|
|
(3 revisioni intermedie non mostrate.) |
Riga 6: |
Riga 6: |
| <br> | | <br> |
| | | |
- | {| align="center" border="1" style="font-size: 13px; color: black; background-color: rgb(210, 210, 210); margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 5px;" | + | {| align="center" border="1" style="font-size: 13px; color: black; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 5px; align="center" |
| |- | | |- |
- | ! colspan="6" | Archimedes* | + | ! colspan="6" | Doppelmayer - Vitello - Lee* |
| |- | | |- |
- | ! colspan="6" bgcolor="silver" | [[Image:PSL Archimedes icona.jpg|center|200px]] | + | ! colspan="6" | [[Image:PSL Archimedes icona.jpg|center|200px]] |
| |- | | |- |
| ! Longitudine | | ! Longitudine |
| ! Latitudine | | ! Latitudine |
| |- | | |- |
- | !04.0° W | + | !41.4° W |
- | !29.7° N | + | !28.5° S |
| |- | | |- |
- | ! colspan="2" | Diametro 85 km | + | ! colspan="2" | Diametro 64 - 42 - 41 km |
| |} | | |} |
| + | |
| | | |
| <div style="text-align: center;">Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa. </div> | | <div style="text-align: center;">Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa. </div> |
Riga 30: |
Riga 31: |
| {| border="1" align="left" cellpadding="1" cellspacing="0" width="400" style="font-size: 13px; background-color: rgb(210, 210, 210); margin-top: 0px; margin-right: 20px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px;" | | {| border="1" align="left" cellpadding="1" cellspacing="0" width="400" style="font-size: 13px; background-color: rgb(210, 210, 210); margin-top: 0px; margin-right: 20px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px;" |
| |- | | |- |
- | | <div>[[Image:PSL_Archimedes_LAC41map_preview.jpg|center|400px]]</div> | + | | <div>[[Image:PSL_Doppelmayer_LAC93map_preview.jpg|center|400px]]</div> |
| |- | | |- |
- | |Archimedes è mappato nella mappa numero 41 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del [[Image:Logo Lunar and Planetary Institute.jpg|80px]] [http://www.lpi.usra.edu/ '''Lunar and Planetary Institute''']. | + | |Doppelmayer, Vitello e Lee sono mappati nella mappa numero 93 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del [[Image:Logo Lunar and Planetary Institute.jpg|80px]] [http://www.lpi.usra.edu/ '''Lunar and Planetary Institute''']. |
- | [http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac41/72dpi.jpg Download della mappa 41 in jpeg con risoluzione 72dpi] <br> [http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac41/150dpi.jpg Download della mappa 41 in jpeg con risoluzione 150dpi] <br> [http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac41/300dpi.jp2 Download della mappa 41 in jpeg2000 con risoluzione 300dpi] <br> | + | [http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac93/72dpi.jpg Download della mappa 93 in jpeg con risoluzione 72dpi] <br> [http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac93/150dpi.jpg Download della mappa 93 in jpeg con risoluzione 150dpi] <br> [http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac93/300dpi.jp2 Download della mappa 93 in jpeg2000 con risoluzione 300dpi] <br> |
| |} | | |} |
| | | |
| | | |
- | '''ARCHIMEDES''' | + | '''I NOMI''' |
| + | |
| + | |
| + | '''DOPPELMAYER''' |
| + | |
| + | |
