Il cielo dei navigatori - Alla scoperta del Nuovo Mondo

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

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== La navigazione nel medioevo ==
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== La navigazione nel medioevo ==
Il progresso verso un metodo di navigazione scientifico ed accurato è stato lungo e difficile. I naviganti medioevali si basavano sulla posizione del Sole di giorno e su quella delle stelle di notte. Li aiutava anche una diffusa conoscenza di venti, correnti, profili delle coste, che veniva tramandata oralmente da padre in figlio o dai capi barca più vecchi ai marinai più giovani. Solo alla fine del XV secolo si cercò di mettere per scritto tutto questo insieme di conoscenze e di darlo alle stampe.  
Il progresso verso un metodo di navigazione scientifico ed accurato è stato lungo e difficile. I naviganti medioevali si basavano sulla posizione del Sole di giorno e su quella delle stelle di notte. Li aiutava anche una diffusa conoscenza di venti, correnti, profili delle coste, che veniva tramandata oralmente da padre in figlio o dai capi barca più vecchi ai marinai più giovani. Solo alla fine del XV secolo si cercò di mettere per scritto tutto questo insieme di conoscenze e di darlo alle stampe.  
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Il primo strumento per navigare fu lo '''scandaglio''', che poteva consistere o in una lunga pertica di legno o in un peso di piombo attaccato all'estremità di una corda in cui erano stati fatti dei nodi a distanza regolare. Lo scandaglio aveva anche la possibilità di prelevare del materiale dal fondo marino, in modo che i naviganti si rendevano conto se si stavano muovendo su fondali sabbiosi o rocciosi.<br>  
Il primo strumento per navigare fu lo '''scandaglio''', che poteva consistere o in una lunga pertica di legno o in un peso di piombo attaccato all'estremità di una corda in cui erano stati fatti dei nodi a distanza regolare. Lo scandaglio aveva anche la possibilità di prelevare del materiale dal fondo marino, in modo che i naviganti si rendevano conto se si stavano muovendo su fondali sabbiosi o rocciosi.<br>  
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Rappresentazione fantastica dell'invenzione della bussola da parte di Flavio<br>Gioia da Amalfi. Nello "stanzino delle matematiche" in palazzo Vecchio a Firenze  
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==== Rappresentazione fantastica dell'invenzione della bussola da parte di Flavio<br>Gioia da Amalfi. Nello "stanzino delle matematiche" in palazzo Vecchio a Firenze ====
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L'invenzione della bussola costituì un grande progresso per l'affidabilità della navigazione. La tradizione vuole che sia stata inventata ad Amalfi, ma la prima documentazione scritta dell'esistenza di una bussola, si trova nell'opera di un monaco inglese, Alexander Neckham (1157-1217) risalente al 1187. A quel tempo l'ago magnetico veniva utilizzato solo in condizioni di cielo coperto, quando non si poteva vedere ne' il Sole ne' le stelle, come ci racconta il domenicano Vincent di Beauvais (1190-1264).  
L'invenzione della bussola costituì un grande progresso per l'affidabilità della navigazione. La tradizione vuole che sia stata inventata ad Amalfi, ma la prima documentazione scritta dell'esistenza di una bussola, si trova nell'opera di un monaco inglese, Alexander Neckham (1157-1217) risalente al 1187. A quel tempo l'ago magnetico veniva utilizzato solo in condizioni di cielo coperto, quando non si poteva vedere ne' il Sole ne' le stelle, come ci racconta il domenicano Vincent di Beauvais (1190-1264).  
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==== Carta Pisana del 1275 (circa), conservata presso la Biblioteca Nazionale di Parigi.<br> È il più antico esempio di portolano che, nonostante il suo nome è probabilmente di origine genovese.  ====
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Contemporaneamente all'uso della bussola, nella navigazione mediterranea inizia ad essere utilizzato il '''portolano'''. Si tratta di una carta delle coste, disegnata su una pergamena grande quanto la pelle intera di una pecora. I portolani erano molto accurati nel disegno delle coste e indicavano le rotte principali che collegavano i diversi porti. Solo quando la bussola fu perfezionata, e l'ago magnetico fu lasciato libero di muoversi su una punta di rame, i timonieri cominciarono a fidarsene sempre di più. Sembra che sia stata una nave inglese la prima a montare la bussola in modo permanente davanti alla ruota del timone in una struttura protettiva, che prese il nome di [[./V_METOD.HTM#binnacle|binnacle]], per proteggerla dagli elementi atmosferici, e dove trovava posto anche una lucerna.
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Carta Pisana del 1275 (circa), conservata presso la Biblioteca <br>Nazionale di Parigi. È il più antico esempio di portolano che, <br>nonostante il suo nome è probabilmente di origine genovese.  
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== Enrico IIe la navigazione portoghese  ==
