Passi sulla Luna: Pitatus

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

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'''FRA MAURO'''
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'''IL NOME'''
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E’ ignota la data di nascita di questo frate camaldolese, veneto, che, dopo un soggiorno in Istria, nel 1444 si trova certamente a Venezia e nel 1448 nel monastero di S.Michele in Isola a Murano. La maggiore opera di Fra Mauro è un planisfero che rappresenta la Terra come era conosciuta attorno alla metà del ‘400, prima della scoperta dell’America. L’opera, di grandi dimensioni (230x230cm), rappresenta le terre emerse (Europa, Asia e Africa) raccolte in un’area circolare e circondate dall’Oceano. E ’realizzata su pergamena incollata su supporto ligneo ed è conservata presso la Biblioteca Marciana di Venezia. Contiene di fatto una eccezionale “summa” delle conoscenze geografiche del tempo, frutto di ricerche su testi antecedenti e rapporti di viaggiatori, con circa 3000 citazioni. Gran parte di esse sono reali, alcune frutto della cultura e tradizioni del tempo, come ad es, la localizzazione del Paradiso Terrestre. La carta è orientata col Sud in alto, secondo la tradizione del tempo. Viene comunemente considerata un punto di raccordo, e nel contempo, di separazione, tra la cultura medievale e quella dell’imminente Rinascimento.  
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Di Pietro Pitati non si conosce con esattezza la data di nascita. Viene citato da Bernardino Baldi come un nobile veronese studioso di astronomia e matematica. Autore di pubblicazioni astronomiche, in particolare sulla riforma del calendario. I suoi Paschales atque noviluniorum mensumi canones (1539) fissano con precisione le date della Pasqua. Scrive anche sulla durata dell’anno solare e lunare e promuove la regola secondo la quale gli anni centenari bisestili devono essere divisibili per 400 (quindi uno ogni 400 anni). E’ la cosiddetta regola gregoriana (1582, da Gregorio XIII). E’ autore di effemeridi (Almanach novum, 1542). Muore intorno al 1560.
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Fra Mauro muore all’incirca nel 1459.
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'''IL CRATERE'''
'''IL CRATERE'''
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E’ un antico cratere dalla forma vagamente esagonale, situato a S del Mare Imbrium, tra le insenature del Mare Insularum e del Mare Cognitum, all’interno di una formazione allungata in senso NS, chiamata formazione Fra Mauro, verosimilmente originata dall’impatto che diede origine all’Imbrium. E’ un vasto cratere di circa 95 Km di diametro, facilmente identificabile anche a piccolo in gradimento in quanto forma un bel trio con i due crateri Bonpland e Parry, a S. E’privo di bordo nella sua parte orientale, a seguito dell’invasione del suo fondo da parte di lava basaltica, a sua volta originata dai grandi impatti avvenuti nelle vicinanze. Il bordo meridionale è occupato dai margini settentrionali dei sopracitati Bonpland e Parry, che sporgono leggermente al suo interno. Il bordo occidentale è irregolare e molto accidentato. A N il bordo è interessato da numerose spaccature e fenditure parallele, tutte orientate, come altre che interessano gli altri bordi e il fondo, in senso grosso modo NS, e dovute agli ejecta dell’Imbrium. Il fondo è piatto e regolare nella sua parte orientale, irregolare, ricoperto di collinette e vallate parallele, sempre dirette verso l’Imbrium, in quella occidentala. La metà orientale è separata da quella occidentale da una profonda  fenditura che attraversa il cratere quasi completamente. Verso S, questa si divide in due, quella occidentale attraversa il bordo e prosegue nel cratere Parry. Non c’è picco centrale. Quasi al centro è presente un cratere recente (Fra Mauro E). Poco a N di Fra Mauro allunò Apollo 14 nel 1971. La spedizione raccolse interessante materiale geologico finalizzato alla ricerca dell’origine dell’Imbrium.
