Nei
mesi precedenti il transito di Venere dell'8 giugno 2004 sono
stati pubblicati molti articoli e commenti sul fenomeno, alcuni
dei quali trattavano della possibilità o meno di osservare
il transito stesso senza strumenti - si intende sempre con
l'uso di filtri adatti per l'osservazione del Sole.
La maggior parte degli autori dava quasi per scontata la visibilità
del transito a occhio nudo, ma qualcuno sollevava l'ombra
del dubbio.
In effetti il fenomeno sembra al limite delle possibilità,
dato che le dimensioni del disco di Venere, circa 1', sono
dell'ordine di grandezza di quello che viene stimato come
il potere risolvente medio dell'occhio - anche se a seconda
delle fonti consultate e delle condizioni di osservazione
i valori sono molto variabili.
A favore della visibilità andava la considerazione
che i dettagli più fini che si possono vedere al telescopio
sono di dimensioni angolari decisamente inferiori al potere
risolvente dello strumento stesso.
Un esempio per tutti è costituito dalla divisione di
Cassini negli anelli di Saturno, visibile anche con piccoli
strumenti nonostante la sua larghezza sia decisamente inferiore
al potere risolvente dello strumento (quello fornito dalla
formula di Dawes): infatti il valore comunemente riportato
per la visibilità dei piccoli dettagli planetari è
pari al 40% di detto valore.
Per sciogliere ogni dubbio al riguardo abbiamo costruito un
modello in scala del transito di Venere, uno strumento che
abbiamo battezzato per l'occasione "Transitoscopio".
Consiste in un foglio di cartoncino bianco 70x100 cm su cui
abbiamo disegnato un cerchio di 650 mm di diametro, che rappresenta
il Sole.
Abbiamo poi trovato per il diametro angolare del sole l'8
giugno il valore di 1919.3" = 0.53°.
Un
cerchio di 650 mm di diametro sottende questo diametro angolare
se viene osservato da una distanza pari a 69,85 metri.
Considerando per Venere il diametro di 57.7" (33.2 volte
più piccolo del Sole) risulta in scala un diametro
di 19.6 mm: abbiamo disegnato nella posizione del secondo
contatto un cerchio di questa dimensione e lo abbiamo annerito
completamente.
Alla prova dei fatti (abbiamo svolto l'esperimento durante
lo star party Cielostellato 2004) il dischetto nero di Venere
risultava perfettamente visibile a 70 metri di distanza, consentendoci
di sperimentare in prima persona la fattibilità dell'osservazione
del transito di Venere senza strumenti.
Non dimenticando ovviamente di proteggere gli occhi con filtri
adeguati e, soprattutto, appositamente costruiti per questo
scopo: molti materiale apparentemente dotati di un alto potere
filtrante si rivelano trasparenti a radiazioni invisibili
(IR ed UV) ma comunque dannose per la retina.
Nello stesso foglio abbiamo disegnato più volte un
disco della dimensione di Venere più o meno vicino
a una parte annerita, per verificare al telescopio l'insorgenza
del fenomeno della goccia nera.
In questo caso l'osservazione con un rifrattore da 100 diaframmato
a 40 mm e a 170 ingrandimenti ha fornito risultati non "lampanti".
D'altra parte il disco più vicino al bordo nero corrispondeva,
fatte le debite proporzioni, a circa 30 secondi dopo la fine
del secondo contatto - autorevoli osservatori del passato
hanno indicato che la presenza del fenomeno della "black
drop" poteva falsare i tempi osservati di 10-20 secondi,
per cui probabilmente avremmo dovuto disegnare il disco ancora
più vicino.
Ma a questo punto verificheremo al momento del transito vero
...
|