Transito di Mercurio 1861
Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.
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<br>L’atmosfera era estremamente calma e la rottura del sottile disco è avvenuta con molta tranquillità, lasciando due cuspidi molto ben definite. Il bordo esterno del Sole appariva in un sottile filo di luce, prima della rottura, molto più debole della regione diametralmente opposta del pianeta. <br>Il pianeta risultava molto più scuro delle regioni centrali delle macchie solari e il modo in cui terminava mi lascia pensare che in realtà tali regioni della fotosfera siano terminate in maniera molto poco definita e siano caratterizzate da un notevole trasporto di materia nelle regioni esterne. Negli intervalli fra una nuvola e l’altra, durante il passaggio, ho misurato molte distanze e posizioni del pianeta rispetto al bordo del disco solare. <br>Ho condotto inoltre 9 misure del diametro del pianeta: il loro risultato è 9.077’’, con un errore di 0.189’’. E’ notevole il fatto che la durata del transito fornisce per questa grandezza una misura di 9.165’’. <br>Questo risultato è differente da quello riportato nelle tavole. Un anno fa ottenni da altre misure un diametro ancora inferiore, 8.91’’. Propongo di condurre ulteriori misure di questa grandezza, nonostante sia abbastanza difficile a causa della terminazione del disco di Mercurio, sempre molto poco definita, soprattutto nelle estreme propaggini. <br> | <br>L’atmosfera era estremamente calma e la rottura del sottile disco è avvenuta con molta tranquillità, lasciando due cuspidi molto ben definite. Il bordo esterno del Sole appariva in un sottile filo di luce, prima della rottura, molto più debole della regione diametralmente opposta del pianeta. <br>Il pianeta risultava molto più scuro delle regioni centrali delle macchie solari e il modo in cui terminava mi lascia pensare che in realtà tali regioni della fotosfera siano terminate in maniera molto poco definita e siano caratterizzate da un notevole trasporto di materia nelle regioni esterne. Negli intervalli fra una nuvola e l’altra, durante il passaggio, ho misurato molte distanze e posizioni del pianeta rispetto al bordo del disco solare. <br>Ho condotto inoltre 9 misure del diametro del pianeta: il loro risultato è 9.077’’, con un errore di 0.189’’. E’ notevole il fatto che la durata del transito fornisce per questa grandezza una misura di 9.165’’. <br>Questo risultato è differente da quello riportato nelle tavole. Un anno fa ottenni da altre misure un diametro ancora inferiore, 8.91’’. Propongo di condurre ulteriori misure di questa grandezza, nonostante sia abbastanza difficile a causa della terminazione del disco di Mercurio, sempre molto poco definita, soprattutto nelle estreme propaggini. <br> | ||
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Versione delle 09:48, 31 gen 2011
Il transito di Mercurio osservato da Roma
Il Transito di Mercurio, 11 Novembre 1861
(Estratto da una lettera inviata da padre Secchi all’Astronomo Reale, datata 16 novembre 1861, Roma)
Il passaggio di Mercurio sul disco solare è stato osservato in condizioni molto favorevoli, ma quasi per miracolo, poiché il cielo era coperto da nuvole. Alcuni dettagli saranno resi noti sul Comptes Rendus e ancora altri su Astronomische Nachrichten. Ma all’Astronomical Society non dispiacerà certo ricevere subito i principali risultati, che sono così riassunti:
Contatto interno, Tempo siderale (Roma) | 13h 35m 6.29s |
Contatto interno, Tempo medio (astronomico) (Roma) | 22h 9m 9.45s |
Centro (stima), Tempo siderale | 13h 36m 10.19s |
Contatto esterno, Tempo siderale | 13h 37m 14.09s |
L’atmosfera era estremamente calma e la rottura del sottile disco è avvenuta con molta tranquillità, lasciando due cuspidi molto ben definite. Il bordo esterno del Sole appariva in un sottile filo di luce, prima della rottura, molto più debole della regione diametralmente opposta del pianeta.