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Cratere di 97 Km di diametro situato sul bordo meridionale del Mare Nubium, è a circa 250 Km a N di Tycho, 200 Km a O di Purbach e 260 Km a SE di Bullialdus. Il bordo è più alto a S, mentre si riduce in altezza e si frammenta in diverse rilevatezze e complessi rocciosi irregolari a N, dalla parte del Mare. Il bordo è molto eroso, anche se mantiene, soprattutto a O, parte del terrazzamento interno. Il fondo è piatto, scuro, interamente riempito di lava, da cui emerge solo il picco, localizzato eccentricamente, verso NO, di forma allungata in senso NE e circondato da alcuni rilievi. Caratteristicamente, il cratere presenta una serie di rimae che percorrono tutto il bordo del fondo, proprio sotto le ultime propaggini del bordo (Rima Pitatus), difficili da osservare e comunque solo col Sole ad una certa altezza sull’orizzonte lunare. La porzione NO della rima passa attraverso una zona collinare e la spacca, separandola dal bordo estreno, più alto. Da notare anche la presenza di depositi di materiale chiaro, sia irregolarmente sul fondo che attorno alla parte orientale della rima. Vengono considerati di verosimile origina vulcanica (solfuri?).
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'''GAURICUS'''
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'''BONPLAND'''
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'''IL NOME'''
'''IL NOME'''
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Aimè Bonpland nasce a La Rochelle il 20 agosto 1773, figlio di un medico. Si arruola nell’esercito francese come chirurgo, ma il suo spirito d’avventura e l’interesse per le scienze naturali lo inducono a partire assieme ad Alexander Von Humboldt per un lungo viaggio attraverso il Messico, la Colombia e le terre dell’Orinoco e del Rio delle Amazzoni. Qui descrive e classifica circa 60.000 piante. Dopo un breve ritorno a Parigi, nel 1816 riparte per Buenos Aires ed esplora gran parte del Sud America, con alterne vicende, alcune drammatiche, tanto che trascorre 10 anni in carcere in Bolivia, fino al 1831. Muore a Santa Ana, in Argentina, oggi chiamata Bonpland, in suo onore, il 4 maggio 1858. Molte piante ed animali esotici portano il suo nome.
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Luca Gaurico nasce a Gauro (oggi Montecorvino Rovella), allora Stato di Giffoni (Salerno) il 12 marzo 1475. Dopo essersi formato agli studi classici nella colta Napoli di Ferdinando I d’Aragona, si reca a Padova dove segue le lezioni di filosofia di Pomponazzi e si laurea Doctor Artium. Diventa esperto di astrologia giudiziaria, una disciplina che concerne l’influsso degli astri sul destino degli uomini. Diviene famoso per le sue predizioni quasi come Nostradamus, di cui è amico, tanto che viene chiamato come consigliere presso la corte papale di Giulio II, poi di Leone X, Clemente VII e Paolo III, nonché presso diverse corti europee. E’ autore del Tractatus Astrologicus dove, tra l’altro, correla la nascita di Lutero alla grande congiunzione di Giove e Saturno nello Scorpione. Muore a Roma il 6 marzo 1558.
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‘’’IL CRATERE‘’’
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A Sud di Pitatus giace Gauricus (79 Km di diametro).Ha bordi arrotondati e poco definiti, di aspetto “polveroso”, con una corona di 8-10 craterini disposti lungo l’emiciclo occidentale, dalla parte di Wurzelbauer. A questo cratere mancano le comuni caratteristiche morfologiche dei crateri lunari (il bordo con creste appuntite, i terrazzamenti, il picco centrale) e ciò ne fa un “unicum” nel pur complesso paesaggio lunare. Il bordo degrada dolcemente verso un fondo piatto, privo di picco, che presenta a N, un cratere doppio, con i bordi confluenti, fusi e semisommersi dalla lava, dalla caratteristica forma a 8.
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'''IL CRATERE'''
 
