Passi sulla Luna: Anaxagoras

Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.

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<div style="text-align: center;">Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa. </div>
<div style="text-align: center;">Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa. </div>
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| Il Sinus Iridum è mappato nella mappa numero 24 delle "Lunar Astronautical Charts", scala 1:1.000.000, pubblicate dalla Defense Mapping Agency nel 1973 e disponibili on-line sul sito del [[Image:Logo Lunar and Planetary Institute.jpg|80px]] [http://www.lpi.usra.edu/ '''Lunar and Planetary Institute'''].  
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| Il cratere Anaxagoras è mappato nel sito del "Digital Lunar Orbiter Photographic Atlas of the Moon" reperibile sul sito del [[Image:Logo Lunar and Planetary Institute.jpg|80px]] [http://www.lpi.usra.edu/ '''Lunar and Planetary Institute'''].  
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[http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac24/72dpi.jpg Download della mappa 24 in jpeg con risoluzione 72dpi] <br> [http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac24/150dpi.jpg Download della mappa 24 in jpeg con risoluzione 150dpi] <br> [http://www.lpi.usra.edu/resources/mapcatalog/LAC/lac24/300dpi.jp2 Download della mappa 24 in jpeg2000 con risoluzione 300dpi] <br>  
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[http://www.lpi.usra.edu/resources/lunar_orbiter/bin/info.shtml?570 Photo Number IV-191-H1] <br>
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[http://www.lpi.usra.edu/resources/lunar_orbiter/bin/info.shtml?313 Photo Number IV-116-H2] <br>  
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[http://www.lpi.usra.edu/resources/lunar_orbiter/bin/info.shtml?354 Photo Number IV-128-H2] <br>
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[http://www.lpi.usra.edu/resources/lunar_orbiter/bin/info.shtml?394 Photo Number IV-140-H2] <br>  
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'''SINUS IRIDUM'''
 
