Navigatori alla scoperta del cielo australe

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

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Nel 1487 il portoghese Bartolomeo Diaz arrivò fino al Capo di Buona Speranza.<br>Seguirono i viaggi di Colombo (1492), Vasco De Gama (1498), Vespucci (1502), Ferdinando Magellano (1519), Giovanni da Verrazzano (1524). Questi viaggi alla ricerca di nuove vie per il commercio delle spezie, alla ricerca di oro e nuovi mercati contribuirono a un grande progresso della conoscenze geografiche. In questi lunghi viaggi occorreva anche una grande conoscenza del cielo, e le stelle fino a quel momento sconosciute entrarono negli atlanti celesti.<br><br>Elenchiamo alcuni dei grandi navigatori che descrissero nelle loro cronache di viaggio, oltre alle genti e alle loro usanze,&nbsp; il nuovo cielo che si apriva davanti ai loro occhi, con particolare riferimento alla costellazione più&nbsp; famosa del cielo australe: la Croce del Sud. Queste stelle non erano del tutto sconosciute, e comparivano già nel catalogo stellare di Tolomeo, ma facevano parte della più vasta costellazione del Centauro. <br><br>  
Nel 1487 il portoghese Bartolomeo Diaz arrivò fino al Capo di Buona Speranza.<br>Seguirono i viaggi di Colombo (1492), Vasco De Gama (1498), Vespucci (1502), Ferdinando Magellano (1519), Giovanni da Verrazzano (1524). Questi viaggi alla ricerca di nuove vie per il commercio delle spezie, alla ricerca di oro e nuovi mercati contribuirono a un grande progresso della conoscenze geografiche. In questi lunghi viaggi occorreva anche una grande conoscenza del cielo, e le stelle fino a quel momento sconosciute entrarono negli atlanti celesti.<br><br>Elenchiamo alcuni dei grandi navigatori che descrissero nelle loro cronache di viaggio, oltre alle genti e alle loro usanze,&nbsp; il nuovo cielo che si apriva davanti ai loro occhi, con particolare riferimento alla costellazione più&nbsp; famosa del cielo australe: la Croce del Sud. Queste stelle non erano del tutto sconosciute, e comparivano già nel catalogo stellare di Tolomeo, ma facevano parte della più vasta costellazione del Centauro. <br><br>  
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Da "Navigationi et viaggi" di '''Giovan Battista Ramusio''' (Treviso 1485 - Padova 1557), umanista italiano. <br>Data di pubblicazione&nbsp;: 1588 - 1606 (da&nbsp;<span style="text-decoration: underline;" />[http://www.liberliber.it/ Liber Liber ] )  
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Da "Navigationi et viaggi" di '''Giovan Battista Ramusio''' (Treviso 1485 - Padova 1557), umanista italiano. <br>Data di pubblicazione&nbsp;: 1588 - 1606 (dal sito <u><span style="text-decoration: underline;" /></u>[http://www.liberliber.it/ Liber Liber ] )  
== '''Alvise Ca' da Mosto'''  ==
== '''Alvise Ca' da Mosto'''  ==

Versione delle 21:42, 15 mag 2010

I primi viaggi oceanici furono effettuati verso la seconda metà del XV secolo

Fino a quella data in genere non ci si allontanava troppo dalle coste per motivi pratici.

Nel 1487 il portoghese Bartolomeo Diaz arrivò fino al Capo di Buona Speranza.
Seguirono i viaggi di Colombo (1492), Vasco De Gama (1498), Vespucci (1502), Ferdinando Magellano (1519), Giovanni da Verrazzano (1524). Questi viaggi alla ricerca di nuove vie per il commercio delle spezie, alla ricerca di oro e nuovi mercati contribuirono a un grande progresso della conoscenze geografiche. In questi lunghi viaggi occorreva anche una grande conoscenza del cielo, e le stelle fino a quel momento sconosciute entrarono negli atlanti celesti.

Elenchiamo alcuni dei grandi navigatori che descrissero nelle loro cronache di viaggio, oltre alle genti e alle loro usanze,  il nuovo cielo che si apriva davanti ai loro occhi, con particolare riferimento alla costellazione più  famosa del cielo australe: la Croce del Sud. Queste stelle non erano del tutto sconosciute, e comparivano già nel catalogo stellare di Tolomeo, ma facevano parte della più vasta costellazione del Centauro.

