SIDEREUS NUNCIUS
e varie lettere a Benedetto Castelli e Giuliano de' Medici

Il primo uomo che puntò un telescopio al cielo, con il preciso scopo di svolgere un'indagine scientifica, fu il pisano Galileo Galilei.
Nei testi divulgativi di astronomia sono spesso ricordate le intuizioni che Galileo ha sviluppato con il supporto delle prime osservazioni al telescopio.
Considerando la scarsa tecnologia ottica, esprimendoci in termini attuali, di cui poteva disporre Galileo, è interessante chiedersi come si sarebbe trovato il grande pisano se avesse potuto disporre dell'attrezzatura media di un astrofilo moderno, diciamo un rifrattore da 10 cm di apertura o uno Schmidt-Cassegrain da 20 cm.
Oppure, non potrebbe essere interessante per l'astrofilo di oggi, con i suoi mezzi investigativi, rileggere il resoconto delle osservazioni di Galileo e metterle a confronto con le osservazioni eseguite in proprio?

Commento di Paolo Morini

Tutte le immagini sono di Nereo Pelco.
Strumentazione: Celestron C8 al fuoco diretto e con barlow 2X, Camedia 5050, webcam Toucam Pro, elaborazione Registax
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LA LUNA:
Nel quarto o quinto giorno dopo la congiunzione, quando la Luna ci mostra i corni splendenti, il termine di divisione tra la parte scura e la chiara non si stende uniformemente secondo una linea ovale, come accadrebbe in un solido perfettamente sferico, ma è tracciato da una linea ineguale, aspra e assai sinuosa. Infatti molte luminosità come escrescenze si estendono oltre i confini della luce e delle tenebre, e per contro alcune particelle oscure si introducono nella parte illuminata. Di più: anche gran copia di piccole macchie nerastre, del tutto separate dalla parte oscura, cospargono quasi tutta la plaga già illuminata dal Sole, eccettuata soltanto quella parte che è cosparsa di macchie grandi e antiche. Notammo pure che le suddette piccole macchie concordano, tutte e sempre, in questo: nell'avere la parte nerastra volta al luogo del Sole; nella parte opposta al Sole invece sono coronate da contorni lucentissimi, quasi montagne accese. Uno spettacolo simile abbiamo sulla Terra verso il sorgere del Sole quando vediamo le valli non ancora illuminate e splendenti i monti che le circondano dalla parte opposta al Sole: e come le ombre delle cavità terrestri di mano in mano che il Sole si innalza si fanno più piccole, così anche queste macchie lunari, al crescere della parte luminosa, perdono le tenebre.

GIOVE:
All'ora terza cominciò ad apparire anche una terza stellina, prima non vista, che dalla parte orientale quasi toccava Giove, ed era molto piccola. Tutte erano sulla medesima retta e disposte secondo la linea dell'eclittica.
Il giorno tredici furono da me viste per la prima volta quattro stelle nella seguente posizione rispetto a Giove: tre erano ad occidente e una ad oriente: formavano all'incirca una linea retta; ché quella che era in mezzo tra le occidentali si scostava di poco dalla retta verso settentrione.

La orientale era distante da Giove due minuti, e gli intervalli delle rimanenti e di Giove eran di un sol minuto ciascuno. Tutte le stelle mostravano la stessa grandezza e, benché piccole, erano tuttavia lucentissime e di gran lunga più splendenti delle fisse di egual grandezza. Il giorno quattordici il tempo fu nuvoloso.


SATURNO:


A GIULIANO DE' MEDICI IN PRAGA
(Firenze, 13 novembre 1610)
«Altissimum planetam tergeminum observavi».
Questo è, che Saturno, con mia grandissima ammirazione, ho osservato essere non una stella sola, ma tre insieme, le quali quasi si toccano; sono tra di loro totalmente immobili, e costituite in questa guisa oOo; quella di mezzo è assai più grande delle laterali; sono situate una da oriente e l'altra da occidente, nella medesima linea retta a capello; non sono giustamente secondo la dirittura del zodiaco, ma la occidentale si eleva alquanto verso borea; forse sono parallele all'equinoziale. Se si riguarderanno con un occhiale che non sia di grandissima multiplicazione, non appariranno 3 stelle ben distinte, ma parrà che Saturno sia una stella lunghetta in forma di una uliva, così (_); ma servendosi di un occhiale che multiplichi più di mille volte in superficie, si vedranno li 3 globi distintissimi, e che quasi si toccano, non apparendo tra essi maggior divisione di un sottil filo oscuro. Or ecco trovata la corte a Giove, e due servi a questo vecchio, che l'aiutano a camminare né mai se gli staccano dál fianco. Intorno a gl'altri pianeti non ci è novità alcuna.

VENERE:
A GIULIANO DE' MEDICI IN PRAGA

(Firenze, I° gennaio 1611)

Sapranno dunque come, circa 3 mesi fa, vedendosi Venere vespertina, la cominciai ad osservare diligentemente con l'occhiale, per veder col senso stesso quello di che non dubitava l'intelletto.La veddi dunque, sul principio, di figura rotonda, pulita e terminata, ma molto piccola: di tal figura si mantenne sino che cominciò ad avvicinarsi alla sua massima digressione, tutta via andò crescendo in mole. Cominciò poi a mancare dalla rotondità nella sua parte orientale e aversa al sole, e in pochi giorni si ridusse ad essere un mezo cerchio perfettissimo; e tale si mantenne, senza punto alterarsi, sin che cominciò a ritirarsi verso il sole, allontanandosi dalla tangente. Ora va calando dal mezo cerchio e si mostra cornicolata, e anderà assottigliandosi sino all'occultazione, riducendosi allora con corna sottilissime; quindi passando ad apparizione mattutina, la vedremo pur falcata e sottilissima, e con le corna averse al sole; anderà poi crescendo sino alla massima digressione, dove sarà semicircolare, e tale, senza alterarsi, si manterrà molti giorni; e poi dal mezo cerchio passerà presto al tutto tondo, e così rotonda si conserverà poi per molti mesi.
MARTE:
A BENEDETTO CASTELLI IN BRESCIA
(Firenze, 30 dicembre 1610)


Quanto a Marte, non ardirei di affermare niente di certo; ma osservandolo da quattro mesi in qua, parmi che in questi ultimi giorni, sendo in mole a pena il terzo di quello che era il Settembre passato, si mostri da oriente alquanto scemo, se già l'affetto non m'inganna, il che non credo. Pure meglio si vedrà al principio di Febraio venturo, intorno al suo quadrato; se bene, per l'apparire egli così piccolo, difficilmente si distingue la sua figura, se sia perfetta rotonda o se manchi alcuna cosa. Ma Venere la veggo così spedita e terminata quanto l'istessa luna, mostrandomela l'occhiale di diametro uguale al semidiametro di essa luna veduta con l'occhio naturale.


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