Passi sulla Luna: Pitatus
Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.
a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini
PITATUS IL NOME Di Pietro Pitati non si conosce con esattezza la data di nascita. Viene citato da Bernardino Baldi come un nobile veronese studioso di astronomia e matematica. Autore di pubblicazioni astronomiche, in particolare sulla riforma del calendario. I suoi Paschales atque noviluniorum mensumi canones (1539) fissano con precisione le date della Pasqua. Scrive anche sulla durata dell’anno solare e lunare e promuove la regola secondo la quale gli anni centenari bisestili devono essere divisibili per 400 (quindi uno ogni 400 anni). E’ la cosiddetta regola gregoriana (1582, da Gregorio XIII). E’ autore di effemeridi (Almanach novum, 1542). Muore intorno al 1560. IL CRATERE Cratere di 97 Km di diametro situato sul bordo meridionale del Mare Nubium, è a circa 250 Km a N di Tycho, 200 Km a O di Purbach e 260 Km a SE di Bullialdus. Il bordo è più alto a S, mentre si riduce in altezza e si frammenta in diverse rilevatezze e complessi rocciosi irregolari a N, dalla parte del Mare. Il bordo è molto eroso, anche se mantiene, soprattutto a O, parte del terrazzamento interno. Il fondo è piatto, scuro, interamente riempito di lava, da cui emerge solo il picco, localizzato eccentricamente, verso NO, di forma allungata in senso NE e circondato da alcuni rilievi. Caratteristicamente, il cratere presenta una serie di rimae che percorrono tutto il bordo del fondo, proprio sotto le ultime propaggini del bordo (Rima Pitatus), difficili da osservare e comunque solo col Sole ad una certa altezza sull’orizzonte lunare. La porzione NO della rima passa attraverso una zona collinare e la spacca, separandola dal bordo estreno, più alto. Da notare anche la presenza di depositi di materiale chiaro, sia irregolarmente sul fondo che attorno alla parte orientale della rima. Vengono considerati di verosimile origina vulcanica (solfuri?).
GAURICUS IL NOME Luca Gaurico nasce a Gauro (oggi Montecorvino Rovella), allora Stato di Giffoni (Salerno) il 12 marzo 1475. Dopo essersi formato agli studi classici nella colta Napoli di Ferdinando I d’Aragona, si reca a Padova dove segue le lezioni di filosofia di Pomponazzi e si laurea Doctor Artium. Diventa esperto di astrologia giudiziaria, una disciplina che concerne l’influsso degli astri sul destino degli uomini. Diviene famoso per le sue predizioni quasi come Nostradamus, di cui è amico, tanto che viene chiamato come consigliere presso la corte papale di Giulio II, poi di Leone X, Clemente VII e Paolo III, nonché presso diverse corti europee. E’ autore del Tractatus Astrologicus dove, tra l’altro, correla la nascita di Lutero alla grande congiunzione di Giove e Saturno nello Scorpione. Muore a Roma il 6 marzo 1558. ‘’’IL CRATERE‘’’ A Sud di Pitatus giace Gauricus (79 Km di diametro).Ha bordi arrotondati e poco definiti, di aspetto “polveroso”, con una corona di 8-10 craterini disposti lungo l’emiciclo occidentale, dalla parte di Wurzelbauer. A questo cratere mancano le comuni caratteristiche morfologiche dei crateri lunari (il bordo con creste appuntite, i terrazzamenti, il picco centrale) e ciò ne fa un “unicum” nel pur complesso paesaggio lunare. Il bordo degrada dolcemente verso un fondo piatto, privo di picco, che presenta a N, un cratere doppio, con i bordi confluenti, fusi e semisommersi dalla lava, dalla caratteristica forma a 8.
WURZELBAUER IL NOME Johann P. Von Wurzelbauer nasce a Nuremberg nel 1651 e per una parte della sua vita esercita l’attività di mercante, pur approfondendo studi di astronomia. Dopo il 1682 e dopo aver acquistato un osservatorio e vari strumenti, si dedica completamente a questa disciplina, osservando, tra l’altro, il transito di Mercurio, eclissi solari e vari altri fenomeni astronomici. Viene nominato membro delle Accademie delle Scienze di Prussia e Francia e infine premiato col titolo nobiliare e l’aggiunta del von al cognome dall’Imperatore del Sacro Romano Impero Leopoldo I nel 1692. Tra le sue pubblicazioni: Uranies Noricae basis astronomico-geographica del 1697. Muore nel 1725. IL CRATERE Si trova a Ovest di Gauricus. Ha bordi estremamente erosi e danneggiati, con craterini sulla sommità. Il fondo è in gran parte occupato da una sorta di altopiano ruvido, ricco di collinette scabre e vallate irregolari, percorso da una lunga valle dal decorso arcuato con concavità verso E, che, all’osservazione, sembra delineare, col bordo orientale del cratere, un cerchio inscritto nel primo. All’interno, nella parte orientale del cerchio più piccolo, il fondo è piatto e liscio ed è attraversato da un sottile solco.
HESIODUS IL NOME Nasce, secondo diverse tradizioni, forse a Cuma (Asia Minore) o forse ad Ascra (Beozia), tra l’VIII e il VII secolo a.C., secondo Erodoto, contemporaneo di Omero. Cresciuto in campagna, descrive nelle Opere e i giorni la vita contadina. Scrive la Teogonia (genesi delle divinità), in cui tenta di porre ordine nel vasto ambito del mito e della religione del tempo, in una Ellade frammentata in una miriade di località, ciascuna caratterizzata da tradizioni diverse e a volte contraddittorie. E’ il primo Autore che utilizza la poesia come veicolo di insegnamento e conoscenza (poesia didascalica), con un lessico molto variabile, dall’epico tradizionale al popolare, innovativo. IL CRATERE
Situato subito a O di Pitatus, è un cratere vagamente poligonale, di 43 Km di diametro, collegato a Pitatus da una frattura del bordo orientale, che condivide col medesimo. In questa frattura, con Sole molto basso, è possibile osservare l’incunearsi di un raggio che attraversando tutta la pianura, ancora immersa nell’oscurità, va a illuminare la parete opposta del bordo (Raggio di Hesiodus) (vedi la Rubrica “Ombre e luci” in “Passi sulla Luna” del sito U.A.I.). Il bordo è frastagliato, eroso e al centro del fondo, anziché un picco, c’è un craterino, ben visibile. Ma la caratteristica maggiore di Hesiodus è la presenza, sul bordo SO, di Hesiodus A, un cratere di 14 Km, molto inusuale: a Sole già alto, rivela la presenza al suo interno di un altro bordo circolare, concentrico a quello esterno, con alcuni picchi al centro. La sua origine è verosimilmente vulcanica, ritenendosi poco probabile l’eventualità di un primo impatto, perfettamente centrato da un impatto successivo.
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