Albino Carbognani
Raffaello Braga
UAI - Sezione Pianeti
albino@fis.unipr.it
rafbraga@tin.it
Introduzione
Il
transito di uno dei due pianeti interni sul disco solare è
un evento astronomico abbastanza raro [1]. Considerata l’inclinazione
dei rispettivi piani orbitali sull’eclittica (7° per Mercurio
e 3.4° per Venere), il transito occorre solo se il pianeta
si trova in prossimità del nodo, ascendenteo discendente,
dell’orbita che descrive attorno al Sole. I transiti del pianeta
più interno del Sistema Solare possono verificarsi
solo durante i mesi di maggio o novembre perché
sono questi i periodi in cui Mercurio attraversa i nodi, rispettivamente
ascendente e discendente, dell’orbita. Nei transiti di novembre
Mercurio è prossimo al perielio e mostra un diametro
apparente di soli 10", durante i transiti di maggio,
il pianeta è vicino all’afelio e il diametro sale a
12".
Gli osservatori
hanno potuto assistere agli ultimi transiti di Mercurio il
15 novembre 1999 e il 7 maggio 2003 [2, 3, 4].
I
transiti di Venere possono avvenire solo in giugno e dicembre
(rispettivamente al nodo discendente e ascendente), e
sono molto più rari: l’ultimo si è verificato
nel 1882 e il prossimo si verificherà l’8 giugno del
2004 (tabella 1). I transiti avvengono a coppie con una periodicità
di 121.5 e 105.5 anni (alternativamente), tra l’ultimo evento
di una coppia e il primo di quella successiva. I due transiti
di una coppia sono separati da un intervallo
di 8 anni [5, 6, 7].
Percorsi
dei transiti di Venere
sul disco solare, dal 1761 al 2012.
Misurare
l’Unità Astronomica
In
passato, il transito dei pianeti inferiori sul disco solare
era uno dei metodi utilizzati dagli astronomi per ricavare
con una certa precisione il valore della distanza media Terra-Sole,
in altre parole l’Unità Astronomica (UA). Dal punto
di vista storico il metodo fu proposto per primo da Halley
nel 1716, in un articolo inviato alla Royal Society. A questo
scopo erano organizzate spedizioni nei più remoti
angoli della Terra, superando difficoltà logistiche
e organizzative facilmente immaginabili. Oggi il valore dell’Unità
Astronomica è noto con grande precisione (±1
km), grazie all’impiego di tecniche radar applicate dal 1961,
e l’osservazione di un transito ha perso una parte della sua
valenza scientifica, benché possa essere interessante
dal punto di vista didattico. Il principio del metodo è
il seguente.
I transiti di Venere dal 1631 al 2255.
DATA
|
Durata
(hh:mm)
|
Visibilità
dall’Italia
|
7 dicembre
1631
|
03:05
|
Parziale
|
4 dicembre
1639
|
06:52
|
Parziale
|
6
giugno 1761 |
06:27
|
Parziale
|
3
giugno 1769 |
06:28
|
Non
visibile
|
9 dicembre
1874
|
04:44
|
Non
visibile |
6 dicembre
1882
|
06:09
|
Parziale
|
8
giugno 2004 |
06:01
|
Totale
|
6 giugno
2012
|
06:45
|
Parziale
|
11
dicembre 2117 |
05:44
|
Non
visibile |
8
dicembre 2125 |
05:15
|
Parziale
|
11
giugno 2247 |
05:33
|
Totale
|
9
giugno 2255 |
07:03
|
Parziale
|
Supponiamo,
per semplicità, che il Sole, Venere e due osservatori
terrestri P e Q giacciano sullo stesso piano. P e Q misurano
i tempi di transito sul disco solare per due località
terrestri poste a latitudini diverse. Da questi tempi
si risale alle lunghezze apparenti delle corde percorse sul
disco solare e quindi all’angolo che le separa. Questo angolo
coincide con quello sotteso dal segmento dalla distanza fra
P e Q, dPQ, se visto da Venere. Il valore reale della distanza
dPQ in chilometri si calcola agevolmente note le coordinate
geografiche di P e Q, quindi si può stimare subito
la distanza Terra-Venere. Infatti, misurando · in radianti
e trascurando il raggio terrestre, la distanza Terra-Venere
è data da:
(1)
Nota
dalla
(1), trascurando la piccola eccentricità delle orbite
planetarie e usando la terza legge di Keplero scritta per
le orbite della Terra e di Venere, possiamo conoscere
subito la distanza Terra-Sole, cioè l’Unità
Astronomica. Si trova:
(2)
Nella
(2),
e
sono, rispettivamente, i periodi di rivoluzione attorno
al Sole della Terra e di Venere (365.25 e 224.63 giorni solari
medi). Il punto cruciale di tutto il metodo è la misura
dell’angolo a. Per esempio,
anche con una distanza PQ dell’ordine di 6000 km, Mercurio
è troppo distante dalla Terra durante il transito,
l’angolo a è piccolo
(circa 10 secondi d'arco) ed è più difficile
misurarlo con precisione.perciò
interessante cercare di osservarlo a occhio nudo attraverso
un filtro solare.
