Johann Nepomuk Krieger

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

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Nei primi anni del ‘900 l’osservatorio astronomico di Trieste conobbe un periodo di attività intensa e regolare -  fra gli altri prestò servizio come assistente un certo Guido Horn che,  molti anni dopo, sarebbe stato nominato direttore dell’osservatorio di Bologna e che avrebbe riportato agli antichi splendori dopo un secolo di decadenza.
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In quegli anni (1902) l’osservatorio di Trieste arricchì la propria dotazione strumentale con un rifrattore, appartenuto a Johann Nepomuk Krieger.
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Figlio di un birraio bavarese, Krieger (4/2/1865 Unterwiesenbach – 10/02/1902 Sanremo) frequentò una scuola agraria e si appassionò di astronomia . Nel 1886 conobbe Hermann Klein, divulgatore scientifico, che lo indirizzò verso lo studio della Luna. Venduta la birreria alla morte del padre si trasferì a Monaco di Baviera, frequentò corsi universitari  e installò un osservatorio privato, dedicandosi allo studio della Luna.
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Al nome di Krieger è associato uno degli episodi più gloriosi dell’astronomia triestina, che ebbe luogo in un periodo di grande sviluppo dell’osservatorio ma all’esterno di esso, a pochi isolati di distanza.
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Negli ultimi anni dell’800, durante le notti serene, un telescopio, più potente di tutti quelli che finora erano stati usati in città, veniva puntato verso il cielo.
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Il suo proprietario si chiamava Johann Nepomuk Krieger. Tedesco, era giunto a Trieste da Monaco di Baviera alla ricerca di un cielo più chiaro per proseguire il suo programma di cartografia della Luna. Con sé aveva portato un telescopio costruito dalla ditta “Reinfelder und Hertel”, un rifrattore con lente da 254 mm di diametro e lunghezza focale di 3580 mm, dalle prestazioni ottiche eccellenti.
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Krieger passò tutto il 1896 nei lavori di allestimento della cupola sul tetto di una villa, e diede all’osservatorio il nome della moglie, Pia.
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L’anno successivo riprese le osservazioni iniziate in Germania per completare una delle imprese più difficili e affascinanti dell’astronomia di quegli anni: disegnare una mappa topografica della Luna fino al suo più piccolo distinguibile dettaglio.
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Un sogno condiviso da molti astronomi contemporanei a Krieger, ma probabilmente nessuno raggiunse la perfezione del suo lavoro.
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Krieger si era a lungo esercitato nel disegno ombreggiato (questo era il metodo principale di riportare le osservazioni!) poi aveva escogitato un metodo innovativo: prima fotografava la zona interessata, stampava una copia sbiadita dell’immagine e disegnava su questa, aggiungendo i particolari che solo all’oculare potevano essere visti, e nei momenti favorevoli di calma atmosferica. Poi fotografava nuovamente il disegno e creava la base per una sessione di osservazione successiva. Quando la zona era completamente esplorata e disegnata – questo richiedeva dieci e più notti al telescopio – veniva preparata la tavola definitiva a matita e carboncino, pronta per la riproduzione sull’atlante lunare. Il risultato fu di qualità superiore a tutti i lavori analoghi fatti in precedenza: meticoloso, leggibile ed esteticamente gradevole.
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Questo richiese a Krieger un impegno sovrumano. Nel 1897 eseguì 103 disegni in 6 mesi, nel 1898 ne completò 458, e mantenne questa produttività anche per tutto il 1899, lavorando di notte al telescopio e di giorno in laboratorio. Nell’autunno del 1900 il giovane astronomo (nato nel 1865, quindi a 35 anni di età) crollò, la salute compromessa dalla prolungata esposizione al freddo, seduto per molte ore e per centinaia di notti nel buio della specola. I medici gli ordinarono di cessare ogni attività e di trasferirsi in una zona dal clima caldo.
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<div style="text-align: center;"> Frontespizio del Mond Atlas di Krieger, pubblicato postumo</div>
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Nel 1901 l’osservatorio venne chiuso e i coniugi Krieger, a cui era nato nel frattempo un figlio, lasciarono la città. Dopo un calvario attraverso vari sanatori italiani, Krieger morì a Sanremo poco dopo il suo trentasettesimo compleanno.
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Le sue ultime energie furono spese per la pubblicazione dell’atlante, ma non riuscì a completare il lavoro. L’opera fu pubblicata postuma, dall’Accademia delle Scienza di Vienna nel 1912.
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<div style="text-align: center;">Le notizie di questo breve articolo sono tratte dal testo di Conrad A. Bohm "250 anni di astronomia a Trieste" MGS Press 1998</div>
 