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I Portoghesi, guidati dal principe Enrico il Navigatore (1394-1460), affrontarono il problema della navigazione in modo innovativo, quando iniziarono i grandi viaggi di esplorazione lungo la costa occidentale dell'Africa. Nel 1420 furono colonizzate le Isole Canarie, e nel 1433 fu il turno delle isole Azzorre. In questo periodo fu studiato con cura il sistema di venti dell'Oceano Atlantico, e presto i marinai si convinsero che sarebbero sempre potuti tornare a casa, sia che si muovessero verso Sud, sia che navigassero verso Ovest. Infatti scoprirono che la direzione del vento dominante cambiava con la latitudine e con la stagione.<br>Questi viaggi venivano intrapresi principalmente per aggirare l'impero islamico e raggiungere l'Oriente e, in parte, per soddisfare il desiderio di scoperte del principe Enrico. Fu lo stesso principe a volere a Sagres una scuola, dove si insegnava ad usare i metodi più comuni di navigazione e l'uso di semplici strumenti astronomici.
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Lo strumento astronomico, comunemente utilizzato, era un quadrante di legno con due mire fissate su un lato e un filo a piombo, che permetteva di rilevare l'altezza di un astro. Si raccomandava agli ufficiali di osservare la stella Polare nel porto di partenza e di segnare il punto in cui il filo a piombo passava sul bordo dello strumento, cioè di conservare questa misura. Durante il viaggio il navigante prendeva nota della posizione della polare corrispondente a fiumi, promontori ed estuari, in modo che il cartografo potesse ricavarne la [[ST LAT.HTM|latitudine]] e riportarli correttamente sulla carta geografica. A causa del moto apparente della Polare attorno al polo nord celeste, si raccomandava al navigante di osservare la stella quando le '''Guardas''', cioè le ultime due stelle del Piccolo Carro, fossero state in una posizione assegnata, in modo da tener conto del fatto che la polare non coincide esattamente con il Polo Nord Celeste.
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==== La costellazione dell'Orsa Minore con la posizione della stella<br>polare e delle "guardas" rispetto al polo nord celeste  ====
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Contemporaneamente all'uso della bussola, nella navigazione mediterranea inizia ad essere utilizzato il '''portolano'''. Si tratta di una carta delle coste, disegnata su una pergamena grande quanto la pelle intera di una pecora. I portolani erano molto accurati nel disegno delle coste e indicavano le rotte principali che collegavano i diversi porti. Solo quando la bussola fu perfezionata, e l'ago magnetico fu lasciato libero di muoversi su una punta di rame, i timonieri cominciarono a fidarsene sempre di più. Sembra che sia stata una nave inglese la prima a montare la bussola in modo permanente davanti alla ruota del timone in una struttura protettiva, che prese il nome di [[./V_METOD.HTM#binnacle|binnacle]], per proteggerla dagli elementi atmosferici, e dove trovava posto anche una lucerna.
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Con questo sistema, quando il navigante voleva recarsi in un luogo la cui altezza polare fosse riportata sul suo quadrante, non doveva fare altro che navigare verso Nord o verso Sud fino a che la Polare non avesse avuto l'altezza voluta e poi muoversi verso Est o verso Ovest, a seconda di casi. In seguito fu insegnato ai naviganti come convertire le differenze di gradi di altezza in leghe, per conoscere di quanto si era navigato nella direzione Nord-Sud, moltiplicando i gradi per 16 e due terzi.  
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[[Nel 1471 fu attraversato l'Equatore, e quindi la stella Polare non poteva più essere utilizzata per navigare. Re Giovanni II del Portogallo nominò una commissione che, nel 1485, risolse il problema. Fu pubblicata una tabella che riportava l']][[./ST_LAT.HTM#altezza|altezza]] del Sole, al passaggio al meridiano, nei diversi giorni dell'anno, alle diverse latitudini.
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<br> Il quadrante, con il suo filo a piombo, non era uno strumento molto pratico da usarsi in mare. Ben presto fu soppiantato dall''''astrolabio''' e dalla [[./WERNER.HTM#balestriglia|'''balestriglia''']]. Inventata dall'astronomo provenzale Levi Ben Gerson, la sua introduzione a bordo delle navi portoghesi segue di poco il grande viaggio di Vasco de Gama del 1498 che, nella sua traversata dell'Oceano Indiano, aveva conosciuto il '''kamal ''',uno strumento arabo di caratteristiche simili.
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L'astrolabio è uno strumento di calcolo oltre che di misura e contiene, inoltre, la posizione del Sole e delle principali stelle in coordinate [[./EQ_ASS.HTM|equatoriali assolute]]. Il cerchio eccentrico nella fotografia rappresenta l'eclittica, cioè il cammino apparente annuo del Sole. Conoscendo la data è possibile ricavare l'ascensione retta e la declinazione dell'astro. Le fiammelle rappresentano alcune stelle, si riconosce Spica della costellazione della Vergine.
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I nuovi metodi di navigazione adottati dai portoghesi si diffusero velocemente in Spagna e in tutte le marinerie occidentali.  
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Versione delle 20:25, 16 ott 2010

