COMUNICATO
STAMPA
17/03/2004
Allarme di Astronomi e Astrofili per la stasi del disegno di legge
sull'inquinamento luminoso
Le principali associazioni nazionali e internazionali che si interessano
di lotta all'inquinamento luminoso - Unione Astrofili Italiani (UAI),
International Dark-sky Association (IDA) e Cielobuio - manifestano la loro
viva preoccupazione, in nome degli oltre 100.000 astrofili italiani e
nell'interesse delle tante strutture professionali della nostra nazione,
per il nuovo blocco che ha colpito il disegno di legge n. 597 e tutti gli
altri ad esso collegati, da quasi un anno affidati al vaglio delle
Commissioni congiunte Ambiente e Lavori Pubblici della Camera dei
Deputati.
Si rileva infatti che, grazie alla nomina di un comitato ristretto guidato
dagli Onorevoli Gregorio DELL'ANNA e Massimo CIALENTE sotto la presidenza
dell'On. Pietro ARMANI, si era dato il via a una serie di audizioni dei
vari soggetti interessati, terminate già nell'ottobre dello scorso anno.
Il Comitato ristretto avrebbe dovuto elaborare nel giro di due mesi un
testo unico da sottoporre ai membri delle Commissioni ed eventualmente ai
vari operatori del settore; a tutt'oggi, invece, ancora non giungono
segnali di novità da Montecitorio, mentre numerose Regioni hanno
legiferato in materia con dettagli diversi tra loro.
Ormai dal 1992 gli studiosi del cielo, con il supporto di ambientalisti e
biologi, stanno tentando con determinazione di far approvare una legge
nazionale che ponga fine agli ingenti sperperi di risorse energetiche e
naturali che derivano dall'uso indiscriminato e irrazionale
dell'illuminazione esterna, a partire da quella pubblica.
Si è calcolato
che non meno del 30% dell'energia elettrica impiegata per far funzionare
impianti inutilmente sovradimensionati, con elevata dispersione di flusso
luminoso, senza dispositivi di risparmio energetico o con lampade ancora a
bassa efficienza, viene persa o emessa direttamente verso il cielo.
Il risultato di questa politica energetica di retroguardia sta portando
alla progressiva e inarrestabile scomparsa del cielo notturno, a cui si
devono aggiungere i seguenti altri danni collaterali:
1) maggiore emissione in atmosfera di anidride carbonica;
2) danni all'ecosistema delle piante per alterazione della fotosintesi e
all'equilibrio notte-giorno degli animali e, in alcuni casi, anche degli
uomini;
3) pericolosi fenomeni di abbagliamento per automobilisti con rischio di
incidenti;
4) dilapidazione di 250/300 milioni di Euro ogni anno.
La fondatezza delle tesi sostenute da astronomi, astrofili e naturalisti
risiede ormai in numerosi studi scientifici di diversi Istituti
internazionali e in esperimenti portati avanti da alcuni Comuni italiani
(il primo in assoluto è stato quello di Frosinone che ha conseguito
risparmi che vanno dal 30 al 50%).
In questi ultimi 12 anni sono state presentate alla Camera dei Deputati e
al Senato oltre 20 proposte di legge di tutte le forze politiche, anche in
forma congiunta e trasversale, senza mai arrivare però ad un risultato
concreto. Ancora una volta si deve constatare che in Italia, quando si
parla di ambiente, prevale l'aspetto verbale su quello operativo.
UAI (Unione Astrofili Italiani)
CIELOBUIO
IDA (International DarkSky Association)
www.uai.it
www.cielobuio.org
www.darksky.org
www.inquinamentoluminoso.it