Passi sulla Luna: Janssen

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

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<div style="text-align: center;">Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa. </div>
<div style="text-align: center;">Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa. </div>
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|Doppelmayer, Vitello e Lee sono mappati nella mappa numero 93 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del [[Image:Logo Lunar and Planetary Institute.jpg|80px]] [http://www.lpi.usra.edu/ '''Lunar and Planetary Institute'''].  
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|La zona del cratere Janssen é rappresentata nella mappa numero 114 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del [[Image:Logo Lunar and Planetary Institute.jpg|80px]] [http://www.lpi.usra.edu/ '''Lunar and Planetary Institute'''].  
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[http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac93/72dpi.jpg Download della mappa 93 in jpeg con risoluzione 72dpi] <br> [http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac93/150dpi.jpg Download della mappa 93 in jpeg con risoluzione 150dpi] <br> [http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac93/300dpi.jp2 Download della mappa 93 in jpeg2000 con risoluzione 300dpi] <br>  
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'''DOPPELMAYER'''
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'''JANSSEN'''
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Pierre Jules César  Janssen nasce a Parigi il 22 febbraio 1824, studia matematica e fisica, ma dedica gran parte della sua vita, oltre all’insegnamento, a varie missioni scientifiche indirizzate prevalentemente allo studio del Sole. Gira il mondo soprattutto per studiare eclissi solari e transiti di Venere. Per seguire l’eclissi del 1870 da Parigi sale su un pallone aerostatico, purtroppo infruttuosamente, data la copertura nuvolosa del cielo. Durante l'eclissi di 2 anni prima, che segue dall’India, scopre una nuova banda allo spettro fotografico, che attribuisce ad un nuovo elemento. Al primo annuncio viene deriso dalla società scientifica, poi la sua scoperta viene confermata da J.N.Lockyer. Il nuovo elemento, chiamato Elio, è il primo scoperto al di fuori dell’ambito terrestre. Lavora all’osservatorio di Meudon e fonda anche un nuovo osservatorio sul monte Bianco nel 1893, dove si reca personalmente, con una difficile ascensione a piedi, a 67 anni. Muore, ricco di onori e riconoscimenti, a Meudon il 23 dicembre 1907.
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Johan Gabriel Doppelmayer, o Doppelmayr, matematico, astronomo, cartografo, nasce a Nuremberg il 27 settembre 1677, figlio di un mercante. Studia dapprima all’Aegidium Gymnasium della sua città, poi si trasferisce ad Altdorf per affrontare gli studi di matematica, fisica e giurisprudenza. Completa gli studi ad Halle e si laurea nel 1698 con una tesi sul Sole. Impara l’italiano e il francese e dopo la laurea gira l’Europa; visita soprattutto Olanda e Inghilterra e assiste alle lezioni di famosi astronomi e matematici e decide che il suo futuro sarà interamente dedicato a queste discipline; abbandona pertanto gli studi legali. Diviene professore di matematica nella sua città. E’ noto per gli studi di trigonometria, disegna mappe e costruisce  globi celesti e meridiane. Completa, fra l’altro, nel 1742, l’Atlas Coelestis del monaco J.B. Homann. Durante la sua vita riceve riconoscimenti e onori. Tra l’altro diventa membro dell’Accademia di Berlino, della Royal Society e delle’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo. Muore il 1° dicembre 1750 a Nuremberg, secondo alcuni a seguito di un potente shock elettrico durante un esperimento con condensatori elettrici.
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'''FABRICIUS'''
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David Goldsmith (in latino Fabricius) nasce ad Esens in Olanda il 9 marzo 1564. Diventa allievo di Tycho Brahe e si dedica a fondo all’astronomia osservativa. In particolare studia l’attività di alcune stelle variabili tra cui una della Balena (omicron Ceti) di cui descrive le straordinarie caratteristiche di variabilità. Sarà nota ai posteri come “Mira Ceti” (la Meravigliosa della Balena). Un suo figlio, Johannes, scopre, insieme a Galileo e C. Scheiner, le macchie solari.
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'''VITELLO'''
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'''METIUS'''