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Nei primi anni del ‘900 l’osservatorio astronomico di Trieste conobbe un periodo di attività intensa e regolare - fra gli altri prestò servizio come assistente un certo Guido Horn che, molti anni dopo, sarebbe stato nominato direttore dell’osservatorio di Bologna e che avrebbe riportato agli antichi splendori dopo un secolo di decadenza.
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<div style="text-align: center;">Il cratere Krieger è rappresentato nella mappa numero 39 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del [[Image:Logo Lunar and Planetary Institute.jpg|80px]] [http://www.lpi.usra.edu/ '''Lunar and Planetary Institute'''].
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In quegli anni (1902) l’osservatorio di Trieste arricchì la propria dotazione strumentale con un rifrattore, appartenuto a Johann Nepomuk Krieger.
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Figlio di un birraio bavarese, Krieger (4/2/1865 Unterwiesenbach – 10/02/1902 Sanremo) frequentò una scuola agraria e si appassioni di astronomia . Nel 1886 conobbe Hermann Klein, divulgatore scientifico, che lo indirizzò verso lo studio della Luna. Venduta la birreria alla morte del padre si trasferì a Monaco di Baviera, frequentò corsi universitari  e installò un osservatorio privato, dedicandosi allo studio della Luna.
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[http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac39/72dpi.jpg Download della mappa in jpeg con risoluzione 72dpi]
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[http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac39/150dpi.jpg Download della mappa in jpeg con risoluzione 150dpi]
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[http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac39/300dpi.jp2 Download della mappa in jpeg2000 con risoluzione 300dpi 6.6MB]</div>
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Al nome di Krieger è associato uno degli episodi più gloriosi dell’astronomia triestina, che ebbe luogo in un periodo di grande sviluppo dell’osservatorio ma all’esterno di esso, a pochi isolati di distanza.
 
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Negli ultimi anni dell’800, durante le notti serene, un telescopio, più potente di tutti quelli che finora erano stati usati in città, veniva puntato verso il cielo.
 
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Il suo proprietario si chiamava Johann Nepomuk Krieger. Tedesco, era giunto a Trieste da Monaco di Baviera alla ricerca di un cielo più chiaro per proseguire il suo programma di cartografia della Luna. Con sé aveva portato un telescopio costruito dalla ditta “Reinfelder und Hertel”, un rifrattore con lente da 254 mm di diametro e lunghezza focale di 3580 mm, dalle prestazioni ottiche eccellenti.
 
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Krieger passò tutto il 1896 nei lavori di allestimento della cupola sul tetto di una villa, e diede all’osservatorio il nome della moglie, Pia.
 
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L’anno successivo riprese le osservazioni iniziate in Germania per completare una delle imprese più difficili e affascinanti dell’astronomia di quegli anni: disegnare una mappa topografica della Luna fino al suo più piccolo distinguibile dettaglio.
 
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Un sogno condiviso da molti astronomi contemporanei a Krieger, ma probabilmente nessuno raggiunse la perfezione del suo lavoro.
 