Per Venere invece, a è
dell’ordine di 30 secondi d’arco, un valore che consente una
maggiore precisione della misura.
Figura
2. Geometria semplificata per il calcolo del valore dell’Unità
Astronomica
usando il metodo dei transiti di Venere. Il disegno non è
in scala.
Figura 3. Illustrazione del transito di Venere dell’8 giugno
2004. Il nord solare è in alto, il bordo p a destra.
Sono rappresentate le posizioni del pianeta al secondo e al
terzo contatto. La posizione delle macchie è immaginaria,
mentre le dimensioni dei dischi del Sole e di Venere, sono
in scala.
Il
transito di Venere dell’8 giugno 2004
Il
prossimo transito di Venere sarà quello dell’8 giugno
2004 e avrà una durata di circa 6 ore. Si tratterà
di un transito particolarmente favorevole perché
visibile dall’Italia per l’intera sua durata, una circostanza
che non si verificherà più sino al 2247.
Per l’Italia, i contatti avverranno nella seguente successione:
Primo
contatto 05:20 TU
Secondo
contatto 05:39 TU
Terzo contatto 11:05 TU
Quarto contatto 11:23 TU
Gli
istanti esatti variano di pochi secondi tra le diverse località
italiane. Per ottenere l’ora in vigore sommare due ore ai
tempi dati. L’altezza del Sole sull’orizzonte è riportata
nella tabella 2. Durante il transito, il diametro apparente
di Venere sarà di 57.8 secondi d’arco, e sarà
perciò interessante cercare di osservarlo a occhio
nudo attraverso un filtro solare. Osservando dall’Italia,
l’ingresso di Venere avverrà sul bordo sud-est del
Sole con un angolo di posizione (contato da nord verso est)
di circa 118°, mentre l’egresso avverrà sul bordo
sud-ovest attorno a 216°: Venere sembrerà quindi
percorrere una corda sovrapposta
all’emisfero sud del Sole.
Tabella
2. Altezza di Venere sull’orizzonte, in gradi, per le località
e gli istanti indicati.
Contatto |
Primo |
Secondo
|
Terzo
|
Quarto
|
Località
|
07:20
|
07:39
|
13:05
|
13:23
|
Milano |
15,4° |
18,7° |
67° |
67,2° |
Roma |
16,4° |
19,8° |
70,6° |
70,5° |
Palermo |
16,3° |
20° |
74,5° |
74,1° |
Come
osservare il transito di Venere
L’osservazione
di un transito di Venere è equivalente a un’osservazione
solare, quindi si utilizzano gli stessi strumenti e accorgimenti
[1, 8]. Teoricamente il transito sarebbe visibile a occhio
nudo, poiché il pianeta avrà un diametro apparente
di quasi un primo d’arco, tuttavia un binocolo sarà
già in grado di offrire una vista del fenomeno più
soddisfacente e interessante. Per quanto riguarda i telescopi
non sono necessarie grandi aperture (60 mm possono essere
sufficienti), ma ottiche dotate di un buon contrasto e poco
sensibili alla turbolenza atmosferica. Un piccolo rifrattore
in questi casi è la scelta migliore. Per prima cosa
è necessario procurarsi un filtro solare a tutta apertura,
in grado di attenuare a valori accettabili per l’occhio le
radiazioni ultraviolette, ottiche e infrarosse emesse dal
Sole (un economico filtro in Astrosolar® va benissimo).
Con il filtro davanti all’obiettivo del telescopio, meglio
se su montatura equatoriale motorizzata, sarà possibile
seguire agevolmente il transito. L’osservazione contemporanea
da parte di più persone può essere possibile
utilizzando un rifrattore e il metodo della proiezione.
Si noterà subito che il disco di Venere è molto
più scuro dei nuclei d’ombra delle macchie solari.