Indice

La navigazione nel medioevo

Il progresso verso un metodo di navigazione scientifico ed accurato è stato lungo e difficile. I naviganti medioevali si basavano sulla posizione del Sole di giorno e su quella delle stelle di notte. Li aiutava anche una diffusa conoscenza di venti, correnti, profili delle coste, che veniva tramandata oralmente da padre in figlio o dai capi barca più vecchi ai marinai più giovani. Solo alla fine del XV secolo si cercò di mettere per scritto tutto questo insieme di conoscenze e di darlo alle stampe.

Il primo strumento per navigare fu lo scandaglio, che poteva consistere o in una lunga pertica di legno o in un peso di piombo attaccato all'estremità di una corda in cui erano stati fatti dei nodi a distanza regolare. Lo scandaglio aveva anche la possibilità di prelevare del materiale dal fondo marino, in modo che i naviganti si rendevano conto se si stavano muovendo su fondali sabbiosi o rocciosi.


Rappresentazione fantastica dell'invenzione della bussola da parte di Flavio
Gioia da Amalfi. Nello "stanzino delle matematiche" in palazzo Vecchio a Firenze

L'invenzione della bussola costituì un grande progresso per l'affidabilità della navigazione. La tradizione vuole che sia stata inventata ad Amalfi, ma la prima documentazione scritta dell'esistenza di una bussola, si trova nell'opera di un monaco inglese, Alexander Neckham (1157-1217) risalente al 1187. A quel tempo l'ago magnetico veniva utilizzato solo in condizioni di cielo coperto, quando non si poteva vedere ne' il Sole ne' le stelle, come ci racconta il domenicano Vincent di Beauvais (1190-1264).


Carta Pisana del 1275 (circa), conservata presso la Biblioteca Nazionale di Parigi.
È il più antico esempio di portolano che, nonostante il suo nome è probabilmente di origine genovese.

Contemporaneamente all'uso della bussola, nella navigazione mediterranea inizia ad essere utilizzato il portolano. Si tratta di una carta delle coste, disegnata su una pergamena grande quanto la pelle intera di una pecora. I portolani erano molto accurati nel disegno delle coste e indicavano le rotte principali che collegavano i diversi porti. Solo quando la bussola fu perfezionata, e l'ago magnetico fu lasciato libero di muoversi su una punta di rame, i timonieri cominciarono a fidarsene sempre di più. Sembra che sia stata una nave inglese la prima a montare la bussola in modo permanente davanti alla ruota del timone in una struttura protettiva, che prese il nome di [[./V_METOD.HTM#binnacle|binnacle]], per proteggerla dagli elementi atmosferici, e dove trovava posto anche una lucerna.


