Verso la Luna: Edgar Allan Poe

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

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Versione delle 20:10, 17 mag 2009

EDGAR ALLAN POE

Aventures sans pareille d'un certain Hans Pfaal - Avventure impareggiabili di un certo Hans Pfaal

Dopo un periodo di prosperità mi trovai in ristrettezze. Un giorno mi capitò di leggere un libro di astronomia speculativa, scritta dal professor Encke di Berlino. In quel periodo avevo anche avuto da un cugino di Nantes delle informazioni segrete su una scoperta riguardante un certo gas. Di nascosto realizzai un po' di denaro sfuggendo ai creditori, mi procurai parecchie pezze di bellissima batista, ognuna di 12 yarde, della corda, una provvista di vernice di caucciù, un grande paniere e altri oggetti necessari a fabbricare un pallone di straordinarie dimensioni. Nello stesso tempo preparai con della corda una rete, vi adattai un cerchio e delle corde e vi misi strumenti e materiali per fare degli esperimenti nelle regioni più alte dell'atmosfera.

Una notte trasportai in un luogo segreto 5 botti cerchiate di ferro da 50 galloni, e una sesta più grande, sei tubi di latta di 3 pollici di diametro e lunghi 4 piedi, una buona quantità di sostanza metallica o semimetallica che non nominerò, e un dozzina di damigiane piene di un acido comunissimo. Il gas prodotto da questa combinazione è un gas mai prodotto finora. Posso solo dire che è una delle parti costituenti dell'azoto, meno denso dell'idrogeno, insapore, che brucia con una fiamma verdastra, velenoso per la vita animale. Non posso rivelare la composizione, è un segreto appartenente ad un cittadino di Nantes.

In ciascuno degli angoli che dovevano ospitare le piccole botti feci un piccolo foro; i buchi delimitavano così un cerchio di 25 piedi di diametro. Al centro del cerchio, il posto riservato alla botte più grande, feci un buco più profondo. In ogni buco posi una scatola di latta contenete 50 libbre di polvere da sparo, e in quello centrale un barile da 150. Collegai il barile e le 5 scatole, e, avendo ficcato in una delle scatole la cima di una miccia lunga circa 4 piedi, riempii il buco e ci posizionai sopra la botte, lasciando spuntare l'altro capo della miccia di un pollice circa al di là della botte, in modo che fosse invisibile. Chiusi poi gli altri buchi ponendovi sopra le altre botticelle.

Trasportai al mio deposito segreto uno degli apparecchi perfezionati da Grimm per la condensazione dell'aria, a cui poi applicai delle modifiche. Il pallone poteva contenere più di 40.000 piedi cubi di gas, poteva facilmente sollevarmi, secondo i miei calcoli, me e tutti i miei attrezzi, per un peso di 175 libbre. Avevo ricoperto il pallone con 3 mani di vernice di caucciù.

1 aprile - Cominciai a gonfiare il pallone. Dopo 4 ore mi sembrò sufficientemente gonfio. Caricai la mia attrezzatura: un telescopio, un barometro, un termometro, un elettrometro, un compasso, una bussola, un cronometro, una campana, un globo di vetro in cui avevo fatto il vuoto, il condensatore dell'aria, calce viva, ceralacca, una grande quantità di acqua, viveri in quantità come il pemmicam, una coppia di piccioni e una gatta. Era ora di partire, lasciai cadere un cero che accese la miccia che sporgeva da sotto una delle botti piccole. Saltai nella navicella, tagliai la cima che la tratteneva e e salii con grande rapidità. Alla partenza il barometro segnava 30 pollici, e il termometro 19 gradi.

Salito a 50 yarde di altezza fui colpito da un uragano di fuoco spaventoso, misto a legno e brandelli di carne umana.

Capii allora di avere esagerato con la polvere da sparo. Fui sbalzato fuori dalla navicella, rimasi impigliato in una corda che sporgeva e mi trovai sospeso nel vuoto. Respiravo a fatica, una febbere ardente mi divorava, gli occhi sembravano schizzarmi dalle orbite, avevo la nausea e persi conoscenza riprendendola solo dopo alcune ore. Mi ritrovai a un'altezza vertiginosa sopra l'oceano, a testa in giù. Dopo molti sforzi ripresi coraggio e rientrai nella navicella. Il pallone non aveva subito alcun danno."

Pfaal si lascia andare a considerazioni e calcoli numerici sulla distanza tra la Terra e La Luna al Perigeo, sulle misure dei diametri dei due corpi celesti, sulla pressione dell'aria e sulla sua rarefazione raggiungendo altezze sempre maggiori (c'e' un punto dello spazio in cui non c'è piu' aria?), confessando che fino a quel momento l'altezza raggiunta da una spedizione aeronautica era stata di soli 25.000 piedi.

Un'altra sua preoccupazione sono i disturbi che dovesse provocare la diminuzione della pressione atmosferica: malessere, sanguinamento dal naso e altri sintomi allarmanti. Si consola pensando alla sua robusta costituzione.

Dopo 6 ore e 20 minuti, il barometro indica 26.400 piedi. Vede il mare calmo, le navi non sono più visibili.

Comincia a sentire un po' di mal di testa.

Il pallone su cui viaggia Hans Pfaall

Dopo 7 ore meno venti il pallone entra in una nuvola che gli causa parecchie noie. Il suo condensatore viene danneggiato ed egli si bagna fino alle ossa. Getta fuori un po' di zavorra.

Un lampo accecante attraversa la nuvola e l'incendia, con grave rischio per il pallone.

Comincia a salire molto rapidamente e alla settima ora comincia a provare difficoltà di respirazione e mal di testa, emorragia dalle orecchie.