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Krieger si era a lungo esercitato nel disegno ombreggiato (questo era il metodo principale di riportare le osservazioni!) poi aveva escogitato un metodo innovativo: prima fotografava la zona interessata, stampava una copia sbiadita dell’immagine e disegnava su questa, aggiungendo i particolari che solo all’oculare potevano essere visti, e nei momenti favorevoli di calma atmosferica. Poi fotografava nuovamente il disegno e creava la base per una sessione di osservazione successiva. Quando la zona era completamente esplorata e disegnata – questo richiedeva dieci e più notti al telescopio – veniva preparata la tavola definitiva a matita e carboncino, pronta per la riproduzione sull’atlante lunare. Il risultato fu di qualità superiore a tutti i lavori analoghi fatti in precedenza: meticoloso, leggibile ed esteticamente gradevole.
 
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Questo richiese a Krieger un impegno sovrumano. Nel 1897 eseguì 103 disegni in 6 mesi, nel 1898 se completò 458, e mantenne questa produttività anche per tutto il 1899, lavorando di notte al telescopio e di giorno in laboratorio. Nell’autunno del 1900 il giovane astronomo (nato nel 1865, quindi a 35 anni di età) crollò, la salute compromessa dalla prolungata esposizione al freddo, seduto per molte ore e per centinaia di notti nel buio della specola. I medici gli ordinarono di cessare ogni attività e di trasferirsi in una zona dal clima caldo.
 
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Nel 1901 l’osservatorio venne chiuso e i coniugi Krieger, a cui era nato nel frattempo un figlio, lasciarono la città. Dopo un calvario attraverso vari sanatori italiani, Krieger morì a Sanremo poco dopo il suo trentasettesimo compleanno.
 
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Le sue ultime energie furono spese per la pubblicazione dell’atlante, ma non riuscì a completare il lavoro. L’opera fu pubblicata postuma, dall’Accademia delle Scienza di Vienna nel 1912.
 
A Krieger e alla memoria di questa sua impresa è dedicato un cratere di 23 km di diametro sulla Luna, un monumento a questo eroe romantico della grande stagione dell’astronomia osservativa di fine ‘800.
A Krieger e alla memoria di questa sua impresa è dedicato un cratere di 23 km di diametro sulla Luna, un monumento a questo eroe romantico della grande stagione dell’astronomia osservativa di fine ‘800.
Il suo telescopio fu acquistato nel 1901 dall’osservatorio di Trieste, ne divenne lo strumento più moderno e potente e fu usato con profitto per i 50 anni successivi, una vita eccezionalmente lunga per uno strumento scientifico.
Il suo telescopio fu acquistato nel 1901 dall’osservatorio di Trieste, ne divenne lo strumento più moderno e potente e fu usato con profitto per i 50 anni successivi, una vita eccezionalmente lunga per uno strumento scientifico.
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Versione corrente delle 13:04, 4 set 2011


Johann Nepomuk Krieger (4/2/1865 Unterwiesenbach – 10/02/1902 Sanremo)


Nei primi anni del ‘900 l’osservatorio astronomico di Trieste conobbe un periodo di attività intensa e regolare - fra gli altri prestò servizio come assistente un certo Guido Horn che, molti anni dopo, sarebbe stato nominato direttore dell’osservatorio di Bologna e che avrebbe riportato agli antichi splendori dopo un secolo di decadenza. In quegli anni (1902) l’osservatorio di Trieste arricchì la propria dotazione strumentale con un rifrattore, appartenuto a Johann Nepomuk Krieger.

Figlio di un birraio bavarese, Krieger (4/2/1865 Unterwiesenbach – 10/02/1902 Sanremo) frequentò una scuola agraria e si appassionò di astronomia . Nel 1886 conobbe Hermann Klein, divulgatore scientifico, che lo indirizzò verso lo studio della Luna. Venduta la birreria alla morte del padre si trasferì a Monaco di Baviera, frequentò corsi universitari e installò un osservatorio privato, dedicandosi allo studio della Luna.

Al nome di Krieger è associato uno degli episodi più gloriosi dell’astronomia triestina, che ebbe luogo in un periodo di grande sviluppo dell’osservatorio ma all’esterno di esso, a pochi isolati di distanza.