| + | Johan Gabriel Doppelmayer, o Doppelmayr, matematico, astronomo, cartografo, nasce a Nuremberg il 27 settembre 1677, figlio di un mercante. Studia dapprima all’Aegidium Gymnasium della sua città, poi si trasferisce ad Altdorf per affrontare gli studi di matematica, fisica e giurisprudenza. Completa gli studi ad Halle e si laurea nel 1698 con una tesi sul Sole. Impara l’italiano e il francese e dopo la laurea gira l’Europa; visita soprattutto Olanda e Inghilterra e assiste alle lezioni di famosi astronomi e matematici e decide che il suo futuro sarà interamente dedicato a queste discipline; abbandona pertanto gli studi legali. Diviene professore di matematica nella sua città. E’ noto per gli studi di trigonometria, disegna mappe e costruisce globi celesti e meridiane. Completa, fra l’altro, nel 1742, l’Atlas Coelestis del monaco J.B. Homann. Durante la sua vita riceve riconoscimenti e onori. Tra l’altro diventa membro dell’Accademia di Berlino, della Royal Society e delle’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo. Muore il 1° dicembre 1750 a Nuremberg, secondo alcuni a seguito di un potente shock elettrico durante un esperimento con condensatori elettrici. |
| + | |
| + | |
| + | '''VITELLO''' |
| + | |
| + | |
| + | Erazmus Ciolek Witelo (Vitello o Vitellione) nasce a Legnica (Breslavia, Polonia) nel 1230 circa. Viene in Italia alla corte papale di Viterbo e scrive i Perspectiva in 10 libri, che dedica a Guglielmo di Moerbeke. L’opera tratta dei vari aspetti della luce e costituisce un testo basilare per secoli, fino a Cartesio, Galileo e Keplero. Il testo è un misto di scienza, metafisica e filosofia. Ispirato dall’arabo Alhazen, da Alberto Magno e da Ruggero Bacone, definisce il fenomeno “luce” come una emanazione di origine divina da forme e corpi trascendenti. Non è definita la data della morte. |
| + | |
| + | |
| + | '''LEE''' |
| + | |
| + | |
| + | John Lee nasce come John Fiott il 28 aprile 1783. Rimasto orfano molto piccolo, viene adottato dallo zio William Lee Antoine, un matematico. Si laurea in matematica a Cambridge nel 1806. Gira l’Europa fino al 1815, spinto da vari interessi. Si occupa prevalentemente di astronomia, ma anche di antichità e di filologia, diventando di volta in volta membro di queste Società inglesi. Contribuisce alla fondazione della Royal Society of Metheorology e della Numismatic Society. All’età di 80 anni è nominato avvocato presso la prestigiosa corte Gray’s Inn di Londra e l’anno successivo Q.C. (Queen Counsel), Consigliere della Regina. Filantropo, astronomo, matematico, antiquario, avvocato, muore, al culmine di una prestigiosa e multiforme carriera, nella sua residenza di Hartwell House nel Bedfortshire, il 25 febbraio 1866. |
| + | |
| + | '''I CRATERI''' |
| + | |
| + | |
| + | '''DOPPELMAYER''' |
| + | |
| + | |
| + | E’ un cratere del diametro di 66 Km posto sul bordo meridionale del Mare Humorum, dalla parte opposta del grande Gassendi. E’ semisommerso dalla lava proveniente dal Mare stesso, per cui la parte settentrionale della cinta è completamente scomparsa. Persiste invece nella parte meridionale, piuttosto irregolare, dove raggiunge una altezza massima di 2700. L’ingresso della lava all’interno del cratere ha fatto sparire al di sotto di essa anche la metà settentrionale del complesso sistema di rilevatezze collinari che circondano il picco centrale. Esse sono visibili solo nella metà meridionale del fondo. Sono di dimensioni e altezza variabile e il loro orientamento segue la forma di anelli concentrici. Il picco centrale è massiccio, di forma vagamente triangolare, con la base a N e il vertice a S. Il cratere è a sua volta circondato da un fitto insieme di rilevatezze, disposte in maniera irregolare a Est e in modo pressoché parallelo a Ovest, orientate, come i denti di un pettine, in senso SE-NO. A NE di Doppelmayer, si trova Puiseux, di cui sopravvive solo il bordo, appena 400m sul livello del Mare (Humorum), e la cima del picco centrale. |
| + | |
| + | |
| + | '''VITELLO''' |
| + | |
| | | |
- | '''IL NOME'''