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SINUS IRIDUM (LAPLACE, HERACLIDES, BIANCHINI)
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'''I NOMI'''
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IL SITO
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'''ANAXAGORAS'''
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Il Sinus Iridum (Golfo delle Iridi o degli arcobaleni) è un largo “golfo” (230 Km di diametro) situato nel versante settentrionale del Mare Imbrium, visibile anche in un piccolo telescopio o in un binocolo, poco a occidente del cerchio scuro di Plato. Bellissima formazione Lunare in qualunque momento la si osservi, sia al terminatore che in Luna piena. Il Sinus è circondato, al di di una fitta schiera di piccole rilevatezze che sembrano isolotti costieri (volendo proseguire la similitudine marina), da una lunga catena montuosa, i Montes Jura, 350 Km di lunghezza, il cui nome deriva dall’omonima catena svizzera. I Montes Jura partono dal Promontorium Laplace a NE, per terminare al Prom. Heraclides a SO. Questa catena è’ interrotta, a circa 1/3 della sua lunghezza a partire dal Prom. Laplace, dal cratere Bianchini (31 Km di diametro ed una profondità di 3100m). All’interno, esso presenta fratture ed una frana della parete Nord. Il Prom. Laplace, al sorgere del Sole, è una imperdibile meraviglia lunare. La sua ombra si allunga sul piano circostante mentre compaiono le prime luci sul semicerchio degli Jura e sul Prom. Heracldes. Quest’ultimo è molto meno alto del suo dirimpettaio (1060m), ma presenta contorni molto frastagliati. Man mano che il Sole si alza, si evidenzia meglio la sua complessa morfologia che, in passato, nella famosa mappa di Giovanni Cassini, fu disegnata con volto di donna. La “Signora della Luna”, che tanta curiosità ha suscitato negli anni presso gli studiosi, impegnati a scoprirne l’attribuzione, era probabilmente un omaggio fatto da Cassini a sua moglie, Geneviève De Lastre.  
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Grande filosofo greco dell’antichità, nato a Clazomene, in Asia Minore, presso l’odierna Smirne, nel 426 a.C. Viene indicato come il filosofo che “importa” la filosofia, fino ad allora diffusa unicamente nelle colonie greche dell’Asia Minore e della Magna Grecia, ad Atene. Qui arriva nel 462 a.C. e diviene maestro di Pericle, in un ambiente già culturalmente molto avanzato. Tuttavia, cade in disgrazia, ufficialmente per le sue idee considerate empie, in realtà per l’azione dei nemici di Pericle finalizzata, anche attraverso il discredito della sua cerchia di amici, ad indebolirne il potere.
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Disinteressato alla ricchezza, al potere e ad una patria specifica, vero “cittadino del mondo”, ipotizza che la natura sia composta da “semi originari”, in numero infinito ed infinitamente divisibili, la cui unione dà origine alla natura stessa. Appartiene quindi, con Democrito e Empedocle, al gruppo dei filosofi pluralisti. Le cose materiali che ci circondano si differenziano in base alla qualità e quantità dei semi che le compongono. Nascita e morte non esistono, ma solo aggregazione e disgregazione di semi. Una forza li fa muovere: il Nous, l’Anima, la Vita. E’ una intelligenza divina, motrice, che governa i semi, ma non appartiene alla materia; è trascendente ad essa. E’ un forza ordinatrice del caos iniziale, a sua volta inizio del divenire cosmico. Non è chiaro se Anaxagoras ipotizzi nel Nous, oltre ad una causa meccanica, anche una finalità futura, come sarà per Platone ed Aristotele.
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Sostiene la pluralità dei mondi (altri Soli, Lune e Terre nell’Universo), dovuta all’unione e alla separazione dei semi. Dà grande valore all’esperienza ed è un precursore del pensiero scientifico, basato sull’osservazione degli eventi. Approfondisce il problema della conoscenza, in cui riconosce 3 momenti: l’esperienza, la memoria e la tecnica, cioè l’applicazione pratica, tutte basate sull’esperienza. Sotto il profilo astronomico, ipotizza la pluralità dei mondi e considera il Sole una massa infuocata e la Luna un corpo roccioso, negandone la natura divina. Queste teorie sono alla base delle accuse di empietà che ne decreteranno la condanna all’esilio.
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Sulle modalità della morte, vi sono diverse memorie storiche. Sembra che, uscito da Atene, si rechi a Lampsaco, nella Ionia (sull’odierno Stretto dei Dardanelli), dove muore intorno al 428 a.C.