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Adriaan Adriaanszoon nasce ad Alkmaar in Olanda nel 1571 e muta il cognome in Metius (significato incerto). Insegna matematica e medicina a Franeker dove muore nel 1635. Scrive opere di matematica e astronomia. E’ noto per avere calcolato un valore di pi greco esatto alla 6a cifra decimale, mediante il metodo dei cerchi inscritti e circoscritti, proposto per primo da Archimede. Un fratello, Jacob, viene citato da Cartesio come l’inventore del telescopio.
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Erazmus Ciolek Witelo (Vitello o Vitellione) nasce a Legnica (Breslavia, Polonia) nel 1230 circa. Viene in Italia alla corte papale di Viterbo e scrive i Perspectiva in 10 libri, che dedica a Guglielmo di Moerbeke. L’opera tratta dei vari aspetti della luce e costituisce un testo basilare per secoli, fino a Cartesio, Galileo e Keplero. Il testo è un misto di scienza, metafisica e filosofia. Ispirato dall’arabo Alhazen, da Alberto Magno e da Ruggero Bacone, definisce il fenomeno “luce” come una emanazione di origine divina da forme e corpi trascendenti. Non è definita la data della morte.
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'''STEINHEIL'''
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Karl A. Von Steinheil nasce a Rapportveiler in Germania, nel 1801. Ottico e meccanico di grande valore, fonda a Konigsberg una famosa officina di strumenti ottici di grande qualità, vanto di numerosi osservatori, anche italiani, che verrà poi portata avanti da figli e nipoti per diverse generazioni. Muore a Monaco nel 1870.
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'''LEE'''
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'''WATT'''
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James Watt nasce a Greenhork, in Scozia il 19 gennaio 1736. Quasi autodidatta, si interessa fin da giovane alla matematica e a problemi di ingegneria meccanica, divenendo molto richiesto soprattutto per la costruzione e la riparazione di strumenti scientifici di vario genere da scuole e università. Sembra proprio che durante uno di questi lavori, la riparazione di una pompa a vapore di vecchio stampo, abbia l’idea di apportare le modifiche necessarie a far sì che la maggior parte dell’energia del vapore, prima dispersa, venga utilizzata per produrre lavoro. E’ considerato l’inventore della macchina a vapore. Si interessa anche di chimica, in particolare della produzione di cloro per la sbiancatura dei tessuti. E’ stato un esempio di personalità scientifica, attenta alle applicazioni pratiche. Muore a Handsworth, in Inghilterra il 25 agosto 1819.
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John Lee nasce come John Fiott il 28 aprile 1783. Rimasto orfano molto piccolo, viene adottato dallo zio William Lee Antoine, un matematico. Si laurea in matematica a Cambridge nel 1806. Gira l’Europa fino al 1815, spinto da vari interessi. Si occupa prevalentemente di astronomia, ma anche di antichità e di filologia, diventando di volta in volta membro di queste Società inglesi. Contribuisce alla fondazione della Royal Society of Metheorology e della Numismatic Society. All’età di 80 anni è nominato avvocato presso la prestigiosa corte Gray’s Inn di Londra e l’anno successivo Q.C. (Queen Counsel), Consigliere della Regina. Filantropo, astronomo, matematico, antiquario, avvocato, muore, al culmine di una prestigiosa e multiforme carriera, nella sua residenza di Hartwell House nel Bedfortshire, il 25 febbraio 1866.
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'''LOCKYER'''
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'''I CRATERI'''
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Norman Lockyer nasce a Rugby, in Inghilterra, il 17 maggio 1836. Astronomo dilettante di grande livello, si interessa di spettroscopia elettromagnetica. Durante l’eclisse del 1868 scopre una linea nuova a 588nm, nel giallo. Il nuovo elemento, chiamato Elio perchè scoperto all’interno dello spettro solare, verrà rilevato anche sulla terra solo molti anni dopo- La scoperta avviene contemporaneamente alle osservazioni di Janssen (vedi). Pertanto la paternità della scoperta viene attribuita ad entrambi. Muore a Salcombe Regis il 16 agosto 1920.
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'''DOPPELMAYER'''
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'''I CRATERI'''