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Ampio circa 60 Km, si colloca col suo bordo settentrionale su quello meridionale di Fra Mauro e lo impronta dal basso, mentre viene improntato a sua volta, da E, dal bordo occidentale di Parry. E’ fortemente degradato e i suoi bordi occidentale e meridionale sono interrotti più volte. Ha un fondo in gran parte piatto, con lievi ondulazioni nella sua parte orientale, frutto dell’invasione della lava, come Fra Mauro, interessato da piccoli crateri, privo di picco centrale. E’ attraversato dalla Rima Parry, proveniente da Fra Mauro che poi prosegue anche oltre il bordo meridionale.
 
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'''PARRY'''
 
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'''WURZELBAUER'''
'''IL NOME'''
'''IL NOME'''
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William Edward Parry nasce a Bath, Inghilterra, il 19 febbraio 1790. Volontario a 13 anni nella Royal Navy, partecipa alle guerre napoleoniche. Trascorre la sua vita sul mare: dal 1810 al 1817 serve la marina inglese nelle Svalbard, poi, dal 1818, partecipa alla spedizione di John Ross tesa alla ricerca del leggendario “passaggio a Nord-Ovest”, senza successo, ma scoprendo terre fino ad allora sconosciute. Fino al 1824 partecipa ad altre due spedizioni con lo stesso obiettivo ma sempre senza successo. Pubblica tuttavia interessanti diari e studi sul magnetismo terrestre. Nel 1827 tenta, anche questa volta senza successo, di raggiungere il Polo Nord, partendo dalle Spitzbergen. Raggiunge il grado di Grand’ Ammiraglio.
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Johann P. Von Wurzelbauer nasce a Nuremberg nel 1651 e per una parte della sua vita esercita l’attività di mercante, pur approfondendo studi di astronomia. Dopo il 1682 e dopo aver acquistato un osservatorio e vari strumenti, si dedica completamente a questa disciplina, osservando, tra l’altro, il transito di Mercurio, eclissi solari e vari altri fenomeni astronomici. Viene nominato membro delle Accademie delle Scienze di Prussia e Francia e infine premiato col titolo nobiliare e l’aggiunta del von al cognome dall’Imperatore del Sacro Romano Impero Leopoldo I nel 1692. Tra le sue pubblicazioni: Uranies Noricae basis astronomico-geographica del 1697. Muore nel 1725.
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Muore a Bad Ems in Germania il 9 luglio 1855.
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'''IL CRATERE'''
'''IL CRATERE'''
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E’ il più piccolo del trio che comprende Fra Mauro, Bonpland e lo stesso Parry (48 Km) ed è il più giovane dei tre, dal momento che impronta con il suo bordo gli altri due. Il bordo stesso raggiunge la maggiore altezza nel punto in cui incontra quelli degli altri due crateri. Il fondo è piatto, disseminato di piccoli crateri, con una rima che decorre in senso EO, pressoché parallela al bordo meridionale, anch’essa facente parte del complesso delle Rimae Parry. Anche Parry, come gli altri crateri vicini, è privo di picco centrale.
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Si trova a Ovest di Gauricus. Ha bordi estremamente erosi e danneggiati, con craterini sulla sommità. Il fondo è in gran parte occupato da una sorta di altopiano ruvido, ricco di collinette scabre e vallate irregolari, percorso da una lunga valle dal decorso arcuato con concavità verso E, che, all’osservazione, sembra delineare, col bordo orientale del cratere, un cerchio inscritto nel primo. All’interno, nella parte orientale del cerchio più piccolo, il fondo è piatto e liscio ed è attraversato da un sottile solco.
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'''HESIODUS'''
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'''TOLANSKY'''
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'''IL NOME'''
'''IL NOME'''
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Samuel Tolansky nasce come Turlansky da una famiglia di ebrei lituani, a Newcastle upon Tyne il 17 novembre 1907. Professore all’Armstrong College, poi Kings College, di Durham, viene insignito di varie onorificenze per i suoi studi di fisica, fino ad una nomination per il premio Nobel. Si trasferisce a Berlino, poi all’Imperial College di Londra e porta avanti importanti studi di ottica, interferometria, spettroscopia e fisica atomica. Nel 1947 è eletto Fellow della Royal Astronomy Society e nel 1952 della Royal Society. Partecipa al programma Apollo e si dedica all’analisi ottica delle polveri lunari portate a Terra dall’Apollo 11.
