Passi sulla Luna: Orontius

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini


Orontius*
Longitudine Latitudine
4.0° W 40.2° S
Diametro 122 km.




La zona del cratere Orontius è mappata nella mappa numero 112 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del Lunar and Planetary Institute.

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ORONTIUS E DINTORNI

Orontius si trova sugli altipiani dell’emisfero meridionale della Luna, in una zona particolarmente craterizzata, tra Tycho e Stofler. Assieme agli altri crateri descritti qui di seguito forma un caratteristico gruppo. La loro morfologia documenta chiaramente la successione temporale della loro formazione: Orontius precede Huggins in quanto è invaso da materiale proveniente da quest’ultimo che gli si sovrappone parzialmente. Similmente, Miller A riceve materiale da Miller. Miller e Huggins ricevono materiale da Nasireddin, che si sovrappone parzialmente ad entrambi; quindi, è l’ultimo arrivato! Saussure incide sul bordo meridionale di Orontius, quindi la sua formazione è successiva ad esso.


ORONTIUS

IL NOME

Oronce Finè (Orontius Finaeus) nasce a Briancon il 20 dicembre 1494. Dopo avere studiato matematica e discipline umanistiche presso il Collège de Navarre a Parigi sconta una condanna a 5 anni di carcere per essersi opposto al concordato che il re di Francia Francesco di Valois impone alle Università. Tuttavia lo stesso monarca lo nomina poi alla cattedra di matematica al Collège Royal (1532). Inventa e costruisce orologi e strumenti astronomici, documentati dai suoi lavori: Quadrans astrolabicus, De solaribus orologiis et quadrantibus e varie altre opere di geografia, gnomonica, cartografia e geometria. Muore l’8 agosto 1555.

IL CRATERE

E’ a circa 180 Km a NE di Tycho. Ha un diametro di 122 Km con bordi erosi, soprattutto nella parte occidentale. I bordi stessi sono irregolari per la parziale sovrapposizione di altri crateri (Sasserides A e Pictet E a O e soprattutto Huggins a E). Sul bordo sono presenti vari crateri di diverse dimensioni (i maggiori Orontius D e G, rispettivamente a O e N) che contribuiscono a rendere ancora meno precisa la conformazione del cratere stesso che presenta solo vaghe tracce di vecchi terrazzamenti. Sul fondo piatto e privo di picco centrale, si sono stesi strati di lava più fluida proveniente , a O, da Huggins e a NO da Orontius F, un cratere piatto, di circa 30 Km appoggiato col suo bordo settentrionale al bordo interno di Orontius. Come detto prima, il bordo E è inciso dalla presenza di Huggins che ha travasato in Orontius una quota di ejecta solidi vicino e due ondate di lava più fluida che raggiungono quasi il centro del cratere.


HUGGINS

IL NOME

William Huggins nasce a Cornhill (Middlesex) il 7 febbraio 1824. Assieme alla moglie Margareth Lidsay è considerato il pioniere della spettroscopia astronomica. Dal suo osservatorio privato di Londra porta avanti per anni lo studio spettroscopico di vari oggetti celesti, osservando le linee di emissione e di assorbimento. Differenzia per primo le nebulose dalle galassie, osservando come le prime hanno solo linee di emissione caratteristiche dei gas, mentre le altre hanno caratteristiche stellari. Per le sue ricerche, condotte assieme al suo vicino William Allen Miller (vedi poi) viene insignito di numerose e prestigiose onorificenze. Diventa officer della Royal Astronomic Society per 37 anni e presidente della Royal Society per 5 anni fino al 1905. Muore nella sua casa di Tulse Hill a Londra il 12 maggio 1910.

IL CRATERE

Ha un diametro di 65 Km e si sovrappone parzialmente alla parte SE del bordo di Orontius. Peraltro, è a sua volta interessato, nella sua parte orientale dalla sovrapposizione di Nasireddin. L’impatto di quest’ultimo ha provocato uno stravaso di materiale che ha occupato circa un terzo del fondo. E’ presente un picco centrale.


MILLER

IL NOME

William Allen Miller nasce a Ipswich (Suffolk) il 17 dicembre 1817 e studia chimica e diventa cattedratico de questa disciplina al King’s College di Londra. La sua fama è tuttavia legata agli studi di spettroscopia stellare che egli porta avanti col suo vicino di casa W. Huggins (vedi sopra) e che gli frutta, assieme a lui, la Gold Medal della Royal Astronomic Society nel 1867. Muore a Londra nel 1870.

