Il transito di Mercurio
7 maggio 2003

Autori: Renzo e Maria Antonietta Pascarelli.
Residenza: Montecatini Terme - Via Gioberti n°22
e-mail scrivimi@renzodelrosso.com
sito web http://www.renzodelrosso.com
Data: 7 maggio 2003 dalle 05:16:30 TU alle 08:56:30 TU
Luogo: Monsummano Terme (Pistoia)
Telescopio: Meade 2080 SC 8" su montatura Synta EQ6
Filtro: Filtro in vetro ottico a tutta apertura
Fotocamera: Canon Eos 50E + duplicatore di focale 2x MTO
Pellicola: Fuji Superia 200 ISO (negativa)
Elaborazione: Photoshop

LE PREMESSE
Pur essendo appassionato di astronomia da oltre trent'anni non mi sono mai interessato molto ai pianeti e al Sole. Solo in tempi recenti, sulla spinta dell'avvento delle webcam, ho cominciato a vedere con un occhio diverso i corpi del sistema solare.
Nelle riprese planetarie sono sempre stato coadiuvato da mia moglie Maria Antonietta, contagiata dalla mia passione.
Avevo effettuato in altre occasioni sequenze di fenomeni celesti, soprattutto eclissi di Sole e di Luna, ma mai avevo affrontato un transito sul Sole.
Era necessario pertanto predisporre per tempo sia l'attrezzatura sia lo studio delle tecniche di ripresa. Appassionato principalmente di profondo cielo sono in possesso di un Newton aperto a F:4, non certo adatto per questo genere di riprese. Pochi mesi fa mi capitò di acquistare un vecchio Schmidt Cassegrain di oltre 20 anni di età. Il telescopio necessitava di profondi interventi ma poteva essere lo strumento giusto per questo genere di ripresa. Il problema era il tempo, e non solo quello meteorologico. Lo strumento era stato inviato a ricollimare ma il lavoro era più lungo del previsto e la data fatidica si avvicinava.
Finalmente, poco dopo Pasqua lo strumento mi fu riconsegnato. Mi era rimasto poco tempo per le prove e decisi perciò di andare sul sicuro: avrei ripreso il Sole con una macchina fotografica e pellicola negativa, sottoesponendo leggermente per non far scomparire il piccolo disco di Mercurio nel bagliore del Sole.
La focale fu scelta in circa 4 metri in quanto il disco di Mercurio avrebbe avuto una dimensione di circa 2,7 decimi di millimetro sul negativo, permettendo di cogliere anche l'effetto "goccia" al momento del secondo e terzo contatto.
Avevamo deciso di usare una sola tecnica in quanto memori dell'esperienza dell'eclisse di Sole del 1999 quando, per fare un po' di tutto, non combinammo granché di buono.
LA SEQUENZA
La sera prima dell'evento decisi di andare a fare un sopralluogo per valutare quale fosse il miglior sito fotografico. La scelta cadde su un canale nei pressi di una zona paludosa nei pressi di Monsummano Terme, che offriva l'Est e il Sud completamente sgombri da ostacoli.
La mattina la sveglia suonò alle 5.20 (03:20 TU) e verso le 04:30 TU eravamo sul posto prescelto per montare il telescopio. Per evitare il surriscaldamento del tubo avevo preparato uno schermo di cartone che ha assolto egregiamente il suo compito.
All'alba era tutto pronto: il telescopio montato con la montatura allineata in modo grossolano sul polo mediante una bussola, la macchina fotografica carica e il filtro montato. Avevo anche montato su un cavalletto un obbiettivo fotografico MTO 1000 con filtro in astrosolar, adattato per l'osservazione del Sole con un oculare da 40 mm.
Alle 05:11 TU niente appariva sul Sole se non alcune macchie solari di cui una ben distinguibile proprio al centro del disco.
Solo alle 05:14 ho potuto notare il disco di Mercurio che aveva intaccato il Sole. Il primo scatto l'ho però effettuato solo alle 05:16:30 in modo da poter riprendere l'effetto goccia. Gli altri scatti erano programmati a distanza di dieci minuti l'uno dall'altro in modo da avere una serie di dischetti tutti equidistanti sul disco del Sole. Ne sarebbero dovuti apparire trentuno.
Dopo i primi cinque scatti ho deciso di ridurre la focale a 2 metri in quanto il disco di Mercurio appariva ugualmente netto nel mirino della macchina fotografica e la messa a fuoco diventava meno critica.
