Passi sulla Luna: Aristarchus Herodotus

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

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'''FRA MAURO'''
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'''ARISTARCHUS'''
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'''IL NOME'''
'''IL NOME'''
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E’ ignota la data di nascita di questo frate camaldolese, veneto, che, dopo un soggiorno in Istria, nel 1444 si trova certamente a Venezia e nel 1448 nel monastero di S.Michele in Isola a Murano. La maggiore opera di Fra Mauro è un planisfero che rappresenta la Terra come era conosciuta attorno alla metà del ‘400, prima della scoperta dell’America. L’opera, di grandi dimensioni (230x230cm), rappresenta le terre emerse (Europa, Asia e Africa) raccolte in un’area circolare e circondate dall’Oceano. E ’realizzata su pergamena incollata su supporto ligneo ed è conservata presso la Biblioteca Marciana di Venezia. Contiene di fatto una eccezionale “summa” delle conoscenze geografiche del tempo, frutto di ricerche su testi antecedenti e rapporti di viaggiatori, con circa 3000 citazioni. Gran parte di esse sono reali, alcune frutto della cultura e tradizioni del tempo, come ad es, la localizzazione del Paradiso Terrestre. La carta è orientata col Sud in alto, secondo la tradizione del tempo. Viene comunemente considerata un punto di raccordo, e nel contempo, di separazione, tra la cultura medievale e quella dell’imminente Rinascimento.  
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Aristarco nasce a Samo, una delle maggiori isole ioniche prospicienti la costa egea dell’odierna Turchia, nel 310 circa a.C. Coltiva l’astronomia sotto la guida di Stratone di Lampsaco. L’originalità del pensiero di Aristarco sta nell’aver per primo teorizzato la centralità del Sole nell’Universo, mentre la Terra gli muove intorno con moto circolare; inoltre, la Terra ruota su se stessa, dando origine all’alternarsi del giorno e della notte, ed è inclinata sul piano dell’eclittica, giustificando così il succedersi delle stagioni. L’eliocentrismo verrà rifiutato, 4 secoli più tardi, da Claudio Tolomeo la cui visione del cosmo, di nuovo geocentrico, dominerà il mondo scientifico per oltre 1000 anni, fino a Copernico e Galileo.
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Fra Mauro muore all’incirca nel 1459.
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Aristarco escogita un sistema per calcolare i diametri e le distanze della Luna e del Sole dalla Terra. Stima il rapporto tra le distanze del Sole e della Luna dalla Terra compreso tra 18 e 20 (in realtà è 40). Il principio si basa sulla formazione di un triangolo rettangolo tra Terra, Luna in quadratura e Sole. Misurando l’angolo compreso tra i lati Terra-Luna e Terra-Sole, è possibile calcolare il rapporto tra le distanze con semplice calcoli geometrici. L’errore è ovviamente dovuto alla scarsa precisione delle misure con gli strumenti dell’epoca, in un contesto di angoli minimamente convergenti in un triangolo estremamente allungato. Muore nel 230 a.C.
'''IL CRATERE'''
'''IL CRATERE'''
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E’ un antico cratere dalla forma vagamente esagonale, situato a S del Mare Imbrium, tra le insenature del Mare Insularum e del Mare Cognitum, all’interno di una formazione allungata in senso NS, chiamata formazione Fra Mauro, verosimilmente originata dall’impatto che diede origine all’Imbrium. E’ un vasto cratere di circa 95 Km di diametro, facilmente identificabile anche a piccolo in gradimento in quanto forma un bel trio con i due crateri Bonpland e Parry, a S. E’privo di bordo nella sua parte orientale, a seguito dell’invasione del suo fondo da parte di lava basaltica, a sua volta originata dai grandi impatti avvenuti nelle vicinanze. Il bordo meridionale è occupato dai margini settentrionali dei sopracitati Bonpland e Parry, che sporgono leggermente al suo interno. Il bordo occidentale è irregolare e molto accidentato. A N il bordo è interessato da numerose spaccature e fenditure parallele, tutte orientate, come altre che interessano gli altri bordi e il fondo, in senso grosso modo NS, e dovute agli ejecta dell’Imbrium. Il fondo è piatto e regolare nella sua parte orientale, irregolare, ricoperto di collinette e vallate parallele, sempre dirette verso l’Imbrium, in quella occidentala. La metà orientale è separata da quella occidentale da una profonda  fenditura che attraversa il cratere quasi completamente. Verso S, questa si divide in due, quella occidentale attraversa il bordo e prosegue nel cratere Parry. Non c’è picco centrale. Quasi al centro è presente un cratere recente (Fra Mauro E). Poco a N di Fra Mauro allunò Apollo 14 nel 1971. La spedizione raccolse interessante materiale geologico finalizzato alla ricerca dell’origine dell’Imbrium.
