, rimae sinuose e domi.
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'''KRIEGER'''
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[[Johann_Nepomuk_Krieger|'''Dalla pagina Storia e Storie di osservazione lunare''']]
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'''IL CRATERE'''
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Cratere di 22 Km di diametro, vagamente poligonale, ha pareti piuttosto basse, “affondato” com’è nell’O. Procellarum. Il bordo appare più ampio verso N, dove presenta una piccola apertura verso l’Oceano. Il fondo è piatto, ripieno di lava, privo di picco. Sul versante S è presente un evidente cratere (Van Biesbroeck, Krieger B).
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''*''&nbsp;Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.  
''*''&nbsp;Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.  
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''**''&nbsp;Per la ricerca e la selezione delle immagini del Lunar Reconnaisance Orbiter ringraziamo Massimo Morroni dell'[http://www.amastrofili.org|'''Associazione Marchigiana Astrofili di Ancona''']. Massimo Morroni ha pubblicato il libro '''Crateri Lunari''' [[image:AA BibliotecaLuna MorroniCrateriLunari.jpg|30px]] che raccoglie una serie di queste immagini ordinate secondo i crateri lunari più importanti e significativi.
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Versione delle 13:35, 26 dic 2017

a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini


Langrenus*
Longitudine Latitudine
60.9° E 8.9° S
Diametro 132 km.




La zona dei crateri Aristarchus e Herodotus è mappata nella mappa numero 39 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del Lunar and Planetary Institute.

Download della mappa 39 in jpeg con risoluzione 72dpi
Download della mappa 39 in jpeg con risoluzione 150dpi
Download della mappa 39 in jpeg2000 con risoluzione 300dpi


LANGRENUS


IL NOME

Michael Florent Van Langren nasce ad Amsterdam il 27 aprile 1598 da una famiglia di famosi cartografi olandesi che nel 1592 aveva ottenuto dagli Stati Generali dei Paesi Bassi la concessione del monopolio per la realizzazione di mappe terrestri e celesti. E’ al servizio del Re di Spagna Filippo IV come cartografo e matematico, pur non avendo seguito studi universitari. Si occupa del calcolo della longitudine proponendo per questo l’osservazione dell’ombra dei crateri lunari. Per questo fine disegna mappe lunari e, secondo alcuni, è il primo ad assegnare nomi a diverse formazioni del satellite. Questa nomenclatura non avrà seguito. L’unica formazione che conserverà il nome originario sarà proprio questo cratere cui lui stesso aveva dato il proprio nome. Osserva la cometa del 1652, realizza mappe dei Paesi Bassi e progetta il porto di Dunkerque e di Ostenda, nonché diversi sistemi di fortificazioni. Muore a Bruxelles nel maggio 1675.

IL CRATERE

Ha forma circolare, ma ci appare di forma fortemente ellittica in quanto lo vediamo di scorcio data la sua vicinanza al bordo orientale della Luna. E’ situato presso il confine orientale del Mare Fecunditatis ed è il primo, partendo da N, dei 4 grandi crateri che si susseguono lungo il bordo orientale (Langrenus, Vendelinus, Petavius e Furnerius). Ha un diametro di 132 Km , bordi abbastanza ben definiti, con ampi terrazzamenti. Il bordo meridionale sembra allungarsi verso S per finire a punta. Al fuori di esso, verso O, c’è una traccia di raggiera. Il fondo appare più chiaro del terreno circostante, per cui Langrenus, spicca bianco in condizioni di Luna Piena. Il fondo è increspato e irregolare a N, più piatto a S. Il picco centrale è costituito da 2 montagne parallele, allungate in senso NE/SO, separate da una profonda incisura. Altre rilevatezze sono presenti da entrambe le parti di esse. In Langrenus, nel 1992 sono stati rilevati dei bagliori (Lunar Transient Phenomena – LTP) che dato il mutamento di forma col tempo sono stati interpretati come emissioni di gas da fratture del suolo.




Disegno del cratere Langrenus (Alfonso Zaccaria)



Foto ad alta risoluzione del cratere Langrenus eseguite dall'astrofilo Damian Peach





Foto ad alta risoluzione del cratere Langrenus (fonte Lunar Reconnaisance Orbiter)**




* Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.

** Per la ricerca e la selezione delle immagini del Lunar Reconnaisance Orbiter ringraziamo Massimo Morroni dell'Associazione Marchigiana Astrofili di Ancona. Massimo Morroni ha pubblicato il libro Crateri Lunari che raccoglie una serie di queste immagini ordinate secondo i crateri lunari più importanti e significativi.


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