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I NOMI
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'''GOLDSCHMIDT'''
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IRIDE
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Iris o Iride è un personaggio mitologico, non una divinità, figlia di Taumante ed Elettra. Descritta con ali d’oro e con tunica multicolore, è la personificazione dell’arcobaleno. Sue sorelle sono le Arpie, terrificanti mostri dal volto di donna e corpo di uccello (Aello, Ocipete e Celeno), personificazioni dei turbini e delle tempeste (i loro nomi ricordano la velocità del vento burrascoso). Il concetto di velocità appartiene anche ad Iris, in quanto è considerata la messaggera veloce degli dei (l’arcobaleno appare subito dopo la  tempesta). Sembra quindi, nelle fattezze e nella attività, allontanarsi dalle caratteristiche pesantemente negative delle sorelle. Ha tuttavia qualcosa che l’accomuna ad esse. Ha la proprietà di far morire gli uomini, recidendo l’unico capello che li tiene ancorati alla vita. Ricordiamo che anche Atropo, l’ultima delle Parche (o Moire greche), aveva questo compito.
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LAPLACE
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Herrmann Mayer Salomon Goldschmidt nasce a Francoforte sul Meno il 7 giugno 1802. Di origine ebrea, nel 1836, dopo 12 anni di lavoro come magazziniere nell’azienda paterna, emigra a Parigi per studiare pittura. In effetti, diventa un ottimo pittore di soggetti storico-letterari (ultima sua opera pittorica “La morte di Romeo e Giulietta”). Dal 1847 si dedica all’astronomia e nel novembre 1852, con un telescopio  di appena 2”, scopre un asteroide che Arago battezza “Lutezia”, dal nome latino di Parigi. Con telescopi leggermente superiori (4”), scopre altri asteroidi, fino ad un totale di 14, dalla finestra della sua soffitta. E’ gratificato da numerosi riconoscimenti e onorificenze: il premio Lalande, per otto volte, la Legion d’Onore, e la medaglia d’oro della Royal Astronomical Society di Londra nel 1864. Muore a Fontainebleau il 10 febbraio 1866.
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Pierre-Simon Laplace nasce a Beaumont.en-Auge il 23 marzo 1749 da una famiglia di contadini. Grazie alle sue spiccate doti intellettive, viene avviato agli studi da alcuni ricchi vicini di casa. Giovanissimo, si trasferisce a Parigi dove, con una lettera di presentazione di D’Alembert, ottiene un posto di docente in una scuola militare. Si interessa prevalentemente di astronomia: scrive articoli sui moti planetari, sul calcolo integrale e sulle equazioni differenziali. entra nell’Académie des Sciences nel 1785 e successivamente diviene membro delle più importanti Accademie scientifiche europee. Personaggio intelligente e geniale, per quanto arrogante, egoista ed irriconoscente, soprattutto con chi lo aveva aiutato da giovane, non è ben visto da Colleghi ed allievi. Sotto il profilo politico, si professa dapprima a favore della Repubblica, salvo poi sostenere l’ascesa al trono imperiale di Napoleone, da cui ottiene la carica di ministro cha abbandona dopo pochi mesi per incapacità. A Napoleone dedica la prefazione al III volume della Mécanique, per poi provvedere precipitosamente a cancellarla quando la fortuna comincia a voltare le spalle all’imperatore. Alla Restaurazione si schiera con i Borbone e ottiene il titolo di marchese. In sostanza, grande opportunista, politico incapace, geniale scienziato. La sua maggiore opera, la Mécanique céleste è un trattato in 5 volumi che riprende i Principia di Newton e li traduce in calcolo differenziale. Espone l’ipotesi che il Sistema Solare sia originato da una nebulosa e addirittura intuisce la presenza di un buco nero centrale dotato di una mostruosa forza gravitazionale. Inoltre ritiene che alcune nebulose osservate al telescopio non siano corpi galattici, ma extragalattici ed essi stessi galassie. Spazia dalla matematica, che vede asservita alla ricerca scientifica (famosa la trasformazione o equazione di Laplace), alla fisica (l’attrazione capillare), al calcolo delle probabilità. Sotto il profilo filosofico, crede nel determinismo causale (l’Universo è l’effetto del suo passato e la causa del suo futuro), ma questo principio è ispiratore di gran parte della sua ricerca. Difficile dire se sia credente. Probabilmente agnostico, non ritiene necessaria la presenza di un Intelletto superiore per spiegare l’ordine cosmico, come invece riteneva Newton.
 