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Cratere di 40 Km di diametro, situato nel settore NO della Luna, ai bordi di un altopiano che porta lo stesso nome e che sembra galleggiare come un’isola nel mezzo dell’Oceanus Procellarum. Questo blocco roccioso, che si estende per circa 00 Km in direzione NS, presenta, presso il suo bordo meridionale, i due crateri Aristarchus ed Herodotus, simili per grandezza ma molto diversi per aspetto. Aristarchus è di un bianco abbagliante, tant’è che lo si può facilmente scorgere anche durante l’inizio della lunazione, nella parte della Luna in ombra, rischiarata solo dal “chiaro di Terra”. Ha una albedo doppia della media delle strutture lunari. E’ un  cratere giovane, circa 500 milioni di anni, più o meno come Tycho, cui somiglia. Ha bordi taglienti, alti circa 3000 m sul fondo e pareti ampiamente terrazzate, anche se questi terrazzamenti sono difficilmente distinguibili nel chiarore del cratere. In particolare, si distinguono aree molto brillanti che spiccano su bande radiali color grigio chiaro. Il fondo è piatto con un ripido e ben definito picco centrale, bianco brillante, di anortosite. Il cratere è circondato da un alone scuro, evidente soprattutto a Nord, cui fa seguito, più all’esterno, una corona radiale chiara di 120-150 Km, che spicca sul terreno scuro circostante. Questa è particolarmente evidente verso S ed E, segno che il corpo celeste che generò il cratere doveva provenire da O. Aristarchus è stato oggetto di osservazione di TLP (Transient Lunar Phenomena) da parte di numerosi osservatori.
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'''HERODOTUS'''
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'''BONPLAND'''
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'''IL NOME'''
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Aimè Bonpland nasce a La Rochelle il 20 agosto 1773, figlio di un medico. Si arruola nell’esercito francese come chirurgo, ma il suo spirito d’avventura e l’interesse per le scienze naturali lo inducono a partire assieme ad Alexander Von Humboldt per un lungo viaggio attraverso il Messico, la Colombia e le terre dell’Orinoco e del Rio delle Amazzoni. Qui descrive e classifica circa 60.000 piante. Dopo un breve ritorno a Parigi, nel 1816 riparte per Buenos Aires ed esplora gran parte del Sud America, con alterne vicende, alcune drammatiche, tanto che trascorre 10 anni in carcere in Bolivia, fino al 1831. Muore a Santa Ana, in Argentina, oggi chiamata Bonpland, in suo onore, il 4 maggio 1858. Molte piante ed animali esotici portano il suo nome.
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Nasce ad Alicarnasso, in Caria (Asia Minore) nel484 a.C.  La nascita in una città marginale dell’influenza greca, a contatto con altre etnie, deve avere stimolato la curiosità del giovane Erodoto per la conoscenza di usi e costumi di altre genti, dal momento che trascorre molti anni viaggiando in Egitto, Media, Persia e Scizia, sviluppando un grande spirito di osservazione. Sfugge alla morte dopo avere partecipato ad una congiura contro il tiranno di Alicarnasso, Ligdami, quindi si rifugia a Samo, poi ad Atene dove incontra Pericle e Sofocle. Infine si stabilisce a Thurii, in Magna Grecia, l’odierna Calabria ionica, dove muore nel 425 a.C.
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Le Storie di Erodoto sono considerate il fondamento della Storiografia, anche se vanno lette avendo presente i criteri in uso all’epoca in cui sono state scritte, in particolare il principio secondo cui la storia è “magistra vitae”. Infatti al tempo viene dato grande rilievo a gesta epiche ed eroiche, come pure all’influsso del Fato e della volontà degli Dei nelle vicende umane. Le Storie comprendono 9 libri che riassumono i viaggi e raccontano usi e costumi dei popoli “barbari” ai confini del mondo greco, nonché la storia delle guerre persiane, fino all’inizio della guerra del Peloponneso. Le Storie godono di grandissima fortuna per tutta l’antichità fino ai giorni nostri e possono essere considerate il punto d’inizio non solo della storiografia, ma anche dell’antropologia e della letteratura di viaggio.
'''IL CRATERE'''
'''IL CRATERE'''
