Le
interviste di SCIS
A
spasso
con il Prof. Giuliano Romano
Intervista
a cura di Claudio Del Duca
5 al 9 agosto 2002
In occasione del Corso di Archeoastronomia organizzato dall'Unione
Astrofili Tesino e Valsugana in collaborazione con l'Amministrazione
Comunale di Castello Tesino (Trento).
Il Prof. Giuliano Romano (foto), relatore del Corso, è stato Professore
di matematica e fisica presso il Collegio Pio X del Treviso, Professore
incaricato di storia dell'Astronomia e Professore associato di Cosmologia
per il Corso di Laurea in Astronomia dell'Università di Padova. Specializzatosi
nello studio delle stelle variabili, dagli anni '50 agli anni '80
ne ha scoperte quasi 400, tra cui due supernove ed alcuni quasar variabili.
Ha svolto centinaia di conferenze divulgative e decine di corsi di
aggiornamento didattico per insegnanti. Ha ideato e condotto per quasi
vent'anni le riunioni degli astrofili triveneti e seminari di studi
sulle stelle variabili che si sono svolti a Crespano del Grappa. E'
Presidente della Fondazione Cassamarca di Treviso intitolata Umanesimo
Latino.
Ha condotto ricerche per circa 30 anni in Italia e nei principali
siti archeologici del mondo.
E' membro della Società Italiana di Archeoastronomia e autore di alcuni
saggi scientifici: Evoluzione delle stelle, della Canova,
Introduzione all'astronomia, della Muzzio, Il sole e il
Cosmo, della Sid, Mio padre è il cielo, e I Maia e
il cielo, della Cleub, Orientgamenti ad sidera, della
ESSERGI, Archeoastronomia italiana, e Introduzione alla
matematica precolombiana, ancora della Cleub e, in preparazione,
Conversando sul cielo e dintorni.
Archeoastronomia italiana
e la possibilità di trovare valide collaborazioni tra gli astrofili
CDD:
"Per i suoi incessanti studi nel campo ha effettuato numerose
spedizioni e sopralluoghi in tutto il mondo, potendo così constatare
che solo in pochi Paesi si presta la necessaria attenzione a questa
affascinante ricerca. Cosa si sta facendo in Italia per coordinare
efficacemente le diverse discipline che l'archeoastronomia chiama
in causa?"
GR: "In Italia non
è stato fatto molto perché la ricerca in questo campo è iniziata solo
da pochi anni, ma, dalle numerose scoperte che si susseguono, sembra
che ci sia finalmente un maggiore interesse scientifico per la materia."
CDD: "Potrebbe
essere d'aiuto il contributo degli appassionati?"
GR: "In pratica
è sempre necessaria una collaborazione fra l'archeologo e l'astronomo
per ottenere buoni risultati. Per esempio, non hanno nessun credito
le misure degli allineamenti astronomici effettuate solo con la classica
bussola. Occorre sempre lavorare con il teodolite
in modo tale da ottenere dati attendibili, dopodiché occorre discutere
e verificare le misurazioni più volte fra esperti, insomma, esiste
un
iter scientifico non semplice, per cui anche gli astrofili, se
volessero collaborare in questo campo, dovrebbero conoscere bene i
metodi di ricerca. Anche una geometra, ad esempio, che solitamente
sa usare il teodolite, per trattare tutti gli aspetti astronomici
deve conoscere un po' di astronomia sferica e tutte quelle cose che
sono necessarie per fare delle misurazioni astronomiche, altrimenti
deve anche lui rivolgersi a degli esperti."
CDD: "A chi ci
si può rivolgere per fare delle segnalazioni?"
GR: "Si può contattare
la Società Italiana di Archeoastronomia (Mario
Codebò) . E' l'organizzazione che si occupa appunto di coordinare
le ricerche e di dare dei consigli per effettuare lavori che abbiano
un determinato senso. Questa materia, per la sua complessità, richiede
infatti un coordinamento non indifferente fra varie discipline. Se
non c'è il consiglio di un archeoastronomo, oppure di un archeologo
o di un esperto che conosca bene la materia, è possibile fare dei
lavori poco sensati e, quindi, sbagliare."
CDD: "Per avere
qualche indicazione su dove cercare, potrebbe indicare quali sono
i popoli antichi che in Italia hanno lasciato testimonianze concrete
delle loro conoscenze astronomiche?"
