Maratona Messier 2010
105 MESSIER E UNA COMETA... E UNA MARATONA ALTERNATIVA
Stanotte ho "corso" la mitica Maratona Messier e verso le 2.30, in un momento in cui gli oggetti mancanti erano troppo bassi, ho puntato la C/2009 K5 Mc Naught con il binocolone 20x90. Seppur discretamente bassa è piuttosto semplice da vedere, anche se non appariscente. Uniforme battuffolo di medie dimensioni. Niente stime, ero troppo preso dalla Maratona.
La cometa C/2009 K5 Mc Naught, scoperta dal prolifico e famoso astronomo australiano Robert Mc Naught nel maggio dello scorso anno, è visibile in questo periodo all’alba ed ha già raggiunto una luminosità tale da contendere alla 81/P Wild la palma di oggetto chiomato più luminoso del periodo. Infatti le ultime osservazioni la stimano di 9,3 magnitudini con un buon grado di condensazione. Risulta quindi osservabile, sotto un buon cielo buio, in modesti strumenti. Io stesso ho potuto osservarla in un binocolone 20x90 nella nottata del 13 marzo, mentre ero impegnato nella Maratona Messier, in un momento in cui attendevo il sorgere di alcuni oggetti. Pur molto bassa, con conseguenti problemi di trasparenza e assorbimento atmosferico, non ho avuto troppi problemi a notarla tra le stelle dell’Aquila. La Mc Naught dovrebbe raggiungere, secondo le previsioni più ottimistiche, l’ottava magnitudine a fine aprile, periodo del suo perielio. Tenerla d’occhio già prima di allora è però d’obbligo, viste le premesse.
La cartina dettagliata con il percorso della cometa è consultabilealla pagina web
Cielo_di_Marzo_2010#COMETE_DEL_MESE
Dal tramonto all'alba...
Il mitico film? No... una pazzia che abbiamo deciso di fare io e Giuseppe la notte tra domenica 14 e lunedi 15 marzo, nel periodo propizio per tentare una "versione fotografica" della famosa Maratona Messier. A dire il vero per il 2010 le condizioni di osservabilita' dell'intero insieme degli oggetti del catalogo Messier, gia' precarie per l'elevata latitudine, sono state ulteriormente penalizzate a causa del novilunio capitato con un certo anticipo. Il seguente grafico, frutto di uno studio di Tom Polakis, mostra come questi parametri influenzano le condizioni di osservabilita': http://members.cox.net/tpolakis/astro/marathon_window.jpg
Dopo un sabato deludente dal punto di vista meteo, la giornata di domenica era invece limpidissima e senza nubi.
La tentazione era troppo forte... Appuntamento all'epicentro. E gia'... non per spavalderia, semplicemente perche' il nostro abituale sito
osservativo invernale e' stato per coincidenza epicentro del disastroso sisma del 6 aprile 2009 ed oggi e' senz'altro piu' famoso per questa ragione piuttosto che per il fatto di essere una verde e tranquilla area a ridosso di un valico stradale. Siamo a 1000 metri circa di quota nei pressi di S. Rufina, una localita' a sud-ovest della citta' di L'Aquila.
Alle 17:30, appena arrivati, la serata si conferma eccellente.
Trasparenza elevata, solo qualche piccolissima nube cumuliforme in rapido dissolvimento, assenza di vento ed esiguo tasso di umidita'. L'unica preoccupazione e' la temperatura non proprio primaverile.
Osserviamo la neve che ci circonda con una certa perplessita'... Vista l'intenzione di usare un sistema "go-to" su base equatoriale, confidiamo nell'elevata trasparenza per effettuare lo stazionamento al polo della <montatura durante il crepuscolo. Utilizziamo il cannocchiale polare a tre stelle di riferimento. La particolare limpidezza ha permesso di vedere con il cielo ancora chiaro sia la polare che una delle due stelline, quanto basta per allineare garantendo una sufficiente precisione per le operazioni di ricerca degli oggetti. Per raggiungere l'ambito risultato deve essere davvero tutto a posto. Sappiamo ormai molto bene che basta il cedimento di un solo anello della catena per compromettere il buon esito.