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Ampio circa 60 Km, si colloca col suo bordo settentrionale su quello meridionale di Fra Mauro e lo impronta dal basso, mentre viene improntato a sua volta, da E, dal bordo occidentale di Parry. E’ fortemente degradato e i suoi bordi occidentale e meridionale sono interrotti più volte. Ha un fondo in gran parte piatto, con lievi ondulazioni nella sua parte orientale, frutto dell’invasione della lava, come Fra Mauro, interessato da piccoli crateri, privo di picco centrale. E’ attraversato dalla Rima Parry, proveniente da Fra Mauro che poi prosegue anche oltre il bordo meridionale.
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Posto a SO di Aristarchus, costituisce con esso una curiosa coppia di “gemelli diversi”. Ha un diametro di 35 Km ed è profondo circa 1300m. Le pareti sono regolari, non terrazzate, interrotte da un unico cratere, a N. Il fondo è piatto, riempito di lava e di colorito molto scuro. Circa 25 Km a Nord di Herodotus ha origine la Vallis Schroeteri.
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'''VALLIS SCHROTERI'''
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'''PARRY'''
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'''IL NOME'''
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Johann Hieronymus Schroter nasce a Erfurt, in Germania il 30 agosto 1745. Dopo aver studiato legge all’Università di Gottinga, si appassiona all’astronomia grazie alla conoscenza e all’amicizia con due fratelli di William Herschel e proprio la scoperta di Urano da parte di quest’ultimo nel 1781 lo spinge ad approfondire gli studi astronomici. Acquista vari telescopi e con essi si dedica allo studio di Luna e pianeti. Osservando Venere nota che la fase, sotto un profilo puramente geometrico, appare più concava del dovuto. E’ l’effetto Schroter, dovuto alla presenza di atmosfera sul pianeta. Nel 1781 pubblica un trattato di selenografia lunare Selenotopographische Fragmente zur genauern Kenntniss der Mondflache. Durante le guerre napoleoniche, nel 1813, subisce la distruzione dell’osservatorio e delle sue opere da parte delle truppe francesi. Muore il 29 agosto 1816.
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'''LA VALLE'''
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Tutto l’altopiano di Aristarco è ricoperto da una spessa coltre di polvere scura, che riflette poco le onde radar e rende scarsamente visibili crateri e rimae del luogo. L’origine di questa polvere è verosimilmente vulcanica e la struttura lunare che sembra rispondere a queste caratteristiche è un cono di alcuni Km di diametro situato alla sommità di una collina che si prolunga a N in una  valle grossolanamente ellittica, chiamata “Testa di Cobra” che, a sua volta, all’estremità settentrionale, si prolunga nella Vallis Schroteri. E’ questa una profonda spaccatura, la maggiore di tutta la superficie lunare, che si estende per 160 Km, ha fondo piatto ed è larga 10 Km vicino alla Testa di Cobra, mantiene una larghezza di circa 5 Km per gran parte del percorso per assottigliarsi progressivamente verso la fine. La sua profondità varia da 200 a 1000m. Ha un decorso molto tortuoso diretto inizialmente verso N, per poi piegare a O e infine dirigersi di nuovo verso S, fino a “sfociare” nell’Oceano al bordo dell’altopiano. Una sottile e tortuosa fessura è presente sul fondo all’interno della Testa di Cobra.
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'''TOSCANELLI'''
'''IL NOME'''
'''IL NOME'''
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William Edward Parry nasce a Bath, Inghilterra, il 19 febbraio 1790. Volontario a 13 anni nella Royal Navy, partecipa alle guerre napoleoniche. Trascorre la sua vita sul mare: dal 1810 al 1817 serve la marina inglese nelle Svalbard, poi, dal 1818, partecipa alla spedizione di John Ross tesa alla ricerca del leggendario “passaggio a Nord-Ovest”, senza successo, ma scoprendo terre fino ad allora sconosciute. Fino al 1824 partecipa ad altre due spedizioni con lo stesso obiettivo ma sempre senza successo. Pubblica tuttavia interessanti diari e studi sul magnetismo terrestre. Nel 1827 tenta, anche questa volta senza successo, di raggiungere il Polo Nord, partendo dalle Spitzbergen. Raggiunge il grado di Grand’ Ammiraglio.
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Paolo Dal Pozzo Toscanelli nasce a Firenze il 21 aprile 1397, studia matematica e medicina a Padova. Amico di L.B. Alberti e di F. Brunelleschi, aiuta quest’ultimo nei calcoli per la cupola del duomo di Firenze, S. Maria del Fiore, e costruisce lo gnomone di questa chiesa. Abile cartografo, disegna un planisfero sulla base di un trattato tolemaico, riproducendo, però, anche un errore in esso contenuto, riguardante le dimensioni della Terra, ritenuta alquanto più piccola rispetto al reale. Attraverso questo planisfero vuole dimostrare che la via per raggiungere le Indie è più breve se si naviga verso Ovest, anziché verso Est. Colombo conosce questa teoria e la mette alla base del suo viaggio in Atlantico. Fortunatamente, incontra l’America…
