L' 8 Giugno
2004 saremo tutti con il naso per aria, telescopi con i filtri
montati e puntati dritto verso il Sole per osservare uno dei
più rari eventi dell' astronomia contemporanea: Venere
che si staglierà come un dischetto nero davanti all'
infuocato disco solare.
Approfittiamone perché l' ultima volta il fenomeno
è stato visibile nel lontano 1882, si ripresenterà
tra otto anni; poi, per buona pace di tutti noi, si farà
ammirare di nuovo, solo dai nostri pronipoti.
Evento importantissimo, direte tutti! Senz' altro sotto l'
aspetto della rarità e la spettacolarità, di
nessuna rilevanza dal punto di vista astronomico. Ciò
nonostante è un "must", è uno spettacolo
che ognuno di noi dovrà osservare e riprendere con
i propri mezzi, un evento da non perdere !
Il fenomeno
non è solo piacevole, raro ed interessante ma, se facciamo
un tuffo di due o tre secoli addietro ci renderemo conto di
come il transito di Venere sia sempre stato uno dei fenomeni
più importanti dell' astronomia, infatti esso è
stato uno delle chiavi per determinare la lunghezza dell'
Unità Astronomica; e conoscere la distanza della
Terra dal Sole, significa misurare la distanza di tutti i
corpi del Sistema Solare, determinare la massa dei pianeti,
in altre parole, dare una scala all' Universo allora conosciuto
Venere transita davanti al Sole con una periodicità
complessa ma che si ripete nel tempo; si alternano una fase
di 121,5 anni, un secondo passaggio dopo otto anni, un terzo
dopo 105,5 anni ed un' ultimo dopo altri otto anni, e così
via il ciclo si ripete. La "corda" segnata dal passaggio
del pianeta attraverso il disco solare può essere più
o meno vicina al centro, a secondo della combinazione dei
valori dei parametri orbitali. Per una descrizione precisa
della geometria delle orbite, si faccia riferimento al libro
di Maor citato in bibliografia.
La prima testimonianza
dell' osservazione del fenomeno, l' abbiamo dal pastore inglese
Jeremiah Horrocks (1619-1641), il quale predice ed
osserva il transito il 4 Dicembre 1639, proiettando l' immagine
del Sole su una parete preparata con scala graduata. Horrocks
determina la posizione del nodo dell' orbita di Venere , ne
stima il diametro apparente inferiore ad 1' d' arco e calcola
la parallasse solare a 14" e corrispondente ad una distanza
Terra-Sole di 95 milioni di chilometri.
Il progetto di sfruttare un transito di Venere, a modo di
parallasse diurna, per determinare la distanza Terra-Sole
è del grande astronomo Edmund Halley (1650-1742),
ispirato allorché si trovava, il 7 Novembre 1677 all'
isola di St. Elena, per osservare il transito di Mercurio.
In verità egli ha ripreso un' idea, proposta in termini
generali, dal matematico scozzese James Gregory (1638-1675),
ma la caparbietà e la sua capacità di organizzatore
lo indussero a sviluppare un piano operativo dettagliato ed
una rete internazionale di osservazioni per i prossimi quarant'
anni, coinvolgendo, nonostante i non buoni rapporti politici,
anche la Francia e l' Olanda. Halley presentò il suo
progetto, all' età di 60 anni, nel 1716, alla Royal
Society britannica, ma non lo vide mai attuato, morì
il 14 Gennaio 1742, diciannove anni prima del transito del
1761. Il suo testamento scientifico verrà raccolto
e compiuto dall' astronomo Joseph-Nicolas Delisle (1688-1768),
personaggio dalle molte conoscenze e dotato di grande capacità
di coordinamento.
Il metodo
L' idea alla base del metodo si fonda sulla terza Legge di
Keplero (1571-1630), la quale ennuncia "I quadrati
dei tempi di rivoluzione di un pianeta intorno al Sole sono
proporzionali ai cubi della lunghezza del semiasse maggiore
dell' orbita". Matematicamente parlando, diremo che:
Dove R sono
le distanze dei corpi dal Sole e T i loro periodi di rivoluzione.
Se da una parte
il metodo è concettualmente molto semplice, noti che
siano i periodi di rivoluzione della terra e di Venere e nota
la distanza di Venere dal Sole, con una semplice proporzione
si ricava la distanza della Terra dal Sole, ottenere la distanza
di Venere è questione molto più complessa.
Secondo Halley, due osservatori, uno in Europa e l' altro
nel sud del Pacifico, osservano Venere in proiezione sul Sole,
con due angoli diversi. Nota la velocità angolare di
Venere, misurata da ogni località la durata del transito
si può determinare, la lunghezza dell' arco percorso
dal pianeta e l' angolo sotteso visto da ognuno di esse. Dalla
misura di quest' angolo e nota la lunghezza della base che
separa le due località, è possibile risalire,
per triangolazione, alla distanza di Venere. Semplice a dirsi.
