Passi sulla Luna: Gassendi
Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.
a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini
Il cratere Bellissimo cratere adagiato sul bordo settentrionale del Mare Humorum, si addntra in parte anche all’interno di esso. Le pareti sono di altezza variabile, più alte a occidente. Si alzano in media circa 1,8 km rispetto al fondo. Quelle meridionali sono meno alte, erose, probabilmente dalla lava proveniente dal Mare Humorum. In effetti, il tono grigio del fondo del cratere è più scuro in questa parte, rispetto al resto del cratere, come quello del Mare, segno di una maggiore presenza di rocce basaltiche di origine lavica. L’interno di Gassendi è estremamente complesso, interessato com’è da innumerevoli fratture (rimae) che si intersecano in vario modo e che, almeno nella parte occidentale e meridionale, sembrano orientarsi parallelamente al bordo. Sono presenti, soprattutto nella parte meridionale, rilevatezze irregolari che vanno a costituire una specie di secondo bordo interno. Il fondo è ricco di craterini di varie dimensioni. Caratteristica di Gassendi è una grande varietà di aspetti all’osservatore frequente: l’altezza del sole e la conseguente diversità dell’angolo di illuminazione determinano una grande diversità del paesaggio. Il picco centrale complesso, costituito da almeno 3 elementi, disposto in circolo, verosimilmente componenti residui di un originario anello centrale. Il bordo settentrionale del cratere è occupato da Gassendi A (33km), un cratere giovane, di forma vagamente esagonale, allungata nel senso dei meridiani, profondo 3,6 km, con un fondo complesso, interessato da un struttura ontagnosa allungata in direzione N/S. Da dove deriva il nome? L’abate Pierre Gassend (detto Gassendi) nasce a Champtercier nel 1592 e muore a Parigi nel 1655. Raggiunge il titolo di Dottore in teologia nel 1614, diviene sacerdote nel 1616 e professore di filosofia nel 1617 ad Aix-en-Provence. Dal 1645 si trasferisce a Parigi dove insegna matematica, filosofia e astronomia. Svolge un ruolo importantissimo nel panorama culturale e scientifico del ‘600. Contemporaneo di Galileo, ha con lui corrispondenza epistolare. Combatte l’autorità di Aristotele e il pensiero dominante dell’epoca, come pure l’astrattismo di Cartesio, valutando il metodo sperimentale come l’unica base per formulare teorie ed avvicinarsi alla conoscenza dei fenomeni naturali. E’ esponente di una corrente scettica (scetticismo metodico). Ricerca una conciliazione fra scienza e filosofia, partendo dalla negazione di ogni autorità prestabilita, rigettando l’aristotelismo, rivalutando l’epicureismo e identificando nell’atomismo e nel suo concetto di “vuoto” un punto compatibile con le nuove teorie scientifiche. Al termine della sua vita cerca anche una conciliazione fra teorie atomistiche e fede, attenuando le originali impostazioni empiristiche. Osserva una aurora boreale e ne tenta una spiegazione scientifica e, il 7 novembre 1631, osserva il passaggio di Mercurio sul Sole, precedentemente previsto da Keplero.
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