Da "Navigationi et viaggi" di Giovan Battista Ramusio (Treviso 1485 - Padova 1557), umanista italiano.
Data di pubblicazione : 1588 - 1606 (dal sito <span style="text-decoration: underline;" />Liber Liber )

Indice

Alvise Ca' da Mosto

(Venezia 1432 - Venezia 1488) Compì numerosi viaggi a scopo commerciale lungo le coste del Mediterraneo e dell'Atlantico. Verso il 1455 esplorò le Canarie ed il Capo Bianco. Quindi, in una successiva spedizione, su incarico del principe Enrico scoprì le Isole di Capo Verde.</center> 1455 - Quanta alta vedeano la nostra tramontana, e delle sei stelle del polo antartico, e della grandezza del giorno che avean alli 2 luglio, e della qualità del paese e modo del seminare, e come in quelli luoghi nasce il sole senza farsi aurora.

...Nelli giorni che noi stemmo sopra la bocca di questo fiume non vedemmo piú che una volta la tramontana, e ne pareva molto bassa sopra il mare; e però la convenivamo vedere con tempo molto chiaro, e ne pareva sopra il mare l'altezza di una lanza. Ancora avemmo vista di sei stelle basse sopra il mare, chiare, lucide e grandi, e tolte quelle a segno per il bossolo, ne stavano dretto per ostro, figurade in questo modo sequente:



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le quali giudicammo esser il carro dell'ostro; ma la stella principale non vedemmo, perché non era ragionevole di poterla discoprire, se non perdevamo la nostra tramontana. E in questo luogo trovammo la notte di ore undeci e mezza, il giorno di dodici e mezza, essendo i primi giorni di luglio, salvo il vero a' duoi del detto mese.Questo paese è sempre caldo tutto il tempo dell'anno; vero è che fa qualche varietà e quella chiamano inverno, perché, cominciando il mese di luglio fino per tutto ottobre, el piove quasi ogni giorno continuamente su l'ora del mezzodí in questo modo: levansi alcune nugole continuamente di sopra terra tra greco e levante, o da levante e sirocco, con grandissimi tuoni e lampi e fulgori, e cosí piove una grandissima acqua. E a quel tempo i Negri cominciano a seminare nel modo che fanno quelli del regno di Senega, e il viver suo è pur di migli e legumi, carne e latte. E ho inteso che in questo paese fra terra, per la gran calidità dell'aere, l'acqua che piove è calda, e la mattina quando si fa il giorno, el non fa alcuna aurora al levar del sole come fa nelle nostre parti, che dall'aurora al levar del sole è sempre un breve spazio; anzi, come disparono le negrure della notte, subito si vede il sole: non però che per spazio di mezz'ora el rendi chiaritade, perché pare tutto torbido e a modo d'affummato nel primo levare. E la causa di questa vista del sole cosí presta la mattina, contra l'ordine de' paesi nostri, non intendo che possa procedere da altra cagione che per esser i terreni di questi paesi molto bassi, spogliati di montagne; e di questa opinione si trovarono tutti quelli nostri compagni.............

Carta do Mestre João

para D. Manuel I, Porto Seguro, 1 de Maio de 1500. Instituto dos Arquivos Nacionais/Torre do Tombo, Lisboa.


... Somente mando a Vossa Alteza como estão situadas as estrelas do (sul), mas em que grau está cada uma não o pude saber, antes me parece ser impossível, no mar, tomar-se altura de nenhuma estrela, porque eu trabalhei muito nisso e, por pouco que o navio balance, se erram quatro ou cinco graus, de modo que se não pode fazer, senão em terra. E quase outro tanto digo das tábuas da Índia, que se não podem tomar com elas senão com muitíssimotrabalho, que, se Vossa Alteza soubesse como desconcertavam todos nas polegadas,riria disto mais que do astrolábio; porque desde Lisboa até às Canárias desconcertavam uns dos outros em muitas polegadas, que uns diziam, mais que outros, três e quatro polegadas, e outro tanto desde as Canárias até às ilhas de Cabo Verde, e isto, tendo todos cuidados que o tomar fosse a uma mesma hora; de modo que mais julgavam quantas polegadas eram, pela quantidade do caminho que lhes parecia terem andado, que não o caminho pelas polegadas.