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E’ un cratere del diametro di 66 Km posto sul bordo meridionale del Mare Humorum, dalla parte opposta del grande Gassendi. E’ semisommerso dalla lava proveniente dal Mare stesso, per cui la parte settentrionale della cinta è completamente scomparsa. Persiste invece nella parte meridionale, piuttosto irregolare, dove raggiunge una altezza massima di 2700. L’ingresso della lava all’interno del cratere ha fatto sparire al di sotto di essa anche la metà settentrionale del complesso sistema di rilevatezze collinari che circondano il picco centrale. Esse sono visibili solo nella metà meridionale del fondo. Sono di dimensioni e altezza variabile e il loro orientamento segue la forma di anelli concentrici. Il picco centrale è massiccio, di forma vagamente triangolare, con la base a N e il vertice a S. Il cratere è a sua volta circondato da un fitto insieme di rilevatezze, disposte in maniera irregolare a Est e in modo pressoché parallelo a Ovest, orientate, come i denti di un pettine, in senso SE-NO. A NE di Doppelmayer, si trova Puiseux, di cui sopravvive solo il bordo, appena 400m sul livello del Mare (Humorum), e la cima del picco centrale.
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'''VITELLO'''
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E’ posto anch’esso sul bordo meridionale del M. Humorum, a E del più grande Doppelmayer. Di 42 Km di diametro, per quanto anch’esso degradato, lo è tuttavia meno del vicino. Presenta un bordo irregolare, ad andamento serpiginoso, alto 1700m, con due interruzioni, una a S e una a N. Quest’ultima mette in comunicazione il fondo col Mare circostante. Il fondo è piatto con colline disposte in senso vagamente circolare; inoltre è presente una lunga rima che circonda quasi completamente il picco, con una interruzione sul versante meridionale. Il picco è complesso, costituito da almeno quattro blocchi disposti a stella.
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'''JANSSEN E DINTORNI'''
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Janssen è un antico e vastissimo (195 km) cratere situato vicino al lembo lunare negli altopiani di SE, prospicienti il mare Australe, un vasto bacino il cui bordo nord-occidentale è visibile in condizioni di librazione favorevole. E’ un cratere fortemente degradato, i bordi non sono ben demarcati e presentano lacune. Ha una forma vagamente esagonale, come molti altri crateri lunari (Ptolemaeus, ad es.). Contiene all’interno una quantità di altri crateri più piccoli, rilevatezze, fratture che ne fanno uno dei più straordinari ed affascinanti oggetti della Luna. Il fondo del cratere è fortemente accidentato soprattutto nella sua parte centrale, che si  presenta più sollevata e increspata rispetto ai bordi. Ciò sembra essere dovuto allo spostamento di materiale conseguente all’impatto del corpo celeste che ha dato origine a Fabricius, il cratere che si trova all’interno di Janssen e ne tocca il suo bordo settentrionale. Da Fabricius parte una lunga rima a decorso semicircolare, in direzione sud, che, a metà del suo percorso, si sfiocca in una serie di rimae secondarie di cui una prosegue diritta verso sud, mentre la più settentrionale devia verso est fino a toccare il bordo del grande cratere. Quest’ultima circoscrive un’area relativamente pianeggiante del fondo di Janssen, che contiene alcuni crateri ed alcune file di collinette dall’aspetto caratteristico: all’osservazione appaiono come successioni rettilinee di montagnole simili a “corone di rosario”. Sono presenti anche attorno a Fabricius.
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Fabricius è un cratere giovane, ben delimitato, di 79 km di diametro, con pareti ripide e complesse, soprattutto nella parte meridionale. In effetti, il bordo di SE è deformato in quanto parzialmente sovrapposto ad un più antico cratere di minori dimensioni. Presenta un picco allungato in senso NS, circondato da una serie di colline concentriche. Praticamente appoggiato al bordo settentrionale di Fabricius sta Metius (88 km). Esso presenta un bordo piuttosto irregolare, un fondo piatto, un piccolo picco centrale di 2500m ed un craterino ben visibile vicino al bordo NE. Disposta all’esterno del bordo orientale di Janssen sta la bella coppia di crateri Steinheil e Watt. Il primo, più recente, (67 km) copre la parete occidentale di Watt, presenta fondo piatto, senza picco centrale. Watt (66 km) presenta un profilo irregolare con pareti ondulate e varie catene collinari al suo interno, sia vicino ai bordi che nella zona centrale. Lockyer (34 km)è adagiato sul bordo meridionale di Janssen, ha pareti con doppio terrazzamento ed un piccolo craterino all’interno.
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'''LEE'''
 
