Passi sulla Luna: Tycho
Da Commissione Divulgazione - Unione Astrofili Italiani.
a cura di Alfonso Zaccaria e Paolo Morini
TYCHO
Merito fondamentale di Tycho è il comprendere che il progresso scientifico può essere perseguito solo con l’osservazione sistematica e rigorosa degli eventi, con strumenti quanto più possibile precisi. Nell’epoca dell’osservazione ad occhio nudo (siamo infatti in tempi antecedenti l’uso del telescopio), Tycho si avvale di strumenti (quadranti, globi) eccezionalmente avanzati, in parte progettati da lui stesso, grazie ai quali ottiene misurazioni della posizione delle stelle di straordinaria precisione per l’epoca (dell’ordine di un minuto d’arco, circa un esponente di differenza rispetto alle misurazioni precedenti). Grazie a queste, apporta modifiche alle mappe tolemaiche. Definisce la parallasse stellare e planetaria. L’osservazione di una “stella nova” in Cassiopea nel 1573 (oggi sappiamo essersi tratato di una “supernova”) pone le basi per confutare le tesi dell’immutabilità del mondo delle stelle fisse. Il sistema tolemaico-aristotelico, fatto prorpio dalla Chiesa, assumeva come dogma l’immobilità e l’incorruttibilità della sfera delle stelle fisse. Ogni fenomeno aggiunto doveva quindi appartenere all’ambiente atmosferico terrestre, imperfetto e corruttibile. L’assenza di parallasse, dimostrata dalle osservazioni di Tycho depone invece per un evento molto lontano. A simili conclusioni giunge anche dopo l’osservazione del passaggio di due comete nel 1577 e nel 1585. Tuttavia, nonostante le discussioni con Keplero, col quale ad un certo punto interrompe i rapporti, non si convince ad accettare il modello eliocentrico. Elabora peraltro un modello di compromesso in cui la terra continua a trovarsi al centro dell’universo, immobile, mentre la Luna ed il Sole le girano attorno. Il Sole si trova, a sua volta al centro delle orbite planetarie. Tale modello è suffragato dall’assenza di parallasse con le stelle fisse. In realtà questa parallasse esiste, ma è di minima entità, impossibile da evidenziare con gli strumenti di allora; verrà accertata solo 250 anni più tardi con strumenti telescopici molto perfezionati. Il sistema ticonico funziona, come quello tolemaico, e come in quello, fa riferimento a epicicli, eccentrici ed equanti: in più, non crea problemi con le Sacre Scritture. Tycho conduce anche studi sulla rifrazione atmosferica e compila tabelle che consentono di correggere l’errore di posizione apparente di un astro se osservato vicino all’orizzonte. Nel 1598, a causa di contrasti col nuovo re danese Cristiano IV, abbandona la Danimarca e viene accolto a Praga, dove l’Imperatore del Sacro Romano Impero, Rodolfo II d’Asburgo, persona quanto meno originale ed eclettica, gli mette a disposizione un castello presso Praga, a Benàtky, dove Tycho lavora fino alla morte, avvenuta nel 1601. Secondo alcuni, muore per lo scoppio della vescica, avvenuta durante un banchetto, secondo altri per un involontario avvelenamento da mercurio per avere assunto farmaci contenenti questo elemento, da lui stesso preparati (era stato anche uno studioso di alchimia).
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