| + | E’ posto anch’esso sul bordo meridionale del M. Humorum, a E del più grande Doppelmayer. Di 42 Km di diametro, per quanto anch’esso degradato, lo è tuttavia meno del vicino. Presenta un bordo irregolare, ad andamento serpiginoso, alto 1700m, con due interruzioni, una a S e una a N. Quest’ultima mette in comunicazione il fondo col Mare circostante. Il fondo è piatto con colline disposte in senso vagamente circolare; inoltre è presente una lunga rima che circonda quasi completamente il picco, con una interruzione sul versante meridionale. Il picco è complesso, costituito da almeno quattro blocchi disposti a stella. |
| | | |
- | Sono giunte a noi pochissime notizie sulla vita di Archimede, uno dei massimi geni dell’antichità. E’ certo che sia nato a Siracusa intorno al 287 a.C. ed ivi morto nel 212, durante la 2a guerra punica. Amico del tiranno Gerone II, visse quasi sempre nella città natale, salvo un breve periodo in Egitto. Inventore, ingegnere, matematico, astronomo, Archimede occupa un posto importantissimo nel campo scientifico del tempo e molte sue realizzazioni ed intuizioni sono tuttora capisaldi della meccanica e della matematica. Sono noti, soprattutto episodi leggendari della sua vita: il grido “Eureka” urlato uscendo nudo dal bagno, felice per aver intuito il principio del peso specifico dei corpi, gli specchi ustori capaci di mandare a fuoco le navi romane di Marcello impegnate nell’assedio di Siracusa e le circostanze della sua morte, quando durante il sacco della città conseguente alla caduta in mani romane, fu ucciso da un legionario per avere rifiutato di seguirlo in quanto impegnato a risolvere un problema matematico. L’attività scientifica di Archimede si esprime in vari campi: nella meccanica, per avere inventato e realizzato ordigni bellici, soprattutto durante l’assedio di Siracusa (catapulte, artigli meccanici oltre ai già citati specchi ustori). La possibilità di calcolare il passare del tempo lo porta a realizzare un orologio ad acqua. Realizza la “vite di Archimede”, un congegno in grado di sollevare materiali sfruttando la rotazione di una spirale. In campo astronomico realizza un planetario meccanico, una parte del quale (simile alla nota macchina di Anticitera) sembra essere stata ritrovata recentemente durante uno scavo a Olbia. Nel campo della geometria si propone nella soluzione della misura del cerchio, giungendo ad una definizione del pi vicinissima alla realtà, utilizzando il metodo dell’esaustione. Questo metodo prevede il calcolo dei perimetri di 2 poligoni, rispettivamente inscritto e circoscritto al cerchio. Archimede usa poligoni di 96 lati e trova che la circonferenza è pari a 3 diametri più una parte minore di 1/7 e maggiore di 10/71 (si ottiene un valore di 3,1419, con un errore di 3/10.000 del valore reale). Studia anche il problema della quadratura della parabola. Studia le spirali, i conoidi, gli sferoidi e i solidi ottenuti tagliando questi con piani obliqui. Studia i corpi galleggianti: le sue formulazioni costituiscono la base dell’idrostatica. Il principio fondamentale porta il suo nome: “un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume di liquido spostato”. Studia le forme adatte al galleggiamento, sempre orientato alle evidenti applicazioni pratiche, legate alle esigenze del tempo. Nell’”Arenario” affronta il problema della conta dei granelli di sabbia della Terra e, indirettamente, pone l’accento sulla insufficienza della matematica greca nell’affrontare il problema dei grandi numeri. In questo testo e nel “Metodo” si è voluta vedere la precognizione del calcolo infinitesimale, probabilmente un’interpretazione sproporzionata al contesto essenzialmente “pratico” del grande siracusano. Studia e realizza leve e carrucole: famoso l’episodio del varo della grande nave Syracusia che realizza con mezzi meccanici e scarsissimo impiego di energia umana. A questo episodio sembra risalire un’altra famosa frase: “datemi una leva e con essa solleverò il mondo!”.