Tornando, Senhor, ao propósito, estas Guardas nunca se escondem, antes sempre andam ao derredor sobre o horizonte, e ainda estou em dúvida que não sei qual de aquelas duas mais baixas seja o pólo antártico; e estas estrelas, principalmente as da Cruz, são grandes quase como as do Carro; e a estrela do pólo antártico, ou Sul, é pequena como a da Norte e muito clara, e a estrela que está em cima de toda a Cruz é muito pequena.Não quero alargar mais, para não importunar a Vossa Alteza, salvo que fico rogando a Nosso Senhor Jesus Cristo que a vida e estado de Vossa Alteza acrescente como Vossa Alteza deseja. Feita em Vera Cruz no primeiro de maio de 1500. Para o mar, melhor é dirigir-se pela altura do sol, que não por nenhuma estrela; e melhor com astrolábio, que não com quadrante nem com outro nenhum instrumento. Do criado de Vossa Alteza e vosso leal servidor. Johannes


Amerigo Vespucci

(1454- 1512)1500 - Nell'opera dell'Abate Angelo Maria Bandini "Vita e lettere di Amerigo Vespucci" scritta nel 1745 ecco una lettera scritta da Siviglia, il 18 luglio del 1500 e diretta a Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici in cui Vespucci racconta del suo secondo viaggio.</center> " e come desideroso, d'essere autore, che segnassi la stella del Firmamento dell'altro polo, perdei molte volte il sonno di notte in contemplare il movimento delle stelle dell'altro polo, per segnar quanto di esse tenessi minor movimento, e che fussi più presso al Firmamento, e non potetti con quante male notti ebbi, e con quanti strumenti usai, che fu il quadrante, e l'astrolabio. Non segnai stella che tenessi men che dieci gradi di movimento all'intorno, dimodochè non restai satisfatto in me medesimo di nominar nessuna, essendo il polo del meridiono, a causa del gran circolo, che facevano intorno al Firmamento: e mentre che in questo andavo, mi ricordai di un detto del nostro poeta Dante, del quale fa menzione nel[1]primo capitolo del Purgatorio, quando finge di salire di questo emisperio, e trovarsi nell'altro, che volendo descrivere il polo Antartico dice:

...22 I' mi volsi a man destra, e puosi mentea l'altro polo, e vidi quattro stellenon viste mai fuor ch'a la prima gente.

25 Goder pareva 'l ciel di lor fiammelle:oh settentrional vedovo sito,poi che privato se' di mirar quelle!

Che scondo me mi pare, che il Poeta in questi versi voglia descrivere per le quattro stelle il Polo dell'altro Firmamento, e non mi diffidi fino a qui, che quello che dice non salga a verità; perché io nottai quattro stelle figuranti come una mandorla, che tenevano poco movimento, e si Dio mi da vita, e salute, spero presto tornare in quello emisperio , e non tornar senza notare il polo.

Si fa notare che nel 1500 la Croce del Sud distava da 30 a 36 gradi dal polo, mentre questa mandorla non dovrebbe essere distante più di 10 gradi, proprio perchè aveva poco movimento. In un secondo documento stilato nel 1502 diretto al medesimo Lorenzo de' Medici, dove descrive il suo terzo viaggio, Vespucci descrive le Costellazioni australi.

"Il polo Antartico non ha l'Orse maggiore, né Minore, siccome si può vedere nel nostro polo artico, nè lo toccano alcune stelle, che risplendono, ma quelle che lo circondano sono quattro, che hanno forma di quadrangolo. E mentre queste nascono, si vede dalla parte sinistra un Canopo risplendente di notabile grandezza."......."Dopo questo seguono sei altre lucenti stelle, le quali di splendore avanzano tutte l'altre, che sono nell'ottava sfera; delle quali quella, che è nel mezzo nella superficie della detta sfera, ha misura di circonferenza gradi 32. Dopo queste figure seguita un gran Canopo, ma fosco, le quali tutte si veggono nella Via Latea." * - L'astronomo Ilderer pensò di riconoscere in queste stelle a e b Centauri, la Croce del Sud , le nebulose oscure Coalsack e le nubi di Magellano.