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HERACLIDES
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'''I CRATERI'''
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Heraclides Ponticus (Heraklides o’ Ponticos) nasce intorno al 390 a.C. ad Eraclea Pontica, ora in Turchia, e vi muore  intorno al 310 a.C. Da giovane studia presso l’Accademia di Platone ad Atene con profitto, tanto che Platone stesso gli lascia la direzione quando parte per la Sicilia. Seguendo i dettami della scuola pitagorica, Heraclide propone che l’apparente moto del Sole attorno alla Terra sia in realtà dovuto alla rotazione della terra attorno al suo asse, contraddicendo il  modello aristotelico della centralità della Terra rispetto all’intero Universo. Si sa poco della sua vita e delle sue opere, ma sembra che abbia scritto molto in vari campi: astronomia, filosofia, musica, fisica e retorica, oltre che in scienze occulte.
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'''GOLDSCHMIDT'''
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BIANCHINI
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Grande cratere piano di 113 km di diametro, localizzato a Nord del Mare Frigoris, sui cosiddetti “altopiani lunari”, lungo la direttrice che congiunge Plato al Polo, in prossimità di quest’ultimo. E’ un cratere antico, pre-imbriano. Appare fortemente ovale per l’effetto della prospettiva sferica e dunque è meglio visibile quando la librazione in latitudine consente la vista della regione circumpolare. Il bordo circolare (alto 2 km), è molto danneggiato e nella parte occidentale è occupato dal più piccolo Anaxagoras, che vi è sovrapposto. Nella sua parte settentrionale, il bordo si assottiglia e quasi sparisce, sotto lo strato di lava che, attraverso uno stretto varco mette in comunicazione l’interno con l’esterno del cratere. Il versante esterno è molto eroso, alto e complesso nella parte meridionale e soprattutto in quella occidentale dove forma una tozza e fratturata catena prospiciente il vicino Barrow. L’interno è occupato, nella parte orientale, dagli ejecta di Anaxagoras, per il resto è piatto e privo di picco. E' occupato da numerosi crateri di varie dimensioni.
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Francesco Bianchini nasce a Verona il 13 dicembre 1662. Studia presso i gesuiti, dapprima a Bologna, poi a Padova, interessandosi di varie discipline, soprattutto di astronomia con Geminiano Montanari. Nel 1664 è a Roma, a studiare diritto, con la prospettiva di diventare legale della Curia Vaticana, ma il suo spirito eclettico lo porta ad interessarsi anche di matematica, fisica, botanica, storia. Riconosce in alcuni reperti archeologici del napoletano le memorie sepolte di Pompei. Diventa Custode della Biblioteca Ottoboniana e dopo la morte di Alessandro VIII, diventa cameriere privato del nuovo Papa Clemente XI e segretario della Congregazione del Calendario. Costruisce una grande meridiana all’interno di S.Maria degli Angeli e dei Martiri e diventa anche presidente delle antichità di Roma, attivando gli scavi della Domus Flavia. Inizia una ponderosa Istoria Universale che arriverà agli Assiri. Gira l’Europa, conosce Leibniz e Halley e intrattiene contatti con Newton, di cui conferma gli esperimenti sulla rifrazione della luce. Studia in particolar modo Venere di cui crede di scoprire le macchie. Calcola comunque il suo periodo di rotazione in 240,33 giorni terrestri. (Oggi sappiamo che Venere ruota lentamente in senso retrogrado in 243 giorni terrestri, sì che il suo tempo di rotazione è più lungo del tempo di rivoluzione, che è di 225 giorni terrestri). Bianchini muore a Roma il 2 marzo 1729.
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'''ANAXAGORAS'''
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E’ un cratere giovane, di età copernicana, formatosi  a seguito di un impatto sul bordo orientale di Goldschmidt. E’ largo 51 km e relativamente profondo (3 km). E’ caratterizzato da una intensa albedo, che consente di localizzarlo facilmente, soprattutto in condizioni di Luna Piena. Ha bordi ben delineati  ed una vasta raggiera che si allunga fino a Plato, distante circa 900 km. Secondo dati delle sonde lunari, l’impatto che ha scavato il terreno, ha fatto emergere l’anortosite dagli strati profondi e depositata tutt’attorno, anche nel vicino Goldschmidt. L’anortosite è un minerale che si ritiene rappresenti la primitiva crosta lunare. Il picco centrale è anortosite pura, il che significa che le rocce possono fornire informazioni riguardo l’origine della Luna. Inoltre, questa parte della Luna è oggetto di grande interesse da parte della NASA, per le prospettive di esplorazione robotica o, eventualmente, umana, del nostro satellite. Le pareti del cratere sono terrazzate e il picco è eccentrico.
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|<div style="text-align: center;">Foto ad alta risoluzione del Sinus Iridum eseguita da [[Image:Logo Paolo Lazzarotti.jpg|120px]]&nbsp;[http://www.lazzarotti-hires.com/ '''Paolo Lazzarotti''']. La foto a piena risoluzione puà essere visionata direttamente [http://www.lazzarotti-hires.com/wp/wp-content/uploads/2010/02/sinusiridum-marefrigoris-pythagoras20090814_lazz.jpg '''dal sito dell'autore'''].</div>
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|<div style="text-align: center;">Foto ad alta risoluzione della zona di Anaxagoras eseguita da [[Image:Logo Paolo Lazzarotti.jpg|120px]]&nbsp;[http://www.lazzarotti-hires.com/ '''Paolo Lazzarotti''']. La foto a piena risoluzione puà essere visionata direttamente [http://www.lazzarotti-hires.com/wp/wp-content/uploads/2008/09/northpole20080514_lazz.jpg '''dal sito dell'autore'''].</div>
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|<div style="text-align: center;">Il Sinus Iridum sovrapposto all'Italia (nella stessa scala) per visualizzarne le dimensioni</div>
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|<div style="text-align: center;">Anaxagoras sovrapposto all'Italia (nella stessa scala) per visualizzarne le dimensioni</div>
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Versione corrente delle 10:54, 19 set 2013