| |
| | | |
- | '''IL CRATERE''' | + | '''LEE''' |
| | | |
- | Situato vicino al bordo orientale del Mare Imbrium, al vertice di un triangolo che ha agli altri vertici Aristillus e Autolycus, è il più grande cratere (85 km) all’interno dello stesso Mare. Ha pareti terrazzate e in parte degradate, alte non più di 1,6 km. Sua caratteristica è la presenza di una specie di promontorio triangolare che si estende dal bordo in direzione S per circa 30 km. Sempre in direzione S si apre l’estesa area montagnosa chiamata Montes Archimedes e dal promontorio sopra descritto originano due rimae (Rimae Archimedes) che attraversano la pianura della Palus Putredinis che separa il cratere dalla grande catena degli Appennini che chiude il Mare a SE. All’interno della Palus, si trova anche Spurr (Archimedes K), quasi totalmente sommerso, che emerge appena con parte delle sue creste più alte. Il fondo di Archimedes, come quello di Plato, è assolutamente piatto, a seguito della fuoriuscita di lava dallo stesso dopo l’impatto. Come si legge in C. A. Wood “The modern Moon”, se Archimedes fosse un cratere simil-Copernico, avrebbe un fondo profondo 4 km ed un picco di 2,4 km di altezza. Invece il picco centrale non c’è, o meglio non si vede in quanto è certamente sommerso dalla lava che ha alzato il fondo fino al livello del piano circostante, come in Plato. Vi sono alcuni craterini vicino ai bordi. Si notano inoltre alcune fasce chiare che attraversano il fondo stesso, verosimile effetto degli ejecta di Autolycus. Vicino ad Archimedes, a SO, c’è un cratere recente (Archimedes A, o Bancroft) di 13 km di diametro e verso N si estende per circa 80 km la catena dei Montes Spitzbergen, chiamati così da Mary Blagg, una astronoma inglese (1858- 1944), per la loro somiglianza con l’omonima isola norvegese, la più grande delle Svalbard. Nei pressi di Archimedes, nel Sinus Lunicus, venne a schiantarsi nel settembre 1959, la navicella sovietica Luna 2, la prima capsula a raggiungere la Luna.
| |
| | | |
| + | E’ situato tra i due crateri suddetti. Più che un cratere è ciò che rimane di un cratere in gran parte affondato nella lava dell’Humorum. Osservandolo, si ha la sensazione che “sfoci” all’interno di un “golfo”, compreso tra la “costa” che collega Lee a Vitello e una “penisola” che da quest’ultimo si protende nel Mare in direzione NO. Lee ha un bordo visibile solo nella sua parte meridionale, non invasa dalla lava; una parte, suddivisa in tre grossi blocchi, sopravvive sul versante O, prospiciente Doppelmayer. Ha un diametro di 41 Km e le sue pareti hanno un’altezza di 1340m. Vi sono alcune collinette sul fondo piatto ed è difficile dire se una di esse possa essere la cima del picco sommerso. |
| | | |
| <br> | | <br> |
Riga 54: |
Riga 84: |
| {| border="1" align="left" cellpadding="1" cellspacing="0" width="400" style="font-size: 13px; background-color: silver; margin-top: 0px; margin-right: 20px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px;" | | {| border="1" align="left" cellpadding="1" cellspacing="0" width="400" style="font-size: 13px; background-color: silver; margin-top: 0px; margin-right: 20px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px;" |
| |- | | |- |
- | | <div>[[Image:PSL_Archimedes_DisegnoAlfonsoZaccaria.jpg|border|center|500px]]</div> | + | | <div>[[Image:PSL_Doppelmayer_Zaccaria.jpg|border|center|500px]]</div> |
| |- | | |- |
- | |<div style="text-align: center;">Disegno di Archimedes (Alfonso Zaccaria)</div> | + | |<div style="text-align: center;">Disegno di Doppelmayer, Vitello e Lee (Alfonso Zaccaria)</div> |
| |} | | |} |
| | | |
Riga 65: |
Riga 95: |
| {| border="1" cellpadding="1" cellspacing="0" width="400" style="background-color: silver" align="center" | | {| border="1" cellpadding="1" cellspacing="0" width="400" style="background-color: silver" align="center" |
| |- | | |- |