Per i primi 90 minuti l'osservazione è andata avanti senza intoppi. Dopo i primi minuti in cui il movimento di Mercurio, complice l'esigua distanza dal bordo del Sole, era molto evidente, il proseguio del transito è stato un po' noioso. Nonostante la vicinanza del canale immissario del padule gli insetti non davano molto fastidio mentre l'odore non era dei più gradevoli.
Verso le 06:50 TU sono cominciati ad apparire alcuni cirri fastidiosi che hanno parzialmente coperto il disco del Sole. Nei successivi trenta minuti l'andirivieni delle nuvole ha in parte compromesso le osservazioni. Poi, per quasi un'ora il tempo si è mantenuto buono anche se il seeing, a causa dei moti atmosferici, non ha mai raggiunto valori accettabili, purtroppo.
Nel frattempo, per ripararci dai raggi solari che diventavano sempre più caldi, avevo provveduto a schermare i vetri dell'auto esposti a Est e a Sud per avere una zona d'ombra. Lo schermo creato per il telescopio funzionava a dovere in quanto il tubo dello strumento, al contatto, si presentava ancora molto fresco. Dalle 08:16 alle 08:36 TU le nuvole sono riapparse abbastanza fastidiose per poi scomparire nuovamente. Ho deciso di continuare a scattare ugualmente agli orari prefissati, nella speranza di poter rilevare ugualmente il disco di Mercurio. Alle 08:40 TU il cielo si è ancora ripulito ma intorno alle 09:00 TU si è formata una copertura di altostrati che hanno impedito di proseguire le osservazioni. La totale copertura del cielo ci ha costretto a rinunciare nella prosecuzione della sequenza fotografica.
Dopo avere smontato e riposto gli strumenti ci siamo avviati verso casa e proprio in quel momento il cielo ha cominciato a presentare squarci di sereno. Non è stato possibile però riapprontare la postazione fotografica e perciò abbiamo portato il rotolino a sviluppare.
L'ELABORAZIONE
Ho scannerizzato le varie fotografie e ho provveduto a ridurre al medesimo rapporto focale quelle esposte con una focale maggiore.
Ho scelto l'immagine del disco che ritenevo maggiormente definita come base per montare la sequenza.
Ho modificato le curve e i livelli delle singole fotografie in modo da poterle avere a valori similari, pur in considerazione del fatto che alcune foto erano state scattate con il Sole basso sull'orizzonte mentre altre presentavano la fastidiosa velatura dovuta alle nuvole.
Dopo avere effettuato questa pre elaborazione ho ritagliato dalle singole fotografie dei piccoli tasselli in cui si vedesse sia Mercurio sia altri punti del Sole che mi permettessero un corretto allineamento e ho provveduto a sommarle alla foto presa come base.
Ho ulteriormente agito sulle curve e sui livelli anche in questa fase per eliminare il più possibile le piccole discrepanze cromatiche residue e ho salvato l'immagine che illustra, anche se purtroppo non totalmente, il fenomeno del transito di Mercurio sul Sole.
Per ultimo ho riscannerizzato a una risoluzione ancora maggiore la prima foto, scattata alle 05:16:30 TU, nella quale si vedeva la famosa "goccia". Questo effetto non è reale ma si deve a un fenomeno diffrattivo. La turbolenza atmosferica, unita agli alti contrasti che esistono in prossimità del lembo di Mercurio e del Sole, causano una specie di saldatura delle parti oscure che, pur prossime, non sarebbero già più a contatto. Purtroppo mi è stato impossibile riprendere la fase di egresso. Probabilmente, con il Sole già molto più alto sull'orizzonte, l'effetto goccia sarebbe apparso ben diverso rispetto al momento di ingresso.
CONCLUSIONI

E' stata una bella esperienza, nonostante il fastidio delle nubi e la mancata riuscita completa del programma che ci eravamo posti.
Consideriamo questo tentativo come un esperimento per il prossimo transito di Venere del giugno 2004. In quel caso, tempo permettendo, potremo far tesoro di quanto imparato il 7 maggio 2003.

Altre immagini nel sito http://www.renzodelrosso.com
alla pagina Sole e altri pianeti

 

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