Questo fenomeno non è sorprendente se si pensa che
le macchie solari sono regioni della fotosfera che si trovano
a una temperatura di circa 4000-5000 K [9]. Osservando visualmente
si potranno prendere i tempi del fenomeno, ingrandendo l’immagine
il più possibile compatibilmente con le condizioni
di seeing (da stimare secondo la scala di Antoniadi). In un
transito sono quattro i tempi da misurare: due all’inizio
del fenomeno quando i dischi del pianeta e del Sole sono tangenti
esterni e interni (I e II contatto) e due alla fine quando
i dischi ritornano a essere tangenti interni ed esterni (III
e IV contatto). Di solito il primo contatto è il più
incerto perché non si riesce a osservare il pianeta
che si avvicina al bordo solare. Per lo stesso motivo anche
il quarto contatto può essere molto difficile da determinare
con una buona accuratezza. I tempi più accurati sono
quelli del II e del III contatto. Per risolvere il problema
della misura dei tempi del primo e quarto contatto si può
osservare utilizzando un filtro solare centra-to sulla riga
H-a dell’idrogeno (656.3
nm): in questo modo Venere sarà ancora visibile sulla
cromosfera sia prima sia dopo l’uscita dalla fotosfera.
Oltre
alle osservazioni visuali si possono utilizzare telecamere/webcam
CCD per registrare le fasi principali del fenomeno, specie
nei momenti dei contatti con il disco solare. Poiché
l’ultimo transito si è verificato nel 1882, non esistono
immagini CCD di Venere sul disco solare. Prima di iniziare
le riprese è bene calibrare temporalmente il sistema
regolando l’eventuale l’orologio della videocamera con una
sorgente di tempo sincronizzata con il tempo atomico internazionale,
in modo da poter ricostruire con più cura, a posteriori,
i tempi dei contatti. In alternativa, prima di iniziare, si
può riprendere il quadrante di un orologio sincronizzato.
Immagini in alta risoluzione possono essere ottenute con le
comuni webcam, a patto di riprendere filmati brevi, altrimenti
l’immagine finale del disco di Venere (somma di diversi frame),
rischia di diventare mossa. La velocità angolare di
Venere sul disco solare sarà di 3 secondi d’arco/minuto,
quindi per avere un “mosso” di 1 secondo d’arco la durata
massima del filmato è di soli 20 secondi. La media
dei migliori frame del filmato permetterà di eliminare
parzialmente l’effetto della turbolenza atmosferica ottenendo
immagini più dettagliate di quelle ottenibili con la
comune pellicola fotografica.
Figura
4. Una ripresa (media di 40 frame), del transito di Mercurio
del 7 maggio 2003 ottenuta alle 08:27 UT con una webcam applicata
al fuoco diretto di un Maksutov da 127 mm di diametro (f/11.8),
dotato di filtro solare in Astrosolar®. Notare come il
disco di Mercurio sia più scuro dell’ombra della macchia
solare in basso a destra. Venere si presenterà con
un diametro del disco 5 volte superiore (Immagine di Albino
Carbognani).
Progetti
osservativi
La
misura dei tempi di contatto è lo scopo ‘scientifico’
principale dell’osservazione del transito e quello su cui
si focalizza il progetto ESO rivolto a tutti gli osservatori
(vedi più oltre) e cui partecipa anche l’UAI. Una volta
note le proprie coordinate geografiche, sincronizzato il proprio
cronometro e prese tutte le precauzioni per seguire il transito
in sicurezza, l’osservatore deve:
-determinare
il momento in cui il disco di Venere ‘tocca’ il lembo solare
(primo contatto)
-determinare il momento in cui il disco di Venere termina
di attraversare il bordo solare e viene a trovarsi completamente
all’interno del disco del Sole (secondo contatto)
-determinare il momento in cui il disco di Venere ‘tocca’
il lembo solare dalla parte opposta della traiettoria di
attraversamento (terzo contatto)
-determinare il momento in cui il disco di Venere lascia
il disco del Sole (quarto contatto).
Attualmente
il rilevamento dei tempi di contatto di un transito può
essere utile per ottenere una misura precisa del diametro
del Sole. Ci sono serie di osservazioni che indicano una variazione
del raggio solare di 0.4” (0.02%) lungo il ciclo magnetico
di 22 anni, con il massimo delle dimensioni coincidente
con la massima frequenza delle macchie. Naturalmente sono
necessarie misure accurate su un lungo periodo per poterlo
dire con sicurezza [10]. La registrazione dell’aspetto di
Venere durante il transito tramite disegni, note scritte,
riprese fotografiche e video è l’altro aspetto interessante
dell’osservazione, soprattutto in riferimento al fenomeno
della ‘goccia nera’, che purtroppo limita la precisione della
determinazione della parallasse [11]. Un altro fenomeno che
sarà possibile osservare, durante la fase di ingresso
e di uscita, è quello dell’illuminazione del bordo
di Venere al di fuori del disco solare, causato dalla rifrazione
e diffusione della radiazione solare attraverso l’atmosfera
del pianeta [8].