Gli inconvenienti sono sempre in agguato e possono essere causati dal meteo, dalle condizioni ambientali, da problemi tecnici e operativi nonche' da problemi logistici. Sono tutti ben descritti nella pagina UAI dedicata all'evento. Confidavamo nell'affidabilita' degli strumenti (i tanti campi astronomici in montagna ci hanno insegnato qualcosa), ma restava l'incognita della stabilita' meteorologica nel corso della notte e l'orizzonte non perfettamente libero ad est sebbene molto basso. Un peccato perche' sapevamo che la fase critica era legata soprattutto agli oggetti mattutini.
L'altra grande incognita riguardava la nostra resistenza alla stanchezza e al freddo. Finalmente, lista alla mano, alle 19:21 abbiamo dato inizio alla maratona, in pieno crepuscolo serale. Il piccolo telescopio, su una minuscola montatura computerizzata, non si e' piu' fermato fino all'alba seguendo la sequenza tipo: - ricerca e centramento del soggetto - ricerca stella guida - integrazione con camera CCD (esposizione variabile con il soggetto, mediamente da 1 a 5 minuti).
Le tre fasi erano in realta' suddivise in piu' operazioni al PC in quanto non abbiamo utilizzato alcuno script di automazione (per questo avremmo dovuto usare una strumentazione di ben altro livello). Di conseguenza il lavoro e' stato abbastanza disagevole e alla fine ci siamo letteralmente congelati le dita nell'operare con la tastiera del sistema go-to e del piccolo netbook che gestiva le camere CCD. La notte e' stata troppo breve ed interminabile nello stesso tempo.
Doveva essere piu' lunga per poter procedere con meno fretta e permettere di catturare anche gli ultimi due oggetti che purtroppo abbiamo perso nel forte bagliore mattutino, ma anche piu' corta per evitare il tentativo di assideramento a cui ci siamo sottoposti!
Abituati alle brevi e meno fredde notti estive, e' stato davvero difficile arrivare al termine
di questa estenuante maratona. Per contro e' stata un'esperienza unica, senz'altro da vivere almeno una volta nella vita! Chi, nella stessa notte, aveva mai puntato il telescopio in ogni zona del cielo, osservando e fotografando cosi' tanti mondi lontani? Anche se non ricca di contenuti scientifici, e' una interessante sfida con le proprie capacita' tecniche e, piu' in generale, con se stessi. Si viene inoltre ripagati con momenti di grande intimita' con il cielo, nonostante i tecnicismi e le complesse apparecchiature usate.
Paolo Berardi Giuseppe Di Carlo
Le foto in b/n in allegato hanno un'esposizione di 1 secondo (per mantenere fermi sia le stelle che la montagna di sfondo). Sono dei singoli frames presi per prova. Quelle usate per la cattura degli oggetti Messier sono invece di durata maggiore (1-5 min).L'immagine della strumentazione è stata ripresa all'alba (alle 5:37) poco prima di smontare.
TUTTE LE IMMAGINI AL SITO http://quasar.teoth.it/html/mm2010/mm2010_aq.htm
Maratona Messier 2011
LA MIA MARATONA MESSIER 2011 di Claudio Pra
La Maratona Messier si svolge in un periodo dell’anno ben determinato, a cavallo dell’equinozio di primavera, momento in cui teoricamente tutti gli oggetti risultano visibili in una notte. Teoricamente, perché alle nostre latitudini è praticamente impossibile riuscire a coglierli tutti. Naturalmente il momento per affrontare la Maratona deve anche tener conto della fase lunare. Sarebbe dura scovare gli obbiettivi più deboli tra l’ intensa luce del nostro satellite naturale. Solitamente si sceglie quindi il momento coincidente con il novilunio. Il cielo deve poi essere buio e pulito fino all’orizzonte, in modo da poter cogliere anche gli oggetti più deboli o molto bassi e il luogo scelto come osservatorio necessita di un apertura a 360°. Trovare luogo e condizioni ideali non è semplice quindi e in ogni caso la finestra temporale è molto limitata. Se il meteo fa le bizze proprio in quel periodo la finestra si chiude e…arrivederci fino all’anno seguente.
Sabato 2 aprile 2011, ore 17.00.
Mi trovo sul Nuvolau, Dolomiti bellunesi, poco meno di 2600 metri di quota, luogo scelto lo scorso anno e riscelto in questo 2011 per “correre” la Maratona Messier. Sono pronto per un altro viaggio dentro il cielo, per vivere un anno di stelle in una sola notte, per un’altra fantastica galoppata osservativa dal tramonto all’alba, sospeso quassù, tra terra e cielo, in un luogo scomodo da raggiungere, dove l’inverno è ben lontano dal lasciare il posto alla primavera ma da dove il contatto con le stelle è qualcosa di incredibile, che fa dimenticare freddo, fatica e i turbamenti della solitudine.