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Muore a Bad Ems in Germania il 9 luglio 1855.
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Toscanelli muore a Pisa il 10 maggio 1482.
'''IL CRATERE'''
'''IL CRATERE'''
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E’ il più piccolo del trio che comprende Fra Mauro, Bonpland e lo stesso Parry (48 Km) ed è il più giovane dei tre, dal momento che impronta con il suo bordo gli altri due. Il bordo stesso raggiunge la maggiore altezza nel punto in cui incontra quelli degli altri due crateri. Il fondo è piatto, disseminato di piccoli crateri, con una rima che decorre in senso EO, pressoché parallela al bordo meridionale, anch’essa facente parte del complesso delle Rimae Parry. Anche Parry, come gli altri crateri vicini, è privo di picco centrale.
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Piccolo cratere semplice di 7 Km di diametro, posto sul bordo NE dell’altopiano di Aristarchus. Nei pressi del suo versante meridionale si diparte una importante faglia, lunga 70 Km, che porta il suo nome.
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'''PRINZ'''
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'''TOLANSKY'''
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'''IL NOME'''
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Samuel Tolansky nasce come Turlansky da una famiglia di ebrei lituani, a Newcastle upon Tyne il 17 novembre 1907. Professore all’Armstrong College, poi Kings College, di Durham, viene insignito di varie onorificenze per i suoi studi di fisica, fino ad una nomination per il premio Nobel. Si trasferisce a Berlino, poi all’Imperial College di Londra e porta avanti importanti studi di ottica, interferometria, spettroscopia e fisica atomica. Nel 1947 è eletto Fellow della Royal Astronomy Society e nel 1952 della Royal Society. Partecipa al programma Apollo e si dedica all’analisi ottica delle polveri lunari portate a Terra dall’Apollo 11.
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Wilhelm Prinz è un astronomo tedesco (1857- 1910), noto per studi comparativi delle superfici lunare e terrestre.
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Muore il 4 marzo 1973.
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'''IL CRATERE'''
'''IL CRATERE'''
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Piccolo cratere di 16 Km di diametro, dal profilo netto, con fondo piatto, situato circa 20 Km a S dei bordi meridionali di Bonpland e Parry.
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Cratere di 47 Km, posto a Ovest dell’altopiano di Aristarchus, incompleto, ad anello spezzato, mancando circa un terzo della sua circonferenza nella parte meridionale. Il bordo è basso, circa 1000m nella parte più alta, a N, e si abbassa progressivamente, verso S, “affondando” poco a poco nella pianura lavica, dando l’impressione che il cratere si trovi su un piano inclinato. Non c’è un picco centrale, ma solo una rilevatezza del fondo. Attorno, rimae sinuose e domi.
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'''GUERICKE'''
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'''KRIEGER'''
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'''IL NOME'''
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Otto Von Guericke nasce a Magdeburgo il 20 novembre 1602. Dopo avere frequentato le Università di Lipsia, Jena e Leida, impegnandosi in studi di diritto e ingegneria, nel 1646 diventa borgomastro di Magdeburgo. Da allora porta avanti consensualmente l’attività politica e quella di scienziato. Nel 1663 finisce di scrivere il maggiore lavoro: Experimentia Nova, ut vocantur, Magdeburgica, da vacuo spatio. E’ famoso per i suoi esperimenti sull’aria e sul vuoto. E’ sua l’invenzione della pompa pneumatica per la creazione del vuoto e l’esperimento degli emisferi di Magdeburgo: una coppia di emisferi di rame, all’interno dei quali viene fatto il vuoto: in tali condizioni non possono essere separati nemmeno da 2 schiere di 15 cavalli per parte. Attribuisce il fatto alla pressione esercitata dall’aria atmosferica, confermando e ampliando un precedente esperimento di Evangelista Torricelli. Si interessa anche di elettricità e, in campo astronomico, ipotizza la predizione del ritorno delle comete.
 
