Passi sulla Luna: Anaxagoras
Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.
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- | | Il | + | | Il cratere Anaxagoras è mappato nel sito del "Digital Lunar Orbiter Photographic Atlas of the Moon" reperibile sul sito del [[Image:Logo Lunar and Planetary Institute.jpg|80px]] [http://www.lpi.usra.edu/ '''Lunar and Planetary Institute''']. |
- | [http://www.lpi.usra.edu/resources/ | + | [http://www.lpi.usra.edu/resources/lunar_orbiter/bin/info.shtml?570 Photo Number IV-191-H1] <br> |
+ | [http://www.lpi.usra.edu/resources/lunar_orbiter/bin/info.shtml?313 Photo Number IV-116-H2] <br> | ||
+ | [http://www.lpi.usra.edu/resources/lunar_orbiter/bin/info.shtml?354 Photo Number IV-128-H2] <br> | ||
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Versione delle 14:04, 22 lug 2012
a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini
Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.
SINUS IRIDUM SINUS IRIDUM (LAPLACE, HERACLIDES, BIANCHINI) IL SITO Il Sinus Iridum (Golfo delle Iridi o degli arcobaleni) è un largo “golfo” (230 Km di diametro) situato nel versante settentrionale del Mare Imbrium, visibile anche in un piccolo telescopio o in un binocolo, poco a occidente del cerchio scuro di Plato. Bellissima formazione Lunare in qualunque momento la si osservi, sia al terminatore che in Luna piena. Il Sinus è circondato, al di là di una fitta schiera di piccole rilevatezze che sembrano isolotti costieri (volendo proseguire la similitudine marina), da una lunga catena montuosa, i Montes Jura, 350 Km di lunghezza, il cui nome deriva dall’omonima catena svizzera. I Montes Jura partono dal Promontorium Laplace a NE, per terminare al Prom. Heraclides a SO. Questa catena è’ interrotta, a circa 1/3 della sua lunghezza a partire dal Prom. Laplace, dal cratere Bianchini (31 Km di diametro ed una profondità di 3100m). All’interno, esso presenta fratture ed una frana della parete Nord. Il Prom. Laplace, al sorgere del Sole, è una imperdibile meraviglia lunare. La sua ombra si allunga sul piano circostante mentre compaiono le prime luci sul semicerchio degli Jura e sul Prom. Heracldes. Quest’ultimo è molto meno alto del suo dirimpettaio (1060m), ma presenta contorni molto frastagliati. Man mano che il Sole si alza, si evidenzia meglio la sua complessa morfologia che, in passato, nella famosa mappa di Giovanni Cassini, fu disegnata con volto di donna. La “Signora della Luna”, che tanta curiosità ha suscitato negli anni presso gli studiosi, impegnati a scoprirne l’attribuzione, era probabilmente un omaggio fatto da Cassini a sua moglie, Geneviève De Lastre. I NOMI IRIDE Iris o Iride è un personaggio mitologico, non una divinità, figlia di Taumante ed Elettra. Descritta con ali d’oro e con tunica multicolore, è la personificazione dell’arcobaleno. Sue sorelle sono le Arpie, terrificanti mostri dal volto di donna e corpo di uccello (Aello, Ocipete e Celeno), personificazioni dei turbini e delle tempeste (i loro nomi ricordano la velocità del vento burrascoso). Il concetto di velocità appartiene anche ad Iris, in quanto è considerata la messaggera veloce degli dei (l’arcobaleno appare subito dopo la tempesta). Sembra quindi, nelle fattezze e nella attività, allontanarsi dalle caratteristiche pesantemente negative delle sorelle. Ha tuttavia qualcosa che l’accomuna ad esse. Ha la proprietà di far morire gli uomini, recidendo l’unico capello che li tiene ancorati alla vita. Ricordiamo che anche Atropo, l’ultima delle Parche (o Moire greche), aveva questo compito. LAPLACE Pierre-Simon Laplace nasce a Beaumont.en-Auge il 23 marzo 1749 da una famiglia di contadini. Grazie alle sue spiccate doti intellettive, viene avviato agli studi da alcuni ricchi vicini di casa. Giovanissimo, si trasferisce a Parigi dove, con una lettera di presentazione di D’Alembert, ottiene un posto di docente in una scuola militare. Si interessa prevalentemente di astronomia: scrive articoli sui moti planetari, sul calcolo integrale e sulle equazioni differenziali. entra nell’Académie des