IL CRATERE

Ha un diametro di 75 Km, un bordo ben strutturato con terrazzamenti, parzialmente inciso dal bordo settentrionale di Nasireddin. Quest’ultimo ha provocato con il suo impatto, una fuoruscita di materiale che ha invaso, come accaduto con Huggins, il fondo di Miller per circa la metà della sua estensione. E’ presente un picco dalla caratteristica forma a X, oltre a diversi craterini sul fondo. Adagiato sul bordo di NO è presente il cratere satellite Miller H, di forma irregolare, circa 30 Km di diametro massimo, che contiene sul fondo materiale di fuoriuscita da Miller. Congiunto al bordo meridionale, nell’insenatura tra Miller e Nasireddin si trova un cratere semplice, che stranamente non appartiene a nessuno di questi due, bensì a Stofler (Stofler H)


NASIREDDIN

IL NOME

Nasir al-Din al-Tusi (Kawaja Muhammad ibn Muhammad ibn Hasan Tusi) nasce a Tus (Khorasan, Persia Orientale) il 18 febbraio 1201. E’ uno dei maggiori scienziati dell’età d’oro islamica medievale. La sua attività si esplica in Persia e nell’attuale Azerbajian sotto l’impero Ilkhanato. Studioso di diritto, logica, filosofia, matematica, medicina e astronomia viaggia per tutto il mondo orientale di allora sia per seguire le lezioni di vari maestri delle diverse discipline, sia per sfuggire all’invasione delle truppe di Gengis Khan. Viene anche catturato dai Mongoli dopo la conquista da parte di questi della fortezza di Alamut. Durante la permanenza presso l’osservatorio di Rasad Khaneh, in Azerbajian, arriva a criticare il sistema tolemaico sull’immobilità della Terra, precorrendo di alcuni secoli le deduzioni di Copernico. Compila accurate tavole astronomiche. Inventa una tecnica geometrica chiamata “coppia Tusi” che genera un movimento lineare da due movimenti circolari. Questo gli serve per sostituire l’equante di Tolomeo per molti pianeti, tranne Mercurio. Calcola la precessione annuale degli equinozi e definisce la via Lattea come un enorme aggregato di stelle, ovviamente senza l’ausilio del telescopio, precorrendo le osservazioni di Galileo. Nel campo della biologia precorre il concetto evoluzionista di Darwin, nel campo della chimica definisce il principio della conservazione della massa e nel campo della matematica scrive lavori definendo la trigonometria come disciplina indipendente dall’astronomia. Questo straordinario personaggio, espressione di un’epoca straordinaria e precorritore, con la sola forza del suo pensiero basata sull’osservazione, di tanti concetti che avranno dimostrazione soltanto diversi secoli dopo, muore a Bagdad il 26 giugno 1274.

IL CRATERE

E’ il più giovane di questo gruppo, ha un diametro di 52 Km. Ha bordi ben delimitati ed evidenti terrazzamenti su tutto il profilo. Come accennato, ha provocato fuoruscita di materiale sia a N in Miller che a O in Huggins. Non sembra avere un vero e proprio picco. Sono tuttavia presenti alcune rilevatezze nella zona centrale del fondo.


SAUSSURE

IL NOME

Horace Benedict de Saussure nasce a Ginevra il 17 febbraio 1740 da una colta famiglia che lo indirizza agli studi biologici. Dopo essersi dedicato dapprima alla botanica, si interessa anche di filosofia. L’interesse per la botanica lo porta ad intraprendere numerosi viaggi sulle Alpi Occidentali e diventa un provetto alpinista. E’ considerato, tra l’altro, il fondatore dell’Alpinismo. Tenta più volte senza successo la scalata del Monte Bianco. Raggiunge tuttavia la cima, dopo che altri avevano trovato la giusta via di accesso. Scrive le sue osservazioni nella fondamentale opera Voyages dans les Alpes. Fa osservazioni meteorologiche ed inventa numerosi strumenti: igrometro a capello, anemometro, elettrometro, eudiometro (strumento che misura le variazioni di volume di un gas soggetto a combustione). Scrive: Essai sur l’igrometrie (1783) e Systema plantarum secundum classes, ordines, genea, species… (1779). Muore a Ginevra il 22 gennaio 1799.

IL CRATERE

Ha un diametro di 52 Km. La sua conformazione non è sempre chiaramente visibile. Il bordo è appoggiato al bordo meridionale di Orontius, lo incide appena e si presenta smussato. In particolari condizioni di luce si apprezza un doppio contorno del bordo che forma due anelli concentrici che circondano un fondo piatto senza picco. Al di fuori, verso E, c’è un’altra lunga rilevatezza ad andamento semicircolare in senso NS, interessata da numerosi craterini, verosimile residuo di un antico grande cratere in gran parte eroso.





Disegno della zona del cratere Orontius (Alfonso Zaccaria)



Foto ad alta risoluzione del cratere Orontius eseguita dall'astrofilo Damian Peach



Foto ad alta risoluzione del cratere Orontius (fonte Lunar Reconnaisance Orbiter)**




* Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.

** Per la ricerca e la selezione delle immagini del Lunar Reconnaisance Orbiter ringraziamo Massimo Morroni dell'Associazione Marchigiana Astrofili di Ancona. Massimo Morroni ha pubblicato il libro Crateri Lunari che raccoglie una serie di queste immagini ordinate secondo i crateri lunari più importanti e significativi.


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