COMUNICATO
STAMPA
09/07/2003
Energia sprecata per illuminare il cielo.
Risparmiare si può, riducendo l'inquinamento luminoso.
Di fronte all'emergenza energetica evidenziatasi negli ultimi tempi, UAI
(Unione Astrofili Italiani), CIELOBUIO, IDA (International Dark Sky
Association) e LEGAMBIENTE lanciano un appello agli Enti e Istituzioni
locali e nazionali perché da subito si avviino azioni concrete per
realizzare un piano di risparmio energetico razionalizzando gli impianti
di illuminazione pubblica e privata di esterni.
Il fine è la realizzazione di importanti risparmi nei consumi di energia
elettrica e nelle tasche dei cittadini, garantendo nel contempo la
salvaguardia del cielo stellato.
Ricordando le indicazioni fornite dal Protocollo di Kyoto si ribadisce la
necessità di mettere in campo tutte le iniziative possibili per
rispettarlo: anche la limitazione dell'inquinamento luminoso può dare un
contributo in questo senso.
I recenti black out e il conseguente dibattito sulla gestione della rete
elettrica nazionale hanno riproposto in modo clamoroso la questione della
produzione di energia elettrica e hanno riportato di attualità il
dibattito tra i sostenitori del nucleare e della produzione di energie non
rinnovabili, mentre una razionale utilizzazione delle risorse energetiche
prodotte già potrebbe dare risultati immediati.
Nel gran parlare di questi giorni è impossibile ignorare gli sprechi
causati dalla errata illuminazione pubblica e privata degli ambienti
esterni, che disperde la gran parte della luce artificiale utilizzata
rivolgendola inutilmente verso l'alto.
Basta soffermarsi a pensare ai tanto diffusi "globi" per l'illuminazione
stradale: solo una piccola percentuale della luce emessa è orientata là
dove serve effettivamente, ovvero sul piano stradale, mentre tutto il
resto finisce disperso verso il cielo; lo stesso accade per le
torri-faro con proiettori inclinati verso l'alto anziché essere
orizzontali e paralleli al piano stradale, per le lampade di
illuminazione dei monumenti con fasci di luce in gran parte dispersi verso
il cielo, per i fari rotanti nel cielo di segnalazione delle discoteche,
per i lampioni per illuminazione stradale con vetri e inclinazione che
diffondono gran parte della luce verso il cielo e così via.
Una falsa cultura, che identifica il progresso con l'uso dissennato delle
risorse, si sta sempre più diffondendo nel nostro paese, per cui anche
l'illuminare a giorno i paesi e le città viene considerato sinonimo di
modernità e civiltà.
Tutto questo si traduce per i numerosi appassionati di osservazioni
astronomiche, gestori tra l'altro di oltre 100 Osservatori Astronomici
pubblici, nell'impossibilità di svolgere l'attività di ricerca e di
divulgazione, dato che in aree densamente abitate nel cielo rimangono
visibili solo poche decine di astri, a fronte delle migliaia che sarebbero
osservabili.
La perdita, dal punto di vista culturale, ricade su tutta la comunità, per
la perdita delle conoscenze e dei miti legati a stelle e costellazioni
tramandati per millenni, per l'impossibilità di svolgere costruttive
esperienze didattiche - numerosissime sono le attività svolte dagli
astrofili in collaborazione con gli istituti scolastici - e, più in
generale, per l'impedimento per chiunque a percepire pienamente l'Universo
e l'ambiente in cui viviamo.
La perdita di cieli bui dovuto all'uso non corretto dei sistemi di
illuminazione non può e non deve essere più considerato un problema che
riguarda solo gli appassionati di osservazioni astronomiche o gli
astronomi; né la conservazione del cielo stellato, per il quale è stata
avanzata la proposta all'UNESCO di considerarlo Patrimonio dell'Umanità,
può essere considerato solo un problema di esercizio giuridico
internazionale.
Deve diventare prassi comune l'adozione di accorgimenti quali la
sostituzione delle lampadine ad alto consumo con quelle a basso consumo e
pari efficienza luminosa e utilizzare le tecnologie adatte ad evitare la
dispersione di luce verso l'alto, con lampade schermate verso l'alto e
vetri piani.
Le associazioni di astrofili e ambientaliste si sono mobilitate in
numerose realtà locali, arrivando a far approvare leggi regionali per la
limitazione dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico in
Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Campania e Basilicata, Valle D'Aosta,
Piemonte (imminente l'approvazione anche in Puglia).
Sebbene molte di
queste leggi siano rimaste sulla carta e non sono ancora in via
attuazione, e altre necessitino di revisioni e miglioramenti, molti sono i
Comuni che autonomamente hanno già stabilito regolamenti e avviato la
conversione dei sistemi di illuminazione pubblica con notevoli risparmi.
I costi iniziali di riconversione sono stati abbattuti nel giro di poco
tempo, a tutto a beneficio delle tasche dei cittadini: tra le esperienze
di maggior successo citiamo quella del Comune di Frosinone.
Numerose anche le iniziative a livello europeo: citiamo l'Appello al
Consiglio d'Europa presentato da centinaia di Associazioni Astrofile e l'approvazione
nella Repubblica Ceca di una legge nazionale sull'argomento.
L'attualità della questione energetica e la necessità del rispetto dell'ambiente,
di cui il cielo stellato è parte integrante, richiedono quindi
che vada accelerato l'iter parlamentare del Disegno di Legge n. 697 sulla
riduzione dell'Inquinamento luminoso, da uniformare agli efficaci
provvedimenti tecnici introdotti dalle Regioni Lombardia e Marche.
- Sottoscrivono l'appello:
UAI (Unione Astrofili Italiani)
CIELOBUIO
IDA (International DarkSky Association)
LEGAMBIENTE
www.uai.it
www.cielobuio.org
www.darksky.org
www.inquinamentoluminoso.it
www.legambiente.it