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E’ situato tra i due crateri suddetti. Più che un cratere è ciò che rimane di un cratere in gran parte affondato nella lava dell’Humorum. Osservandolo, si ha la sensazione che “sfoci” all’interno di un “golfo”, compreso tra la “costa” che collega Lee a Vitello e una “penisola” che da quest’ultimo si protende nel Mare in direzione NO.  Lee ha un bordo visibile solo nella sua parte meridionale, non invasa dalla lava; una parte, suddivisa in tre grossi blocchi, sopravvive sul versante O, prospiciente Doppelmayer.  Ha un diametro di 41 Km e le sue pareti hanno un’altezza di 1340m. Vi sono alcune collinette sul fondo piatto ed è difficile dire se una di esse possa essere la cima del picco sommerso.
 
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|<div style="text-align: center;">Disegno di Doppelmayer, Vitello e Lee (Alfonso Zaccaria)</div>
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|[[Image:PSL_Janssen_Lazzarotti.jpg|center|400px|link=http://www.lazzarotti-hires.com/wp/wp-content/uploads/2010/06/janssen-metius-rheita-neander-stiborius20091006-7b-copia.jpg]]
   
   
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|<div style="text-align: center;">Foto ad alta risoluzione del Mare Humorum - a sinistra i crateri Doppelmayer, Vitello e Lee - eseguita da [[Image:Logo Paolo Lazzarotti.jpg|120px]]&nbsp;[http://www.lazzarotti-hires.com/ '''Paolo Lazzarotti''']. La foto a piena risoluzione puà essere visionata direttamente [http://www.lazzarotti-hires.com/wp/wp-content/uploads/2010/03/marehumorum20090815_lazz.jpg '''dal sito dell'autore'''].</div>
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|<div style="text-align: center;">Foto ad alta risoluzione della zona di Janssen eseguita da [[Image:Logo Paolo Lazzarotti.jpg|120px]]&nbsp;[http://www.lazzarotti-hires.com/ '''Paolo Lazzarotti''']. La foto a piena risoluzione può essere visionata direttamente [http://www.lazzarotti-hires.com/wp/wp-content/uploads/2010/06/janssen-metius-rheita-neander-stiborius20091006-7b-copia.jpg '''dal sito dell'autore'''].</div>
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|<div style="text-align: center;">Janssen sovrapposto all'Italia (nella stessa scala) per visualizzarne le dimensioni</div>
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Versione corrente delle 10:55, 19 set 2013

a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini


Janssen*
Longitudine Latitudine
41.5° E 44.9° S
Diametro 190 km


Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.




La zona del cratere Janssen é rappresentata nella mappa numero 114 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del Lunar and Planetary Institute.

Download della mappa 114 in jpeg con risoluzione 72dpi
Download della mappa 114 in jpeg con risoluzione 150dpi
Download della mappa 114 in jpeg2000 con risoluzione 300dpi


I NOMI


JANSSEN

Pierre Jules César Janssen nasce a Parigi il 22 febbraio 1824, studia matematica e fisica, ma dedica gran parte della sua vita, oltre all’insegnamento, a varie missioni scientifiche indirizzate prevalentemente allo studio del Sole. Gira il mondo soprattutto per studiare eclissi solari e transiti di Venere. Per seguire l’eclissi del 1870 da Parigi sale su un pallone aerostatico, purtroppo infruttuosamente, data la copertura nuvolosa del cielo. Durante l'eclissi di 2 anni prima, che segue dall’India, scopre una nuova banda allo spettro fotografico, che attribuisce ad un nuovo elemento. Al primo annuncio viene deriso dalla società scientifica, poi la sua scoperta viene confermata da J.N.Lockyer. Il nuovo elemento, chiamato Elio, è il primo scoperto al di fuori dell’ambito terrestre. Lavora all’osservatorio di Meudon e fonda anche un nuovo osservatorio sul monte Bianco nel 1893, dove si reca personalmente, con una difficile ascensione a piedi, a 67 anni. Muore, ricco di onori e riconoscimenti, a Meudon il 23 dicembre 1907.

FABRICIUS

David Goldsmith (in latino Fabricius) nasce ad Esens in Olanda il 9 marzo 1564. Diventa allievo di Tycho Brahe e si dedica a fondo all’astronomia osservativa. In particolare studia l’attività di alcune stelle variabili tra cui una della Balena (omicron Ceti) di cui descrive le straordinarie caratteristiche di variabilità. Sarà nota ai posteri come “Mira Ceti” (la Meravigliosa della Balena). Un suo figlio, Johannes, scopre, insieme a Galileo e C. Scheiner, le macchie solari.

METIUS

Adriaan Adriaanszoon nasce ad Alkmaar in Olanda nel 1571 e muta il cognome in Metius (significato incerto). Insegna matematica e medicina a Franeker dove muore nel 1635. Scrive opere di matematica e astronomia. E’ noto per avere calcolato un valore di pi greco esatto alla 6a cifra decimale, mediante il metodo dei cerchi inscritti e circoscritti, proposto per primo da Archimede. Un fratello, Jacob, viene citato da Cartesio come l’inventore del telescopio.

STEINHEIL

Karl A. Von Steinheil nasce a Rapportveiler in Germania, nel 1801. Ottico e meccanico di grande valore, fonda a Konigsberg una famosa officina di strumenti ottici di grande qualità, vanto di numerosi osservatori, anche italiani, che verrà poi portata avanti da figli e nipoti per diverse generazioni. Muore a Monaco nel 1870.

