Frutto degli antenati e di pazienza
nasce da un sogno, da passione e impresa
di Venere e d’amore n’è l’essenza
richiede attenta cura e lunga attesa
L’ordine dei filari è indicativo
l’attorcigliarsi del vitigno è vita
è un lavoro sacrale, perché vivo,
simbolo di tenacia e forza avita.
Se si coltiva bene, in modo sano
poiché le viti non son sempre mute
senza mai farsi prendere la mano
se n’avvantaggia anche la salute.
L’acino tondo, biondo e colorato
stretto ai compagni, pronto pel banchetto
a fine estate viene vendemmiato
se l’acqua e il sole l’hanno benedetto.
Anche se con i piedi calpestato,
schiacciato, offeso, il succo nasce caldo.
Lo si intuisce. Nobile è il casato.
Dove finisce l’indica l’araldo.
Osservato, protetto e rimboccato
e chi l’ascolta con orecchio fino
fermenta in botte, sempre controllato,
sa il tempo giusto per cambiare tino.
Dolce di prima spilla divien mosto
zucchero si fa allegro, spiritoso
cambia di gradazione e si fa tosto
diviene ambito nettare, gustoso.
Passa poi dall’ettolitro a bottiglia
filtrato, ben protetto e conservato
una bella etichetta fa da figlia
e come un bel bambino va trattato.
Ha vetro verde, il sole non gli piace,
merita proprio d’essere riposato.
Ama il silenzio, il fresco e molta pace
ed è un tesoro s’è millesimato.
Col miele in tempi antichi miscelato
nasce da questa terra ch’è un altare
valorizza i pochi acri ed è pregiato
ma qui l’inchino è, per lavorare.
Del Bel Paese è frutto d’eccellenza,
attaccamento antico a questa terra
non è sol’un prodotto di pazienza
ne generato in una buia serra.
Se il bouquet si dimostra da favola
ed il colore e il gusto ti strabilia,
se abbina il cibo giusto in tavola,
t’illumina d’immenso, t’ammobilia!
Dalla cavola in botte lo si mesce,
rosato, bianco, rosso, dolce o asciutto
a pasta, a pane, a carne m’anche a pesce
con bolle, o senza, s’accompagna a tutto.
Ma attenti. Se sospinti dalla voglia
abbassate la guardia, in quell’istante
senza voler si supera la soglia,
la Veritas vien fuori. Nonostante!
S’oltre all’annata ha anche un buon sapore,
se entra nelle Guide, siamo seri,
è un libro aperto per l’assaggiatore
e vince i cento grappoli e i bicchieri.
Non è solo un prodotto artigianale
cibo, cultura, arte ed anche storia
si mischiano fra loro e trovi il sale
del vanto dell’Italia, una sua gloria.
Io provo per l’astemio gran tristezza,
è ininfluente quello che ne pensi,
si priva, inconscio, d’una gran bellezza,
si perde l’armonia dei cinque sensi.
In un ambiente religioso e pio
simbol di nuova ed eterna alleanza
ce l’ha comunicato il buon Dio
onde per cui è sacra la sostanza.
Vive di sole, mare e fantasia,
creatività, emozione e buon mangiare,
è uno stile di vita. E’ empatia.
Duro il lavoro per poterlo fare.
Sogni, goduria ed arte in un bicchiere
dolcezza, amore e incontri. Ti è vicino.
Sa d’amicizia, brindisi, piacere
noi, terra terra, lo chiamiamo VINO.
Marco Biffani
Riceviamo dall'autore e volentieri pubblichiamo, abbinado la poesia a un grappolo d'uva tra le stelle.
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