Il rifugio Nuvolau
Nel 2010 la Maratona l’ho affrontata venti giorni prima. Quest’anno le possibilità, dettate dalla Luna nuova, erano due: primi di marzo o primi di aprile. Ho optato convinto per la seconda ipotesi, nella speranza, suffragata dai calcoli, di poter migliorare i 105 oggetti portati a casa la volta scorsa.
Infatti, se è vero che ai primi di aprile al 99% le galassie M 74 E M 77, l’anno scorso avvistate ancora piuttosto alte in cielo, sono stavolta praticamente irraggiungibili causa il loro precoce tramonto tra la luce ancora intensa del crepuscolo astronomico, di contro sarò però favorito con gli ultimi oggetti, quelli a ridosso dell’alba, che troverò un po’ più alti in cielo.
Il cambio dovrebbe permettermi quindi di recuperare lo svantaggio iniziale o almeno questa è la speranza, tenendo presente che sicuramente anche il globulare del Capricorno M 30 è perso, visto che sorge troppo tardi.
Sulla carta restano quindi da inseguire 107 oggetti, alcuni dei quali, soprattutto il globulare M 55, non saranno comunque semplici.
Un'altra differenza sostanziale rispetto dodici mesi fa è che stavolta potrò trovare, di tanto in tanto, riparo nel rifugio.
La porta d’entrata infatti, non ha giocato brutti tiri come lo scorso anno quando, rimanendo sbarrata, costrinse me e Vittorio, compagno di avventura in quell’occasione, a passare quattordici ore all’addiaccio.
Qualcosa di pazzesco ripensando al freddo patito. Stavolta fa molto meno freddo ma comunque un riparo, vista la quota, fa sempre comodo.
La salita al Nuvolau con le racchette da neve, resa durissima dal peso dello zaino stracolmo, è cominciata stavolta dal Rifugio Scoiattoli, all’arrivo della seggiovia delle Cinque Torri. L’altro accesso più comodo infatti, con l’arrivo direttamente a Forcella Nuvolau da Passo Giau, non era proponibile causa la chiusura della seggiovia. Ma po’ più di fatica da fare non può certo spaventare un “maratoneta” motivato.
Arrivato in vetta verso le 17.00 non ho trovato nessuno ad attendermi. Nemmeno uno sci alpinista desideroso di godersi l’ultimo Sole prima di buttarsi a capofitto verso valle disegnando curve tra l’abbondante coltre bianca.
Le ore che mi dividono dalla notte passano lentamente tra panorami mozzafiato visti e rivisti, ma sempre d’effetto, e preparativi.
In attesa della notte
Panorama dal Nuvolau
Qualche isolata nube e qualche cumulo svaniscono man mano, lasciando il cielo completamente pulito. La cena che mi concedo prevede un panino con la mortadella annaffiato con un ottimo tè caldo. Roba da albergo a cinque stelle! Poi lo spettacolare tramonto e le prime tenebre.
Tramonto
Alle 20.30 si parte! Anche in questa occasione mi avvarrò del fido binocolone 20x90, comodo da trasportare e fenomenale nelle prestazioni. Inginocchiato sulla neve provo un disperato tentativo su M 77 solo per dire che ci ho provato. Come previsto niente da fare. Troppo bassa sull’orizzonte ma soprattutto troppa luce.
M 74 è praticamente nelle stesse condizioni di altezza ed è ancora più debole. Inutile cercarla. Zero su due come previsto, ma ero preparato. Il morale non deve risentirne.
Alle 20.58, con il cielo ancora piuttosto chiaro, ecco invece il primo oggetto, il compatto globulare della Lepre M 79. Poi, dopo qualche imprevista incertezza nel localizzarla, tocca alla Grande Galassia del Triangolo, non banale vista la sua scarsa altezza.
Di seguito sua maestà la Grande Galassia di Andromeda, circondata dalle sorelle minori M 32 e M 110. La corsa procede tra un percorso disseminato di ammassi aperti, interrotti di tanto in tanto da qualche altra sporadica tipologia di oggetto come la Grande Nebulosa di Orione o la Nebulosa del Granchio.