Sente gli occhi schizzare fuori dalle orbite, e anche gli oggetti sulla navicella gli sembrano deformati. Gettando zavorra sale più rapidamente peggiorando i sintomi, anche i suoi piccioni cominciano a mostrare disagio. Pensa che ormai sia tutto perduto, e che morirà. Con una lama si provoca un salasso e si sente meglio. La sua gatta addirittura partorisce 5 piccoli.

Dopo 8 ore raggiunge 17.000 piedi. Ogni tanto tornano i gravi disturbi già provati. Decide di cominciare a usare l'apparecchio condensatore. La vista della Terra è magnifica, non si notano tracce della presenza di nessuna città. Poichè i piccioni sembrano soffrire, decide di liberarli. La gatta e i gattini sembrano non soffrire.

Alle 8 e un quarto mette in funzione il condensatore, utilizzando anche una specie di tenda di caucciù impermeabile munito di parti trasparenti per poter vedere al di fuori.

Facendo il vuoto nell'apparecchio, l'aria rarefatta dell'esterno viene attirata sotto la tenda. Varie operazioni rendono l'aria respirabile. Nel frattempo Pfaal si rende conto dei rischi che corre e delle imprudenze commesse. Comincia a sentirsi meglio. Alle nove meno venti si trova a 132.000 piedi (25 miglia). A dieci ore dalla partenza la velocità continua a crescere.

Il dover dormire lo preoccupa tanto che inventa un sistema di programmazione dei risvegli ogni ora in modo da rinnovare la provvista di aria.

3 aprile – Vede che il pallone ha raggiunto una grande altezza, e si mostra con evidenza la convessità della Terra. Il cielo è nero e le stelle scintillanti.

4 aprile - La convessità della Terra è sempre piu' evidente, il freddo e' diminuito.

5 aprile - Vede il Sole che si leva quando ancora è buio sulla Terra. Temperatura moderata.

6 aprile - Verso la notte il limite dell'orizzonte si ingrandisce e nota la forma di sfera schiacciata ai poli della Terra.

7 aprile - Vede il polo, che considera l'unica parte della Terra ancora inesplorata, dove si trova una depressione circolare.

8 aprile - Nota che la terra sotto di lui si sta rimpicciolendo alla vista.

9 aprile - Il diametro della Terra è diminuito visibilmente.

10 aprile - Un gran rumore lo sveglia. Teme che il pallone abbia ceduto, ma anche dopo attenta verifica non riesce a capire cosa lo abbia provocato.

11 aprile - Nota per la prima volta che la Luna gli appare più grande, deve condensare nella camera altra aria per poter respirare.

12 aprile - La navicella oscilla per un cambio di direzione tenendosi sul piano dell'ellisse lunare.

13 aprile. - Un nuovo allarme per un rumore simile a quello provato qualche giorno prima.

14 aprile - Il diametro della Terra si mostra sempre più piccolo. La Luna rimane sempre direttamente sopra il pallone, e non la può vedere.

15 aprile - Pfaal non distingue più il contorno dei continenti e dei mari sulla Terra. Di nuovo quel rumore lacerante.

16 aprile - Guardando in su comincia a vedere il bordo della Luna, segno che si sta avvicinando. Un meteorite passa vicino al pallone. Il lavoro per produrre aria è diventato incessante.

17 aprile - Dopo un breve sonno vede che la superficie planetaria sopra di lui sottende ormai 39 gradi. Spaventato, pensa che il pallone sia scoppiato e tutto stia precipitando. Ma riflettendo comprende che sopra di lui ora c'è la superficie della Terra e il corpo celeste sotto di lui ora è la Luna.

Comincia ad osservare la superficie lunare con le sue asperità ma non vede né mari né fiumi. Vede invece vaste pianure e montagne coniche. L'aspetto ricorda molto i Campi Flegrei. Si nota attività eruttiva.

18 aprile - La Luna è sempre più grande, e Pfaal si sente confortato nella sua idea che la Luna abbia un'atmosfera. Questo gli consentirebbe di evitare una rovinosa caduta sulla superficie.

19 aprile - Con grande gioia, verso le nove il pistone del condensatore dà evidenti sintomi di alterazione dell'atmosfera. Alle 10 la densità dell'aria risulta aumentata. A mezzogiorno Pfaal comprende che non serve più, apre la tenda di caucciù e libera la navicella. Ha ancora qualche disturbo ma confida che dureranno poco.

La caduta é violenta, nonostante egli si sbarazzi di gran parte della zavorra e degli oggetti personali.

Precipita nel bel mezzo di una città di aspetto fantastico e in mezzo a una moltitudine di piccoli personaggi, che lo accolgono senza una parola e senza prestare alcun aiuto, ma osservandolo con strane smorfie. La Terra è fissa e immobile in mezzo al cielo. Non vi si riconoscono particolari di nota.

Pfaal nella lettera continua il suo racconto:

"Avrei tante cose da raccontare, in particolare sugli abitanti della Luna che hanno strane caratteristiche. Sono sporchi, non hanno le orecchie e quindi non hanno una lingua vera e propria. Uno stretto rapporto unisce ciascun terrestre con ciascun abitante della Luna.

Chiedo pero' che mi siano condonati i debiti contratti prima di partire e di essere perdonato per la morte dei miei creditori, saltati in aria alla mia partenza. Il latore della presente è un abitante della Luna che aspetta istruzioni e il perdono richiesto.

Ho l'onore di essere il vostro umile servitore

HANS PFAAL"

Così termina la lettera che provoca grande meraviglia. Nei giorni seguenti però comincia ad affiorare qualche dubbio ....

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