WATT

James Watt nasce a Greenhork, in Scozia il 19 gennaio 1736. Quasi autodidatta, si interessa fin da giovane alla matematica e a problemi di ingegneria meccanica, divenendo molto richiesto soprattutto per la costruzione e la riparazione di strumenti scientifici di vario genere da scuole e università. Sembra proprio che durante uno di questi lavori, la riparazione di una pompa a vapore di vecchio stampo, abbia l’idea di apportare le modifiche necessarie a far sì che la maggior parte dell’energia del vapore, prima dispersa, venga utilizzata per produrre lavoro. E’ considerato l’inventore della macchina a vapore. Si interessa anche di chimica, in particolare della produzione di cloro per la sbiancatura dei tessuti. E’ stato un esempio di personalità scientifica, attenta alle applicazioni pratiche. Muore a Handsworth, in Inghilterra il 25 agosto 1819.

LOCKYER

Norman Lockyer nasce a Rugby, in Inghilterra, il 17 maggio 1836. Astronomo dilettante di grande livello, si interessa di spettroscopia elettromagnetica. Durante l’eclisse del 1868 scopre una linea nuova a 588nm, nel giallo. Il nuovo elemento, chiamato Elio perchè scoperto all’interno dello spettro solare, verrà rilevato anche sulla terra solo molti anni dopo- La scoperta avviene contemporaneamente alle osservazioni di Janssen (vedi). Pertanto la paternità della scoperta viene attribuita ad entrambi. Muore a Salcombe Regis il 16 agosto 1920.


I CRATERI

JANSSEN E DINTORNI

Janssen è un antico e vastissimo (195 km) cratere situato vicino al lembo lunare negli altopiani di SE, prospicienti il mare Australe, un vasto bacino il cui bordo nord-occidentale è visibile in condizioni di librazione favorevole. E’ un cratere fortemente degradato, i bordi non sono ben demarcati e presentano lacune. Ha una forma vagamente esagonale, come molti altri crateri lunari (Ptolemaeus, ad es.). Contiene all’interno una quantità di altri crateri più piccoli, rilevatezze, fratture che ne fanno uno dei più straordinari ed affascinanti oggetti della Luna. Il fondo del cratere è fortemente accidentato soprattutto nella sua parte centrale, che si presenta più sollevata e increspata rispetto ai bordi. Ciò sembra essere dovuto allo spostamento di materiale conseguente all’impatto del corpo celeste che ha dato origine a Fabricius, il cratere che si trova all’interno di Janssen e ne tocca il suo bordo settentrionale. Da Fabricius parte una lunga rima a decorso semicircolare, in direzione sud, che, a metà del suo percorso, si sfiocca in una serie di rimae secondarie di cui una prosegue diritta verso sud, mentre la più settentrionale devia verso est fino a toccare il bordo del grande cratere. Quest’ultima circoscrive un’area relativamente pianeggiante del fondo di Janssen, che contiene alcuni crateri ed alcune file di collinette dall’aspetto caratteristico: all’osservazione appaiono come successioni rettilinee di montagnole simili a “corone di rosario”. Sono presenti anche attorno a Fabricius. Fabricius è un cratere giovane, ben delimitato, di 79 km di diametro, con pareti ripide e complesse, soprattutto nella parte meridionale. In effetti, il bordo di SE è deformato in quanto parzialmente sovrapposto ad un più antico cratere di minori dimensioni. Presenta un picco allungato in senso NS, circondato da una serie di colline concentriche. Praticamente appoggiato al bordo settentrionale di Fabricius sta Metius (88 km). Esso presenta un bordo piuttosto irregolare, un fondo piatto, un piccolo picco centrale di 2500m ed un craterino ben visibile vicino al bordo NE. Disposta all’esterno del bordo orientale di Janssen sta la bella coppia di crateri Steinheil e Watt. Il primo, più recente, (67 km) copre la parete occidentale di Watt, presenta fondo piatto, senza picco centrale. Watt (66 km) presenta un profilo irregolare con pareti ondulate e varie catene collinari al suo interno, sia vicino ai bordi che nella zona centrale. Lockyer (34 km)è adagiato sul bordo meridionale di Janssen, ha pareti con doppio terrazzamento ed un piccolo craterino all’interno.





Disegno di Janssen e dei crateri vicini (Alfonso Zaccaria)



Foto ad alta risoluzione della zona di Janssen eseguita da  Paolo Lazzarotti. La foto a piena risoluzione può essere visionata direttamente dal sito dell'autore.



Janssen sovrapposto all'Italia (nella stessa scala) per visualizzarne le dimensioni




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