GR: "Praticamente
tutti. In ogni regione, infatti, possiamo trovare dei reperti che
testimoniano particolari attenzioni ad alcuni fenomeni astronomici
già in epoche molto antiche. Ad esempio, su una zona che parte dalla
Croazia e che, attraversando tutta la Venezia Giulia e tutta la parte
Pedemontana delle Alpi, giunge fino a Torino, si trovano configurazioni
particolari di muri fatti di pietre che risalgono all'età della pietra,
del bronzo e anche del ferro. Si tratta dei cosiddetti "Castellieri",
ossia delle specie di piccoli fortini e che si possono trovare generalmente
sulle cime delle colline o anche delle montagne. Nei pressi di Bolzano,
ad Appiano, ce n'è uno interessante che già negli anni '30 rivelò
che alcuni muri presentavano diversi orientamenti astronomici verso
il tramonto e la levata del Sole nel giorno del solstizio invernale
e, se osservati da un'altra posizione, consentiva di osservare il
Sole sorgere negli equinozi sulla cima di una montagna lontana. Si
ritiene che questi Castellieri servissero inizialmente come rifugi,
quindi, non furono costruiti per fare delle semplici osservazioni
astronomiche, ma tali orientamenti testimoniano l'attenzione che questi
popoli avevano per il moto apparente del Sole, osservazioni a loro
utili per avere un calendario per le loro pratiche agricole o per
altri scopi religiosi. In seguito, in età romana, furono usati anche
come punti d'osservazione e di collegamento visivo tra una collina
e l'altra per trasmettere velocemente dei messaggi con segnali luminosi
tramite dei fuochi. Anche nelle chiese più antiche si possono trovare
degli allineamenti a punti sull'orizzonte da dove, nel giorno del
solstizio invernale o negli equinozi, si potrebbe vedere sorgere o
tramontare il Sole."
CDD: "L'ultima
domanda che vorrei porle riguarda il campo della divulgazione dove
spesso, con trasmissioni del tipo "Stargate" o con pubblicazioni di
teorie poco supportate da riscontri scientifici, si specula un po'
troppo sulla parola "mistero" e si riesce solo a creare molta confusione.
Secondo lei, esiste un modo per ovviare a tale problema?"
GR: "A dire la verità
non saprei proprio come ovviare, perché, i canali televisivi e tutti
i mezzi di comunicazione di massa vanno proprio in cerca di questa
roba. Se lei porta delle cose positive ma che non fanno... come dire,
abbastanza rumore, non vengono proprio considerate. L'unica cosa che
potrebbe fare una persona coerente è di bocciare tutte le teorie che
si vedono in TV o si leggono in questi libri riguardanti civiltà di
tutto il mondo presentate come anteriori al 4000 a.C. perché non si
tratta di archeoastronomia ma di fanta-archeoastronomia."
CDD: "Già, si
tratta per di più di teorie speculative inerenti alle civiltà del
Medio Oriente soprattutto riguardo all'antico Egitto. Sarebbe interessante
approfondire anche quest'argomento."
GR: "Si ma vede,
io non mi sono mai interessato dell'Oriente, ho svolto molte ricerche
in Italia, in Europa, nelle Americhe e in altri siti archeologici
del mondo, ma riguardo all'Oriente non mi sono mai interessato, anche
perché, per fare un lavoro che abbia una serietà scientifica bisogna
prepararsi molto e, quindi, se dovessi dedicarmi anche alle culture
assiro-babilonesi o egiziane dovrei impiegare moltissimo tempo per
vedere cosa è stato fatto in archeologia, cosa è stato fatto e cosa
si può fare in astronomia, ecc. Vede, si può affermare che nell'archeoastronomia,
ad un certo momento, ci si vede costretti di necessità ad allargare
sempre più le conoscenze al di fuori dei campi tradizionali, quindi,
non solo astronomia e archeologia, ma bisogna saperne anche di linguistica
e cose del genere, poi c'è la faccenda dell'iconografia con le varie
scritture, sono tutte cose che bisogna conoscere se si vuole andare
avanti con una certa serietà. Si arriva ad occuparsi di questioni
che un ricercatore non avrebbe mai pensato di studiare, appunto per
avere un quadro abbastanza coerente altrimenti si rischia di dire
delle sciocchezze. Io ad esempio, non avrei mai pensato di arrivare
a studiare l'iconografia e la scrittura dell'antico popolo dell'isola
di Pasqua, ma ho dovuto approfondire per verificare l'esistenza di
un qualche significato astronomico in alcune iconografie, quindi,
ci vuole tempo e moltissima passione per andare avanti."
CDD: "Credo che
questa sia la filosofia che ogni ricercatore dovrebbe applicare per
essere coerente con i propri obbiettivi, quindi non posso che farle
i miei complimenti. Nel ringraziarla per l'intervista che è stato
così gentile da concedermi, colgo l'occasione per ringraziarla anche
per il contributo dato alla scienza e ... non solo nel campo dell'archeoastronomia."
Nota:
Il teodolite è lo strumento principale del rilevamento
archeoastronomico. Esso consta fondamentalmente di due cerchi graduati
ortogonali sui quali si misurano gli angoli orizzontali (azimutali)
e verticali (zenitali) per mezzo di indici collegati ad un cannocchiale
mobile sui due assi orizzontale e verticale. Una o più livelle consentono
di mettere in stazione orizzontale lo strumento montato sul suo cavalletto:
quest'operazione è molto delicata e va eseguita con gran cura, poiché
la non perfetta orizzontalità dello strumento altera le misure che
si vanno ad eseguire. Ovviamente la precisione perfetta non è materialmente
ottenibile, essendo essa un concetto teorico, sempre limitato ed in
qualche modo inficiato da svariati problemi materiali, fra cui particolare
rilevanza assumono quelli costruttivi dello strumento. E' importante
ricordare che ogni misura ottenuta è sempre e comunque affetta da
una certa quantità di errori mai del tutto eliminabili.
(Questa nota è stata tratta dal sito
http://www.archaeoastronomy.it/corso_di_archeoastronomia.htm
)