a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini


Anaxagoras*
Longitudine Latitudine
10.1° W 73.4° N
Diametro 51 km


Il punto rosso sulla faccia della Luna indica la formazione interessata. Per indicare, approssimativamente, in quale periodo del ciclo lunare la formazione è facilmente visibile, la Luna è rappresentata in fase crescente con il terminatore che ha da poco superato la formazione - questo corrisponde a condizioni di illuminazione in luce radente (alba) della formazione stessa.




Il cratere Anaxagoras è mappato nel sito del "Digital Lunar Orbiter Photographic Atlas of the Moon" reperibile sul sito del Lunar and Planetary Institute.

Photo Number IV-191-H1
Photo Number IV-116-H2
Photo Number IV-128-H2
Photo Number IV-140-H2


I NOMI

ANAXAGORAS

Grande filosofo greco dell’antichità, nato a Clazomene, in Asia Minore, presso l’odierna Smirne, nel 426 a.C. Viene indicato come il filosofo che “importa” la filosofia, fino ad allora diffusa unicamente nelle colonie greche dell’Asia Minore e della Magna Grecia, ad Atene. Qui arriva nel 462 a.C. e diviene maestro di Pericle, in un ambiente già culturalmente molto avanzato. Tuttavia, cade in disgrazia, ufficialmente per le sue idee considerate empie, in realtà per l’azione dei nemici di Pericle finalizzata, anche attraverso il discredito della sua cerchia di amici, ad indebolirne il potere. Disinteressato alla ricchezza, al potere e ad una patria specifica, vero “cittadino del mondo”, ipotizza che la natura sia composta da “semi originari”, in numero infinito ed infinitamente divisibili, la cui unione dà origine alla natura stessa. Appartiene quindi, con Democrito e Empedocle, al gruppo dei filosofi pluralisti. Le cose materiali che ci circondano si differenziano in base alla qualità e quantità dei semi che le compongono. Nascita e morte non esistono, ma solo aggregazione e disgregazione di semi. Una forza li fa muovere: il Nous, l’Anima, la Vita. E’ una intelligenza divina, motrice, che governa i semi, ma non appartiene alla materia; è trascendente ad essa. E’ un forza ordinatrice del caos iniziale, a sua volta inizio del divenire cosmico. Non è chiaro se Anaxagoras ipotizzi nel Nous, oltre ad una causa meccanica, anche una finalità futura, come sarà per Platone ed Aristotele. Sostiene la pluralità dei mondi (altri Soli, Lune e Terre nell’Universo), dovuta all’unione e alla separazione dei semi. Dà grande valore all’esperienza ed è un precursore del pensiero scientifico, basato sull’osservazione degli eventi. Approfondisce il problema della conoscenza, in cui riconosce 3 momenti: l’esperienza, la memoria e la tecnica, cioè l’applicazione pratica, tutte basate sull’esperienza. Sotto il profilo astronomico, ipotizza la pluralità dei mondi e considera il Sole una massa infuocata e la Luna un corpo roccioso, negandone la natura divina. Queste teorie sono alla base delle accuse di empietà che ne decreteranno la condanna all’esilio. Sulle modalità della morte, vi sono diverse memorie storiche. Sembra che, uscito da Atene, si rechi a Lampsaco, nella Ionia (sull’odierno Stretto dei Dardanelli), dove muore intorno al 428 a.C.

