Passi sulla Luna: Albategnius
Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.
a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini
PETAVIUS Il nome Denis Peteau (Dionysius Petavius) nasce a Orleans 21 agosto 1583. Frequenta l’Università di Parigi, interessandosi delle vite dei Padri della Chiesa e successivamente, nel 1603, diventa Lettore presso l’Università di Bourges, da cui esce due anni dopo per entrare nella Compagnia di Gesù. Insegnante di teologia al Collegio di Clermont, la principale sede dei Gesuiti a Parigi, muore l’11 dicembre 1652. E’ vastissima la sua produzione su temi di cronologia, storia, filosofia, patristica e storia dei dogmi. Autodidatta, scrive anche in greco e latino. E’ autore di una vasta opera sulla cronologia dei Padri della Chiesa, impostata prima di lui da Isaac Scaliger, che fu il suo primo maestro, la “Opus de doctrina temporum” pubblicata nel 1627. Petavius si occupa per tutta la vita di fornire una risposta sistematica alla dottrina cristiana, sotto un profilo eminentemente storico-politico. Di questo lavoro rimane l’opera, incompiuta “ De theologicis dogmatibus”. Con spirito libero e spesso polemico, si inserisce nelle aspre vicende che seguono il Concilio di Trento e indica alla Chiesa la via del ritorno al primo Cristianesimo, attraverso un ampio ed elaborato resoconto storico- teologico. Modello di umiltà, pur di salute cagionevole, si è sottoposto per tutta la vita a continue e severe mortificazioni corporali. Il cratere Bellissimo cratere disposto in prossimità del bordo orientale della Luna, ben osservabile alcuni giorni dopo la Luna Nuova o due giorni dopo la Luna Piena. Appare variabilmente ovale a seconda della librazione lunare. Ha un diametro di 182 km e forma, con Langrenus, Vendelinus e Furnerius, una serie di crateri di dimensioni simili, disposti tutti sullo stesso meridiano, dall’equatore verso sud, a E e a S del Mare Fecunditatis. La cinta montagnosa si innalza per circa 3,3 km sul piano circostante e, nella parte SO, è interessata sa una profonda spaccatura che parte da un piccolo cratere disposto al centro del bordo meridionale (Petavius C) e occupa quasi un quarto dell’intera circonferenza. Ma è il fondo la parte più interessante del cratere. Visibile anche in piccoli telescopi è la profonda spaccatura (Rima Petavius) che si diparte dal picco centrale e arriva al bordo dopo un percorso di oltre 80 km. Altre rimae più piccole sono presenti un po’ dappertutto, ma prevalentemente nella parte settentrionale del fondo. Diversi Autori includono Petavius all’interno di una classe di crateri chiamata FFCs (floor fractured craters-crateri dal fondo fratturato). Di questa classe fanno parte, ad es., Taruntius e Humboldt, nei pressi di Petavius, Gassendi, Doppelmayer e Vitello nel M. Humorum. Sono tutti crateri disposti nelle vicinanze di Mari e il motivo della fatturazione del fondo va probabilmente ricercato nella spinta dal basso del magma profondo che ha deformato e fratturato la crosta del fondo del cratere e, in qualche caso, è fuoriuscita all’esterno. Il picco centrale è complesso, costituito com’è da diversi blocchi che vediamo disposti in direzione N-S. Sul fondo sono anche visibili alcune zone più scure, rispettivamente, a S, a N e a O. Appoggiato al bordo occidentale sta il cratere Wrattesley, un bel cratere di 57 km, dal picco complesso. Dall’altra parte, sul versante SE, sta il cratere Palitzsh (41 km), non ben definito e col fondo ricco di rilevatezze a cima smussata, che, nella sua parte settentrionale si apre e si allunga nella Vallis Palitzsh.
|