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Muore ad Amburgo il 21 maggio 1686.
 
'''IL CRATERE'''
'''IL CRATERE'''
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Cratere di 22 Km di diametro, vagamente poligonale, ha pareti piuttosto basse, “affondato” com’è nell’O. Procellarum. Il bordo appare più ampio verso N, dove presenta una piccola apertura verso l’Oceano. Il fondo è piatto, ripieno di lava, privo di picco. Sul versante S è presente un evidente cratere (Van Biesbroeck, Krieger B).
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Ampio residuo di un cratere di 58 Km di diametro, situato sul bordo settentrionale del Mare Nubium, a S del trio composto da Fra Mauro, Bonpland e Parry, con i crateri Kunt e Davy a E e il Mare Cognitum a O. L’invasione della lava lascia sporgere solo le creste del bordo del cratere, con ampie lacune fra esse. Le fratture e l’orientamento delle creste stesse in senso NS, come in Fra Mauro e negli altri crateri vicini, è espressione dell’azione degli ejecta dell’Imbrium. Il fondo è in gran parte piatto, privo di picco centrale, con due evidenti crateri al suo interno, collocati nella parte sud-occidentale. Sempre sul bordo sud- occidentale, all’esterno,  è situato un abbozzo di cratere, anch’esso semisommerso dalla lava, Guericke F. Altri abbozzi di crateri sono presenti all’interno del complesso di rilievi che si dipartono dal bordo meridionale di Guericke.
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Versione delle 09:45, 26 dic 2016

a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini


Aristarchus+Herodotus*
Longitudine Latitudine
47.4°/49.7° W 23.7°/23.2° N
Diametro 40/35 km.




La zona dei crateri Aristarchus e Herodotus è mappata nella mappa numero 39 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del Lunar and Planetary Institute.

Download della mappa 39 in jpeg con risoluzione 72dpi
Download della mappa 39 in jpeg con risoluzione 150dpi
Download della mappa 39 in jpeg2000 con risoluzione 300dpi


ARISTARCHUS

IL NOME

Aristarco nasce a Samo, una delle maggiori isole ioniche prospicienti la costa egea dell’odierna Turchia, nel 310 circa a.C. Coltiva l’astronomia sotto la guida di Stratone di Lampsaco. L’originalità del pensiero di Aristarco sta nell’aver per primo teorizzato la centralità del Sole nell’Universo, mentre la Terra gli muove intorno con moto circolare; inoltre, la Terra ruota su se stessa, dando origine all’alternarsi del giorno e della notte, ed è inclinata sul piano dell’eclittica, giustificando così il succedersi delle stagioni. L’eliocentrismo verrà rifiutato, 4 secoli più tardi, da Claudio Tolomeo la cui visione del cosmo, di nuovo geocentrico, dominerà il mondo scientifico per oltre 1000 anni, fino a Copernico e Galileo. Aristarco escogita un sistema per calcolare i diametri e le distanze della Luna e del Sole dalla Terra. Stima il rapporto tra le distanze del Sole e della Luna dalla Terra compreso tra 18 e 20 (in realtà è 40). Il principio si basa sulla formazione di un triangolo rettangolo tra Terra, Luna in quadratura e Sole. Misurando l’angolo compreso tra i lati Terra-Luna e Terra-Sole, è possibile calcolare il rapporto tra le distanze con semplice calcoli geometrici. L’errore è ovviamente dovuto alla scarsa precisione delle misure con gli strumenti dell’epoca, in un contesto di angoli minimamente convergenti in un triangolo estremamente allungato. Muore nel 230 a.C.