Andrea Corsali

(Firenze 1487...??)1515 - Di Andrea Corsali fiorentino allo illustrissimo signor duca Giuliano de' Medici lettera scritta in Cochin, terra dell'India, nell'anno MDXV, alli VI di gennaio. Come nella navigazione passando la linea equinoziale furono in altura di gradi trentasette nell'altro emispero, a traverso di capo di Buona Speranza, dove viddono un mirabil ordine delle stelle nella parte del cielo opposta alla nostra tramontana.

Dapoi che partimmo da Lisbona navigammo sempre con prospero vento, non uscendo da scilocco e libeccio, e passando la linea equinoziale fummo in altura di trentasette gradi nell'altro emispero, a traverso di capo di Buona Speranza, clima ventoso e freddo, ch'a quei tempi il sole si trovava ne' segni settentrionali, e trovammo la notte di 14 ore. Qui vedemmo un mirabil ordine di stelle, che nella parte del cielo opposita alla nostra tramontana infinite vanno girando. In che luogo sia il polo antartico, per l'altura de' gradi, pigliammo il giorno col sole e ricontrammo la notte con l'astrolabio, ed evidentemente lo manifestano due nugolette di ragionevol grandezza, ch'intorno ad essa continuamente ora abbassandosi e ora alzandosi in moto circulare camminano, con una stella sempre nel mezzo, la qual con esse si volge lontana dal polo circa undici gradi. Sopra di queste apparisce una croce maravigliosa nel mezzo di cinque stelle, che la circondano (com'il Carro la Tramontana) con altre stelle, che con esse vanno intorno al polo girandole lontano circa trenta gradi: e fa suo corso in 24 ore, ed è di tanta bellezza che non mi pare ad alcuno segno celeste doverla comparare, come nella forma qui di sotto appare.

Empoli è la città in cui la famiglia di Andrea Corsali ha avuto origine. Uomo dottissimo,viaggiatore illuminato, buon letterato, corografo, cosmografo, astronomo, un personaggio insigne ancora in parte da ricostruire e valorizzare, possedeva una cultura scientifica e umanistica insieme "...sa bene la lingua persica e la malabare.... " , viaggiava come diplomatico per conto di Papa Leone X. Conosciuto e citato in Cina, America e Australia (di cui intuì l'esistenza) per primo disegnò e descrisse la costellazione più celebre dell'emisfero australe, la Croce del Sud, come si può vedere nel disegno.

Ringrazio la professoressa Giulia Grazi Bracci. A Lei devo la conoscenza di tutte le notizie che riguardano questo personaggio e la lettura delle magnifiche pagine sui viaggi del Corsali e degli altri grandi navigatori e sulla descrizione del cielo australe.


Antonio Pigafetta

Vicenza 1480 o 1490/1491 - Vicenza 1534 ?1520 - Probabilmente cavaliere di Rodi, fu a Barcellona al seguito di F. Chiericati, per le cui raccomandazioni ottenne da Carlo V il permesso di poter prendere parte al viaggio di circumnavigazione di Magellano (20 settembre 1519- 6 settembre 1522). Fu uno dei diciotto superstiti che riuscirono a rientrare in patria dopo tre anni di navigazione. Conclusa la straordinaria impresa, Pigafetta riuscì, dopo molte difficoltà, a far pubblicare il suo resoconto. ...Il polo antartico non ha stella alcuna della sorte del polo artico, ma si veggon molte stelle congregate insieme, che sono come due nebule, un poco separate l'una dall'altra, e un poco oscure nel mezzo. Tra queste ne sono due, non molto grandi né molto lucenti, che poco si muovono: e quelle due sono il polo antartico. L'agucchia del nostro bossolo, variandosi un poco, si voltava sempre verso il polo artico; nondimeno non ha tanta forza come quando ch'ella è in queste parti del polo artico, ed era necessario di aiutar la detta agucchia con la calamita, volendo navigar con quella, perciò ch'ella non si moveva cosí come fa quando ch'ella è in queste nostre parti. Quando furono al mezzo del golfo, viddero una croce di cinque stelle chiarissime diritto per ponente, e sono egualmente lontane l'una dall'altra...

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