Enrico IIe la navigazione portoghese

I Portoghesi, guidati dal principe Enrico il Navigatore (1394-1460), affrontarono il problema della navigazione in modo innovativo, quando iniziarono i grandi viaggi di esplorazione lungo la costa occidentale dell'Africa. Nel 1420 furono colonizzate le Isole Canarie, e nel 1433 fu il turno delle isole Azzorre. In questo periodo fu studiato con cura il sistema di venti dell'Oceano Atlantico, e presto i marinai si convinsero che sarebbero sempre potuti tornare a casa, sia che si muovessero verso Sud, sia che navigassero verso Ovest. Infatti scoprirono che la direzione del vento dominante cambiava con la latitudine e con la stagione.
Questi viaggi venivano intrapresi principalmente per aggirare l'impero islamico e raggiungere l'Oriente e, in parte, per soddisfare il desiderio di scoperte del principe Enrico. Fu lo stesso principe a volere a Sagres una scuola, dove si insegnava ad usare i metodi più comuni di navigazione e l'uso di semplici strumenti astronomici.

Lo strumento astronomico, comunemente utilizzato, era un quadrante di legno con due mire fissate su un lato e un filo a piombo, che permetteva di rilevare l'altezza di un astro. Si raccomandava agli ufficiali di osservare la stella Polare nel porto di partenza e di segnare il punto in cui il filo a piombo passava sul bordo dello strumento, cioè di conservare questa misura. Durante il viaggio il navigante prendeva nota della posizione della polare corrispondente a fiumi, promontori ed estuari, in modo che il cartografo potesse ricavarne la latitudine e riportarli correttamente sulla carta geografica. A causa del moto apparente della Polare attorno al polo nord celeste, si raccomandava al navigante di osservare la stella quando le Guardas, cioè le ultime due stelle del Piccolo Carro, fossero state in una posizione assegnata, in modo da tener conto del fatto che la polare non coincide esattamente con il Polo Nord Celeste.


La costellazione dell'Orsa Minore con la posizione della stella
polare e delle "guardas" rispetto al polo nord celeste

Con questo sistema, quando il navigante voleva recarsi in un luogo la cui altezza polare fosse riportata sul suo quadrante, non doveva fare altro che navigare verso Nord o verso Sud fino a che la Polare non avesse avuto l'altezza voluta e poi muoversi verso Est o verso Ovest, a seconda di casi. In seguito fu insegnato ai naviganti come convertire le differenze di gradi di altezza in leghe, per conoscere di quanto si era navigato nella direzione Nord-Sud, moltiplicando i gradi per 16 e due terzi.

Nel 1471 fu attraversato l'Equatore, e quindi la stella Polare non poteva più essere utilizzata per navigare. Re Giovanni II del Portogallo nominò una commissione che, nel 1485, risolse il problema. Fu pubblicata una tabella che riportava l'[[./ST_LAT.HTM#altezza|altezza]] del Sole, al passaggio al meridiano, nei diversi giorni dell'anno, alle diverse latitudini.


Astrolabio nautico esposto nel Museo di Storia della Scienza di Firenze


Il quadrante, con il suo filo a piombo, non era uno strumento molto pratico da usarsi in mare. Ben presto fu soppiantato dall'astrolabio e dalla [[./WERNER.HTM#balestriglia|balestriglia]]. Inventata dall'astronomo provenzale Levi Ben Gerson, la sua introduzione a bordo delle navi portoghesi segue di poco il grande viaggio di Vasco de Gama del 1498 che, nella sua traversata dell'Oceano Indiano, aveva conosciuto il kamal ,uno strumento arabo di caratteristiche simili.


Astrolabio europeo del XVI secolo

L'astrolabio è uno strumento di calcolo oltre che di misura e contiene, inoltre, la posizione del Sole e delle principali stelle in coordinate [[./EQ_ASS.HTM|equatoriali assolute]]. Il cerchio eccentrico nella fotografia rappresenta l'eclittica, cioè il cammino apparente annuo del Sole. Conoscendo la data è possibile ricavare l'ascensione retta e la declinazione dell'astro. Le fiammelle rappresentano alcune stelle, si riconosce Spica della costellazione della Vergine.

I nuovi metodi di navigazione adottati dai portoghesi si diffusero velocemente in Spagna e in tutte le marinerie occidentali.

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