Conclusioni
Le
osservazioni del transito, comprensive delle registrazioni
video e fotografiche, possono essere inviate a Raffaello Braga,
coordinatore del programma Venere. Le registrazioni video
e fotografiche vanno inviate su CD ROM. È necessario
indicare luogo e tecnica di osservazione usata e descrivere
con cura i principali risultati ottenuti riportando i tempi
dei quattro contatti almeno con la precisione del secondo.
Bibliografia
[1] Maunder
M., Moore P., Transit, Springer, London, 2000
[2] Carbognani
A., Astronomia UAI, 1, (gennaio-febbraio), 10-12 (2000)
[3] Carbognani
A., Astronomia UAI, 3, (maggio-giugno), 63-65 (2003)
[4] AAVV, Astronomia
UAI, 4, (luglio-agosto), 36-38 (2003)
[5] Maor Eli,
June 8, 2004 -Venus in transit, Princeton University
Press, 2000
[6] Sheehan
W., Westfall J.E., The transits of Venus, Prometheus
Books, 2004
[7] Sheehan
W., Sky & Telescope, 107, 2 (February), 47-54 (2004)
[8] Price F.W.,
The Planet Observer’s Handbook, cap. 6, Cambridge University
Press, 1994
[9] Carbognani
A., Astronomia UAI, 1, (gennaio-febbraio), 14-17 (2004)
[10] Roth J.,
Sky & Telescope, 91, 4 (April), 15-16 (1996)
[11] Calanca
R., Le Stelle, (maggio) 46-51 (2003)
Il transito
di Venere sul Sole dell’8 giugno 2004
APPENDICE:
IL TRANSITO IN INTERNET
Il
transito di Venere del prossimo 8 giugno è l’oggetto
di parecchi siti Internet che raccolgono una mole notevole
di materiale informativo, storico, scientifico e pratico sull’evento,
al punto da rendere quasi superflui gli articoli sulle riviste
del settore astronomico. L’elenco dei siti sarebbe lunghissimo,
ci limitiamo perciò a segnalare soltanto i più
importanti per l’astronomo dilettante
o
semplicemente per chi volesse soddisfare la propria curiosità
sull’evento. L’European Southern Observatory (ESO) ha un sito
Internet che fungerà da riferimento a livello mondiale
per l’osservazione del transito (anche in diretta attraverso
link a osservatòri in tutta la zona di visibilità)
e per la raccolta dei dati che arriveranno dagli osservatòri
professionali e dagli astronomi dilettanti. L’indirizzo è
http://www.vt-2004.org/.
Per partecipare
alla raccolta dei dati è necessario seguire le indicazioni
date dall’ESO e registrarsi alla pagina http://www.vt-2004.org/participate/.
La partecipazione
richiede a ogni osservatore la conoscenza esatta delle proprie
coordinate geografiche, reperibili, per ogni località,
sul sito
http://www.heavens-above.com/countries.asp
oppure su http://ssd.jpl.nasa.gov/cgi-bin/eph.
Materiale storico
(in italiano) estremamente interessante sui fenomeni osservabili
durante il transito, e in particolare sul fenomeno della
cosiddetta ‘goccia nera’ (black drop) si trovano sul sito
Internet del Dipartimento di Astronomia dell’Università
di Bologna, all’indirizzo http://www.bo.astro.it/~biblio/Horn/dicembre3.htm
Più in
generale, sulla storia delle osservazioni dei transiti di
Venere consigliamo di visitare i seguenti siti:
in francese:
http://www.imcce.fr/ephem/passage/html/histoire.html
in italiano:
http://www.coelum.com/calanca/i_transiti_di_venere.htm
Gli istanti
e le circostanze del fenomeno per tutte le principali località
del mondo sono stati calcolati dal Bureau des Longitudes e
sono riportati in dettaglio sul sito: http://www.imcce.fr/ephem/passage/html_passage/P2004Observ
atoiresnew.html
Gli aspetti
astronomici del transito di Venere e una spiegazione dettagliata
sull’utilizzo delle osservazioni per la determinazione della
parallasse solare col metodo dei transiti (in inglese) si
possono scaricare dai siti: http://eclipse.astronomie.info/transit/venus/project2004/pub/
Blatter.etal.eng.200306.pdf
http://wwwrc.obsazur.fr/cerga/mignard/TRANSITS/venus_
contact.pdf
Infine, consigli
utili per l’osservazione del Sole -e quindi dei transiti -
in sicurezza sono riportati dal Solar Eclipse Safety Code
alla pagina http://www.eclipse.org.uk/safety.htm
I filtri solari
sono venduti dalla maggior parte dei dettaglianti di prodotti
astronomici, in genere a un costo assai contenuto.
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