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Nasce, secondo diverse tradizioni, forse a Cuma (Asia Minore) o forse ad Ascra (Beozia), tra l’VIII e il VII secolo a.C., secondo Erodoto, contemporaneo di Omero. Cresciuto in campagna, descrive nelle Opere e i giorni la vita contadina. Scrive la Teogonia (genesi delle divinità), in cui tenta di porre ordine nel vasto ambito del mito e della religione del tempo, in una Ellade frammentata in una miriade di località, ciascuna caratterizzata da tradizioni diverse e a volte contraddittorie. E’ il primo Autore che utilizza la poesia come veicolo di insegnamento e conoscenza (poesia didascalica), con un lessico molto variabile, dall’epico tradizionale al popolare, innovativo.
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Muore il 4 marzo 1973.
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'''IL CRATERE'''
'''IL CRATERE'''
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Situato subito a O di Pitatus, è un cratere vagamente poligonale, di 43 Km di diametro, collegato a Pitatus da una frattura del bordo orientale, che condivide col medesimo. In questa frattura, con Sole molto basso, è possibile osservare l’incunearsi di un raggio che attraversando tutta la pianura, ancora immersa nell’oscurità, va a illuminare la parete opposta del bordo (Raggio di Hesiodus) (vedi la Rubrica “Ombre e luci” in “Passi sulla Luna” del sito U.A.I.). Il bordo è frastagliato, eroso e al centro del fondo, anziché un picco, c’è un craterino, ben visibile. Ma la caratteristica maggiore di Hesiodus è la presenza, sul bordo SO, di Hesiodus A, un cratere di 14 Km, molto inusuale: a Sole già alto, rivela la presenza al suo interno di un altro bordo circolare, concentrico a quello esterno, con alcuni picchi al centro. La sua origine è verosimilmente vulcanica, ritenendosi poco probabile l’eventualità di un primo impatto, perfettamente centrato da un impatto successivo.  
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Piccolo cratere di 16 Km di diametro, dal profilo netto, con fondo piatto, situato circa 20 Km a S dei bordi meridionali di Bonpland e Parry.
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'''GUERICKE'''
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'''IL NOME'''
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Otto Von Guericke nasce a Magdeburgo il 20 novembre 1602. Dopo avere frequentato le Università di Lipsia, Jena e Leida, impegnandosi in studi di diritto e ingegneria, nel 1646 diventa borgomastro di Magdeburgo. Da allora porta avanti consensualmente l’attività politica e quella di scienziato. Nel 1663 finisce di scrivere il maggiore lavoro: Experimentia Nova, ut vocantur, Magdeburgica, da vacuo spatio. E’ famoso per i suoi esperimenti sull’aria e sul vuoto. E’ sua l’invenzione della pompa pneumatica per la creazione del vuoto e l’esperimento degli emisferi di Magdeburgo: una coppia di emisferi di rame, all’interno dei quali viene fatto il vuoto: in tali condizioni non possono essere separati nemmeno da 2 schiere di 15 cavalli per parte. Attribuisce il fatto alla pressione esercitata dall’aria atmosferica, confermando e ampliando un precedente esperimento di Evangelista Torricelli. Si interessa anche di elettricità e, in campo astronomico, ipotizza la predizione del ritorno delle comete.
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Muore ad Amburgo il 21 maggio 1686.
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'''IL CRATERE'''
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Ampio residuo di un cratere di 58 Km di diametro, situato sul bordo settentrionale del Mare Nubium, a S del trio composto da Fra Mauro, Bonpland e Parry, con i crateri Kunt e Davy a E e il Mare Cognitum a O. L’invasione della lava lascia sporgere solo le creste del bordo del cratere, con ampie lacune fra esse. Le fratture e l’orientamento delle creste stesse in senso NS, come in Fra Mauro e negli altri crateri vicini, è espressione dell’azione degli ejecta dell’Imbrium. Il fondo è in gran parte piatto, privo di picco centrale, con due evidenti crateri al suo interno, collocati nella parte sud-occidentale. Sempre sul bordo sud- occidentale, all’esterno,  è situato un abbozzo di cratere, anch’esso semisommerso dalla lava, Guericke F. Altri abbozzi di crateri sono presenti all’interno del complesso di rilievi che si dipartono dal bordo meridionale di Guericke.
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Versione corrente delle 09:38, 26 dic 2016

