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Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

Indice

LA STAMPA



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LA NAZIONE



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EPOCA


Un numero storico

HO VISTO L'UOMO ANDARE IN CIELO

di Vittorio G. Rossi

La gloria di Colui che tutto move

per l'universo penetra e risplende

Dante, Paradiso

Capo Kennedy, luglio

Era la mattina di quel giorno, il l6 di luglio. L'ApolIo 11 era davanti a me, a 5500 metri di distanza; pareva il campanile di San Marco in Venezia, con l’angelo sopra. Intorno c'era la landa sconfinata e selvaggia, c’erano le palme tropicali, gli arbusti, le lepri e i conigli salvatici che si divertivano a scappare, ad avere paura; c’erano gli uccelli marini, i pellicani, i cormorani, i caimani nell'acqua degli stagni; c'era l'oceano, il suo silenzio; c’erano strati leggeri di nuvole bianche, nuvole grige, il sole saliva nel cielo, e le nuvole a poco a poco se ne andavano.

Da allora sono passati pochi giorni, la gente sulla Terra è vissuta facendo i conti del tempo che era passato e di quello che restava da passare. Sono stati quattro giorni molto lunghi nella lunga storia dell'uomo sulla Terra. Sono stati anche i quattro giorni più nuovi di tutta la storia dell'uomo, dove tutti i giorni sono nuovi. Pochi giorni fa, quei tre uomini erano qui, su questa landa selvaggia. Li ho visti per un piccolo attimo, passavano, andavano a imbarcarsi. Erano le sei e quaranta del mattino,si era appena levato il sole; essi erano chiusi nella loro armatura, respiravano un'aria che non era più la nostra aria, camminavano nei loro chiusi pensieri.

E ora due di essi sono stati sulla Luna, ora tutto quello che l’uomo ha fatto finora, sembra piccolo. [..]

LE DUE ORE PIU' GRANDI

di Livio Caputo e Ricciotti Lazzero

Ecco la cronaca, vissuta da Houston, dei momenti più esaltanti e drammatici della conquista della Luna. “Houston, qui Base della Tranquillità, Aquila è allunata.”

Sono le ore 15,17 minuti e 42 secondi del 20 luglio, or di Houston (cioè le 22 e 17 ora italiana), e la voce di Neil Armstrong distante in quel momento 340.000 chilometri dalla Terra, ma ferma ed euforica, annuncia che la più grande avventura nella storia dell'umanità ha avuto un felice avvio. Alsubitaneo passaggio, nella nomenclatura radiofonica, dal termine Aquilka a quello di Tranquillità, corrisponde anche un improviso mutamento di atmosfera nel Centro di controllo di Houston.

Fino a quell'istante, durante tutti i 12 minuti e 36 secondi trascorsi dal momento in cui Aquila ha lasciato l'orbita per iniziare la discesa sulla Luna, tutti erano rimasti in silenzio, con il cuore in tumulto . Ora che , come ha detto il comandante, il motore è spento , scoppia la baraonda...

La parte della missione che Neil Armstrong ha definito “la più difficile e pericolosa” è compiuta e tutti si concedono un momento di pausa, senza ancora rendersi ben conto che il Modulo lunare.per un errore nelcalcolo della rotta, ha cominciato la discesa in ritardo e quindi è allunato ben 4 miglia più più a occidente del punto prefissato, cioè addirittura fuori dall'ovale tracciato da anni sulle carte e che, secondo le previsioni della vigilia, aveva 99 probabilità su cento di essere centrato. [..]


L'EUROPEO


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THE EAGLE IS LANDED - L'AQUILA è' ATTERRATA

ORIANA FALLACI DA HOUSTON

HOUSTON, luglio

ORA che lo spettacolo paradossale è finito, il dramma concluso, e i confini della nostra intelligenza e della nostra storia si sono allargati fino al Mare della Tranquillità, ci sentiamo come assuefatti all’idea di possedere la Luna e quasi sorridiamo delle nostre ansie e dei nostri timori; non era poi così difficile, dicono alcuni, si accende un fiammifero e via.

Ci si abitua a tutto, anche al miracolo d’essere usciti dalla nostra prigione di azzurro per approdare a quell`isola brutta: presto ce ne scorderemo, come abbiamo scordato il miracolo del primo pesce che uscì dalle acque per approdare alla terra e diventare un uomo. Ripetere la sfida non ci sembra più un rischio blasfemo, e della meravigliosa avventura non resterà presto che una carnevalata intorno a due piloti cui abbiamo già regalato la patente di eroi, l'immagine sui francobolli, il nome nei libri discuola, un posto nella storia.

Forse il successo ci ha fatto perdere il senso delle proporzioni, forse ciò che é avvenuto é troppo grande per esser giudicato da noi: coì come quel pesce non si rese conto di uscire dall’acqua per diventare uomo, noi non ci rendiamo conto di avere toccato un altro pianeta per diventare qualcosa che non sappiamo nemmeno immaginare. Il giudizio spetterà ai figli dei figli dei nostri figli.

A noi contemporanei, a noi spettatori, resta solo da narrare ciò che abbiamo visto e udito ora con orgoglio ora con vergogna. Giacché siamo composti dell’uno e dell’altra, e anche nel viaggio alla Luna gli uomini hanno dimostrato la loro bellezza e la loro bruttezza, che é come dire la loro umanità.

Ecco dunque la cronaca di quei due incredibili giorni e di quell’incredibile notte come li ho visti a Houston, Texas, dal momento in cui la prima astronave terrestre si posò sulla Luna, il 20 luglio 1969, fino al momento in cui ne ripartì, il 21 luglio 1969.

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