Ho però la sensazione di non essere in formissima. Infatti qualche puntamento richiede più tempo del solito. Sono forse un po’ arrugginito. Ultimamente ho dedicato poco tempo al profondo cielo. Inoltre la convinzione, non so perché, non è al massimo. La notevole Maratona dello scorso anno, la prima, mi ha forse un po’ “svuotato mentalmente”.
Man mano che la corsa procede le cose però migliorano. Bisognava probabilmente “rompere il fiato” e ritrovare la giusta motivazione.
Alle 22.16 faccio irruzione nel Leone passando veloce tra le sue cinque galassie marchiate Messier.
Poi mi dirigo verso l’Orsa Maggiore e dintorni. Alcuni oggetti altissimi mi costringono a smontare il binocolone dal treppiede e a sdraiarmi sulla neve per poterli osservare, tenendo lo strumento in mano.
Alle 23.30 mi tuffo nell’ammasso Coma-Virgo, sedici galassie che “percorro” in 27 minuti.
Un momento della maratona
Dopo essere transitato per i Messier della Lira, ovvero la Nebulosa anello e il globulare M 56, finalmente posso rifiatare. Questa prima parte l’ho tirata proprio tutta d’un fiato.
E’ mezzanotte e mezza.
Panorama notturno dal Nuvolau
Non fa molto freddo ma un bicchiere di tè caldo ogni tanto ci vuole proprio, così come qualcosa di solido. Ora gli oggetti si fanno attendere. Ne osservo ogni tanto uno e poi bisogna aspettare che ne sorga un altro. C’è un po’ di foschia all’orizzonte e ciò mi preoccupa in prospettiva. Fra qualche ora dovrò cercare proprio da quelle parti gli ultimi obiettivi.
La Maratona continua tra ammassi globulari, ammassi aperti e nebulose planetarie, finché compaiono le “nubi” della Via Lattea, che disegnano la sua parte più vistosa. Lì dentro si nascondono magnifici gioielli celesti, a cominciare da alcune notevoli nebulose. La caccia è frenetica, seppur lucida. Con l’abituale paragone sportivo è come se il ritmo gara aumentasse ma fossi in grado di tenere il passo senza grande fatica. Non vorrei arrivare con troppi oggetti da cercare a ridosso dell’alba.
Con l’approssimarsi del traguardo sono, come al solito, gli ammassi globulari a scandire il ritmo. Unico intruso M 73, anonimo raggruppamento formato da un pugno di serrate stelle scambiate per oggetto nebulare. Alle 4.57 scorgo M 2 nell’Acquario. Il bottino sale a 106 oggetti, uno in più dello scorso anno.
La soddisfazione è grande ma naturalmente non bisogna mollare prima che sia finita. Infatti, con molta pazienza, vado alla ricerca di M 55, bassissimo e pure nascosto dalla mole del Pelmetto, notevole cima che sfiora i tremila metri di quota, sovrastata però dall’attiguo re Pelmo.
Alle 5.07, strappandolo all’alba, ecco materializzarsi il grande globulare del Sagittario. Fanno 107! Non so trattenere un grido di gioia e liberazione che probabilmente spaventa qualche gracchio appisolato.
E’ finita! Però ci sarebbe ancora M 30, globulare del Capricorno. La missione, lo so, è impossibile. Il cielo infatti schiarisce rapidamente e la notte se ne va portando con se l’ultima preda.
Niente rimpianti. 107 oggetti era proprio il massimo a cui si poteva ambire, il sogno da raggiungere con fatica e sudore, confidando nella propria abilità, nella fortuna e in un cielo immacolato. Difficilmente riuscirò a migliorare questo risultato in futuro. La latitudine del nord Italia non credo permetta di più. Qualsiasi data si scelga crea difficoltà per qualche oggetto iniziale o finale.
Lascio il Nuvolau alle 8.40 dopo quasi sedici ore di permanenza.
Addio Nuvolau
Anzi no, saranno la metà perché l’altra metà l’ho trascorsa in cielo correndo tra le stelle, su un percorso tracciato tanti anni fa da un astronomo francese a cui è stata intitolata la Maratona.
Maratona Messier 2013
L'esperienza della Maratona di Messier 2013 presso l'osservatorio astronomico di Marana di Crespadoro (Vicenza)
(di Ivo Peretto)
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