SUPPLEMENTO AL CIELO DI MAGGIO 2003

IL TRANSITO DI MERCURIO SUL SOLE

7 maggio 2003

di Daniele Crudeli



Cos'è un transito?
Per transito si intende una particolare forma di occultazione (come è anche l'eclisse), ovvero l'interposizione di un corpo opaco fra la Terra e un corpo luminoso (per esempio il Sole). I pianeti interni all'orbita terrestre, in occasione di allineamenti del tipo Sole - Mercurio o Venere - Terra, potrebbero pertanto fungere da corpi opachi "occultanti". In effetti la loro distanza, sebbene sia dell'ordine dei milioni di km, consente di osservare diametri angolari apprezzabili: circa 10-12" per Mercurio e intorno a 1' per Venere (per confronto, le dimensioni del Sole sono all'incirca di 30').
Tuttavia la situazione è lievemente più complessa: le orbite di Mercurio e Venere non sono complanari (= stessa inclinazione) a quella terrestre, e di fatto non è vero in generale che ad ogni allineamento Sole - pianeta interno - Terra si verifica un transito. Se prendiamo l'orbita terrestre come riferimento, infatti, Mercurio percorre un ellisse inclinato rispetto ad essa di 7° e Venere di circa la metà .

Quando si verificano i transiti di Mercurio?
Chiaramente i transiti si hanno solamente quando Sole, Mercurio e Terra sono quasi perfettamente allineati, ovvero quando Mercurio, dal nostro punto di vista, si trova contemporaneamente in uno dei due nodi della propria orbita e nella congiungente Terra-Sole. I nodi sono i punti di intersezione fra il piano dell'orbita terrestre e quello dell'orbita di Mercurio: viene chiamato nodo discendente il punto in cui Mercurio inizia a "scendere" sotto il piano dell'orbita terrestre, mentre l'ascendente è quello in cui il pianeta comincia "a salire" sopra il suddetto piano. Questo è il motivo per cui i transiti possono avvenire solamente nella prima metà di maggio o nella prima quindicina di novembre, quando Mercurio si trova in prossimità rispettivamente del nodo discendente e ascendente.
Mediamente i transiti di Mercurio avvengono ogni 7 anni, con una frequenza più di due volte maggiore per quelli di novembre rispetto a quelli di maggio. Questo è dovuto al fatto che Mercurio percorre un'orbita molto ellittica, e in prossimità del nodo di maggio si trova all'afelio (la massima distanza dal Sole), viaggiando quindi nello spazio a una velocità sensibilmente inferiore rispetto all'altro nodo. Un'altra conseguenza di questo fatto è che solitamente i transiti al nodo discendente, come quello del 7 maggio prossimo, durano molto di più, con un massimo possibile di 9 ore.

Quali sono le circostanze del prossimo 7 maggio?
Il periodo medio di circa 7 anni fra due transiti è puramente indicativo, perché di fatto le osservazioni vengono compiute in una località specifica. Dall'Italia l'ultimo transito di Mercurio visibile è stato quello del 13 novembre 1986, ma dobbiamo tornare indietro di trent'anni, al 10 novembre 1973, per un passaggio che si possa definire "ben visibile". Come molti fenomeni, infatti, ogni transito è "a sé", presentando condizioni molto differenti.
Il prossimo 7 maggio Mercurio entrerà nei pressi del bordo nord del Sole intorno alle 7:12, e uscirà dal disco solare verso le 12:32, approssimativamente in direzione ONO. All'inizio l'altezza del Sole sull'orizzonte sarà di poco superiore ai 10°, mentre al termine sarà di oltre 60°. La minima distanza dal centro del disco solare (o anche l'istante del massimo), pari a quasi 12', avverrà alle 9:53.
Nelle tabelle sopra riportate sono indicati i tempi per le varie località italiane; l'ingresso nella fotosfera solare avviene ovviamente con due contatti: il primo esterno e il secondo interno, rispettivamente quando il disco di Mercurio è tangente esternamente e internamente al disco solare. Simmetricamente, all'uscita avviene prima il contatto interno e secondariamente quello esterno.

Indice cielo del mese