IL CRATERE

Cratere di 40 Km di diametro, situato nel settore NO della Luna, ai bordi di un altopiano che porta lo stesso nome e che sembra galleggiare come un’isola nel mezzo dell’Oceanus Procellarum. Questo blocco roccioso, che si estende per circa 00 Km in direzione NS, presenta, presso il suo bordo meridionale, i due crateri Aristarchus ed Herodotus, simili per grandezza ma molto diversi per aspetto. Aristarchus è di un bianco abbagliante, tant’è che lo si può facilmente scorgere anche durante l’inizio della lunazione, nella parte della Luna in ombra, rischiarata solo dal “chiaro di Terra”. Ha una albedo doppia della media delle strutture lunari. E’ un cratere giovane, circa 500 milioni di anni, più o meno come Tycho, cui somiglia. Ha bordi taglienti, alti circa 3000 m sul fondo e pareti ampiamente terrazzate, anche se questi terrazzamenti sono difficilmente distinguibili nel chiarore del cratere. In particolare, si distinguono aree molto brillanti che spiccano su bande radiali color grigio chiaro. Il fondo è piatto con un ripido e ben definito picco centrale, bianco brillante, di anortosite. Il cratere è circondato da un alone scuro, evidente soprattutto a Nord, cui fa seguito, più all’esterno, una corona radiale chiara di 120-150 Km, che spicca sul terreno scuro circostante. Questa è particolarmente evidente verso S ed E, segno che il corpo celeste che generò il cratere doveva provenire da O. Aristarchus è stato oggetto di osservazione di TLP (Transient Lunar Phenomena) da parte di numerosi osservatori.


HERODOTUS

IL NOME

Nasce ad Alicarnasso, in Caria (Asia Minore) nel484 a.C. La nascita in una città marginale dell’influenza greca, a contatto con altre etnie, deve avere stimolato la curiosità del giovane Erodoto per la conoscenza di usi e costumi di altre genti, dal momento che trascorre molti anni viaggiando in Egitto, Media, Persia e Scizia, sviluppando un grande spirito di osservazione. Sfugge alla morte dopo avere partecipato ad una congiura contro il tiranno di Alicarnasso, Ligdami, quindi si rifugia a Samo, poi ad Atene dove incontra Pericle e Sofocle. Infine si stabilisce a Thurii, in Magna Grecia, l’odierna Calabria ionica, dove muore nel 425 a.C. Le Storie di Erodoto sono considerate il fondamento della Storiografia, anche se vanno lette avendo presente i criteri in uso all’epoca in cui sono state scritte, in particolare il principio secondo cui la storia è “magistra vitae”. Infatti al tempo viene dato grande rilievo a gesta epiche ed eroiche, come pure all’influsso del Fato e della volontà degli Dei nelle vicende umane. Le Storie comprendono 9 libri che riassumono i viaggi e raccontano usi e costumi dei popoli “barbari” ai confini del mondo greco, nonché la storia delle guerre persiane, fino all’inizio della guerra del Peloponneso. Le Storie godono di grandissima fortuna per tutta l’antichità fino ai giorni nostri e possono essere considerate il punto d’inizio non solo della storiografia, ma anche dell’antropologia e della letteratura di viaggio.

IL CRATERE

Posto a SO di Aristarchus, costituisce con esso una curiosa coppia di “gemelli diversi”. Ha un diametro di 35 Km ed è profondo circa 1300m. Le pareti sono regolari, non terrazzate, interrotte da un unico cratere, a N. Il fondo è piatto, riempito di lava e di colorito molto scuro. Circa 25 Km a Nord di Herodotus ha origine la Vallis Schroeteri.