Sciences nel 1785 e successivamente diviene membro delle più importanti Accademie scientifiche europee. Personaggio intelligente e geniale, per quanto arrogante, egoista ed irriconoscente, soprattutto con chi lo aveva aiutato da giovane, non è ben visto da Colleghi ed allievi. Sotto il profilo politico, si professa dapprima a favore della Repubblica, salvo poi sostenere l’ascesa al trono imperiale di Napoleone, da cui ottiene la carica di ministro cha abbandona dopo pochi mesi per incapacità. A Napoleone dedica la prefazione al III volume della Mécanique, per poi provvedere precipitosamente a cancellarla quando la fortuna comincia a voltare le spalle all’imperatore. Alla Restaurazione si schiera con i Borbone e ottiene il titolo di marchese. In sostanza, grande opportunista, politico incapace, geniale scienziato. La sua maggiore opera, la Mécanique céleste è un trattato in 5 volumi che riprende i Principia di Newton e li traduce in calcolo differenziale. Espone l’ipotesi che il Sistema Solare sia originato da una nebulosa e addirittura intuisce la presenza di un buco nero centrale dotato di una mostruosa forza gravitazionale. Inoltre ritiene che alcune nebulose osservate al telescopio non siano corpi galattici, ma extragalattici ed essi stessi galassie. Spazia dalla matematica, che vede asservita alla ricerca scientifica (famosa la trasformazione o equazione di Laplace), alla fisica (l’attrazione capillare), al calcolo delle probabilità. Sotto il profilo filosofico, crede nel determinismo causale (l’Universo è l’effetto del suo passato e la causa del suo futuro), ma questo principio è ispiratore di gran parte della sua ricerca. Difficile dire se sia credente. Probabilmente agnostico, non ritiene necessaria la presenza di un Intelletto superiore per spiegare l’ordine cosmico, come invece riteneva Newton. HERACLIDES Heraclides Ponticus (Heraklides o’ Ponticos) nasce intorno al 390 a.C. ad Eraclea Pontica, ora in Turchia, e vi muore intorno al 310 a.C. Da giovane studia presso l’Accademia di Platone ad Atene con profitto, tanto che Platone stesso gli lascia la direzione quando parte per la Sicilia. Seguendo i dettami della scuola pitagorica, Heraclide propone che l’apparente moto del Sole attorno alla Terra sia in realtà dovuto alla rotazione della terra attorno al suo asse, contraddicendo il modello aristotelico della centralità della Terra rispetto all’intero Universo. Si sa poco della sua vita e delle sue opere, ma sembra che abbia scritto molto in vari campi: astronomia, filosofia, musica, fisica e retorica, oltre che in scienze occulte. BIANCHINI Francesco Bianchini nasce a Verona il 13 dicembre 1662. Studia presso i gesuiti, dapprima a Bologna, poi a Padova, interessandosi di varie discipline, soprattutto di astronomia con Geminiano Montanari. Nel 1664 è a Roma, a studiare diritto, con la prospettiva di diventare legale della Curia Vaticana, ma il suo spirito eclettico lo porta ad interessarsi anche di matematica, fisica, botanica, storia. Riconosce in alcuni reperti archeologici del napoletano le memorie sepolte di Pompei. Diventa Custode della Biblioteca Ottoboniana e dopo la morte di Alessandro VIII, diventa cameriere privato del nuovo Papa Clemente XI e segretario della Congregazione del Calendario. Costruisce una grande meridiana all’interno di S.Maria degli Angeli e dei Martiri e diventa anche presidente delle antichità di Roma, attivando gli scavi della Domus Flavia. Inizia una ponderosa Istoria Universale che arriverà agli Assiri. Gira l’Europa, conosce Leibniz e Halley e intrattiene contatti con Newton, di cui conferma gli esperimenti sulla rifrazione della luce. Studia in particolar modo Venere di cui crede di scoprire le macchie. Calcola comunque il suo periodo di rotazione in 240,33 giorni terrestri. (Oggi sappiamo che Venere ruota lentamente in senso retrogrado in 243 giorni terrestri, sì che il suo tempo di rotazione è più lungo del tempo di rivoluzione, che è di 225 giorni terrestri). Bianchini muore a Roma il 2 marzo 1729.
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