Biblioteca per la Luna
Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.
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- | Sugli schermi delle televisioni di tutto il mondo, due uomini saltellano goffamente come in una strana danza. L’intero pianeta sembra quasi trattenere il respiro mentre milioni di uomini e donne guardano quelle immagini in bianco nero che arrivano dalle profondità dello spazio.” È il 20 luglio del 1969: alle 15:17 ora di Houston, due astronauti americani, Neil Armstrong e Buzz Aldrin sono appena allunati. Sono passati oltre 40 anni dal primo sbarco sulla Luna, un evento ormai entrato nei libri di storia. Umberto Guidoni, il primo europeo a mettere piede sulla stazione spaziale internazionale, racconta alle nuove generazioni – che hanno solo sentito parlare di quell’impresa e l’hanno vista solo in immagini di repertorio – il ricordo indelebile della “notte della Luna”, che ha segnato la storia della conquista della spazio. Avventurarsi oltre la Terra, ci dice Guidoni, ci aiuta a conoscere meglio noi stessi e ad amare e rispettare il nostro pianeta, per il momento unica “oasi abitabile” nell’universo. | + | Sugli schermi delle televisioni di tutto il mondo, due uomini saltellano goffamente come in una strana danza. |
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+ | Avventurarsi oltre la Terra, ci dice Guidoni, ci aiuta a conoscere meglio noi stessi e ad amare e rispettare il nostro pianeta, per il momento unica “oasi abitabile” nell’universo. | ||
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Versione delle 12:11, 25 mag 2019
Mezzo secolo è passato da quella notte di luglio. Molti libri sono in pubblicazione.
Indice |
PATRIZIA CARAVEO
UMBERTO GUIDONI
GIOVANNI ANSELMI
TITO STAGNO E SERGIO BENONI
ORIANA FALLACI
ORIANA FALLACI
VINCENZO GALLO
JAMES R. HANSEN
Sentii Buzz dire qualcosa sul contatto. Ma eravamo ancora sopra la coltre di sabbia, e non ero sicuro che avessimo davvero toccato. La spia poteva presentare un’anomalia e il mio istinto mi diceva di avvicinarmi ancora. Fu una questione di istanti. Il pericolo era di danneggiare il motore portandolo troppo vicino alla superficie lunare quando era ancora acceso. A ripensarci, la possibilità che qualcosa andasse storto esisteva… Con queste parole preziose Neil Armstrong rievoca, soffermandosi su ogni singolo momento, l’epica impresa che, domenica 20 luglio 1969, fece di lui il primo uomo a mettere piede sulla Luna. Mentre milioni di persone sulla Terra lo seguivano ammutolite davanti al televisore per poi esplodere in un moto di gioia irripetibile, Neil compì quello che definì un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità. Ma non si trattò di una missione priva di rischi e imprevisti – non si poteva ben prevedere la consistenza della superficie lunare, il carburante sarebbe bastato per soli 45 secondi dopo l’allunaggio… –, né fu un caso che sia stato proprio Armstrong a portarla a termine. Originario dell’Ohio (“the middle of nowhere”), Neil è uno di quegli eroi moderni che nascono solo negli States. Classe media, con un padre duro, fin da piccolo si appassiona alla meccanica degli aerei e presto viene arruolato come pilota nella guerra di Corea, dove si salva solo eiettandosi in volo. Al ritorno in patria entra nella NASA, ma la vita lo castiga: gli muore una figlia. Lui non molla ed è proprio il suo unico mix di passione ingegneristica per il volo, serietà, intransigenza e dedizione al grande sogno della missione sulla Luna a fargli meritare il ruolo di comandante della missione Apollo 11.
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