VALLIS SCHROTERI

IL NOME

Johann Hieronymus Schroter nasce a Erfurt, in Germania il 30 agosto 1745. Dopo aver studiato legge all’Università di Gottinga, si appassiona all’astronomia grazie alla conoscenza e all’amicizia con due fratelli di William Herschel e proprio la scoperta di Urano da parte di quest’ultimo nel 1781 lo spinge ad approfondire gli studi astronomici. Acquista vari telescopi e con essi si dedica allo studio di Luna e pianeti. Osservando Venere nota che la fase, sotto un profilo puramente geometrico, appare più concava del dovuto. E’ l’effetto Schroter, dovuto alla presenza di atmosfera sul pianeta. Nel 1781 pubblica un trattato di selenografia lunare Selenotopographische Fragmente zur genauern Kenntniss der Mondflache. Durante le guerre napoleoniche, nel 1813, subisce la distruzione dell’osservatorio e delle sue opere da parte delle truppe francesi. Muore il 29 agosto 1816.

LA VALLE

Tutto l’altopiano di Aristarco è ricoperto da una spessa coltre di polvere scura, che riflette poco le onde radar e rende scarsamente visibili crateri e rimae del luogo. L’origine di questa polvere è verosimilmente vulcanica e la struttura lunare che sembra rispondere a queste caratteristiche è un cono di alcuni Km di diametro situato alla sommità di una collina che si prolunga a N in una valle grossolanamente ellittica, chiamata “Testa di Cobra” che, a sua volta, all’estremità settentrionale, si prolunga nella Vallis Schroteri. E’ questa una profonda spaccatura, la maggiore di tutta la superficie lunare, che si estende per 160 Km, ha fondo piatto ed è larga 10 Km vicino alla Testa di Cobra, mantiene una larghezza di circa 5 Km per gran parte del percorso per assottigliarsi progressivamente verso la fine. La sua profondità varia da 200 a 1000m. Ha un decorso molto tortuoso diretto inizialmente verso N, per poi piegare a O e infine dirigersi di nuovo verso S, fino a “sfociare” nell’Oceano al bordo dell’altopiano. Una sottile e tortuosa fessura è presente sul fondo all’interno della Testa di Cobra.


TOSCANELLI

IL NOME

Paolo Dal Pozzo Toscanelli nasce a Firenze il 21 aprile 1397, studia matematica e medicina a Padova. Amico di L.B. Alberti e di F. Brunelleschi, aiuta quest’ultimo nei calcoli per la cupola del duomo di Firenze, S. Maria del Fiore, e costruisce lo gnomone di questa chiesa. Abile cartografo, disegna un planisfero sulla base di un trattato tolemaico, riproducendo, però, anche un errore in esso contenuto, riguardante le dimensioni della Terra, ritenuta alquanto più piccola rispetto al reale. Attraverso questo planisfero vuole dimostrare che la via per raggiungere le Indie è più breve se si naviga verso Ovest, anziché verso Est. Colombo conosce questa teoria e la mette alla base del suo viaggio in Atlantico. Fortunatamente, incontra l’America… Toscanelli muore a Pisa il 10 maggio 1482.

IL CRATERE

Piccolo cratere semplice di 7 Km di diametro, posto sul bordo NE dell’altopiano di Aristarchus. Nei pressi del suo versante meridionale si diparte una importante faglia, lunga 70 Km, che porta il suo nome.


PRINZ

IL NOME

Wilhelm Prinz è un astronomo tedesco (1857- 1910), noto per studi comparativi delle superfici lunare e terrestre.

IL CRATERE

Cratere di 47 Km, posto a Ovest dell’altopiano di Aristarchus, incompleto, ad anello spezzato, mancando circa un terzo della sua circonferenza nella parte meridionale. Il bordo è basso, circa 1000m nella parte più alta, a N, e si abbassa progressivamente, verso S, “affondando” poco a poco nella pianura lavica, dando l’impressione che il cratere si trovi su un piano inclinato. Non c’è un picco centrale, ma solo una rilevatezza del fondo. Attorno, rimae sinuose e domi.


KRIEGER

IL NOME


IL CRATERE Cratere di 22 Km di diametro, vagamente poligonale, ha pareti piuttosto basse, “affondato” com’è nell’O. Procellarum. Il bordo appare più ampio verso N, dove presenta una piccola apertura verso l’Oceano. Il fondo è piatto, ripieno di lava, privo di picco. Sul versante S è presente un evidente cratere (Van Biesbroeck, Krieger B).




Disegno della zona dei crateri Aristarchus e Herodotus (Alfonso Zaccaria)



Foto ad alta risoluzione dei crateri Aristarchus e Herodotus eseguita dall'astrofilo Damian Peach





* Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.


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