Il pianeta risultava molto più scuro delle regioni centrali delle macchie solari e il modo in cui terminava mi lascia pensare che in realtà tali regioni della fotosfera siano terminate in maniera molto poco definita e siano caratterizzate da un notevole trasporto di materia nelle regioni esterne. Negli intervalli fra una nuvola e l’altra, durante il passaggio, ho misurato molte distanze e posizioni del pianeta rispetto al bordo del disco solare.
Ho condotto inoltre 9 misure del diametro del pianeta: il loro risultato è 9.077’’, con un errore di 0.189’’. E’ notevole il fatto che la durata del transito fornisce per questa grandezza una misura di 9.165’’.
Questo risultato è differente da quello riportato nelle tavole. Un anno fa ottenni da altre misure un diametro ancora inferiore, 8.91’’. Propongo di condurre ulteriori misure di questa grandezza, nonostante sia abbastanza difficile a causa della terminazione del disco di Mercurio, sempre molto poco definita, soprattutto nelle estreme propaggini.
1) il transito avvenne il 12 novembre (e non l'11), iniziò (primo contatto) alle ore 6:19:01 (locali) (*) 2) l'inizio NON fu visibile da Roma poiché Sole e Mercurio stavano (di poco) sotto l'orizzonte) 3) il terzo contatto (quello che è chiamato contatto interno) è avvenuto alle 10:18:43 (ore locali) 4) il quarto contatto (indicato come contatto esterno) avvenne alle 10:20:55 (ore locali) 5) tutto il transito ebbe una durata complessiva di 4 ore 1 minuto e 54 secondi 6) Il tempo siderale all'ora del quarto contatto era 12h 46m 51,6s
Nota 1- Il giorno siderale non coincide con quello solare, ma ha inizio con la culminazione del punto gamma; il punto gamma culminò l'11 novembre 1861 intorno alle 20:45. Nota- Appare evidente che il Secchi conta le ore dal mezzogiorno e non dalla mezzanotte e questo giustifica anche la data, 11 e non 12. Prima del 1925 si distingueva tra tempo medio civile e tempo medio astronomico cominciando il giorno civile ... alla mezzanotte media e il giorno astronomico ... al mezzogiorno medio. Il padre Secchi usava quindi il tempo medio astronomico. Va del resto ricordato che anche il giorno giuliano, usato soprattutto dagli astronomi, ha inizio a mezzogiorno, non a mezzanotte. |
Note importanti riguardanti gli orari del transito
Il transito di Mercurio osservato da Padova
La riproduzione della comunicazione dei dati del Transito di Mercurio, effettutata dagli astronomi dell'Osservatorio di Padova Almerico Da Schio, Giacomo Michez e Enrico Nestore Legnazzi. Tratto da Astronomiche Nachrichten, Vol. 57, pag. 3.
Comprende anche i dati dell'osservazione della cometa Encke negli ultimi giorni del 1861.
Virgilio Trettenero: matematico e astronomo italiano.
Nel 1853 fu nominato aggiunto calcolatore astronomo all'osservatorio astronomico di Padova diretto da Giovanni Santini.
Dal 1859 al 1863 fu titolare della cattedra di Fisica nella facoltà di matematica e direttore del gabinetto di Fisica. Nello stesso periodo Trettenero fu nominato professore straordinario di Astronomia nella facoltà filosofica.
L'opera di Trettenero, si concentrò sull'osservazione di asteroidi e comete e sul calcolo delle orbite in riferimento all'azione perturbatrice dei pianeti del Sistema solare.
Il suo nome è legato alla realizzazione dei Cataloghi stellari Padovani, iniziati da Giovanni Santini nel 1838 mediante il circolo meridiano da lui acquistato.
Virgilio Trettenero morì a Padova all'età di 41 anni.
Il transito di Mercurio del 7 maggio 2003