a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini


Pitatus*
Longitudine Latitudine
13.5° W 29.8° S
Diametro 97 km.




La zona del cratere Pitatus è mappata nella mappa numero 94 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del Lunar and Planetary Institute.

Download della mappa 94 in jpeg con risoluzione 72dpi
Download della mappa 94 in jpeg con risoluzione 150dpi
Download della mappa 94 in jpeg2000 con risoluzione 300dpi


PITATUS

IL NOME

Di Pietro Pitati non si conosce con esattezza la data di nascita. Viene citato da Bernardino Baldi come un nobile veronese studioso di astronomia e matematica. Autore di pubblicazioni astronomiche, in particolare sulla riforma del calendario. I suoi Paschales atque noviluniorum mensumi canones (1539) fissano con precisione le date della Pasqua. Scrive anche sulla durata dell’anno solare e lunare e promuove la regola secondo la quale gli anni centenari bisestili devono essere divisibili per 400 (quindi uno ogni 400 anni). E’ la cosiddetta regola gregoriana (1582, da Gregorio XIII). E’ autore di effemeridi (Almanach novum, 1542). Muore intorno al 1560.

IL CRATERE

Cratere di 97 Km di diametro situato sul bordo meridionale del Mare Nubium, è a circa 250 Km a N di Tycho, 200 Km a O di Purbach e 260 Km a SE di Bullialdus. Il bordo è più alto a S, mentre si riduce in altezza e si frammenta in diverse rilevatezze e complessi rocciosi irregolari a N, dalla parte del Mare. Il bordo è molto eroso, anche se mantiene, soprattutto a O, parte del terrazzamento interno. Il fondo è piatto, scuro, interamente riempito di lava, da cui emerge solo il picco, localizzato eccentricamente, verso NO, di forma allungata in senso NE e circondato da alcuni rilievi. Caratteristicamente, il cratere presenta una serie di rimae che percorrono tutto il bordo del fondo, proprio sotto le ultime propaggini del bordo (Rima Pitatus), difficili da osservare e comunque solo col Sole ad una certa altezza sull’orizzonte lunare. La porzione NO della rima passa attraverso una zona collinare e la spacca, separandola dal bordo estreno, più alto. Da notare anche la presenza di depositi di materiale chiaro, sia irregolarmente sul fondo che attorno alla parte orientale della rima. Vengono considerati di verosimile origina vulcanica (solfuri?).


GAURICUS

IL NOME

Luca Gaurico nasce a Gauro (oggi Montecorvino Rovella), allora Stato di Giffoni (Salerno) il 12 marzo 1475. Dopo essersi formato agli studi classici nella colta Napoli di Ferdinando I d’Aragona, si reca a Padova dove segue le lezioni di filosofia di Pomponazzi e si laurea Doctor Artium. Diventa esperto di astrologia giudiziaria, una disciplina che concerne l’influsso degli astri sul destino degli uomini. Diviene famoso per le sue predizioni quasi come Nostradamus, di cui è amico, tanto che viene chiamato come consigliere presso la corte papale di Giulio II, poi di Leone X, Clemente VII e Paolo III, nonché presso diverse corti europee. E’ autore del Tractatus Astrologicus dove, tra l’altro, correla la nascita di Lutero alla grande congiunzione di Giove e Saturno nello Scorpione. Muore a Roma il 6 marzo 1558. ‘’’IL CRATERE‘’’ A Sud di Pitatus giace Gauricus (79 Km di diametro).Ha bordi arrotondati e poco definiti, di aspetto “polveroso”, con una corona di 8-10 craterini disposti lungo l’emiciclo occidentale, dalla parte di Wurzelbauer. A questo cratere mancano le comuni caratteristiche morfologiche dei crateri lunari (il bordo con creste appuntite, i terrazzamenti, il picco centrale) e ciò ne fa un “unicum” nel pur complesso paesaggio lunare. Il bordo degrada dolcemente verso un fondo piatto, privo di picco, che presenta a N, un cratere doppio, con i bordi confluenti, fusi e semisommersi dalla lava, dalla caratteristica forma a 8.