- | |[[Image:PSL_Archimedes_Lazzarotti.jpg|center|400px|link=http://www.lazzarotti-hires.com/images/moon/archimedes-autolycus-aristillus20061229_lazz.jpg]] | + | |[[Image:PSL_Doppelmayer_Lazzarotti.jpg|center|400px|link=http://www.lazzarotti-hires.com/wp/wp-content/uploads/2010/03/marehumorum20090815_lazz.jpg]] |
| | | |
| |- | | |- |
- | |<div style="text-align: center;">Foto ad alta risoluzione di Archimedes eseguita da [[Image:Logo Paolo Lazzarotti.jpg|120px]] [http://www.lazzarotti-hires.com/ '''Paolo Lazzarotti''']. La foto a piena risoluzione puà essere visionata direttamente [http://www.lazzarotti-hires.com/images/moon/archimedes-autolycus-aristillus20061229_lazz.jpg '''dal sito dell'autore'''].</div> | + | |<div style="text-align: center;">Foto ad alta risoluzione del Mare Humorum - a sinistra i crateri Doppelmayer, Vitello e Lee - eseguita da [[Image:Logo Paolo Lazzarotti.jpg|120px]] [http://www.lazzarotti-hires.com/ '''Paolo Lazzarotti''']. La foto a piena risoluzione puà essere visionata direttamente [http://www.lazzarotti-hires.com/wp/wp-content/uploads/2010/03/marehumorum20090815_lazz.jpg '''dal sito dell'autore'''].</div> |
| |} | | |} |
| | | |
Riga 77: |
Riga 107: |
| {| border="1" cellpadding="1" cellspacing="0" width="400" style="background-color: silver" align="center" | | {| border="1" cellpadding="1" cellspacing="0" width="400" style="background-color: silver" align="center" |
| |- | | |- |
- | | [[Image:PSL Archinedes Italia.jpg|border|500px|center]] | + | | [[Image:PSL Doppelmayer Italia.jpg|border|500px|center]] |
| |- | | |- |
- | |<div style="text-align: center;">Archimede sovrapposto all'Italia (nella stessa scala) per visualizzarne le dimensioni</div> | + | |<div style="text-align: center;">Doppelmayer, Vitello e Lee sovrapposti all'Italia (nella stessa scala) per visualizzarne le dimensioni</div> |
| |} | | |} |
| | | |
a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini
Doppelmayer - Vitello - Lee*
|
|
Longitudine
| Latitudine
|
41.4° W
| 28.5° S
|
Diametro 64 - 42 - 41 km
|
Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.
I NOMI
DOPPELMAYER
Johan Gabriel Doppelmayer, o Doppelmayr, matematico, astronomo, cartografo, nasce a Nuremberg il 27 settembre 1677, figlio di un mercante. Studia dapprima all’Aegidium Gymnasium della sua città, poi si trasferisce ad Altdorf per affrontare gli studi di matematica, fisica e giurisprudenza. Completa gli studi ad Halle e si laurea nel 1698 con una tesi sul Sole. Impara l’italiano e il francese e dopo la laurea gira l’Europa; visita soprattutto Olanda e Inghilterra e assiste alle lezioni di famosi astronomi e matematici e decide che il suo futuro sarà interamente dedicato a queste discipline; abbandona pertanto gli studi legali. Diviene professore di matematica nella sua città. E’ noto per gli studi di trigonometria, disegna mappe e costruisce globi celesti e meridiane. Completa, fra l’altro, nel 1742, l’Atlas Coelestis del monaco J.B. Homann. Durante la sua vita riceve riconoscimenti e onori. Tra l’altro diventa membro dell’Accademia di Berlino, della Royal Society e delle’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo. Muore il 1° dicembre 1750 a Nuremberg, secondo alcuni a seguito di un potente shock elettrico durante un esperimento con condensatori elettrici.
VITELLO
Erazmus Ciolek Witelo (Vitello o Vitellione) nasce a Legnica (Breslavia, Polonia) nel 1230 circa. Viene in Italia alla corte papale di Viterbo e scrive i Perspectiva in 10 libri, che dedica a Guglielmo di Moerbeke. L’opera tratta dei vari aspetti della luce e costituisce un testo basilare per secoli, fino a Cartesio, Galileo e Keplero. Il testo è un misto di scienza, metafisica e filosofia. Ispirato dall’arabo Alhazen, da Alberto Magno e da Ruggero Bacone, definisce il fenomeno “luce” come una emanazione di origine divina da forme e corpi trascendenti. Non è definita la data della morte.