Tuttavia si richiede il massimo di precisione nella determinazione
della posizione degli osservatori e degli istanti di contatto
considerando che, anche nelle condizioni più favorevoli,
l' angolo di parallasse è inferiore a 0,01".
Sebbene entrambi questi siano molto difficili da rilevare,
la posizione può essere determinata "con calma",
anche in momento successivo, mentre i tempi di ingresso e
di uscita devono essere colti in "tempo reale",
con un errore inferiore al 1/500 secondo!
Le spedizioni del 1761 e del 1769
I risultati della prima spedizione, nel 1761, furono poco
entusiasmanti. Una delle spedizioni inglesi, diretta a Sumatra
resta bloccata al Capo di Buona Speranza, l' altra guidata
dall' Astronomo Reale Maskerville, trova la pioggia
a St. Elena; stessa sorte per la spedizione francese nei mari
australi.
Più proficue
sono state le spedizioni nel nostro emisfero. Per l' astronomo
César-François Cassini (1625 - 1712)
la campagna osservativa si è svolta a Vienna, in piacevole
compagnia dell' Archiduca Giuseppe d' Austria, l' altra, dopo
cinque mesi di camminamento, raggiunge gli Urali in Siberia,
guidata dall' abate Jean-Baptiste Chappe d' Auteroche
(1728-1769). In quella spedizione, un giovane astronomo Mikhail
Vasilievitch Lomonosov (1711-1765) individua l' atmosfera
di Venere, come un sottile anello in controluce sul Sole.
Un rinnovato spirito di ottimismo precede e accompagna la
spedizione del 1769, che si onorerà alla fine di ben
151 osservazioni professionali in 77 siti diversi! Sarebbe
troppo lungo descriverli tutti, ma ricordiamo alcune delle
più importanti.
L' Inghilterra
invia diverse spedizioni, tra cui una nella Baia di Hudson,
una a Capo Nord e un' altra molto importante nei mari del
Sud. Quest' ultima, comandata dal giovane Capitano James
Cook, a bordo della nave "Endeavour", è
una vera e propria spedizione scientifica, con lo scopo di
scoprire nuovi mondi; oltre agli astronomi, vi sono imbarcati
geografi, botanici, antropologi. Il transito verrà
osservato a Tahiti, e la spedizione farà ritorno in
Inghilterra carica di scoperte di ogni genere, tra cui la
scoperta della Nuova Zelanda, a gloria e vanto dell' Impero
Britannico, ma non senza aver vissuto momenti di avventura
anche drammatica con i cannibali.
La Francia
in tono minore invia spedizioni a Madagascar, a Manilla ed
il collaudato Chappe a San José del Cabo, nella punta
estrema della Bassa California. L' osservazione del transito
fu un successo, ma la spedizione fu decimata da una epidemia
di tifo; l' unico sopravissuto, il geografo M. Pauly
ritornerà in patria con i preziosi dati e le salme
di d' Auteroche e compagni.
Anche la Russia, sotto l' impulso della Tzarina Caterina II
organizza molte spedizioni sul suo vasto territorio ed invita
numero astronomi e matematici a corte per l' osservazione.
I valori di parallasse ottenuti dalle osservazioni di questi
due transiti presentano notevoli scarti: quello del 1761 è
compreso tra 8"28 e 10"6, mentre quello del 1769
si restringe tra 8"43 e 8"80. (Abetti 144).
Dalla riduzione di questi dati, l' astronomo francese Joseph
François de Lalande (1732 - 1807) determina, nel
1771, un valore dell' Unità Astronomica compresa tra
152 e 154 milioni di chilometri. Nel 1835, l' astronomo J.F.
Encke (1791 - 1856), riprende l' analisi globale dei dati
dei due transiti e ottiene una parallasse di 8"57 +/-
0.037 (Abetti 144, Maor 110), pari a 23.984 raggi terrestri,
con un valore della U.A. uguale a 152.973.000 chilometri.
Le spedizioni del 1874 e del 1882
Anche i transiti di Venere del 1874 e del 1882 sono molto
attesi dagli astronomi per la determinazione della parallasse.
Vengono approntate molte spedizioni, ma daranno risultati
non corrispondenti alle aspettative .
Infatti, sebbene il lavoro delle cinque spedizioni inglesi
sia stato accuratamente preparato già molti anni prima,
sotto la coordinamento dell'astronomo reale e direttore di
Greenwich Georges Bidell Airy (1801 - 1892), l' effetto
della turbolenza dovuta all' atmosfera di Venere, che genera
l' effetto della "goccia nera", porta a differenze
notevoli nella determinazione dei passaggi.
(riguardo la
spedizione italiana del 1874 leggere
l'articolo di Matteo Chinellato sul restauro del Telescopio
equatoriale di Starke (n.d.r.)
I Francesi,
sempre molto attivi, nel 1874, organizzano sei spedizioni,
tre nell' emisfero boreale e tre in quello australe. In una
di queste, il grande astronomo solare Jule César
Janssen (1824 - 1887) ha fatto uso di un "revolver
fotografico", con il quale ha ottenuto 48 riprese del
passaggio di Venere su una lastra daguerrotipa circolare.