WURZELBAUER

IL NOME

Johann P. Von Wurzelbauer nasce a Nuremberg nel 1651 e per una parte della sua vita esercita l’attività di mercante, pur approfondendo studi di astronomia. Dopo il 1682 e dopo aver acquistato un osservatorio e vari strumenti, si dedica completamente a questa disciplina, osservando, tra l’altro, il transito di Mercurio, eclissi solari e vari altri fenomeni astronomici. Viene nominato membro delle Accademie delle Scienze di Prussia e Francia e infine premiato col titolo nobiliare e l’aggiunta del von al cognome dall’Imperatore del Sacro Romano Impero Leopoldo I nel 1692. Tra le sue pubblicazioni: Uranies Noricae basis astronomico-geographica del 1697. Muore nel 1725.

IL CRATERE

Si trova a Ovest di Gauricus. Ha bordi estremamente erosi e danneggiati, con craterini sulla sommità. Il fondo è in gran parte occupato da una sorta di altopiano ruvido, ricco di collinette scabre e vallate irregolari, percorso da una lunga valle dal decorso arcuato con concavità verso E, che, all’osservazione, sembra delineare, col bordo orientale del cratere, un cerchio inscritto nel primo. All’interno, nella parte orientale del cerchio più piccolo, il fondo è piatto e liscio ed è attraversato da un sottile solco.


HESIODUS

IL NOME

Nasce, secondo diverse tradizioni, forse a Cuma (Asia Minore) o forse ad Ascra (Beozia), tra l’VIII e il VII secolo a.C., secondo Erodoto, contemporaneo di Omero. Cresciuto in campagna, descrive nelle Opere e i giorni la vita contadina. Scrive la Teogonia (genesi delle divinità), in cui tenta di porre ordine nel vasto ambito del mito e della religione del tempo, in una Ellade frammentata in una miriade di località, ciascuna caratterizzata da tradizioni diverse e a volte contraddittorie. E’ il primo Autore che utilizza la poesia come veicolo di insegnamento e conoscenza (poesia didascalica), con un lessico molto variabile, dall’epico tradizionale al popolare, innovativo.

IL CRATERE Situato subito a O di Pitatus, è un cratere vagamente poligonale, di 43 Km di diametro, collegato a Pitatus da una frattura del bordo orientale, che condivide col medesimo. In questa frattura, con Sole molto basso, è possibile osservare l’incunearsi di un raggio che attraversando tutta la pianura, ancora immersa nell’oscurità, va a illuminare la parete opposta del bordo (Raggio di Hesiodus) (vedi la Rubrica “Ombre e luci” in “Passi sulla Luna” del sito U.A.I.). Il bordo è frastagliato, eroso e al centro del fondo, anziché un picco, c’è un craterino, ben visibile. Ma la caratteristica maggiore di Hesiodus è la presenza, sul bordo SO, di Hesiodus A, un cratere di 14 Km, molto inusuale: a Sole già alto, rivela la presenza al suo interno di un altro bordo circolare, concentrico a quello esterno, con alcuni picchi al centro. La sua origine è verosimilmente vulcanica, ritenendosi poco probabile l’eventualità di un primo impatto, perfettamente centrato da un impatto successivo.



Disegno della zona del cratere Pitatus (Alfonso Zaccaria)



Foto ad alta risoluzione del cratere Pitatus eseguita dall'astrofilo Damian Peach





* Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.


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