La villa di Trieste dove fu installato il Pia Sternwarte (Osservatorio Pia)


Negli ultimi anni dell’800, durante le notti serene, un telescopio, più potente di tutti quelli che finora erano stati usati in città, veniva puntato verso il cielo.



Il rifrattore Reinfelder da 254 mm di apertura


Il suo proprietario si chiamava Johann Nepomuk Krieger. Tedesco, era giunto a Trieste da Monaco di Baviera alla ricerca di un cielo più chiaro per proseguire il suo programma di cartografia della Luna. Con sé aveva portato un telescopio costruito dalla ditta “Reinfelder und Hertel”, un rifrattore con lente da 254 mm di diametro e lunghezza focale di 3580 mm, dalle prestazioni ottiche eccellenti. Krieger passò tutto il 1896 nei lavori di allestimento della cupola sul tetto di una villa, e diede all’osservatorio il nome della moglie, Pia. L’anno successivo riprese le osservazioni iniziate in Germania per completare una delle imprese più difficili e affascinanti dell’astronomia di quegli anni: disegnare una mappa topografica della Luna fino al suo più piccolo distinguibile dettaglio. Un sogno condiviso da molti astronomi contemporanei a Krieger, ma probabilmente nessuno raggiunse la perfezione del suo lavoro. Krieger si era a lungo esercitato nel disegno ombreggiato (questo era il metodo principale di riportare le osservazioni!) poi aveva escogitato un metodo innovativo: prima fotografava la zona interessata, stampava una copia sbiadita dell’immagine e disegnava su questa, aggiungendo i particolari che solo all’oculare potevano essere visti, e nei momenti favorevoli di calma atmosferica. Poi fotografava nuovamente il disegno e creava la base per una sessione di osservazione successiva. Quando la zona era completamente esplorata e disegnata – questo richiedeva dieci e più notti al telescopio – veniva preparata la tavola definitiva a matita e carboncino, pronta per la riproduzione sull’atlante lunare. Il risultato fu di qualità superiore a tutti i lavori analoghi fatti in precedenza: meticoloso, leggibile ed esteticamente gradevole.



Il cratere Messier



Il cratere Clavius


Questo richiese a Krieger un impegno sovrumano. Nel 1897 eseguì 103 disegni in 6 mesi, nel 1898 ne completò 458, e mantenne questa produttività anche per tutto il 1899, lavorando di notte al telescopio e di giorno in laboratorio. Nell’autunno del 1900 il giovane astronomo (nato nel 1865, quindi a 35 anni di età) crollò, la salute compromessa dalla prolungata esposizione al freddo, seduto per molte ore e per centinaia di notti nel buio della specola. I medici gli ordinarono di cessare ogni attività e di trasferirsi in una zona dal clima caldo.



Frontespizio del Mond Atlas di Krieger, pubblicato postumo


Nel 1901 l’osservatorio venne chiuso e i coniugi Krieger, a cui era nato nel frattempo un figlio, lasciarono la città. Dopo un calvario attraverso vari sanatori italiani, Krieger morì a Sanremo poco dopo il suo trentasettesimo compleanno. Le sue ultime energie furono spese per la pubblicazione dell’atlante, ma non riuscì a completare il lavoro. L’opera fu pubblicata postuma, dall’Accademia delle Scienza di Vienna nel 1912.



Il cratere Krieger è rappresentato nella mappa numero 39 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del Lunar and Planetary Institute.

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A Krieger e alla memoria di questa sua impresa è dedicato un cratere di 23 km di diametro sulla Luna, un monumento a questo eroe romantico della grande stagione dell’astronomia osservativa di fine ‘800.

Il suo telescopio fu acquistato nel 1901 dall’osservatorio di Trieste, ne divenne lo strumento più moderno e potente e fu usato con profitto per i 50 anni successivi, una vita eccezionalmente lunga per uno strumento scientifico.



Le notizie di questo breve articolo sono tratte dal testo di Conrad A. Bohm "250 anni di astronomia a Trieste" MGS Press 1998


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