LEE
John Lee nasce come John Fiott il 28 aprile 1783. Rimasto orfano molto piccolo, viene adottato dallo zio William Lee Antoine, un matematico. Si laurea in matematica a Cambridge nel 1806. Gira l’Europa fino al 1815, spinto da vari interessi. Si occupa prevalentemente di astronomia, ma anche di antichità e di filologia, diventando di volta in volta membro di queste Società inglesi. Contribuisce alla fondazione della Royal Society of Metheorology e della Numismatic Society. All’età di 80 anni è nominato avvocato presso la prestigiosa corte Gray’s Inn di Londra e l’anno successivo Q.C. (Queen Counsel), Consigliere della Regina. Filantropo, astronomo, matematico, antiquario, avvocato, muore, al culmine di una prestigiosa e multiforme carriera, nella sua residenza di Hartwell House nel Bedfortshire, il 25 febbraio 1866.
I CRATERI
DOPPELMAYER
E’ un cratere del diametro di 66 Km posto sul bordo meridionale del Mare Humorum, dalla parte opposta del grande Gassendi. E’ semisommerso dalla lava proveniente dal Mare stesso, per cui la parte settentrionale della cinta è completamente scomparsa. Persiste invece nella parte meridionale, piuttosto irregolare, dove raggiunge una altezza massima di 2700. L’ingresso della lava all’interno del cratere ha fatto sparire al di sotto di essa anche la metà settentrionale del complesso sistema di rilevatezze collinari che circondano il picco centrale. Esse sono visibili solo nella metà meridionale del fondo. Sono di dimensioni e altezza variabile e il loro orientamento segue la forma di anelli concentrici. Il picco centrale è massiccio, di forma vagamente triangolare, con la base a N e il vertice a S. Il cratere è a sua volta circondato da un fitto insieme di rilevatezze, disposte in maniera irregolare a Est e in modo pressoché parallelo a Ovest, orientate, come i denti di un pettine, in senso SE-NO. A NE di Doppelmayer, si trova Puiseux, di cui sopravvive solo il bordo, appena 400m sul livello del Mare (Humorum), e la cima del picco centrale.
VITELLO
E’ posto anch’esso sul bordo meridionale del M. Humorum, a E del più grande Doppelmayer. Di 42 Km di diametro, per quanto anch’esso degradato, lo è tuttavia meno del vicino. Presenta un bordo irregolare, ad andamento serpiginoso, alto 1700m, con due interruzioni, una a S e una a N. Quest’ultima mette in comunicazione il fondo col Mare circostante. Il fondo è piatto con colline disposte in senso vagamente circolare; inoltre è presente una lunga rima che circonda quasi completamente il picco, con una interruzione sul versante meridionale. Il picco è complesso, costituito da almeno quattro blocchi disposti a stella.
LEE
E’ situato tra i due crateri suddetti. Più che un cratere è ciò che rimane di un cratere in gran parte affondato nella lava dell’Humorum. Osservandolo, si ha la sensazione che “sfoci” all’interno di un “golfo”, compreso tra la “costa” che collega Lee a Vitello e una “penisola” che da quest’ultimo si protende nel Mare in direzione NO. Lee ha un bordo visibile solo nella sua parte meridionale, non invasa dalla lava; una parte, suddivisa in tre grossi blocchi, sopravvive sul versante O, prospiciente Doppelmayer. Ha un diametro di 41 Km e le sue pareti hanno un’altezza di 1340m. Vi sono alcune collinette sul fondo piatto ed è difficile dire se una di esse possa essere la cima del picco sommerso.
|
Disegno di Doppelmayer, Vitello e Lee (Alfonso Zaccaria)
|
|
Foto ad alta risoluzione del Mare Humorum - a sinistra i crateri Doppelmayer, Vitello e Lee - eseguita da Paolo Lazzarotti. La foto a piena risoluzione puà essere visionata direttamente dal sito dell'autore.
|
|
Doppelmayer, Vitello e Lee sovrapposti all'Italia (nella stessa scala) per visualizzarne le dimensioni
|
Torna alla pagina principale di Passi sulla Luna
|