GOLDSCHMIDT

Herrmann Mayer Salomon Goldschmidt nasce a Francoforte sul Meno il 7 giugno 1802. Di origine ebrea, nel 1836, dopo 12 anni di lavoro come magazziniere nell’azienda paterna, emigra a Parigi per studiare pittura. In effetti, diventa un ottimo pittore di soggetti storico-letterari (ultima sua opera pittorica “La morte di Romeo e Giulietta”). Dal 1847 si dedica all’astronomia e nel novembre 1852, con un telescopio di appena 2”, scopre un asteroide che Arago battezza “Lutezia”, dal nome latino di Parigi. Con telescopi leggermente superiori (4”), scopre altri asteroidi, fino ad un totale di 14, dalla finestra della sua soffitta. E’ gratificato da numerosi riconoscimenti e onorificenze: il premio Lalande, per otto volte, la Legion d’Onore, e la medaglia d’oro della Royal Astronomical Society di Londra nel 1864. Muore a Fontainebleau il 10 febbraio 1866.


I CRATERI

GOLDSCHMIDT

Grande cratere piano di 113 km di diametro, localizzato a Nord del Mare Frigoris, sui cosiddetti “altopiani lunari”, lungo la direttrice che congiunge Plato al Polo, in prossimità di quest’ultimo. E’ un cratere antico, pre-imbriano. Appare fortemente ovale per l’effetto della prospettiva sferica e dunque è meglio visibile quando la librazione in latitudine consente la vista della regione circumpolare. Il bordo circolare (alto 2 km), è molto danneggiato e nella parte occidentale è occupato dal più piccolo Anaxagoras, che vi è sovrapposto. Nella sua parte settentrionale, il bordo si assottiglia e quasi sparisce, sotto lo strato di lava che, attraverso uno stretto varco mette in comunicazione l’interno con l’esterno del cratere. Il versante esterno è molto eroso, alto e complesso nella parte meridionale e soprattutto in quella occidentale dove forma una tozza e fratturata catena prospiciente il vicino Barrow. L’interno è occupato, nella parte orientale, dagli ejecta di Anaxagoras, per il resto è piatto e privo di picco. E' occupato da numerosi crateri di varie dimensioni.

ANAXAGORAS

E’ un cratere giovane, di età copernicana, formatosi a seguito di un impatto sul bordo orientale di Goldschmidt. E’ largo 51 km e relativamente profondo (3 km). E’ caratterizzato da una intensa albedo, che consente di localizzarlo facilmente, soprattutto in condizioni di Luna Piena. Ha bordi ben delineati ed una vasta raggiera che si allunga fino a Plato, distante circa 900 km. Secondo dati delle sonde lunari, l’impatto che ha scavato il terreno, ha fatto emergere l’anortosite dagli strati profondi e depositata tutt’attorno, anche nel vicino Goldschmidt. L’anortosite è un minerale che si ritiene rappresenti la primitiva crosta lunare. Il picco centrale è anortosite pura, il che significa che le rocce possono fornire informazioni riguardo l’origine della Luna. Inoltre, questa parte della Luna è oggetto di grande interesse da parte della NASA, per le prospettive di esplorazione robotica o, eventualmente, umana, del nostro satellite. Le pareti del cratere sono terrazzate e il picco è eccentrico.



Disegno di Anaxagoras(Alfonso Zaccaria)



Foto ad alta risoluzione della zona di Anaxagoras eseguita da  Paolo Lazzarotti. La foto a piena risoluzione puà essere visionata direttamente dal sito dell'autore.



Anaxagoras sovrapposto all'Italia (nella stessa scala) per visualizzarne le dimensioni




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