Anche la Germania, con A.Auwers, Presidente dell' Accademia
di Berlino, predispone cinque spedizioni per il passaggio
del 1874 e quattro per quello del 1882. Tra gli strumenti,
viene usato l' "eliometro" , un dispositivo micrometrico
a doppia immagine adatto a alla misurazione molto precisa
di piccoli angoli. La riduzione dei dati, raccolti i sei grossi
volumi, porta ad una stima della parallasse solare con una
precisione non all' altezza dei mezzi e delle energie spese.
Il passaggio
del 1882, fu visibile dal Sud america e fu l' occasione di
altre numerose spedizioni. La Francia ne predispose ben dieci,
gli Stati Uniti otto.
Anche l' Italia
svolge la sua parte con una spedizione organizzata da Pietro
Tacchini (1838 - 1905) in India. (Abetti 206). Della spedizione
fanno parte A. Dorna e Antonio Abetti , rispettivamente dell'
osservatorio di Torino e di Padova. Equipaggiati di cinque
rifrattori e di due spettroscopi a visione diretta. In questa
missione dimostrano l' utilità dello spettroscopio
nel determinare l' istante esatto del contatto.
Il 1882 diventa
anche il primo Anno Geofisico Internazionale e per questo
vengono installate due stazioni di monitoraggio una Francese
a Capo d' Horn ed una Tedesca nelle Isole Sandwich.
Epilogo
Dopo quest' ultimo transito, la convinzione di usare questo
metodo per determinare il valore dell' Unità Astronomica
viene gradualmente superata da altre tecniche più precise
come risulta dal seguente specchio, che fornisce un riepilogo
dell' idea delle dimensioni assunte dal nostro Sistema Solare
nei secoli.ParallasseDistanza
Metodo/autore
|
Parallasse
|
Distanza
|
Lunghezza
del raggio terrestre dalla posizione dell' ombra di uno
gnomone, Erastotene, 200 a.C |
|
6300
- 8000 km |
Distanza
della Luna, mediante triangolazione, Aristarco da Samo,265
a.C |
|
378
- 480 mila km |
Distanza
del Sole, mediante triangolazione, Aristarco da Samo,265
a.C |
|
7.000.000
km |
Distanza
del Sole, Claudio Tolomeo |
|
7.710.000
km |
Distanza
del Sole riconosciuta all' epoca di Ticho Brahe (1546
-1601) |
|
8.000.000
km |
Distanza
del Sole, dalla parallasse di Marte,Keplero (1571 - 1630)
|
|
22
- 24.000.000 km |
Distanza
del Sole per triangolazione, Gottfried Wendelin (1580
- 1667) |
|
85.000.000
km |
Distanza
del Sole, Passaggio del 1639, Horrocks92- |
<
14"
|
95.000.000
km |
Distanza
del Sole, parallasse di Marte G.D. Cassini (1625 - 1712)
|
9,24"
|
142.379.000
km |
Distanza
del Sole, Passaggio del 1761 e 1769
|
8,43"
et 8,80"
|
|
Distanza
del Sole, Passaggio del 1761 e 1769, Encke 1824 |
8,5776"
|
|
Distanza
del Sole, Passaggio del 1761 e 1769, 1835 |
8,571
+/- 0,037"
|
|
Distanza
del Sole, Parallasse di Marte, Hall, 1862 |
8,841"
|
|
Distanza
del Sole, Parallasse dell' astéroide Flora, Galle,
1875 |
8,873"
|
|
Distanza
del Sole, Parallasse di Marte, Gill, 1881 |
8,78"
|
|
Distanza
del Sole, Passaggio del 1874 e 1882, Newcomb, 1890 |
8,79"
|
|
Distanza
del Sole, Parallasse dell 'astéroide Eros, Hinks,
1900 |
8,806"
|
|
Distanza
del Sole, Parallasse dell' astéroide Eros, 1941
|
8,790"
|
|
Distanza
del Sole, Misura Radar, NASA, 1990
|
8,79415"
|
|
Il valore attualmente
accettato dell' U.A. è leggermente inferiore alla distanza
media della Terra dal Sole e corrisponde a 1,49597870691 x
1011 metri, approssimativamente 150 milioni di chilometri.
Divertitevi
a verificare i valori in tabella, buon calcolo !
Bibliografia
Giorgio Abetti: Storia dell' Astronomia - Vallecchi ed. Firenze
1963
Da non perdere se si vuole approfondire l' argomento
Eli Maor: 8 June 2004: The transit of Venus - Princeton University
Press ISBN: 0691115893
Una bellissima
testimonianza fotografica del transito del 1882 si ha nel
sito:
The 1882 Transit of Venus: Observations from Wellington, South
Africa
http://canopus.saao.ac.za/~wpk/tov1882/tovwell.html
La storia dei
transiti raccontata dall' autorevole Bureau des Longitudes
di Parigi
PASSAGES DE VENUS DEVANT LE SOLEIL: historique des observations
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